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    Narrato - Parlato - Pensato

    Hisoka, the Joker


    Fissavo i suoi occhi cercando di carpire almeno in parte l’essenza di chi mi si parava davanti, avevo deciso di creare quella scenetta per studiare le reazioni di lei. I suoi occhi e la sua mimica facciale non ebbero grossi mutamenti se non la sua classica espressione spensierata, tuttavia anche questo poteva essere un buon parametro di giudizio della sua psiche. Il suo comportamento era simile in tutto e per tutto a quello di una bambina, cosa che si addiceva alla sua statura, apparentemente macchiato qui e là da eventi fortemente traumatici che la avevano disinibita nei confronti dell’orrido e della violenza. Non era semplicemente “pazza”, termine che ho sempre trovato limitante e stereotipante, sembrava piuttosto deviata dalle comuni norme del ragionamento, cosa in cui potevo rispecchiarmi. Mano a mano che le bende venivano via erano sostituite da folte ciocche di capelli verde smeraldo che mi impedirono inizialmente di mirarne le fattezze, ma poi si aprirono a tenda andando ad incorniciare il suo visino. Era probabilmente più giovane di me eppure le sue spoglie ed il comportamento da bambina sembravano celare un lato più maturo e oscuro. Mi disse il suo nome, Sayuri, dopodichè si lasciò andare in un casquè per poi tornare ad avvicinare il suo viso al mio. Non riuscii a capire esattamente se le parole che mi disse in seguito fossero serie o di scherno, osservai bene i suoi lineamenti e la sua pelle d’alabastro, nonché le fila di denti acuminati.
    Mmmh eccitante!
    Dissi con il mio solito sorrisino mentre le mie labbra andarono a poggiarsi su quelle di lei per un’istante prima di ritrarre il capo di pochi centimetri. Fermai la danza avvolgendola con le mie braccia, la abbracciai portando le mie mani sui suoi fianchi e sollevandola leggermente da terra.
    Penso che ci sarà da divertirsi
    Aspettai che lei palesasse le sue intenzioni, anche un po' per gioco, per il momento avrei lasciato che lei decidesse il da farsi.

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    Narrato - Parlato - Pensato

    Hisoka, the Joker


    Mentre fissavo un punto indefinito nella volta celeste un rumore di passettini mi riportò alla realtà, inclinai appena il capo quel tanto che bastava per osservare con la coda dell’occhio la sconosciuta incontrata in precedenza che danzando tra i resti della "battaglia" mi si avvicinava. Rimasi in silenzio lasciando che le sue esili braccia mi cingessero il collo, poi delicatamente posò la sua testolina sulla mia spalla come per farmi le fusa. Il chakra eremitico era ancora in circolo, quello sconfinato potere scorreva dentro me come fiume in piena e strani pensieri si facevano largo tra le fila dei miei ragionamenti. Portai la mano destra sotto il suo mento pizzicandolo leggermente, poi più in basso estendendo le dita fino ad agguantarne il collo, mi sarebbe bastato un lievissimo movimento per spezzarlo come un ramoscello. Sorrisi fissando i miei sottilissimi occhi nei suoi, non ero affatto appagato dall’uccisione della preda eppure quello squallido banchetto mi aveva guastato l’appetito. Il dito di lei scorse sulle mie labbra bagnandole del liquido vermiglio raccolto in precedenza, prontamente la mia lingua ne seguì la scia andando poi a raggiungere la sua falangetta che mi approntai a morsicchiare con delicatezza. Ascoltai le sue parole senza distogliere per un attimo lo sguardo, la mia curiosità avvampò nuovamente, focalizzai la mia attenzione su di lei e mi accorsi che non sapevo nemmeno quale fosse il suo nome. Tolsi la mano destra dal suo collo per poi portarla al suo viso e lentamente intrufolai le dita al di sotto delle bende mentre la mano sinistra andò ad afferrare la sinistra di lei.
    Sono aperto a tutte le possibilità, ma prima vorrei sapere con chi ho il piacere di danzare.
    Detto questo iniziai ad ondeggiare tirando a me la ragazzina e se me lo avesse permesso avrei improvvisato qualche passo di valzer, la differenza di statura avrebbe reso la scena un po’ buffa. Sono sempre stato molto schivo con le persone, eppure la situazione mi aveva riportato il buon umore e decisi di scoprire una delle mie carte aspettandomi altrettanto dalla mia compagna di ballo.
    Io sono Joker e rido sempre per ultimo.
    Con un gesto deciso tentai di strappare le bende che celavano il suo viso, ero in fermento come un bambino col suo regalo di compleanno.

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    Narrato - Parlato - Pensato

    Hisoka, the Joker


    Il tempo sembrò dilatarsi nel momento in cui la roccia diresse i suoi aculei verso il cielo e l'azzurro si tinse di scuro portandosi dietro il sangue e la carne di colui che non era stato all'altezza della situazione. È troppo facile tirare il sasso e nascondere la mano, ma questo avviene finché la società lo permette. Il mondo dei mukenin è invece furbizia ed efferatezza, la mano che tira il sasso viene prontamente misurata e nel caso in cui sia trovata in fallo viene recisa. Al di fuori dei villaggi l'unica legge è quella del più forte, un passo falso non si risolve con una semplice lavata di capo, la nostra vita è sospesa su di un sottilissimo filo e sta a noi giostrarci tra la vita e la morte. Socchiusi gli occhi al rumore dei dardi che trapassavano le carni del fuggitivo, morto come un cane al lato della strada, nel vano tentativo di darsi alla fuga. Le rocce acuminate lo trafissero in più punti contemporaneamente, colpendo entrambe le mani, i piedi, il cuore e la base del collo, bastò una tecnica tanto semplice per trasformarlo in uno scolapasta. Il ninja dai capelli argentei cadde al suolo come una marionetta alla quale vengono recisi i fili passando in pochi attimi da essere vivente a materia inerte. I miei bunshin gli furono subito addosso e con la mano irrorata di chakra applicarono un sigillo sulla sua carne prima ancora di constatare il suo decesso. D'altronde si sa, il mondo ninja è popolato da ninja dalle abilità più disparate e la sicurezza non è mai troppa. La stessa copia che applicò il sigillo si occupò anche di verificare la presenza di segni vitali residui da parte dell'intruso, quando fu sicuro del decesso del malcapitato il bunshin scomparve in una nube di fumo trasmettendomi tutto ciò che c'era da sapere. In volo raggiunsi le spoglie del mukenin, che si trovava ora circondato dalle mie copie rimanenti, contemplai brevemente la macabra scenetta, come si fa con i resti di un insetto schiacciato, dopodiché tirai fuori un rotolo e lo stesi affianco al cadavere, composi un sigillo e il corpo sparì in una nube di fumo, lasciando al suo posto solo una chiazza di sangue. Di conseguenza gli altri cinque bushin vennero rilasciati e io arrotolai nuovamente la carta sulla quale aveva fatto comparsa un nuovo kanji che recitava "Ficcanaso": questo sarebbe stato il suo epitaffio e l'ultima traccia tangibile della sua misera esistenza. Non ero più adirato, né ero felice, con un gesto di stizza avevo posto fine a quella fonte di disturbo, non era stato piacevole come lo avevo immaginato, più che di un combattimento si era trattato di una vera e propria esecuzione.
    *Spit*
    Sputai per terra per poi rivolgere lo sguardo in alto verso il cielo, pensieroso meditavo sull'accaduto, mi ero distratto a tal punto da essermi dimenticato della ragazzina incontrata poco prima.
    Certo che se sono tutti così là fuori, non ci sarà molto da divertirsi.
    Bisbigliai fra le labbra, per poi sbuffare rumorosamente.

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    Narrato - Parlato - Pensato

    Hisoka, the Joker


    Poco prima di attuare la mia offensiva notai che il ninja dai capelli argentati scagliò un kunai alle sue spalle, verso di un albero alto circa tre metri e distante una ventina dalla sua posizione, il che era buffo considerando che non vi era nessuno lì. La cosa mi fece insospettire, tanto più che egli non sembrò scomporsi né dopo le mie minacce né dopo il mio attacco, probabilmente era convinto in qualche modo di farla franca, doveva avere un piano di riserva a me ignoto. Di fatti le mie tre copie che avevano ormai raggiunto il suolo lo videro dislocarsi presso il kunai lanciato in precedenza e videro che l’intruso si preparava a ripetere nuovamente la stessa azione, questa volta però verso nessun albero ma verso il suolo. Probabilmente avrebbe raggiunto una distanza tale da portarsi fuori dal raggio della grande fiammata. Che stesse pensando di darsela a gambe? Conoscevo bene cosa si trovava in quella direzione, d'altronde era la direzione dalla quale ero giunto in quella radura, c’erano si e no una decina d’alberi nel raggio di un centinaio di metri e poi una grande piana rocciosa che si estendeva per chilometri. Non era esattamente il luogo ideale per mimetizzarsi, anche il piccolo bosco che si trovava alle mie spalle non era che una macchia verde sul vastissimo altopiano, probabilmente generata da qualche falda acquifera sotterranea. Ebbi modo di notare che egli era in grado di occultare il suo chakra, ma dato il contatto visivo quella mossa non gli sarebbe davvero servita a granché. Fuggire dallo scontro sarebbe stata un’ardua impresa per il ficcanaso che dopo essersi esposto con tale indiscrezione pretendeva ora di tirarsene fuori sottovalutando per l’ennesima volta la mia brama di sangue. Le tre copie non persero tempo ad aspettare che lo sconosciuto mettesse in atto il suo piano di fuga, nel loro impatto al suolo affondarono le mani nella terra scaricandovi una mostruosa quantità di chakra, eremitico e non, la porzione di pianura attorno alla posizione del nemico per un centinaio di metri sarebbe stata animata da scosse e tremori prima di sputare fuori più selve di dardi rocciosi. Compiuta la tecnica i bunshin sarebbero stati rilasciati trasmettendo così le preziose informazioni al me originale. Anche le sei copie che avevano utilizzato bashosen vennero rilasciate scomparendo in una nube di fumo, facendo spazio subito dopo ad altri sei bunshin con già la tecnica dell'alleggerimento attiva, due dei quali (coadiuvati ciascuno da altri due bunshin) squarciarono la coltre biancastra con già in mano una tecnica dal grande potenziale offensivo. Il chakra vorticava rumorosamente nelle loro mani sotto forma di una sfera con quattro lame laterali, le sei copie aprirono gli tsubo dietro la schiena e sulla pianta dei piedi per propellersi a grandissima velocità verso la loro preda, si tennero ad una quota superiore ai quindici metri di altezza per non essere coinvolti nella tecnica dei dardi di roccia. I due bunshin che portavano le sfere di chakra si prepararono ad ingaggiare il corpo a corpo mentre gli altri quattro misero mano a bashosen pronti ad utilizzare nuovamente tecniche ad ampio raggio. La manovra a tenaglia mirava a colpire il nemico da più direzioni contemporaneamente, non avevo di certo voglia di trascinare la faccenda per le lunghe, anzi era mio intento schiacciare la peste prima che ricorresse a chissà quale sotterfugio, così come si fa con una blatta dentro casa.



    Dato che l'azione è un po' complessa mi sono permesso di fare dei disegnini con paint.
    Campo di scontro:
    P3MOp0b
    Attacco:
    OQR8qgI
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    Dato che:
    - l'avventura l'abbiamo aperta noi e Hashi si è voluto intromettere;
    - siamo comunque in due contro uno;
    - Hashi ha postato altrove decidendo di dare priorità ad altro.

    Io chiederei ad un mod Aidel ¬Neliel di approvarci un limite di tempo di due giorni da adesso entro cui Hashi deve postare, altrimenti andremo avanti. Inoltre desidereremmo tenere comunque questo limite di tempo per i futuri turni dell'avventura.
  6. .

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    Narrato - Parlato - Pensato

    Hisoka, the Joker



    Il mio occhio sinistro vibrò leggermente e strinsi forte i denti dando vita ad una smorfia ben visibile, stavo perdendo del tutto la pazienza. Le mie minacce erano state praticamente ignorate, cosa che mi infastidì ancor di più. Colui che avevo di fronte o era uno stolto o era molto sicuro di sé, in entrambi i casi la cosa mi dava fastidio, pungolando i miei nervi che si trovavano già a fior di pelle.
    Davvero? Io ti minaccio di morte e tu chiacchieri con la mia preda?
    Rimasi quasi allibito dalla cosa, ma le sorprese non erano ancora finite, anzi lo sconosciuto non perse l'occasione per spararla davvero grossa. Voleva imbandire un'organizzazione criminale per portare il caos. Per un attimo pensai di essermi beccato un infarto, ebbi un sussulto, dopodiché mi salì una risata dirompente, dapprima soffocata e poi sempre più forte e rumorosa.
    ahahahahhahhahahahahahahahah AhahHahHaHHaahHHhahaHAAAHhHHHahahahaha AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHHHHHAAHAHAHAHAHHAHA
    Portai la mano sinistra allo stomaco per tentare in qualche modo di contenere le risate, ben presto qualche lacrima sgorgò dagli occhi, non ridevo così da anni.
    Ma questo sta fuori, l'organizzazione per portare il disordine ahahahah dopo mi faccio consigliare il suo spacciatore... Certo che con tutti sti pagliacci fra un po' mi apro un circo
    Non senza difficoltà riuscii in qualche modo a frenare il riso a più riprese, dovevo ammetterlo, la vena comica non gli mancava. Tuttavia non sarei mai sceso a patti con un debole, se c'era qualcosa che mi eccitava quasi quanto l'erotismo erano gli scontri con degli avversari degni di nota. Se pensava di evitare lo scontro con le sue chiacchiere insulse non aveva fatto i conti con l'oste, doveva pagare per aver interrotto il mio banchetto. Le mie pupille rotearono all'insù e le palpebre si serrarono a formare due sottili fessure convesse verso l'alto, sfoggiai un sorriso altrettanto stretto mentre la lingua passava veloce sul labbro inferiore.
    È piuttosto lungo come epitaffio, credo che ci scriverò solo FICCANASO.
    Mentre pronunciavo tali parole, portai la mano sinistra davanti al petto componendo un singolo sigillo, davanti a me e alla ragazza bendata comparvero dieci bunshin. Tre di loro si precipitarono verso il basso utilizzando i jet di chakra, perpendicolarmente al suolo, componendo tre sigilli. Altri sei si divisero i ruoli, tre di loro utilizzarono il ventaglio per scagliare delle potenti fiammate e i restanti tre lo utilizzarono per rilasciare una raffica di lame di vento. L'attacco risultante sarebbe stata una fortissima fiammata ad ampio raggio, l'intento era coprire un'area più vasta possibile dato che lo sconosciuto distava circa venti metri dalla mia posizione. L'ultima copia invece rimase davanti a me a circa un metro di distanza, in attesa di eventuali imprevisti.
    Lo diceva anche il Dott. Torune, il modo migliore per allentare la tensione è l'esercizio fisico ed io ne avevo accumulata fin troppa, per il momento avrei lasciato che i fatti parlassero al mio posto.

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    Narrato - Parlato - Pensato

    Hisoka, the Joker



    Finalmente si entrava nel vivo della conversazione, la ragazzina mi si avvicinò ancor di più iniziando a palparmi il viso e il contorno degli occhi, da quella distanza riuscivo chiaramente a sentire il suo odore randagio. Poco importava che stesse minacciando di strapparmi gli occhi, il ritmo cardiaco si fece più veloce e il sangue defluiva nei miei corpi cavernosi causando un'erezione di ragguardevole entità. Di tutta risposta posi le mie mani sui suoi fianchi scendendo sempre di più fino ad agguantarne il fondoschiena.
    Niente male.
    Lo trovai piacevolmente sodo, ormai mancavano pochi attimi prima che le saltassi letteralmente addosso per violarne le carni. Quando poi prese a leccarmi la guancia al di sotto dell'occhio non ci vidi più, la mia mano destra corse veloce verso il suo seno e afferrò le bende antistanti cercando di intrufolarsi al di sotto delle stesse. Ormai era fatta, che lei lo desiderasse o meno l'avrei fatta mia in quel posto, in quell'istante.
    Ma il mondo fu nuovamente ingiusto con me, decise di portarmi via anche quella gioia, sotto le spoglie di un maledettissimo ficcanaso la sorte continuava a sputarmi in faccia senza un attimo di tregua. Una voce sconosciuta raggiunse le mie orecchie, più fastidiosa del ronzio di mille zanzare, ad interrompere l'amplesso. I miei occhi virarono istantaneamente colore e le mie palpebre si fecero rosse, centinaia di ghirigori nero pece scorrevano lungo tutta la mia pelle, segno dell'attivazione della modalità eremitica e del segno maledetto, senza neanche girarmi capii la posizione dell'estraneo che si trovava alle mie spalle a circa venti metri di distanza. Non mi interessava davvero capire le sue ragioni quanto il fatto che mi aveva interrotto proprio sul più bello, nel caso avesse tendenze suicide si trovava nel posto adatto perché ero davvero furioso.
    Senza rispondere sfruttai la mia posizione accovacciata per compiere uno scatto fulmineo verso l'alto, aiutato anche dall'apertura degli tsubo al di sotto dei miei piedi che provocarono la fuoriuscita di chakra come fossero dei jet. In un attimo mi ritrovai a circa venti metri dal suolo trascinando con me la ragazzina che tenevo ancora per le bende, dopodiché utilizzai la tecnica dell'alleggerimento su entrambi consentendoci dunque di restare in volo.
    Mentre salivo di quota diressi il mio sguardo verso l'intruso dai capelli grigi che teneva in mano un kunai a tre punte facendolo roteare.
    Sei ancora in tempo per dirmi cosa scrivere sulla tua lapide.
    Dissi mentre facevo cenno alla mia fiamma di farsi da parte, tornare a guardarla sarebbe stato per me troppo doloroso, pensare che solo pochi istanti mi separavano dal piacere supremo non faceva che alimentare la mia ira. Portai la mano destra dietro le spalle ad agguantare il manico di Bashosen, solo un miracolo avrebbe potuto evitare lo scontro.

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    Narrato - Parlato - Pensato

    Hisoka, the Joker



    La ragazzina protese la mano verso il mio volto prelevando parte del sangue rimasto e portandolo alla bocca. Fu in quel momento che realizzai di avere ancora i resti del mio gesto efferato sparsi sulla faccia, portai la mano destra al volto andando a tastare il sangue ivi rappreso per poi passarmi la stessa mano fra i capelli con naturalezza. Neanche lei sembrò preoccuparsi più di tanto della faccenda, anzi fece intendere una certa attrazione per la cosa. Proseguì il discorso indicando un luogo alle sue spalle dove sembrava che il suolo fosse stato smosso di recente, come per occultare qualcosa e facendo accenno al fatto che quello che si trovava là sotto non fosse più commestibile. Provai un po' a collegare i punti.
    Lecca il sangue, mangia roba sepolta, ha degli occhi umani appesi al collo, mmmh
    Ero decisamente incuriosito dalla faccenda, poi vedendola lì tutta avvolta nelle bende mi faceva venir voglia di scartarla come un cioccolatino. Da quella distanza notai uno strano particolare, il suo occhio destro presentava un'iride vermiglia, attorniata da una sclera nera, decisamente diverso dal sinistro che risplendeva di un più comune verde pallido. La fanciulla sembrava piuttosto bizzarra, ma chi ero io per giudicare? Pensavo alla frase più adatta per continuare il discorso quando riprese a parlare ponendomi una domanda. Mi chiese se ero stato inviato dal Daimyo per fermarla, cosa che mi strappò un sorriso che ben presto si trasformò in una sommessa risatina.
    Mmmh penso che il Daimyo dovrebbe mettere la testa a posto, magari nella mia vetrinetta, affianco alle altre ♣
    Tolsi la mano dai capelli e la portai al suo viso poggiando l'indice e il pollice sotto il suo mento e tentando di sollevarlo leggermente.
    Però se vuoi essere "fermata", posso farci un pensierino ♥
    Stanco di stare piegato in avanti, piegai le gambe accucciandomi, di modo che le nostre teste fossero all'incirca allo stesso livello.
    Cosa nascondi di così prezioso da avere il Daimyo in persona alle calcagna?

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    Narrato - Parlato - Pensato

    Hisoka, the Joker




    Carico di rabbia ed adrenalina attraversavo quel villaggio di imbecilli saltando di rovina in rovina. Ero diretto al mio covo: una lamina di metallo appoggiata alla nuda roccia, praticamente una reggia. Sparsi qui e là c'erano ancora paesani che tentavano di recuperare i loro averi dalle macerie, un branco di idioti che non riuscivano ad uscire dalla limitatezza della loro mente cricetiforme. Ero quasi giunto a destinazione quando un anbu mi si piazzò davanti dicendo:
    Jiraiya siamo stati chiamati a rapporto, seguimi.
    Senza pensarci due volte lo afferrai dal volto a mano aperta e lo spalmai contro la parete, il suo cranio si fracassò come un cracker esplodendo in uno schizzo rossastro che sozzò la roccia e la mia mano. Portai la mano al mio viso e tracciai col sangue l'impronta delle mie dita, disegnando cinque linee dall'alto verso il basso, dalla fronte fino al mento. Un brivido di piacere scosse le mie carni, l'odore del sangue mi dava alla testa, portai l'indice alle labbra leccandone appena il polpastrello. Ero io, ero vivo.
    La rabbia fu scaricata in parte, era ora di abbandonare quel gregge di pecore, con gli ultimi balzi raggiunsi il mio nascondiglio. Con un calcio mandai all'aria la lamiera e recuperai i miei unici averi: le sigarette, una tanica di benzina, un mazzo di carte e un respiratore. Mi tolsi la divisa anbu per poi lanciarla lì per terra, rimanendo con solo i miei sobrissimi abiti addosso: una maglietta smanicata con sopra il segno dei semi di fiori e picche, dei bracciali e un comodo pantalone bianco a tesa larga, ai piedi delle scarpe a punta color rosso fuoco.
    Mmmh mmmh mmh, mmh mmh mmmh ♦
    Canticchiavo giulivo mentre spargevo la benzina (di primissima qualità) su quella roba, poi presi il fascicolo che conteneva i segreti miei e del villaggio e lo buttai lì in mezzo. Aprii il pacchetto di sigarette intonso e ne tirai fuori una, me la accesi respirando a pieni polmoni. Se pensavo ai sentimenti di lealtà e di rispetto che provavo per Reijiro mi saliva una grassa risata, quasi avrei voluto ammazzarmi con le mie stesse mani. Ma non sarei morto come un vile, prima mi sarei goduto la mia vita da fuorilegge, libero di fare il cazzo che mi pareva e piaceva. Finita la tanica la lanciai sulla mia composizione artistica.
    Addio signora tanica, mi rattrista grandemente doverle annunciare che le nostre strade si dividono qui ♥ Le affido la sua ultima missione.
    Con uno schiocco di dita gettai il mozzicone sul falò improvvisato dando fuoco a quella robaccia. Mi legai alle spalle Bashosen e lasciai il villaggio dalla porta principale, senza che nessuno osasse nemmeno avvicinarsi. La mia vita da burattino era giunta al termine, avrei ammazzato chiunque si fosse messo di mezzo fra me e la tanto agognata libertà.

    [...]

    I miei passi mi portarono verso Ovest, non avevo una meta in particolare avrei lasciato che il caso guidasse il mio destino fino a quando non avessi trovato qualcosa o qualcuno di interessante. Entrai in una piccola radura quando mi si parò dinanzi un corpicino avvolto di bende, tanto che non avrei saputo determinarne il sesso se non fosse stato per la sua vocina che canticchiava una canzoncina spensierata. Al collo portava una sfera di vetro contenente quelli che all'apparenza sembravano essere occhi, era esattamente quello che stavo cercando, qualcosa che stuzzicasse la mia curiosità. Mi avvicinai apertamente pregustando quel bocconcino, innavvertitamente mi leccai leggermente le labbra. Ero decisamente più alto della ragazzina, con le mani in tasca mi chinai in avanti per guardarla più da vicino.
    Ma che bella canzone, mi mette tanta allegria.
    Sorrisi cordialmente, ovviamente non avevo la minima idea della mia apparenza, avevo ancora sul volto il sangue rinsecchito dell'anbu ucciso.

  10. .
    Luogo: Kumo
    Motivo: Tradimento


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    Narrato - Parlato - Pensato

    Hisoka, the Joker




    Il ninja dai capelli arancio se ne stava da tempo seduto su uno dei palazzi di Kumo sfogliando febbrilmente un fascicolo cartaceo. Non era un fascicolo qualunque, apparteneva infatti alla squadra ANBU e in esso vi erano racchiuse informazioni riservate sui segreti più oscuri del Villaggio. Arrivato a circa metà del numero totale di pagine si arrestò sgranando gli occhi. Erano proprio lì, le informazioni su di lui, spillata alla pagina c'era una sua foto da bambino, un leggero brivido percorse la sua schiena.
    Hisoka
    Era dunque questo il suo vero nome, le mani gli tremavano mentre si accinse a leggere per la prima volta tutta la verità sul suo conto. Anni e anni di buio lo avevano tormentato, decine di notti insonni, non avrebbe mai potuto accedere a quel file se non per la catastrofica serie di eventi che aveva coinvolto Kumo. Teso come una corda di violino riprese la lettura, purtroppo i fogli erano in parte danneggiati ma qualsiasi briciolo di informazione era di vitale importanza.
    Il primo contatto con il Soggetto 13 avviene in circostanze misteriose in seguito ad una segnalazione del vicino di casa. Viene ritrovato svenuto in una pozza di sangue proveniente dai cadaveri dei suoi genitori, non vi erano segni di effrazione, la squadra ANBU prende in custodia il bambino riservandosi di svolgere ulteriori accertamenti. [...] Dopo attenti studi ed indagini la conclusione è che l'omicida sia il bambino stesso, il Soggetto 13 presenta raptus di follia incontrollabili accompagnati dalla comparsa di strani marchi sulla superficie del suo corpo. Il dott. Torune suggerisce che potremmo trovarci di fronte ad un'innata molto rara, appartenente ad un clan dimenticato. Per il momento il soggetto viene affidato ad un orfanotrofio della Radice con sorveglianza h24.
    [...]
    Esperimento #12 - Tolti i raptus di follia, il Soggetto 13 sembra in apparenza normale, tuttavia sono stati evidenziati deficit della memoria circa quello che accade durante la trasformazione.
    [...]
    Esperimento #23 - La trasformazione garantisce al soggetto poteri straordinari, nonostante la sua esile costituzione fisica è riuscito a strangolare un orso a mani nude. La situazione è più pericolosa di quanto immaginassimo, si consiglia di passare ad un livello di detenzione B.
    [...]
    Esperimento #35 - Dai prelievi analizzati dal dott. Torune siamo riusciti a decifrare in parte l'innata del soggetto, sembra infatti dotato della capacità di assorbire passivamente il chakra naturale. Se riuscissimo a controllare questa abilità l'ipotesi che il Soggetto 13 possa diventare un membro della squadra ANBU non è poi così lontana.
    [...]
    Esperimento #42 - Il Soggetto 13 rifiuta di collaborare, appare tormentato dal suo passato, i flashback dell'uccisione dei suoi genitori diventano sempre più ricorrenti. La sua personalità sta cambiando, sembra avere una sessualità molto spiccata, si consiglia di tenere alla larga tutto il personale di sesso femminile.
    [...]
    Esperimento #51 - Il soggetto ha tentato più volte la fuga, nel suo ultimo tentativo ha causato la morte di 4 infermieri e di un anbu. Il dott. Torune decide quindi di sottoporre 13 a diverse sedute di elettroshock per correggerne la disciplina.
    [...]
    Esperimento #53 - [...] in particolare si evidenzia una stabile perdita di memoria circa il suo passato. La terapia è stata talmente efficace che 13 non ricorda più nemmeno il suo stesso nome. Tuttavia il dott. Torune sembra piuttosto scrupoloso, ha già programmato altre cinque sedute di elettroshock per la prossima settimana.
    [...]
    Esperimento #69 - Il Soggetto 13 è ormai in grado di interagire come gli si compete in un contesto militare, oggi ha portato a termine la sua prima missione in modo impeccabile. Verrà dunque inserito nella squadra ANBU con il nome di Jiraiya e rimarrà sotto sorveglianza fino a quando si riterrà necessario.

    Diverse lacrime solcarono il volto di Hisoka, ma solo dal lato sinitro, perché il suo occhio destro si era trasformato in quello di una bestia, tutta la parte destra del corpo appariva punteggiata di nero come se fosse stato contagiato da una strana malattia. La rabbia montava e il suo cervello, dopo anni, tornò in folle, qualcosa si ruppe nel delicato meccanismo della sua mente e il suo pensiero scorreva ora a ruota libera. Come pugnalate al cuore tutti i suoi ricordi tornavano alla luce, ma più essi venivano a galla più lui sprofondava nell'abisso. I suoi denti ferini si digrignarono in una smorfia disumana, toccato il fondo della disperazione però non lasciò che questo bastasse ad arginare il suo dolore. Sotto il peso delle sue colpe e quelle del Villaggio sfondò di peso anche i recessi più oscuri della mente umana e si aprì completamente alla Verità. La follia è come un mostro con una mente tutta sua, cento voci folli che invocano sangue.

    HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAAHAHAHAHHAHAHA
    HAHAHAHAHAHAHAHAHHAHAHAHAHAHHAHAHA


    Una risata quasi urlata fuoriuscì involontariamente dalle sue fauci, il tutto era reso ancora più inquietante dal tono altisonante della sua voce, ora stridula ora quasi gutturale. Il gesto liberatorio lo svuotò dell'ira accumulata in precedenza lasciando spazio solo alla fredda verità. Hisoka, Tredici, Jiraiya non erano che pallide imitazioni del suo vero io, tre personalità racchiuse in rigide categorie che non gli appartenevano più. Lui era molto altro, e ben presto tutti se ne sarebbero resi conto. Questa fu la nascita del Joker, l'Agente del Caos.

  11. .
    Era stanco, stanco della vita dello shinobi. Hisoka si allontanava tra le montagne alla ricerca della prossima preda da torturare. Aveva bisogno di nuovi stimoli, i bellocci del villaggio non erano facili da molestare,spesso veniva infastidito dalle guardie. Sbuffando volteggiava leggiadro via da quel posto e verso una nuova vita di malefatte.

    addio hisoka rip
  12. .
    tutti a spaccare fregne, paga lyra
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    l'unico filippo buono, è un filippo morto
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    CITAZIONE
    Narrato - Parlato Hisoka - Parlato donna misteriosa - Parlato rapitore

    La sera a Kumo si viene a creare un clima tutto particolare, e non solo riferendosi al meteo. Le rosee dita del tramonto si ritirano al di là dei monti facendo piombare la valle nell'oscurità. Le lanterne delle case si accendono una ad una facendo sbocciare fiori ardenti nel buio totale. La gente per le strade si affretta verso casa, chiudono le attività e i lavoratori stanchi pregustano il dolce abbraccio del loro giaciglio.
    In tutto questo la luna, maestosa, fa la sua comparsa cinta da un manto stellato. Una visione incantata che farebbe infatuare anche il più duro dei cuori...
    Dal canto suo Hisoka era disteso sul tetto di casa, a pancia in su, mirando quello spettacolo che ogni volta coglieva il suo animo impreparato.
    Nei suoi occhi cupi si rifletteva la volta celeste, le labbra leggermente inaridite venivano rinfrescate da una sorsata di whisky... chiuse gli occhi pensieroso.
    Una folata di vento gli scompigliò i capelli rossicci che sotto la luce lunare risplendevano di porpora.
    C'era qualcosa di strano, si voltò e vide un uomo bendato dietro di sè. Ed esplose, tutto intorno a lui, un mare di dolore e sangue. Precipitava.

    [...]


    Vi fu un repentino susseguirsi di immagini e suoni nella sua testa, un vortice di emozioni che culminò in un forte dolore al collo. Riprese conoscenza, qualcuno lo aveva tramortito.
    Si trovava disteso su di una sorta di altare marmoreo al centro di una sala oscura, illuminata solo da quattro candele, poste rispettivamente ai quattro angoli della stanza. Provò ad issarsi in piedi ma aveva mani e piedi incatenati in modo da farlo giacere in posizione orizzontale. Finalmente dalla penombra si fece avanti una persona
    Chi sei?
    Il ninja sciolse lentamente le bende che aveva di fronte al viso rivelando la sua identità
    Tu sei l'anbu che mi affidava le missioni! Cos'è questo scherzo? Affrontami! Liberami subito!
    Ma l'altro rimase in silenzio con un sorriso inebetito stampato sulla faccia che non lasciava presagire nulla di buono.
    Hisoka tentò in tutti i modi di provocarlo e di liberarsi ma valse a poco, quelle catene sembravano fatte apposta per impedirgli di usare ninjutsu, i suoi tentativi vennero interrotti dall'ingresso nella stanza di un'altra persona.

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    Era una donna, la donna più bella che avesse mai visto. Capelli splendenti e setosi come piume di corvo, occhi di gatta, curve mozzafiato... e quelle labbra ipnotiche. Era talmente bella da accecare, più si avvicinava e più era distante, dall'alto del suo imperioso sguardo di ghiaccio. Sembrava che ella tenesse in mano una spada e ad ogni passo la infilzasse sempre più in profondità nel suo petto
    Bene, bene...
    Hisoka ci mise un po' a realizzare che quella visione gli avesse rivolto la parola, fu così che si ritrovò nella stessa assurda situazione di partenza
    Cosa avete intenzione di fare? Sai, non c'è bisogno delle catene, so essere molto utile! Dimmi un nome e ti porterò la sua testa!
    La donna conservò la sua espressione statuaria e replicò gelida
    Quanto fiato sprecato... le cavie non parlano!
    L'uomo prese un bavaglio e glielo ficcò in bocca, dopodichè iniziò il macabro rito. Ella compose una serie di sigilli e la mano destra gli si colorò di un viola intenso, unì indice e medio e sulla punta delle due dita si venne a formare una sorta di sigillo. Ad un suo cenno l'altro sollevò la testa di Hisoka e scostò i capelli dalla nuca, fu lì che il sigillo venne impresso.
    L'anbu venne percosso immediatamente da dolori lancinanti che si propagavano per tutto il corpo come fitte. Prese a sudare freddo e ad avere convulsioni. Scuoteva le braccia come un animale al macello e dalla sua bocca uscivano solo urla di dolore e schiuma di rabbia. Non sapeva dove si trovava, ma se per caso fosse ancora dentro Kumogakure no Sato, tutto il villaggio avrebbe udito l'ululato disperato della bestia moribonda. Poco alla volta le forze lo abbandonarono, i suoi movimenti si arrestarono e le orbite ruotarono verso l'alto.
    Mmph... un altro fallimento... non durerà più di una decina di minuti... buttalo nella fossa comune, vivo o morto
    La donna uscì dalla stanza e il rapitore prese a togliergli le catene, ma quando mancava ormai solo la catena del piede sinistro Hisoka ebbe un sussulto. Non poteva morire così, non in quel posto! Non per mano di un essere viscido come quello! Aprì gli occhi rossi come braci ardenti e carichi di odio.
    Senti pagliaccio, non abbiamo tempo da perdere, schiatta una volta per tutte
    Il tipo afferrò un kunai per tagliargli il collo, ma la cosa non andò a finire proprio come aveva previsto. Hisoka era morto, ma qualcosa di più pericoloso e malvagio ne aveva preso il posto. Con la gamba libera diede un calcio al kunai disarmandolo e afferrò il capo dell'avversario sbattendolo sull'altare, dopodichè prese una delle catene e la passò attorno collo del rapitore iniziando a tirare.
    Ahahah non ridi più adesso! Hai fatto il più grosso sbaglio della tua vita... sottovalutare me!
    Il volto del malcapitato divenne sempre più pallido, cinereo, lo fissava minaccioso, forse nella sua mente lo stava maledicendo, o forse era solo una smorfia qualunque prima di morire, da cane qual'era.
    Lentamente Hisoka si alzò in piedi, sull'altare, fu allora che se ne accorse. Qualcosa era cambiato. Un chakra oscuro pervadeva il suo corpo e la sua mente.
    Quella puttana... COSA sono diventato!?

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    La sua nuova forza sembro condensarsi in tanti filamenti nero pece che aleggiavano attorno alle sue membra. Non riusciva a pensare chiaramente, sentiva un impulso irrefrenabile. Doveva trovarla! E ucciderla! Ma solo dopo averla sottomessa e stuprata, l'avrebbe fatta a pezzi, un po' alla volta e li avrebbe dati ai cani costringendola a guardare! O forse l'avrebbe solo picchiata a sangue trasformando quel bel faccino in una massa informe di carne ed ossa, aveva bisogno di scaricare la sua frustrazione. La catena, che prima sembrava un ostacolo insormontabile, venne facilmente divelta con uno strattone. Per un tratto ad Hisoka parve di svenire, cadde in ginocchio, ma poggiò una mano sul marmo per reggersi e tirò un grande sospiro...
    AAAAAAAAARRRRRRRGGGGHHHHHHH
    Esplose nuovamente il dolore, cento volte più forte, e ancora sembrava amplificarsi all'infinito. Il chakra oscuro, che prima era sparso un po' a caso, si raccolse dietro le sue spalle a formare due grandi ali d'ebano. Concentrò tutto il chakra che aveva nella mano destra e sferrò un pugno all'altare. Il colpo sbriciolò il marmo come fosse pasta frolla per poi proseguire e creare un enorme cratere del quale era impossibile mirare il fondo. Ormai non poteva più opporsi al fato e rassegnato si lasciò andare nel baratro, privo di forze in grado di contrastare quella gravitaria.

    [...]


    Sprofondò nuovamente nell'oscurità totale, poi numerosi flash iniziarono a susseguirsi abbagliandolo, si fecero sempre più frequenti finchè non aprì gli occhi.
    Era in un letto d'ospedale. L'apparecchio al suo fianco continuava ad emettere un *bip bip* fastidiosissimo. Con un cenno della mano lo fece saltare in aria.
    Adesso va meglio
    Era tornato.
    Con veemenza si strappò gli elettrodi e le flebo di dosso. Si buttò giù dal letto e si trascinò fino al bagno della camera. Fu costretto, dato che le gambe ancora non rispondevano agli stimoli. Raggiunto il lavandino vi si issò sopra usando solo le braccia e si guardò allo specchio. Sembrava tutto apposto. Nessun chakra soprannaturale, nessun tatuaggio, nessun mostro. Che fosse stato tutto un brutto sogno?
    Quando però scostò la veste ospedaliera a livello della nuca, notò la presenza di un segno che non doveva esserci. Lo mirò meglio e con più attenzione. La rabbia montò prepotente insieme al chakra, diede un forte pugno al vetro distruggendolo.
    L'infermiera che era entrata in quel momento scappò fuori in corridoio urlando.
    Non sei tu la donna che voglio far urlare! Oh si, lei invece si, si che urlerà, e mi implorerà, e la mia furia si abbatterà con sdegno su di lei, senza pietà!

    CITAZIONE
    Avventura di background, acquisizione segno maledetto.


    Edited by _acid - 1/7/2015, 14:11
  15. .
    The Land Itselƒ
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    ♣Nome« Fabbrizio
    ♣Nome ANBU« Zetsu
    ♣Villaggio« Kumo
    ♣Grado« ANBU SP
    ♣Innata« Dokuzetsu
    ♣Abilità Sp.« Jozetsu
    ♣Caratt. Pg.« Genio dell'Omicidio Silenzioso
    ♣Link Scheda« Zetsu
    ♣Indice GDR« Narrato; Parlato; *Pensato*

    Post I due ninja non erano soli in quella fitta vegetazione, dokuzetsu stesso si era mosso da Kumo fin lì per rendersi conto con i suoi stessi occhi dell'identità del jinchuriki di Konoha. Questo era successo perchè avendo incontrato Jinkai Hyuga di recente si era incuriosito e lo aveva seguito nelle terre del fuoco, una volta lì, i suoi jozetsu lo avevano avvertito degli ultimi avvenimenti e della posizione dello hyuga che a quanto pare aveva dei rapporti con la forza portante.
    *Bene bene, queste sono info di prima scelta*
    Dokuzetsu si trovava fuso con uno dei tanti alberi circostanti, solo gli occhi spuntavano dal tronco e i contorni stilizzati del viso. Era sempre molto cauto, anche se sapeva bene che neppure il byakugan avrebbe potuto individuarlo. Lui era la natura stessa e poteva muoversi come più lo aggradava senza destare il benchè minimo sospetto. Intanto lo scontro infuriava


    Continuate come se niente fosse, non mi contate neppure nell'ordine dei post, sono qui per osservare °L°
63 replies since 11/12/2011
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