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La Samaritana
Seoul, Corea del Sud. Una città non dissimile ai nostri occhi da una metropoli occidentale, con i suoi palazzi, le sue vie, e i suoi drammi nascosti. Yeong-ki e Yeo-jin sono due ragazze legate da una grande amicizia. Frequentano il liceo, sono ancora minorenni e hanno un grande sogno: visitare l'Europa. Per trovare i soldi necessari a comprare i biglietti, Yeo-jin si prostituisce; le due trovano i clienti su internet, organizzano gli incontri e piano piano accumulano il denaro, fiduciose.
Yeong-ki organizza gli incontri per l'amica con determinazione, ma il senso di colpa la rende scontrosa verso i clienti e protettiva verso Yeo-jin. Quest'ultima, invece, vede la questione da un altro punto di vista. Lei vuole trasmettere attraverso il sesso amore, una pace del corpo ma anche della mente secondo l'ideologia buddhista come la mitologica prostituta Vasumitra che, secondo la leggenda, rendesse tanto felici gli uomini da farli convertire al buddhismo e renderli monaci. Parla con gli uomini che vengono da lei, li compatisce, li fa sentire amati L'amica le da corda, continuando però a disprezzare i clienti.
Un giorno però Yeo-jin, spensierata, tenta di scappare dalla polizia semplicemente saltando dalla finestra della stanza d'albergo in cui era col suo cliente. Cadendo si ferisce alla testa e, poco dopo, muore con in viso il sorriso spensierato di ogni giorno.
Yeong-ki è sconvolta dalla morte dell'amica e decide di espiare la sua colpa: ricontatterà tutti i clienti di Yeo-jin, li accontenterà e poi, invece che farsi pagare, riconsegnerà i soldi che questi le avevano dato. Ma il padre, poliziotto, sospetta qualcosa e inizia a seguirla...
Recensione del Pino
Ho visto questo film ad un ora improponibile, su Rai4 mi sembra, ormai un paio di mesi fa. Era un film che sembrava lento ad ingranare, che prometteva almeno qualche scena divertente - zu zu zu - e con una colonna sonora discreta. Pian piano, però, ho capito che non era lento ad arrivare al punto: era solo un viaggio dai toni delicati, che amalgamava ogni evento in una patina di dolce tristezza, spensierata e positiva.
E poi tutto si ribalta. Dalla morte della giovane manca qualcosa, il sorriso del personaggio, tutta la positività se ne va via ed è la seconda protagonista a risollevarci con gesta non certo ammirevoli per il senso comune, ma in grado di toccarci il cuore. In breve tempo mi sono ritrovato - scusate se è poco - a commuovermi, dopo anni credo, davanti ad un film, complice anche la splendida colonna sonora. Prima per la dolcezza e innocenza infinite della giovane prostituta che vuole amare, poi per la ragazza semplice che per amore dell'amica ne segue le orme sempre con il sorriso sulle labbra; infine per il dramma del padre e per lo struggente, ma liberatorio, finale.
Di solito non avrei mai visto un film simile, ma è stato uno dei più bei film d'autore che ho mai visto. Probabilmente nessuno di voi avrà mai voglia di guardarlo - in ogni caso qua sotto c'è lo streaming completo - ma vi assicuro che se lo farete non potrete non farvi coinvolgere. Niente scene neppure lontanamente spinte nonostante il tema, musica leggera che ci culla, personaggi incredibilmente ben costruiti e ambiente tanto grettamente emotivo da risultare quasi onirico.
E non ho paura a dire che mi è piaciuto perchè è tanto triste, ma anche tanto dolce. Dolcissimo.
La splendida colonna sonora:
Edited by The Law - 26/1/2018, 22:43. -
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wow è più attrattivo il tuo commento che la recensione xD ma di quanti anni fa è? . -
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Vero ho dimenticato i dati D: E' un film coreano del 2004, di Kim Ki-Duk che a ricevuto un premio al Festival del Cinema di Berlino come miglior regista proprio per questo film. . -
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Maddai è pure coreano Poi la copertina è drammatica . -
.Edward_Elric..
User deleted
appena posso me la vedrò. Non posso fare a meno di essere curioso per come l'hai descritto . -
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Comunque pensavo fosse un topic di Kmax . -
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Hahahahahahaha (sei in verde, sorry °L°) . -
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Stika XD . -
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Un applauso ad Odin che conosce la potenza e la malattia che trasmettono i film coreani. Vero ho dimenticato i dati D: E' un film coreano del 2004, di Kim Ki-Duk che a ricevuto un premio al Festival del Cinema di Berlino come miglior regista proprio per questo film.
Non è colpa di Odin...questo è l'effetto post Kim Ki-Duk. -
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ahahah . -
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Dalla copertina mi sembra uno di quei pornazzi di serie Z ahahah . -
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