Posts written by Observer

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    Al precedente aggiungo:

    Nome del Richiamo Ryuro
    Tipologia: Unico
    Specie: Serpente
    Dimensioni: è lungo 1m e largo 5cm.
    Grado: D
    Descrizione: Ryuro è un serpente marroncino lungo 1m e largo 5cm, dotato di due cornetti sopra gli occhi. Seshiro e lui si sono conosciuti direttamente sul campo di battaglia, durante la prima missione del ninja, imparando a fidarsi l'uno dell'altro e a fare lavoro di squadra. I due sono diventati amici dopo quell'avventura. Ryuro è capace a parlare, avendo appreso da Seshiro.

    Abilità Principale: Muta [Abilità unica]
    Possibilità di eludere eventuali attacchi fisici e non effettuando un cambio della pelle; tale Abilità annulla completamente i danni ricevuti dalla "vecchia" pelle.
    Caratteristica Pg: Rilevamento Sensoriale
    Possibilità di rilevare la presenza di odori e calore tramite la lingua; il rilevamento è areale e non è utilizzabile in movimento, approssimativo con l'aumentare delle distanze e delle dimensioni del serpente.
    Alterazione del Chakra: Arte della Terra

    Tecniche:

    ////

    se ho capito bene sono massimo 3 tecniche per tutta la specie... non gli voglio così bene da sprecarne una adesso xD
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    <p align="left">
    Le tecniche dei miei compagni sarebbero andate a buon fine, se il domatore non fosse stato pronto con una difesa a base di vento.
    Già. I loro attacchi, poiché quando io mi lanciai nel mio folle attacco in poco tempo mi trovai afferrato e sbattuto a terra dal sensei.
    Vuoi forse morire?
    Mi disse. Effettivamente avevo sottostimato grandemente la distanza tra noi e lui, ben più grande di quanto la foga del momento (oltre alla nebbia di rabbia, compassione e disgusto verso il domatore) mi aveva fatto credere.
    Tsk. Che errore idiota.
    Mormorai tra me e me, riferito alla mia idea, che già consideravo stupida all'inizio, ma riacquistando la lucidità mi appariva tanto più idiota quanto inutile. Mi rialzai stringendo con forza l'arma e respirando profondamente per sfogare quell'ira che stavo provando verso me stesso e calmarmi per evitare di farmi nuovamente annebbiare il giudizio
    ...Come un debole...
    Il nemico, intanto, mentre il sensei parlava iniziò a comporre dei sigilli, ma venne prontamente interrotto da un attacco di Kaos.
    Osservai il breve scambio di colpi e ascoltai quanto detto dal sensei. A quanto sembrava il domatore necessitava di sigilli (composti con ambedue le mani, come erano soliti fare molti shinobi) per evocare animali innocenti (o almeno questo mi sembrò di capire dalle parole del maestro). E il suo stile di lotta, così per lo meno suggeriva il soprannome, si basava principalmente sulle evocazioni. Che coincidenza. Rabbrividii al pensiero di quanto (forza ed esperienza escluse) somigliava a ciò che sarei potuto essere io se fossi stato più debole di mente e spirito da cedere agli impulsi egoistici.
    Mi misi una mano davanti alla bocca per coprire il labiale e sussurrai in maniera che i miei compagni potessero sentirmi, ma non il nemico.
    Le Mani. L'indice sinistro è essenziale in molti sigilli.
    In effetti, esclusa la Scimmia e il Cane, non mi venivano in mente altri sigilli in cui l'indice sinistro non fosse sostanziale parte della corretta composizione.
    Se solo avessimo avuto un modo per... non ebbi il tempo di pensare una mossa, che il compagno sfregiato parve avere un piano, e il suo raccogliere tre sassolini mi lasciò perplesso.
    Sei sicuro?
    Gli chiesi ma decisi di osservare il consiglio dato da Kaos e ricordato a lui proprio da me: fidarsi.
    Decisi che avrei comunque seguito il suo piano, accordandogli fiducia. D'altronde eravamo una squadra, no? E poi Kuromi, sebbene avessimo avuto alcuni attriti durante l'esame genin (e non certo solo per colpa sua), si era dimostrato sempre (escludendo il primo combattimento contro le viverne) uno shinobi capace sul campo di battaglia. Qualcosa doveva averla in mente, e avrei potuto scommettere che era qualcosa di valido.
    D'accordo allora. Mi fido!
    Riposi il kunai di poco prima e presi uno shuriken ordinando intanto a Ryuro di avvicinarsi al nemico in maniera furtiva. Inoltre, decisi che, in caso avesse usato nuovamente la sua tecnica difensiva utilizzata in precedenza, avrei contato la durata per provare ad utilizzarla in futuro contro di lui.
    Avrei coperto intanto la carica del mio compagno spostandomi in maniera che il domatore fosse il vertice di un angolo di centoventi gradi delineato da me, Kuromi e lui (così da rendere più complicato seguirci entrambi con lo sguardo) e lì, una volta alzatasi la coltre di sabbia nera, avrei cercato di bersagliare la spalla destra del nemico con la mia arma. Infine, durante il lancio, avrei ordinato a Ryuro di emettere un forte sibilo minaccioso a cinque metri alle spalle del domatore, sperando di distrarlo.
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    I miei amici scagliosi eseguirono le mie istruzioni alla lettera e, quando il nemico emerse, dopo un primo istante di esitazione dovuto al non voler far del male ad un animale innocente scagliai il kunai, che si piantò nel cranio della vittima, uccidendola prima che potesse attaccare. In fondo era ancora una volta la sua vita o la nostra (e con la mia, avrebbe perso la vita il mio sogno), quindi non potevo lasciarmi andare a sentimentalismi di sorta... non finché ero in missione. E poi era stata abbastanza rapida come uccisione, probabilmente la salandra aveva sofferto poco. In breve tutti gli anfibi furono sterminati.
    Mentre ancora una volta mi toglievo la bandana in segno di rispetto per quelle vite spezzate, i miei amici mi comunicarono l'arrivo di una fonte di calore, confermata anche dalle contemporanee parole del sensei che ci chiamò a raccolta poiché qualcuno si stava avvicinando.

    Forza. Venite a me! Nascondetevi.

    Ordinai ai serpenti. Se c'era un nemico, loro potevano avere più speranze di colpire tramite l'effetto sorpresa.
    Appena ricevuto l'ordine, i due rettili trovarono rifugio tra gli arbusti, nascosti dalle folte chiome della piccola macchia verde.
    A quanto sembrava il nuovo arrivato era una vecchia conoscenza di Kaos, chiamato "il domatore". Dal suo discorso, vibrante di vendetta, compresi che quell'uomo si era scontrato con Kaos e ne era uscito vivo: era tremendamente fuori scala per noi.
    Oh, come conoscevo bene quel sentimento che lo animava. Lo conoscevo eccome! Era il primo sentimento provato quando vidi la mia gente morire. Ma solo un debole avrebbe ceduto alle lusinghe della vendetta, lasciandosi annebbiare il raziocinio. Solo un individuo o debole o schifosamente marcio (o entrambi). Sospirai scuotendo la testa alle parole del domatore: stavo sentendo compassione nei suoi confronti, ma avrei dovuto reprimere questo sentimento, cedere alla compassione mi avrebbe portato o a morire o a fallire. Entrambe avrebnero portato o a porre la parola fine, o a rallentare il mio sogno... e questo non potrei mai permetterlo.
    All'esternazione saccente dello sfregiato, probabilmente frutto del nervosismo di vedere la maggiore potenza di fuoco delle squadra mandato via, risposi con calma serafica.

    Dovresti avere più fiducia verso di loro.

    D'altronde un Kazekage, come vorrebbe diventare anche Kuromi, dovrebbe imparare a fidarsi del suo entourage e del suo villaggio altrimenti (come aveva detto pure il Sensei) non è nulla. E in quella situazione eravamo noi i suoi compagni... ma io avevo parlato solo degli altri.
    Già. Non mi ero incluso tra coloro di cui doveva fidarsi, perché sebbene mi reputassi idiota, ero perfettamente consapevole che quella che stavo per compiere era una vera idiozia.
    Qualcuno doveva sbloccare la situazione e dare al rosso un'apertura per realizzare qualsiasi cosa avesse in mente? Ci avremmo provato io e i miei amici serpenti. Sperai solo che la sua idea fosse migliore della mia.

    Tenetevi pronti. Siate furtivi nell'avvicinarvi. Fate come prima: al mio segnale bloccategli le gambe. Ma poi fuggite in fretta.

    Come prima cosa afferrai un kunai nella mano destra, poi mi lanciai in corsa contro il nemico (per distanziarmi un po' dai miei compagni e non rischiare di coinvolgerli) e dopo (arrivato a 3m dal nemico) nascosi la sinistra dietro la schiena per eseguire la sostituzione sostituendomi con un grosso tronco che si trovava 5 metri a sinistra del mio bersaglio. Contemporaneamente all'esecuzione della tecnica avrei dato l'ordine ai miei amici squamati e, una volta in posizione laterale rispetto al nemico, avrei scagliato l'arma mirando la spalla avversaria sperando cosi di minare la mobilità del braccio e, indirettamente rallentare la composizione dei sigilli (sebbene dubitavo fortemente di riuscirvi, ma nel peggiore dei casi avrei costituito la distrazione di cui c'era bisogno). Se tutto fosse andato secondo i piani, avrebbe avuto troppe cose a cui pensare. Poi, ovviamente, avrebbe anche potuto interrompere immediatamente l'offensiva (che potesse spazzarmi via dall'esistenza prima che potessi sostituirmi era un'eventualità tutt'altro che remota): sapevo benissimo che avvicinarsi era un rischio per la mia incolumità. Ma stavo cercando di seguire il consiglio dato pocanzi a Kuromi. D'altronde anche io miravo ad una posizione politicamente rilevante (per la quale, ero convinto, valeva lo stesso discorso) sebbene la carica a cui puntavo per me fosse niente più che un piccolo tassello nel grande mosaico del mio sogno.

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    Il tutto si risolse con un intervento del sensei, che con un solo attacco di elemento vento uccise le viverne facendole cadere a pezzi accompagnate da una pioggia di sangue e viscere. Nonostante il pericolo fosse (per il momento) scampato, non potevo sentirmi contento di ciò. E non solo perché, come detto dal jonin, così non andava bene... ma anche perché dei poveri animali avevano perso la vita. La tristezza per quelle morti (sebbene fossi conscio che la nostra vita dipendesse dalla loro fine) soverchiò anche lo stupore per la Tecnica utilizzata da Eren. Ciò che non passò mai in secondo piano, fu il desiderio di capire se fosse o meno una minaccia per il mio nuovo mondo, ma non era il momento di indagare ciò. Non ancora, per lo meno.
    Mi tolsi la bandana in segno di rispetto per quelle morti e guardai i cadaveri a terra per un momento (tenendo il copricapo sul petto, prima di reindossarlo) mentre i serpenti tornavano sul carro. Non dissi nulla alle parole dei miei compagni, sentendo la loro bruciante verità: avevamo agito ognuno per conto suo. E in una squadra era imperdonabile un simile atteggiamento. Tornai subito a concentrarmi sulla missione per evitare altri errori che avrebbero potuto ostacolare la mia carriera e dunque ritardare l'avvento del mio sogno.
    Il viaggio proseguì tranquillo. Né io né i miei serpenti ci accorgemmo di nulla e il gruppo subì altri attacchi, quindi, giunti al punto designato, ci accampammo seguendo il piano stabilito.
    Ad un tratto, vidi di ritorno i tre compagni andati a far rifornimenti prima del previsto.
    Akuma, salita sul tettuccio della carrozza, ci avvisò di qualcosa sotto il terreno indicando anche dei punti.

    Voi!

    Dissi telepaticamente ai serpenti

    cercate di immobilizzare o rallentare il nemico con le vostre spire e usate la vostra rapidità per non farvi colpire! Non avvicinatevi alla sua testa, perché voglio colpire quella senza farvi alcun male

    I due serpenti quindi strisciarono verso uno dei punti indicati dalla biondina, situandosi poco dietro per seguire l'ordine cogliendo il nemico alle spalle e, quando il nemico sarebbe fuoriuscito dal terreno, avrebbero tentato di avvolgersi ad eventuali arti inferiori. Nel mentre io sguainai un kunai pronto a lanciarlo verso la testa del nemico e fargli passare per sempre la voglia di coglierci di sorpresa. Se fossi riuscito ad eliminare il nemico, avrei ordinato ai serpenti di ostacolarne un altro. Sperando non quello su cui si sarebbe concentrato Eren, visto che i miei amici scagliosi avrebbero potuto farsi male.

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    Eren, a quanto sembrava mi aveva scelto per la retroguardia. Non la scelta migliore a mio avviso (per i motivi già esposti), ma comunque una scelta che poteva avere un senso, quindi non dissi nulla limitandomi ad eseguire.
    Non risposi nemmeno quando la ragazzina asserì di preferire il viaggio via fiume, in quanto Guy mi aveva preceduto affermando esattamente quello che avrei detto io se fossi stato più rapido a rispondere.
    Invece non ebbi nulla da ridire su quanto deciso da Kuromi: la sua idea mi sembrava perfettamente logica.
    Trascorsi il viaggio in completo silenzio, scambiando qualche chiacchiera telepatica con il serpente (che scoprii chiamarsi Ryuro) quando ogni tanto mi faceva qualche domanda, quando ad un tratto vidi delle ombre dal cielo muoversi rapidamente. Alzato lo sguardo mi resi conto che non erano semplici ed inoffensivi pennuti, ma viverne. Il fatto che non fossero animali a sangue caldo mi rese chiaro il motivo per cui Ryuro non li avesse captati prima di noi.
    Quando il sensei diede il comando ad Akuma un senso di sfiducia serpeggiò nella mia mente, dato il poco senso pratico mostrato poco prima riguardo alla via da percorrere, tuttavia il piano che la sua mente partorì mi sembrò logico e razionale, quindi non dissi nulla a riguardo limitandomi ad obbedire. Nin amavo nuocere a degli animali, tuttavia la situazione lo richiedeva poiché loro non ci avrebbero riservato la stessa cortesia e se fossi morto in quell'occasione il mio sogno sarebbe morto con me. Riuscii a captare la paura del mio amico strisciante e il sentimento di inadeguatezza per non esser riuscito a svolgere il suo compito, quindi telepaticamente gli comunicai:

    Tranquillo Ryuro. Qui ci pensiamo noi... e non ti dare la colpa del fatto di non averli percepiti. Non avresti potuto, essendo rettili. Ora vieni da me e ne usciremo insieme.

    Intanto Kuromi alzò una cortina di sabbia per oscurare la visuale degli animali e Guy saltò sulla carrozza, probabilmente per poter usare la marionetta ed avere una buona visuale. Sciolte le bende sul polso mi riaprì la ferita e passato il dito sul tatuaggio evocai un altro serpente, questa volta di colore verde al quale diedi un kunai e gli chiesi di stringersi al mio busto, tenendosi pronto a colpire con quell'arma, ripetendo le stesse comunicazioni anche a Ryuro.

    CITAZIONE
    Tecnica del Richiamo - Patto del Serpente
    Nome Originale: Kuchiyose - Hebi・口寄せ - 蛇
    Raggio: Corto Raggio
    Classificazione: Kekkai Genkai - Ninjutsu
    Rango: C
    Sigilli: Nessuno
    Variante della normale Tecnica del Richiamo. Dopo aver offerto una pegno di sangue, lo shinobi impasta il proprio Chakra nelle mani, infine lo rilascia su un tatuaggio, solitamente posto sull'avambraccio. La Tecnica prende le sembianze di un sigillo nero, capace di richiamare a sé uno o più serpenti, in relazione alla quantità di Chakra impiegata per la Tecnica.

    Dubitavo infatti che i denti di un serpente di un paio di metri potessero scalfire la pelle delle viverne. Io stesso afferrai un kunai con la destra, tenendomi pronto ad eseguire Sigilli con la sinistra, casomai dovessi avere bisogno di comporre sigilli. Trovata buona l'idea di Guy, anch'io saltai sul convoglio, avendo le spire dei Serpenti intorno al torace, con le loro teste che stringevano le armi in bocca che facevano capolino da sopra le mie spalle, come un paio di braccia aggiuntive.

    Pronti ragazzi?

    Chiesi loro telepaticamente, nel tentativo di incoraggiarli.

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    Il sensei, ascoltando le nostre idee non intervenne se non assegnandoci i ruoli e invitandoci a discutere tra noi le idee. A quanto sembrava il tragitto avrebbe dovuto deciderlo Guy, Kuromi avrebbe deciso i turni di guardia e come effettuarli, Akuma avrebbe deciso le questioni logistiche, Eren si sarebbe occupato della formazione, mentre a me sarebbe spettato decidere dove accamparci.
    A quanto disse il cocchiere, avremmo dovuto attraversare un burrone, ma il ponte era inagibile e quindi palesò al rosso tre opzioni: proseguire lungo il burrone senza utilizzare il ponte, attraversare una foresta o dirigerci verso un villaggio di pescatori per poi imbarcarci e proseguire a bordo di una chiatta.
    La terza sicuramente sarebbe stata la scelta più comoda per gli animali, ma anche la più rischiosa dato che dubitavo che, in caso di assalto, gli animali avrebbero potuto darsi alla fuga sull'acqua, la foresta secondo me sarebbe stata un'ottima idea se avessimo avuto tutti delle doti sensoriali che, durante i turni di guardia, avrebbero potuto permetterci di captare eventuali nemici in avvicinamento... tuttavia nemmeno il canyon mi convinceva. A parte il rischio esposto da Guy, avremmo dovuto considerare che, accampandoci sul fondo, saremmo stati praticamente in trappola oltre che in una posizione estremamente svantaggiata. Mentre accampandoci prima o dopo il burrone avremmo avuto un lato occluso ad un'eventuale fuga, come capitò ai miei genitori anni fa. Tuttavia, se ci fossimo accampati prima del canyon il lato precluso sarebbe stato quello più utile, mentre se ci fossimo accampati dopo averlo attraversato sarebbe stato il lato posteriore. In effetti questo poteva essere un vantaggio, in quanto ci saremmo potuti concentrare a difendere tre lati (dubitavo infatti che eventuali banditi ci avrebbero attaccati dal fondo del canyon e, essendo il carro fermo durante la notte, ero scettico all'idea di ricevere attacchi nel momento più scomodo) e, aperta una via sul davanti, il cocchiere sarebbe anche potuto fuggire qualora lo scontro fosse andato male, salvando quindi il carico. Tutto sommato il canyon sembrava la via migliore.

    Mi sembra una buona idea proseguire lungo il canyon. O meglio, un'idea migliore delle altre due. In caso propongo di accamparci dopo averlo risalito in modo da non avere lo svantaggio di un possibile accerchiamento e poterci concentrare sulla difesa di tre lati e, in caso, quelli che verranno dal fondo saranno in una posizione di netto svantaggio tattico. Inoltre in questo caso la via preclusa sarebbe quella più difficile da prendere per il cocchiere in caso di disfatta e dunque necessità di salvare il carico con la fuga.

    Non avendo incontrato opposizioni all'idea di evocare il serpente, decisi di sciogliere le bende che coprivano il polso sinistro e, utilizzando un kunai premetti l'indice destro sulla punta così da apporre il sangue sul tatuaggio nero dalla vaga forma serpentina e posai la mano sul suolo, così che in uno sbuffo di fumo apparve un serpente marroncino lungo un metro e largo 5cm.

    CITAZIONE
    Tecnica del Richiamo - Patto del Serpente
    Nome Originale: Kuchiyose - Hebi・口寄せ - 蛇
    Raggio: Corto Raggio
    Classificazione: Kekkai Genkai - Ninjutsu
    Rango: C
    Sigilli: Nessuno

    Variante della normale Tecnica del Richiamo. Dopo aver offerto una pegno di sangue, lo shinobi impasta il proprio Chakra nelle mani, infine lo rilascia su un tatuaggio, solitamente posto sull'avambraccio. La Tecnica prende le sembianze di un sigillo nero, capace di richiamare a sé uno o più serpenti, in relazione alla quantità di Chakra impiegata per la Tecnica.

    Lo guardai negli occhi e avviai la comunicazione telepatica.

    Ciao amico. Io sono Seshiro, ti vorrei chiedere, se possibile, di aiutarmi facendo da guardia. Tutti gli individui che vedi qui sono con me. Cavalli compresi. Mi avvisi se senti qualche altra presenza che si avvicina?

    Il serpente mi guardò comunicandomi il suo assenso, gli diedi quindi una carezza con il dito indice della mancina dandogli un piccolo scambio di calore corporeo, ben sapendo quanto sia amato dai rettili. Il serpente poi, seguendo le mie indicazioni, andò ad arrotolarsi sul davanti della carrozza. Fatto ciò mi misi le bende in tasca, così da esser pronto ad evocare altri serpenti in caso di necessità e mi preparai ad ascoltare gli altri nel caso avessero avuto da ridire.

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    Come previsto, ero arrivato con largo anticipo. Presi quindi il mio quaderno delle riflessioni e dagli obiettivi cancellai con una riga netta l'idea di essere Kazekage. D'altronde, se il Daimyo (che, fino a quella missione, credevo essere un ruolo pro forma) poteva chiedere tributi (che se fossero restati al villaggio sarebbero potuti essere utilizzati per scopi più proficui come migliorare i servizi pubblici o l'assistenza ai poveri e quindi ridurre il crimine portato dalla disperazione) al capo dei ninja, era chiaro chi tra i due avesse più potere. E più potere significava poter imporre il proprio volere e stabilire nuove norme, quindi il superiore potere del Daimyo era effettivo. Se poi unito ad un gran potere militare come quello a cui comunque puntavo, avrebbe reso la trasformazione del paese del vento in una versione più grossa del Villaggio dell'Aurora solo questione di tempo. Questa consapevolezza mi accese un sorriso sul volto. Anche se, in effetti, non avevo calcolato se Daimyo si diventava con il diritto di nascita o altro. Se fosse servita una rivoluzione sarebbe stata una bella seccatura e uno spargimento di dolore che altrimenti avrei evitato con piacere.
    Decisi di riscrivere nella lista degli obiettivi il ruolo di capo del villaggio della sabbia e di pensarci dopo, quando il quadro delle informazioni sarebbe stato più completo e, nel frattempo, distogliere il pensiero rileggendo le riflessioni su come mutare il sistema produttivo per distribuire meglio la ricchezza. Appena finii di revisionare il piano della riforma e riposi il quadernetto nella tasca, vidi un'ombra spostarsi lungo i vicoli. Qualcuno stava saltando di tetto in tetto facendo un gran sfoggio di agilità e velocità, seppur gratuito dato che mancava ancora diverso tempo. Il tale si palesò nella figura dello sfregiato dell'esame, Kuromi. Non che fossi molto contento di vederlo ma nemmeno così scontento: in fondo una seconda possibilità non la si nega a nessuno (salvo casi particolari) e poi magari i dissapori con lui e Akuma erano solo dovuti all'essere partiti col piede sbagliato. Anche da parte mia.

    Sì Kuromi, sono Rei. E non ti crucciare, oggi avevo poco da fare se non cose che potevo fare anche qui, per questo sono arrivato molto in anticipo. La prossima volta magari mi batterai tu sul tempo.

    Dissi cercando di rincuorarlo, stranito dal fastidio che mi era sembrato di cogliere dalle sue parole.
    Il terzo ad arrivare catturò immediatamente la mia attenzione non solo per il saluto (che ricambiai presentandomi come Rei) ma anche e soprattutto con i suoi occhi, le cui iridi erano senz'altro particolari: violette e concentriche. Non erano così comuni occhi del genere e, nel mondo ninja, tratti fuori dal comune, in genere (anche se non sempre) significavano abilità ninja particolari. In quel momento non notai nemmeno gli altri particolari fisici del ragazzo, concentrato solo sugli occhi.

    Essendo la particolarità situata solo negli occhi penso potrebbe essere una abilità oculare... vediamo lo Sharingan non può essere. Quelli hanno gli occhi rossi con dei segni. Non può essere il Byakugan perché quegli occhi sono bianchi... viola e con sei iridi concentriche... viola e con sei iridi concentriche... viola e... e... nah non mi viene in mente nulla. Vedrò in missione se si tratta di un potere da portare alla mia causa.

    Finito di riflettere sulla questione, mi accorsi che anche Akuma era arrivata e anche lei sembrava nutrire interesse verso il nuovo arrivato, giudicandolo strano, come se il nostro quartetto (che evidentemente, pensai, nella sua testa non era tale) fosse proprio la cosa più normale del mondo. E in breve arrivò anche Guy: che simpatica rimpatriata. In particolare il rosso sembrava uscire direttamente dalla sua attività creativa: sporco e con pezzi (suppongo di marionetta) addosso.
    Allo scapestrato gruppo si aggiunse ben presto anche il sensei, dentro la carrozza a guardia della cassa dell'oro del Daimyo. Sembrava ce la saremmo dovuti cavare da soli.
    A giudicare dal suo tenerci a non sfigurare, il ruolo della massima carica del paese del vento sembrò ancora più imponente (e allettante) di quanto avessi pensato fino a pochi secondi prima.
    Ascoltai attentamente le proposte dei compagni poi presi parola anchio:

    Mi sembrano entrambe ottime proposte. Tuttavia mi sembra utile una piccola ulteriore revisione.

    Poi guardai Eren

    Tu, Eren... se non deduco male, quei motivi sugli occhi sono molto più di un fattore estetico. Possiedi forse un'Arte oculare? Se sì immagino potresti anche vedere il chakra come i possessori di Sharingan e Byakugan. Ammesso che non stia facendomi castelli in aria. Quindi direi di lasciare a te le retrovie così che possa guardare entrambi i lati del carro. Inoltre se sei bravo a distruggere cose su larga scala come mi è parso di capire, in caso di inseguimenti potresti dare il tuo meglio senza timore di colpire obiettivi collaterali.
    Quindi faresti a cambio con Kuromi nello schema di Guy.


    Infine mi volsi verso il marionettista

    Inoltre Guy, spero che tu non abbia problemi con i serpenti, perché è mia intenzione evocare un compagno dal mondo animale da lasciare davantiosì, così che tramite la termocezione possa percepire eventuali nemici che avessero trovato il modo di occultare anche il chakra. O magari trappole che ne sono prive.

    D'altronde materiali differenti si scaldano in maniera diversa, lasciando tracce termiche non uniformi.
    Poi sarei restato in attesa di controproposte.

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    Quella mattina mi svegliai come sempre alle prime luci del sole e, dopo una rapida colazione e dopo essermi lavato di tutto punto, decisi di recarmi fuori casa a vedere se potevo trovare qualche altra tecnica da aggiungere al mio arsenale, in effetti era da un bel po' che non mi potenziavo e, nello specifico, non avevo neppure fatto nulla da quando ero divenuto genin.
    Dopo essermi lucidato il coprifronte ed averlo indossato in vita come una cintura, mi diressi alla porta guadagnando l'uscita appena in tempo per vedere un messaggero alzare la mano per bussare ma vedendomi, dopo essersi assicurato che fossi io il destinatario mi consegnò una missiva. Per un attimo mi balzò il cuore in gola. Che avessero scoperto la mia identità e fosse qualcosa tipo un ordine di presentarmi in giudizio? No, non poteva certo essere quello. Se fossi stato scoperto sarei certamente stato già catturato: in quanto ninja sarei diventato un mukenin e quindi sarebbero stati mobilitati dei ninja per arrestarmi o uccidermi secondo le barbare usanze dei villaggi ninja, d'altronde avrei avuto una taglia sulla testa, per quanto infima. E poi ero stato molto attento a non far saltare la mia copertura... era semplicemente impossibile che fossi stato scoperto. In ogni caso non avrei aspettato molto per dissipare il mistero ed apprendere di cosa si trattasse, infatti aprii immediatamente la busta.

    Una missione? Di livello B?!

    Chiesi tra me e me, profondamente stupito. Che io sapessi i genin in genere svolgevano missioni di livello più basso.
    Non che avessi paura. Sarebbe stata una bella sfida sul campo e magari avrei trovato altri ninja di vedute simili alle mie per provare a cercare alleati. D'altronde per una missione del genere avrei dovuto per forza essere accompagnato da altre persone.

    Dovrò ricordarmi di agire con circospezione. Non vorrei attirare più attenzioni di quante me ne servono. Ma ci penserò a tempo debito.

    Lessi allora le specifiche della missione: l'incontro era locato nello spiazzo davanti alla tesoreria di Suna. Avevo letto tutto ciò che mi serviva, quindi ringraziai il messaggero e tornai in casa. Mi avviai alla cesta di Tsuki e la aprii. Lei comprese e si diresse verso la trappola per topi, quindi aprii la gabbia lasciando entrare il serpente perché potesse fare il suo pasto.

    Mangia pure. Ora papà va in missione. Se non torno entro una settimana vai pure fuori dal villaggio e vivi libera. Tanto sai come farti valere adesso

    Il serpente mi comunicò la sua indignazione contro il mio catastrofismo.

    Beh sarà una missione difficile. Può capitare. In ogni caso è l'unica strada che posso percorrere.

    Ignorai le prese in giro di Tsuki e la salutai per poi prendere le mie armi e, dopo aver dato un ultimo sguardo al coprifronte che fu di mia madre, uscii di casa per recarmi al luogo d'incontro, che era dall'altro lato del villaggio.
    Probabilmente, se non fossero intervenute seccature, sarei arrivato con larghissimo anticipo, ma meglio in anticipo che in ritardo. Mi sarei comunque seduto sul suolo in un punto ombreggiato dai palazzi, così da non sentire troppo caldo prima dell'inizio della missione... durante il compito avrei avuto tutto il tempo per sciogliermi ai roventi raggi del sole.

  9. .
    Ryo: 500

    P.E.: 9

    Cronologia Role:
    -Amici per le scaglie (allenamento)
    -Esame Genin/Esame Genin Suna (2)
    - L'Oro del Daimyo (Missione B) (6+1)

    Edited by Observer - 4/8/2023, 13:05
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    Ignorai il parlare della bambina finché non la vidi fare una cosa che mai mi sarei aspettato: votare il ragazzo.

    Idiota che sono

    Pensai manifestando la mia furia stringendo i pugni. Avevo dato per scontato un comportamento che non si era verificato e avevo escluso Guy dall'esame. Ero stato imperdonabilmente idiota nel mio errore di calcolo. Ma ormai era inutile amareggiarsi. Ciò fu ancora più inutile quando il sensei ci rivelò la verità: il test serviva per mettere alla prova la nostra capacità di lavorare in gruppo. E, a mio giudizio, non avevamo fatto un buon lavoro. Anche il maestro sembrò dello stesso avviso, tuttavia il suo sguardo si focalizzò più sulle nostre risorse che sulle nostre pecche e, infatti, ci diede quattro coprifronte della sabbia, elargendo anche dei consigli. A quanto pareva, secondo lui, sarei dovuto scendere maggiormente a compromessi con la realtà. Cosa avrei fatto? Beh. Una persona davvero saggia valuta attentamente tutti i consigli e così avrei fatto io stesso. D'altronde sembrava anche un buon consiglio.
    Tuttavia dovetti sforzarmi per trattenere un sospiro quando definì il mio sogno come un'utopia irrealizzabile... ah se avesse saputo che in piccolo era stato realizzato nel vecchio Villaggio dell'Aurora. Certo, cambiava il contesto, ma nel tempo passato ad osservare Suna prima di iscrivermi all'accademia avevo già steso un progetto (sicuramente modificabile in base ai dati derivanti dall'osservazione empirica) di passi da compiere: dal semplice mutamento dei criteri di selezione dei ninja all'accademia (includendo un esame psicologico gestito da professionisti in fatto di interrogatori, così da scartare individui spinti da motivazioni sciocche o egoistiche) al potenziamento dello stato sociale e mille e più provvedimenti di natura principalmente sociale ed economica volti a scardinare alla base i motivi per cui molti si davano al crimine. Ma non avrei parlato per ora. Anche quello era un compromesso, no? Sicuramente, una volta giunto alla casa disabitata dei coniugi Hebizoku e Meyomura in cui vivevo, avrei spuntato l'ottenimento il grado di Genin dal lunghissimo elenco dei passi che mi avrebbero portato a poter lottare attivamente per il mio sogno.
    In ogni caso mai avrei accettato di abbandonare il mio "sogno irrealizzabile", al massimo fingere di farlo o metterlo da parte. Questo sì, potevo accettarlo. D'altronde anche questo era un modo per perseguirlo, no?

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    CITAZIONE
    Luogo: Quartieri poveri di Suna.
    Intromissioni Non questa volta

    Pochi mesi mi separavano dall'esame per diventare genin del villaggio. Tuttavia le tecniche che avevo appreso erano molto poche. Nella casa abbandonata di Sakiko Hebizoku (che avevo ricevuto il permesso di abitare) avevo spulciato un po' la libreria in cerca di qualche appunto su qualche tecnica sfiziosa, dato che dai diari di mia madre sapevo che lei e Makoto non erano riusciti a portarsi dietro nulla se non il loro equipaggiamento ninja, ma negli anni di assenza evidentemente qualcuno mi aveva preceduto. Tuttavia, nel diario aveva citato talvolta la Tecnica del richiamo... una tecnica che sembrava permettere di evocare animali con i quali si era stipulato un patto. Il funzionamento ricordavo di averlo visto all'età di tredici anni, quando, dopo aver preso parte del suo sangue ed averlo sparso su un segno che aveva sul polso (tatuaggio che quando avevo dodici anni lei aveva riprodotto anche sul mio avambraccio, su mia richiesta), poggiando una mano al suolo, aveva richiamato un serpente per proteggermi. Tuttavia mi sfuggivano le specifiche condizioni. Come potevo stipulare un patto con i serpenti? (Sì, avevo già scelto l'animale per via della nostra elevata sintonia). Decisi allora di cercare qualche serpente che potesse darmi delucidazioni in merito, senza nulla togliere alla mia candida e strisciante Tsuki, ma dubitavo che lei potesse sapere qualcosa dal momento che raramente aveva interagito con altri serpenti e che era sempre vissuta con me e non in natura.
    Accarezzai quindi la testolina bianca

    Io esco, tu fai la brava

    Ed uscii dalla casa. La mia direzione? Il deserto. Ero sicuro che lì avrei trovato dei Serpenti pronti a rispondere ai miei quesiti.
    Arrivato alle porte del villaggio mi identificai con gli shinobi di guardia ed esposi loro le mie motivazioni: volevo cercare dei Serpenti; in realtà non fui preciso circa il motivo, ritenendolo superfluo. Mi venne negato il permesso di uscire, quindi decisi di andare nelle zone più povere, lì dove sapevo esserci più prede per i miei obiettivi e, una volta giunto, mi misi subito alla ricerca. Poco dopo trovai un piccolo rettile marroncino, sdraiato sulla sabbia di cui aveva il colore a riposare sotto il calore del sole mattutino. Mi chinai e incrociammo lo sguardo

    Buongiorno. Mi chiamo Seshiro Hebizoku e vorrei chiederle un'informazione, se posso

    Il serpente restò un attimo a fissarmi prima di rispondere.

    Un umano educato con noi? Che cosa strana... inoltre puoi comunicare con i pensieri? Senz'altro peculiare!

    In fondo siamo simili in qualche modo. E poi la vostra stirpe è una stirpe che ammiro, da quando sono piccolo. E sì, da sempre so comunicare telepaticamente con voi.

    In risposta alle mie parole, arrivò un'amara risata, prima che un altro pensiero fosse formulato

    Tu... ci ammiri? Di solito per voi umani siamo fonte di terrore, di fastidio, di disgusto... non di ammirazione. Perché tu invece ci ammiri?

    Io ammiro la vostra scaltrezza, ammiro la vostra ipnotica calma e la vostra abbagliante ed improvvisa rapidità, ammiro ciò che simboleggiate, soprattutto il risanamento... ciò di cui ha bisogno questo mondo!

    Il rettile sembrò soddisfatto. Non seppi dire se della risposta o della sincerità di essa.

    Ad ogni modo, ragazzo... cosa desideri sapere?

    Era presto detto:

    Desidero sapere come stipulare un contratto con voi per potervi evocare al mio fianco in battaglia.

    Sei uno shinobi eh? In realtà firmare il contratto è la parte più semplice. Devi anche fare pratica con la Tecnica del Richiamo per riuscire ad evocare uno di noi. In ogni caso, se vuoi apporre la firma, vado a chiamare il custode del rotolo.

    Il serpente quindi scomparve in uno sbuffo di fumo per riapparire poco dopo con un altro suo simile.

    Sei tu che vuoi firmare?

    Chiese la seconda serpe. Al mio segno d'assenso, la nuova arrivata sputò un rotolo. Estrassi la mia fedele penna, ma venni redarguito da entrambi i rettili che mi ricordarono di dover firmare usando il sangue. Mi portai l'indice alla bocca e morsi fino a sentire il liquido cremisi nella mia bocca, accompagnato dal dolore procurato dal dente nella carne, dopo di che, osservai il rotolo srotolato e firmai, notando poco sopra il nome di mia madre: Sakiko Hebizoku. Sospirando con nostalgia nel ricordo della donna morta sette anni prima, riarrotolai il rotolo e lo consegnai al custode che, senza troppe parole, lo ingoiò e scomparve.

    Sai eseguire la tecnica vero?

    Mi chiese il serpente riportandomi così alla realtà. In tutto questo mi scostai le bende dal polso sinistro e lo mostrai

    So che devo passare il sangue qui, poggiare la mano a terra e immettere chakra. Pensavo di apprenderla poi al villaggio.

    Il serpente scosse la testa in preda allo sconforto: se avesse avuto delle mani, probabilmente, se le sarebbe passate sul volto.

    Ok... cominciamo dalle basi. Non sbagli, ma come ben potrai capire, il discorso è molto più complicato. Occorre anche che tu pensi al serpente da richiamare, se ce n'è uno specifico, e che tu immetta una precisa quantità di Chakra: serpenti più forti, per essere trasportati sul campo di battaglia, necessitano più chakra. Fai una prova.

    Annuii e (visto che per la strada non si vedeva nessuno) passai il dito insanguinato sul tatuaggio, poi poggiai la mano a terra pensando ad un serpente generico lungo quanto Tsuki, mezzo metro circa. Vi fu un'esplosione di fumo e, quando si diradò vidi solo una pelle di serpente.
    Sentii una risata divertita dal mio improvvisato maestro

    Troppo poco chakra persino per evocare un serpente di piccole dimensioni. Riprova

    Al secondo tentativo riuscii nell'impresa evocando un piccolo serpentello verde di mezzo metro che subito svanì in uno sbuffo di fumo, asserendo di voler stare tranquillo.

    Direi che ora sai eseguire la tecnica... riprova con un serpente più grosso.

    Annuii ed eseguii nuovamente la Tecnica, evocando un serpente più grosso dal colorito brunito dalla lunghezza di due metri.

    Vedo che hai firmato il contratto... In cosa posso esserti utile?

    Mi chiese il nuovo arrivato, ma quando gli spiegai la situazione mi rispose mandandomi qualche accidente e tornando da dove era venuto.

    Direi che adesso conosco la tecnica. Grazie signore!

    Pensai rivolto al serpente, prima di tornare a Suna, arricchito con una nuova tecnica che certamente mi sarebbe stata utile nella futura carriera ninja.



    Non so se è considerabile un allenamento, ma ora si spiega come Seshiro ha firmato il rotolo dei serpenti.
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    Gracias!
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    Eeee rieccomi a fare il nabbo!
    Chiacchierando con altri utenti mi è sorto un dubbio: essendo tra le tecniche scritte nell'innata dei geni del serpente bianco, avevo scelto il richiamo come tecnica avanzata alla creazione della scheda. Il dubbio quindi è: devo fare un'avventura in cui firmo il contratto prima di usarla vero?
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    Dopo che l'esaminatore attribuì anche alla mia posizione, nonostante le motivazioni l'ignavia paventando inoltre la minaccia di precludere per sempre ai presenti la carriera ninja, provai un enorme fastidio, mascherato da un'espressione neutra.
    Fu il rosso a sbloccare la situazione dandomi il suo voto, mostrando ancora una volta l'altruismo che avevo visto in lui precedentemente. Ciò mi fece molto piacere, ma mi metteva nella odiosa condizione di essere in debito ma non potermi sdebitare.
    Trovai molto fastidioso anche il ragazzo con la cicatrice, quando mi attribuì il suo stesso egoismo aggiungendo anche l'ipocrisia di mascherarlo, e ciò mi suggerì che probabilmente non concepiva modelli differenti dai suoi. Poiché mi sembrava più ragionevole della bambina, gli avrei risposto, in maniera neutra.

    Il nostro discorso è simile solo in apparenza. Per me il potere è un mezzo per raggiungere la meta, non il fine stesso. Se non ci fosse gente che comprende solo la violenza e se non ci fosse gente che accetta saggi consigli solo se calati dall'alto, il potere sarebbe l'ultimo dei miei interessi: per scuotere la gente talvolta non bastano I discorsi, ci vuole il potere. Ecco l'unico motivo per cui lo inseguo.

    Gli altri due avevano già votato sé stessi. Non potevo ricambiare il favore di Guy o avrei tarpato le ali al mio e al suo sogno... certo, avrei bloccato anche quei due, ma (poiché di Ninja del genere ce n'erano molti e fermarne due sarebbe servito a nulla) sarebbe stato sciocco come combattere Orochi concentrandomi solo su una testa, e morendo nel tentativo e trascinando con me uno meritevole di passare. Certo, ero disposto a ritardare il mio sogno pur di rimuovere ostacoli che dubitavo sarebbero stati promossi in successivi esami. Ma rinunciarvi era fuori discussione. Anche perché in caso avrei vanificato anche il sacrificio compiuto dal marionettista, oltre che la morte di tutti i cittadini del villaggio dell'Aurora e tutto ciò mi era profondamente inaccettabile.
    Al contempo, però, non avrei nemmeno votato uno di loro.
    Dopo aver soppesato le questioni, mi volsi verso il rosso e parlai:

    Se le cose stanno così e dare un voto a testa pregiudicano la carriera per sempre, non voglio impedirci di inseguire il nostri sogni per fermare chi secondo me non merita il posto: se anche ti votassi avremmo tutti un voto e ciò ci sbarrerebbe la via per sempre e questo non posso permetterlo. Perciò mi scuso con te, ma riconfermo quanto detto prima: anch'io voto me stesso.

    Era un peccato. Il rosso forse meritava più di noialtri quel coprifronte mostrando i valori che avevo letto essere il vanto di Suna: altruismo, onore, spirito di sacrificio.

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    Guy, così si era presentato il rosso, mi piaceva come persona: sembrava avere un animo nobile (infatti sembrava disprezzare l'egoismo ed essere anzi mosso anche dal desiderio di rendersi utile alla collettività), ma anche avere l'animo dell'artista, coniugando quindi sensibilità e altruismo: ciò faceva di lui il prototipo delle persone che avrei voluto popolassero il nuovo mondo che avevo in mente. Forse un pizzico in più di amore per la saggezza non avrebbe guastato, ma non era detto che non ci fosse e semplicemente fosse stato taciuto perché non inerente alla situazione. Mentre ascoltavo il suo obiettivo sorrisi sotto la maschera di stoffa che mi copriva la metà inferiore del volto, mosso dalla approvazione. D'altronde, sebbene trovassi il suo sogno umile, di certo non era insulso o brutto. Anzi!
    Il secondo a parlare fu il ragazzo sfregiato. A quanto pare era solo assetato di gloria.

    Che spreco di potenziale. Tutta quell'abilità con la sabbia votata solo al semplice appagamento egoistico di una sete di forza e di violenza e al mantenimento di questo sistema marcio fino al midollo.

    Pensai perdendo il sorriso in favore di un'espressione più neutra. Di sicuro non avrei dato il mio voto a quel ragazzo. Anche perché la carica di Kazekage era uno degli strumenti a cui miravo anch'io, sebbene non mi fosse indispensabile ma fosse per me solo un mero strumento per raggiungere più facilmente i miei scopi. Fu la reazione della bionda, però, a lasciarmi l'amaro in bocca. Ma c'era da aspettarselo in fondo. Era una ragazzina e come tale sembrava ragionare. Mi sentii solo di risponderle una cosa, presi quindi il fiato per difendere la mia scelta di non agire ma giudicai tutto inutile. Forse per pregiudizio, in quel momento non credetti avrebbe ascoltato o capito i miei motivi. D'altronde non sembrava molto rispettosa dei punti di vista altrui. E no, se non fosse cambiata, come anche lo sfregiato, sarebbe stata una di quelle persone che avrei preferito non ci fossero. Uno di quelli che prima uccide una persona e poi, se va bene, forse si chiede se era davvero colpevole di qualcosa... come gli stessi che avevano attaccato il villaggio dell'Aurora ingolositi dalle taglie dei miei concittadini. Tradussi quindi il fiato preso in un sospiro. Tradussi quindi il fiato preso in un sospiro.
    Soppesai un attimo le parole della bambina, poi presi una decisione.

    Hai ragione Guy. E mi scuso per la maleducazione dimostrata con la mancata presentazione. Il mio nome è Rei. Per il resto,

    Posai allora il mio sguardo sulla bionda.

    mi sembra che tu abbia avuto una buona idea. Preferisco ritardare il mio sogno piuttosto che dare al villaggio Ninja che potrebbero diventare un pericolo per l'onore del villaggio stesso.

    D'altronde, sebbene avrei accettato qualsiasi compromesso, non ero assolutamente disposto a mandar giù questo boccone amaro. È vero. Il mio sogno era più importante di ogni cosa per me, ma degli shinobi così erano un'idea che mi faceva venire i brividi. Avrei creato solo altri ostacoli alla mia ambizione permettendo loro di prendere quel coprifronte. Pertanto ritardare di qualche giorno il primo passo verso il nuovo mondo che già vedevo affacciarsi piuttosto che mettere degli ostacoli ad esso mi sembrava un buon affare, tutto sommato. Guardai gli altri due e, per correttezza, decisi che avrei esposto loro la mia ambizione, ignorando eventuali sicure, in realtà prese in giro da parte della bambina. Di certo non volevo cadere nell'ira per un soggetto del genere.

    Credo tuttavia di dovervi il mio sogno ed una spiegazione, almeno per ringraziarvi di aver condiviso quanto di più sacro esiste.

    In realtà il mio discorso era rivolto al marionettista, ma avrei parlato al plurale per pura "diplomazia" (se così si poteva chiamare). Gli altri due mi ricordavano troppo i criminali suniani che avevano incastrato i miei genitori e poi avevano sterminato la mia gente, risvegliando in me la parte aggressiva, irosa e violenta, la parte di me che più detestavo.

    Sogno di sorpassare questo sistema in favore di un mondo dove le iniquità sociali e legali siano ridotte allo zero, un mondo che permetta la pace sulla terra e nelle anime. In cui evitare che altri possano soffrire le pene che molti hanno sofferto in questo mondo piagato dalla stupidità, dalla vanagloria, dalla cupidigia, dall'irrazionalità e dalla brutalità di alcuni. E per farlo mi servono potere politico e militare, che la carriera ninja mi offrirebbe. Certamente diverrò shinobi, ma se farlo oggi significa permettere a certa gente che incarna ciò che desidero combattere di diventare più forti, sarà per un'altra volta. Credo che il mondo abbia fin troppi shinobi che prima ti piantano un kunai nella gola e poi si domandano se hai fatto qualcosa di male, o, più probabilmente, a quanto ammonta il denaro che riscuoteranno per quel gesto insensato o che pensano al solo proprio tornaconto personale. Non me la sento di contribuire a dargliene altri. Quindi, che ognuno scelga chi votare. Io mi auto voterò nella speranza che voi facciate altrettanto e che l'esame fallisca per tutti.

35 replies since 1/3/2023
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