Tra i Cinque Paesi Ninja, quello del Vento è di sicuro il più anomalo; l'omonimo deserto che ne costituisce la quasi totalità è ricco di sorprese, pericoli e misteri, ma nell'oasi di Sunagakure - il Villaggio ninja della Sabbia - v'è qualcosa che non si può trovare in nessun'altro luogo del continente. Fin dai tempi più remoti la Sabbia è stata il ricettacolo di leggende, superstizioni, eventi che superano la comprensione dell'uomo comune e squarciano il sottile velo che separa ciò che è plausibile - in un mondo pervaso dal chakra - da ciò che è alieno, sovrannaturale.
L'ultima di queste è Akasuna no Odin.
Yondaime Kazekage della Sabbia, per mezzo secolo servì la causa del Paese del Vento con costanza e imparzialità, divenendo presto emblema e bastione della sempre più incerta natura del termine Ninja. Guerriero, stratega, politico, fece ascendere Suna sino a renderla per lungo tempo uno dei villaggi più potenti del continente ricoprendo il ruolo di Kazekage per quasi trent'anni vivendo in prima persona le epoche più importanti del mondo degli shinobi. E durante l'evento denominato Nadir, infine, apparentemente morì.

C'è chi dice di aver scorto per anni l'ombra di Sasori Jr scivolare per le strade, vegliare tra le mura del Palazzo, guida silenziosa delle nuove generazioni; gli anziani più superstiziosi temono ancora la vendetta del Kazekage Corrotto, che vaga tormentato per il deserto; e qualcuno già parla del Quarto Kazekage, che persino dopo la morte non è in grado di lasciar la Sabbia al suo destino e la protegge, spirito in pena.
Nessuno sa quanto tristemente vero sia.

Senza più un corpo di carne da decenni, Akasuna no Odin risiedette nella sua parte organica e, verso la fine della sua vita da uomo, in diverse marionette. Già da prima della sua fine terrena il suo spirito aveva lentamente trovato dimora non nel cilindro di carne che aveva nel petto, né nella marionetta che lo conteneva, ma nel catalizzatore al quale l'uomo teneva di più: il suo villaggio. Che gli anni passati in trance nel Senjutsu, esorcizzando la sua mente distorta e distrutta dal peso di un'esistenza inconcepibile, abbiano reso possibile il processo non è dato saperlo: dopo gli eventi del Nadir della Sabbia è certo che qualcosa del Kazekage è ed è sempre stato tra le mura intrise di misticismo del Villaggio. Ed ora, senza più un corpo mortale a contenerlo, lo spirito di Akasuna no Odin si unisce a quello dei suoi predecessori nel phanteon pagano degli abitanti del deserto, con un enorme differenza: pronto ad entrarvici, Odin è vivo.
Più vivo che mai.

Con la sua nuova vita, Odin ottenne un grande potere e perse molto di più; dopo aver perso il corpo di carne, sangue e ossa, l'Akasuna perse la sua identità. Quando il cuore del marionettista venne distrutto, fondendosi con il corpo dal quale era stato estratto quarant'anni prima, chakra Yang in esso e chakra Yin nell'anima del Nadir vennero in contatto, annichilendo entrambe le menti dell'uomo che fu Akasuna no Odin. Lo stesso chakra che ne aveva distrutto i corpi, però, riunì l'anima frammentata del Kazekage.

Per un decennio le Emozioni dell'Akasuna erano fluite, attraverso il suo sopito Inton, nel corpo morto che gli aveva fatto da contenitore in gioventù; qui era nato un Odin ferale, contorto, materiale, il Nadir della Sabbia. Al contempo, lo Yoton della modalità eremitica aveva coltivato un Odin ascetico, distaccato, estremo quanto il suo doppleganger. Al culmine della Notte più Profonda della Sabbia, i due opposti vennero in contatto unendo la dicotomia che da sempre aveva lacerato l'anima dell'uomo.
Ed Odin tornò un unico essere, dunque; ma la sua anima, in pezzi, invece che svanire si legò al Villaggio, alla Terra del Vento, perché il suo chakra era ormai da tempo il chakra della Terra in cui viveva. Yin e Yang uniti avevano ancorato quell'anima tormentata al suo amato villaggio per sempre.

Negli anni successivi l'essere che era una volta conosciuto come Akasuna no Odin si trovò sospeso tra le realtà, privato di un corpo fisico e di una mente unita. Presto imparò a muoversi nei mondi, esplorò luoghi e tempi, vide nascere e morire infinite civiltà. Guardiano dei Sogni, viaggiatore delle Dimensioni, entità composta da pura energia, il Sennin raccolse lentamente i frammenti della propria identità accumulando conoscenze al di la della comprensione degli esseri umani. Infine, una parte di lui provò nostalgia della propria terra e lo shinobi che in quel mondo era nato provò a tornarvi.

Come manifestarsi, dunque, in quella sua nuova condizione? La coscienza dell'uomo è sopita per la maggior parte del tempo, in totale comunione con la sua Terra o in viaggio tra le dimensioni nella sua particolare ubiquità; raramente un ricordo, un evento, uno sprazzo di lucidità o più spesso una preghiera fanno accorpare frammenti dell'anima del ninja e questi acquistano forma fisica attraverso l'Onmyōton: lo Shikigami del Deserto, lo Spirito protettore, è in grado di manipolare la materia, esercitando il processo di Creazione e Distruzione nato grazie il Rikudo Sennin - arte che le sue due controparti avevano sviluppato indipendentemente. Dalla materia inorganica nasce quella organica, le forme, ingranaggi, muscoli, metallo e sangue: è la Genesi della vita, delle arti, del piano sensibile. Un corpo di carne e sangue o un simulacro di legno sono dunque contenitori perfetti per la coscienza del Sennin.
In alternativa, la forma del ninja si manifesta come apparizione di puro chakra, volontà concretizzata a mezz'aria come un'ombra o un fantasma.

In questa ed ogni altra forma, Odin presenta alcune caratteristiche immutabili. Dietro la nuca, il kanjii 四 (shi, quattro) riprende l'incisione che caratterizzava ogni contenitore del giocattolaio; è il simbolo del Quarto Kazekage, il Quarto membro di un'antica organizzazione benigna, e molto altro ancora. I capelli rossi, invece, accompagnano quasi sempre le incarnazioni mortali di Odin, rimanendo indistinguibili nelle Apparizioni di puro chakra; Allo stesso modo la sclera nera e i penetranti occhi rubino compaiono in diverse occasioni, inquietanti e inconfondibili. Spesso, poi, sul petto dell'Apparizione si può scorgere un ciondolo di cristallo.

In ogni sua incarnazione, però, il Ninja si porta dietro un'oggetto particolare. Assieme al suo corpo, anche la tunica e il cappello del kazekage sono stati sporcati dall'ondata di Inton alla morte del Nadir, e con Odin sono rimasti intrappolati tra le vie di Suna. la tunica, a mo' di spolverino, compare ogni tanto sulle spalle del ninja assieme al cappello poggiato dietro le scapole.

Se in vita le abilità dell'Akasuna erano conosciute e temute in tutto il continente, pochi potevano immaginare quanto la sua aspirazione alla perfezione l'avrebbe portato lontano. Utilizzatore dell'Arte del Vento e dell'Arte della Terra, si concentrava principalmente sulla manipolazione del chakra Neutro e Naturale e soprattutto nell'incanalare questi ultimi nelle sue marionette umane.
Al momento della morte fisica, però, qualcosa si era risvegliato. Quando il Nadir della Sabbia morì assieme a lui, ciò che l'aveva animato per tutti quegli anni venne alla luce amalgamandosi con il chakra Naturale dell'Akasuna: la sua parte Yin, le emozioni rifiutate e accumulatesi in quel cadavere. Lo Spirito del Deserto risvegliò quindi l'Onmyōton, l'arte dello Yin e dello Yang, immaginazione e creazione di ogni cosa.

Storia della Tecnica: L'arte della creazione di marionette fu inventata da Monzaemon Chikamatsu del Villaggio della Sabbia. Originariamente era vista come una forma di intrattenimento ma successivamente Chikamatsu riuscì a convertire le marionette in una potente e unica forma di combattimento. Egli, quindi, con l'aiuto di molti altri ninja, creò la Tecnica del Marionettista (傀儡の術, Kugutsu no Jutsu), che consiste nel controllare le marionette in maniera quasi perfetta attraverso dei fili di Chakra. La tradizione delle marionette venne tramandata attraverso il clan Chikamatsu, il clan della Sabbia Rossa (赤砂, Akasuna). Nel nostro tempo,dopo che i villaggi si ripresero e i clan si riunirono, Sasori Jr divenne il Capoclan e, dopo di lui, Akasuna no Odin.

Già decenni prima della sua morte fisica, la meditazione assorbiva completamente l'Akasuna. Da sempre cercava la solitudine, la comunione con la sua terra. Proprio da questa pratica Odin sviluppò la usa strada per lo Stile Eremitico: il chakra naturale fluisce in lui da ciò che lo circonda e dunque dalla sua Suna, dal suo Villaggio, dal popolo che ama, dal vento, dal deserto. Non è legato ad un animale guida, bensì ad un intera nazione.
Dopo il Nadir della Sabbia, il chakra Yin confluì nel suo corpo unendosi a quello Yang della modalità Eremitica, dando vita ad una versione di essa simile a quella derivata dalla prole di Kaguya Ōtsutsuki‎‎: una modalità Sennin che sfrutta il chakra Yang della Natura e concretizza il desiderio con quello Yin. Essendo però in origine umano, il ninja non raggiunge lontanamente tale potere e il suo Senjutsu dell'Eremita è limitato all'energia del Paese del Vento.

Akasuna no Odin, in seguito agli eventi che hanno coinvolto Sunagakure negli ultimi anni da Yondaime Kazekage, si è liberato dal vincolo di "un solo punto debole" divenendo definitivamente un'anima senza corpo di carne. Perso tra le dimensioni è infine tornato dal mondo dei morti ed il suo spirito, legato grazie al chakra Yin con l'intero villaggio della Sabbia al termine del Nadir, è in grado di manifestarsi su infiniti mondi; nel mondo ninja appare attraverso il proprio chakra, o possedendo esseri viventi ed oggetti.