La nostra strategia combinata non aveva dato i suoi frutti contro un avversario simile... di certo sarebbe stata una prova ostica, non poteva essere diversamente: l'esaminatore fu sì preso dalla mia tecnica, e quindi conseguentemente bloccato, ma non batté ciglio dinnanzi alla serpe evocata da Ayame. Quando il rettile si lanciò all'attacco, l'Akimichi rispose ingigantendo la propria mano e scagliando via con facilità immane il serpente, il tutto con una semplice schicchera: al pari di una biglia, l'evocazione della mia compagna d'esame fu lanciata oltre il punto in cui io e lei ci trovavamo, con il nostro avversario, sorridente, che si trovava pronto a colpire ancora una volta allo stesso modo. Usare la mia innata su un avversario del genere potrebbe essere rischioso... ma cosa ho da perdere? Non conosco altre tecniche che potrebbero metterlo fuori gioco, e la stessa cosa vale per Ayame. Potrei farmi male, ma qui è tutto o niente: o ci dimostriamo validi, o ci tarperanno le ali, mi ritrovai a pensare. Il nostro opponente era forte, rispetto a noi di certo con un'esperienza superiore, e batterlo sarebbe stato difficile, se non quasi impossibile a quei livelli; dovevamo però dimostrare di avere la stoffa per divenire ninja degni di questo nome, rivelarci degni del titolo di genin... ed avrei fatto quello che potevo pur di andare avanti nel sogno mio e di Kaniko. L'ennesima schicchera era pronta ad essere scagliata, solo in attesa che noi facessimo la prima mossa, ed è ciò che io avrei fatto: mi sarei mosso per avvicinarmi, abbastanza da essere in range per poter essere colpito dal suo attacco, ed avrei quindi cercato di stabilizzarmi meglio al suolo; grazie alla forza che mi contraddistingueva, avrei cercato, tramite due pedate cariche di potenza, di incastrare i miei piedi nel terreno, così da poter ricevere al meglio l'attacco nemico. Vi fossi riuscito, quando la schicchera fosse partita, avrei cercato di bloccarla afferrando il dito dell'esaminatore con entrambe le braccia, in un tentativo di fermarla e darmi così modo di far presa sulla sua appendice, in modo da poter quindi procedere: avessi avuto successo nel tentativo di afferrare e bloccare il dito, avrei cercato di sfruttare la presa così acquisita per mettere in pratica la tecnica del mio clan, la Fauce del Divoratore. La mia bocca si sarebbe estesa a grandi livelli, e, provando a bloccarlo così, avrei fatto si di andare a cercare di prendere in bocca la manona ingigantita partendo dal dito, così da limitarne i movimenti e sfruttare la situazione. Non credevo che il chunin, eventualmente trovatosi in quella situazione, avrebbe ingrandito di più il proprio corpo col rischio di farmi seriamente del male, ed al contempo se si fosse rimpicciolito, mi avrebbe dato l'occasione di avanzare nell'atto di ingurgitarlo e chiudere la partita. Fosse andato tutto come doveva, ci saremmo trovati in una posizione di stallo, dove Ayame avrebbe trovato magari più libertà di azione.
Stato Fisico: Ottimale Stato Psicologico: // Chakra Elementali Utilizzabili:Doton
Abilità Innata: Via del Divoratore Abilità Speciale: // Caratteristica PG: Forza Sovrumana
Armi Personali:
CITAZIONE
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Equipaggiamento:
CITAZIONE
Kunai: 3 Shuriken: 5
Tecniche Usate:
CITAZIONE
Nome Tecnica: Fauce del Divoratore Nome Originale: Musabori Kuu Mono No Kuchi (むさぼり食う者の口) Raggio: Corto Raggio Classificazione: Nintaijutsu Sigilli: No Descrizione: Tecnica derivata da Abilità Innata. L'utilizzatore sarà capace, concentrando chakra nella sua mascella, di estendere il proprio apparato orale, ingigantendo la propria bocca ed estendendo la sua gola ed il suo stomaco, per poter così ingerire completamente o risputare fuori, nel caso sia stato ingerito precedentemente, un altro ninja. Una volta ingerito il corpo di un altro ninja vivente, l'utilizzatore ne potrà sfruttare la riserva di chakra, e l'alterazione primaria di chakra elementale, potendo così usufruire di tecniche che esulano dalle proprie alterazioni con la medesima capacità di controllo della propria alterazione secondaria di chakra elementale.
Lo stupore negli occhi di Ayame, nel momento in cui le rivelai il funzionamento della Via del Divoratore, diceva tutto e niente: era semplice stupore per un'abilità innata così strana? Era disgusto per una capacità paurosa come lo era la mia? Forse dubbio sulle mie buone intenzioni? Sinceramente non sapevo dirlo. L'innata del mio Clan alla fine veniva da un ninja traditore: era stata creata dal Sannin Orochimaru nel tentativo di perfezionare il Segno Maledetto, nasceva per essere utilizzata dai Mukenin al fine di compiere scopi loschi... non l'avrei biasimata se per paura della mia abilità peculiare ella si fosse allontanata. Ma non lo fece, anzi, si dimostrò professionale nell'analizzarla: non negò di trovare inquietante la Via del Divoratore, non era cosa da nulla il poter ingoiare una persona intera tutto sommato, ma nonostante ciò decise di lasciar perdere il pregiudizio e si concentrò sull'utilità della mia innata. Mi rivelò, in seguito, le sue di capacità, ed, a sentire ciò che poteva fare, ecco che mi si accese una lampadina in testa: "Allora Ayame, proviamo così: io bloccherò l'esaminatore con la mia tecnica, così da impedirgli di spostarsi, e tu potresti evocare il tuo serpente, ed ordinargli di legarsi attorno al nostro avversario così da bloccarlo. Se gli impediamo i movimenti sarà più difficile per lui reagire, e, se non cedesse così, avrei modo di usare la mia innata. Che ne pensi?" Le domandai infine. Avrei atteso una replica da lei, ma, fosse stata affermativa, ecco che avrei proceduto con quel piano: mi sarei girato in direzione del nostro esaminatore, e, compiendo i sigilli del drago e della scimmia avrei dato inizio alla tecnica dell'Immobilizzazione. Due ceppi di terra sarebbero apparsi all'altezza dei piedi del nostro avversario, cercando di bloccarlo in posizione, e, l'avessero preso, avrebbero potuto dare occasione ad Ayame di fare il suo. Speriamo bene, avrei indi pensato.
Stato Fisico: Ottimale Stato Psicologico: // Chakra Elementali Utilizzabili:Doton
Abilità Innata: Via del Divoratore Abilità Speciale: // Caratteristica PG: Forza Sovrumana
Armi Personali:
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Equipaggiamento:
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Kunai: 3 Shuriken: 5
Tecniche Usate:
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Arte della Terra - Immobilizzazione Nome Originale: Doton - Kotei Ka・土遁 - 固定化 Raggio: Corto - Medio - Lungo Raggio Classificazione: Ninjutsu Rango: D Sigilli: Drago → Scimmia
Lo shinobi impasta il proprio Chakra sulle mani, per poi trasformarlo in Chakra Doton, infine lo rilascia nel terreno. La Tecnica prende le sembianze di un groviglio di roccia che andrà a chiudersi attorno ai piedi dell'avversario, bloccandone i movimenti.
Ci allontanammo, io ed Ayame, in modo da poter discutere senza farci sentire dall'Akimichi, così da non perdere il possibile effetto sorpresa che avevamo su di lui in quanto ipoteticamente ignaro delle nostre capacità, e grazie al cielo la ragazza mi sostenne nella mia iniziativa. Concordava con me in merito al fatto che il dislivello di esperienza potesse rivelarsi un vero e proprio muro, avessi affrontato singolarmente il nostro esaminatore, e propose, giustamente, di effettuare attacchi combinati per tentare di sopraffarlo; non potevo che essere contento d'essere stato messo in coppia con una persona così collaborativa, tanto meglio per me. "Bene, in questo caso, come detto prima, direi che ci dovremmo rivelare le reciproche capacità", esordii, "Il mio chakra elementale è di tipologia Doton, quindi posso gestire l'elemento della terra, di cui al momento conosco una tecnica che mi permette di bloccare al suolo il nemico", spiegai, "E... beh, posseggo l'abilità innata tipica del mio clan, il Clan Otokozuki", e lì veniva un attimo il tasto dolente: la mia non era proprio una capacità così normale rispetto ad altre; la possibilità di ingoiare la gente, e di tenerla rinchiusa dentro il mio stomaco, poteva essere alquanto inquietante per i più... e non nego che temevo la reazione di Ayame. Ci eravamo conosciuti lì, da pochissimi minuti, e uscendomene con la rivelazione in merito alla mia innata, così di punto in bianco, sinceramente non sapevo come avrebbe potuto prenderla la mia compagna d'esame: avrebbe accettato la cosa, paragonando la Via del Divoratore ad una qualsiasi normale innata? O sarebbe rimasta interdetta, venendo a conoscenza di ciò che sapevo fare? Non avevo la minima idea di come si sarebbe potuta comportare. Oh, al diavolo! O la va o la spacca, pensai deciso: non potevo decisamente perdere tempo, e quell'informazione non aveva senso d'esser celata; se volevamo coordinarci e portare a casa la promozione dovevamo fidarci l'uno dell'altra e viceversa, senza sotterfugi e mezze verità inutili. Sospirai prima di riprendere il discorso. "L'innata del mio clan, la cosiddetta Via del Divoratore, è abbastanza particolare: di base mi permette di poter ingrandire il mio apparato digerente, dalla bocca allo stomaco, sino al punto di poter ingoiare una persona intera, per poi trattenerla dentro la mia pancia a tempo indeterminato. Io non conosco vere e proprie tecniche offensive, punto più su uno stile di combattimento improntato all'incapacitare e catturare il nemico; volendo, potremmo puntare a sfiancare il nostro esaminatore per permettermi poi di catturarlo tramite la mia innata", proposi, "Sempre che tu non abbia strategie d'azione migliori, s'intende. Siamo sulla stessa barca alla fin fine", sentenziai, portandomi una mano alla nuca e grattandomela lievemente in imbarazzo. Non volevo di certo imporre la mia idea senza aver sentito le sue, però beh, era pur sempre un inizio di strategia.
Il luogo che mi era stato indicato come teatro dell'esame era una zona di cui avevo sentito molto parlare in accademia, pur non essendomici mai recato effettivamente di persona: era un terreno d'addestramento, un campo di battaglia sostanzialmente, conosciuto soprattutto per le importanti figure che si erano forgiate in quei luoghi; grandi nomi del calibro di Minato Namikaze, Itachi Uchiha, o ancora Kakashi Hatake e Maito Gai, avevano scritto la storia su quegli stessi prati. E come loro, come i grandi ninja del passato, anch'io avrei mosso il primo vero passo nella via dello shinobi proprio in quei campi di addestramento. Dire che ero eccitato alla cosa era un eufemismo, ed anche l'esaminatore dinnanzi a me sembrò contagiato dal mio entusiasmo, confermando di essere appunto il mio valutatore con un tono carico d'energia. Sinceramente preferivo fosse quella la situazione: trovarmi di fronte un qualche insegnante musone ed impettito non mi avrebbe dato la giusta carica per affrontare l'esame, anzi, di certo mi sarei ritrovato pieno d'ansia e di paura; l'Akimichi al contrario era riuscito con pochi gesti a mettermi a mio agio, e già da questo si poteva vedere, a parer mio, come fosse capace nel ruolo che gli avevano assegnato. A sorpresa però, dopo che mi fui presentato all'esaminatore, una seconda presenza sopraggiunse in quei leggendari campi di battaglia: una ragazza, Ayame Namikaze il suo nome, visibilmente più minuta rispetto tanto a me quanto all'esaminatore che ci trovavamo di fronte; in mezzo a me ed all'Akimichi pareva una bambolina, dalla lunga chioma cinerea e con gli occhi d'un azzurro cielo estremamente tenue... ammetto che, se non lo avesse confermato l'altro ragazzo di lì a poco, non avrei mai detto che lei fosse un'aspirante ninja. Mai giudicare un libro dalla copertina però, no? Faceva parte del clan di uno dei grandi del passato alla fin fine, non potevo dire per certo che non fosse capace. "Taishiro Otokozuki, il piacere è mio", replicai ad Ayame con un sorriso, stringendo quindi la sua mano in segno di rispetto: al contrario dell'Akimichi, la mia fu una stretta più gentile e meno vigorosa, atta semplicemente a renderle il saluto; sapevo di avere più forza di un mio normale coetaneo, e avrei preferito evitare di farle del male involontariamente, se potevo. Finite le presentazioni, ecco che fu il turno del nostro esaminatore di incalzare, e, con la medesima grinta mostrata in precedenza, ci esortò ad attaccarlo, così da dare un inizio vero e proprio alla prova d'esame... "Ci dia giusto un attimo, per favore", replicai io, lievemente imbarazzato, prima di fare un cenno col capo ad Ayame, indicandole di allontanarsi con me di qualche passo così da poter parlare. Mi avesse seguito, mettendo così distanza tra noi ed il chunin nostro dirimpettaio, avrei preso parola cercando di non farmi sentire da lui: "Se vogliamo riuscire a superare l'esame, credo proprio che dovremo collaborare: siamo appena studenti, e lui è sicuramente molto più esperto di noi. Da soli non ce la faremmo mai", avrei esordito, "Se vogliamo spuntarla, credo sia meglio rivelarci le nostre capacità a vicenda, così da coordinarci al meglio. Che ne dici?" Domandai infine. Il nostro esaminatore, per quanto fosse visibilmente un mio coetaneo, non doveva essere un debole: era di un clan rinomato, sicuramente non facile da buttare giù, ed al livello a cui ero attualmente non sarei riuscito a vincerlo, almeno non da solo. Potevo solo sperare che Ayame accettasse di collaborare: non lo avesse fatto, probabilmente non saremmo arrivati da nessuna parte.
Quanto tempo era passato dall'ultima volta che avevo presentato domanda per l'Esame Genin? Tanto... troppo a mio parere. Tre lunghi anni erano trascorsi da quel fatidico giorno, dal dì in cui il mondo mi era crollato addosso: eravamo di ritorno dalla presentazione della domanda, io e Kani-chan, pronti per sostenere l'esame a quanto diceva il nostro sensei... e forse fu proprio l'eccessiva sicurezza del mio amato che finì per portarmelo via. Non eravamo ancora pronti, due ragazzi alle prime armi appena freschi d'accademia, e l'inesperienza strappò Kaniko dalle mie braccia; dire che avevo metabolizzato del tutto la cosa, pur dopo tre anni, era una bugia enorme. Ogni giorno della mia vita rimpiangevo di non essere riuscito a fare di più, il rimorso per non averlo fermato mi logorava da dentro, tanto che neppure con innumerevoli sedute di terapia ero riuscito a superare quel dolore. La perdita di colui che per me era più importante d'ogni altra cosa... no, non l'avrei mai superata facilmente, era una sofferenza che mi sarei portato nel cuore sempre e comunque. Ma con cui avevo imparato a convivere. Kani-chan non avrebbe di certo voluto vedermi a terra, non avrebbe desiderato che buttassi via i miei sogni, i NOSTRI sogni, al primo ostacolo, per quanto grande questo fosse stato. Rinunciare, ora più che mai, non avrebbe fatto altro se non infangare la sua memoria, e non era ciò che volevo. Dopo svariati mesi in accademia, ove avevo avuto modo di riprendere dimestichezza con le capacità acquisite negli anni assieme a Kaniko, ero stato nuovamente ritenuto idoneo alla prestazione d'esame, ed ecco che, con una lettera da parte degli istitutori della scuola, venni richiamato per dare prova delle mie capacità. Erano passate settimane da quando avevo ricevuto la missiva, e più carico che mai, nel grande giorno mi ero preparato per dare il meglio: in quella metà mattina ero lì, sul luogo designato dalla lettera, in abiti comodi per sostenere quella prova; indossavo una semplice maglia d'un giallo molto acceso, di una taglia in più rispetto alla mia così da avere più mobilità, accompagnata da larghi pantaloni cinerei ed un paio di scarpe di tela. Tutto un completo atto a darmi più libertà possibile nei movimenti, così che potessi dare il meglio di me. Alla cinta, in un borsello apposito posto al mio fianco, erano presenti i kunai e gli shuriken di cui ero stato dotato di base, e che di certo sarebbero stati necessari in quella situazione. Mai essere impreparati alla fin fine! Ciò che mi stupì, non lo nego, fu però l'esaminatore... o comunque colui che immaginavo ricoprisse quel ruolo: un ragazzo mio coetaneo dalla corta chioma nera e dall'espressione truce, visibilmente robusto anche se meno di me; ciò che più spiccava però, sulla sua spalla destra, era lo stemma dorato degli Akimichi, un clan dell Foglia con un'abilità innata alquanto simile, nei concetti, a quella che dopo generazioni portavo avanti nel clan Otokozuki. Che abbiano inviato un esaminatore simile specificatamente per la questione della Via del Divoratore? Mi ritrovai a pensare, prima di raggiungere il ragazzo di buona lena. "Konnichiwa", lo salutai, sfoggiando un sorriso gentile prima di rivolgergli un inchino, "Piacere, Taishiro Otokozuki, onorato di fare la vostra conoscenza", mi presentai quindi, rialzandomi dall'inchino, "Immagino sarete voi il mio esaminatore per quest'oggi, è corretto?" Chiesi infine. Volevo essere il più chiaro e rispettoso possibile, così da non rischiare di inimicarmi il mio probabile istruttore; essere maleducato dinnanzi a chi ti deve giudicare di certo non era un buon biglietto da visita!
Abilità Speciale aggiunta, e per la tecnica l'ho messo già in conto: come per le tecniche dell'innata, dove ho messo barrata la tecnica attualmente non utilizzabile, ho fatto lo stesso per la tecnica che tengo per il futuro, così da avere già il codice pronto in scheda uwu
Effettuate le modifiche richieste nel background ed aggiunta una tecnica avanzata. La seconda, attualmente nel processo di approvazione, la terrò per il futuro uwu
Nome della Tecnica Prigione del Grasso Corporeo Nome Originale: Karada Shibō Keimusho (体脂肪刑務所) Raggio: Corto Classificazione: Nintaijutsu Rango: C Sigilli: Cinghiale
Tecnica di invenzione di Taishiro Otokozuki. A seguito dell'esecuzione del sigillo richiesto, l'utilizzatore potrà convogliare il chakra negli strati di adipe del proprio corpo, potendo così controllarne parzialmente la consistenza: il grasso così sotto il controllo del ninja potrà far sprofondare in se oggetti o persone che ne vengano in contatto, come fosse una pozza di sabbie mobili, solidificandosi indi attorno ai bersagli per incapacitarne i movimenti per tutta la durata dell'esecuzione della tecnica. Se utilizzata in risposta a offese avversarie, la tecnica non permette al grasso di assorbire e prevenire i danni causati dalle stesse. Può essere utilizzata anche contro bersagli all'interno del corpo dell'utilizzatore.
Buonasera a tutti, belli e brutti (?) Son passati ormai quattro lunghi anni dalla mia prima presentazione qui sul forum, così come da quando ho lasciato la land, ma ci voglio riprovare ^w^ La seconda volta è quella buona, o almeno così si dice... no? 😅 Per chi non mi conoscesse, piacere, sono Norman, classe '99 ed attualmente 23enne. Non son cambiato poi molto in quattro anni, in quanto ad interessi quantomeno, motivo per cui non credo sia necessario rifar tutto l'elenco ancora una volta XD Detto ciò, mi auguro di trovarmi bene nel gdr come feci già in passato uwu
P.S. per quanto l'idea sia di portare un pg nuovo, la mia intenzione sarebbe quella di mantenere l'innata che qui mi era stata sistemata nei limiti del regolamento dal buon The Law. Ci sarebbe la possibilità di far ciò?
P.P.S. E' per caso presente una qualche chat discord e/o telegram del forum? Sarò magari cecato io, ma non ho trovato menzioni in merito 😅
Sagi mentre io scattavo verso una delle due sorelle, generò un'illusione per darmi manforte, forse ce l'avevamo fatta, forse ne avevamo almeno buttata giù una... e invece no! Quella che stavo mirando mi sparì da davanti, alzandosi velocemente in aria, e così io finì per cadere e sfracellarmi al suolo, in una sorta di gelatina che ricopriva il terreno. Avrei cercato di cadere di schiena, così da avere quantomeno le mani libere per comporre i sigilli, e se vi fossi riuscito, stringendo i denti per il dolore sicuramente subito dalla caduta, una volta che avrei sentito le due gemelle parlare di tecniche Raiton, avrei composto i sigilli necessari a proteggermi: avrei chiuso gli occhi, sinceramente preso dalla paura, ed avrei tentato di comporre il sigillo del serpente, mutando così il mio corpo completamente in roccia, così da cercare di proteggermi dalla scarica elettrica che sarebbe di lì a poco giunta, ignorando tutto ciò che di seguito sarebbe accaduto, e pensando in quel momento, solamente a salvarmi la pelle ed evitare una fine orribile. Non posso crepare qui! Avrei pensato nell'esecuzione della tecnica della Corazza di Roccia.
Oggetto: Guanti d'Arme Livello: D Descrizione: Un paio di guanti d'arme in ferro, atti a proteggere dal dorso al polso della mano di chi li indossa, ed ad aumentare il potenziale offensivo dei suoi pugni. Questi guanti d'arme, sono allacciati alla mano con un paio di bande elastiche, e con degli anelli per ogni dito, pollice escluso; fissate per mezzo degli anelli, vi sono delle borchie mobili, che seguono il movimento delle dita, risultando efficaci quando le mani sono chiuse in pugni. Tali borchie, quattro per mano, sono del diametro di un centimetro e mezzo, e lunghe tre. Potere://
Oggetto: Scarpe Rinforzate Nome Oggetto: Tetsutetsu Livello: D Descrizione: Un semplice paio di scarpe, modificate con un rinforzo in metallo per risultare così resistenti, ed allo stesso tempo dare un maggior apporto offensivo ai calci sferrati da chi indosserà tali scarpe. Il metallo che costituisce il rinforzo è di una lega resistente e leggera, che quindi non limita i movimenti di chi le indossa. Potere://
Equipaggiamento:
CITAZIONE
Fumogeno Descrizione: Piccoli esplosivi che creano una nube di fumo che si dirada dopo un po' di tempo, utili soprattutto per la fuga. Quantità: 3
Tecniche Usate:
CITAZIONE
Nome Tecnica: Corazza di Roccia Nome Originale: Doton - Iwa No Yoroi Tipo: Ninjutsu Doton Rango: C Caratteristica: Difensivo Raggio: Corto Sigilli: Serpente Descrizione: L'utilizzatore, facendo fluire il proprio chakra Doton all'interno del corpo, e concentrandolo in determinate zone o nella totalità dello stesso, sarà in grado di tramutare in pietra le zone del proprio corpo in cui il chakra Doton è stato concentrato, rendendole così resistenti rispetto ad armi, Ninjutsu e Taijutsu di media potenza o inferiori. Le parti del corpo mutate in pietra però, per quanto resistenti, saranno impossibilitate a muoversi fintanto che manterranno la forma di roccia.
Dopo che ebbi sputato Kaos, beh, vi fu abbastanza un delirio: la rossa carina, ed il bambino, che dapprima erano stati nostri nemici, ora si offrivano come alleati, con un buon piano tra l'altro: mandare a quel paese tutto quel torneo, ed andare a liberare la povera ragazza tenuta in catene da quei pezzenti degli organizzatori del torneo! Yoko, così si chiamava la ragazza, come un segugio sentenzio la direzione in cui l'ostaggio poteva essere tenuto, avendo sentito lei l'odore del suo sangue, e Kaos, sfruttando una sua evocazione, un... coniglio, si fiondò verso la direzione indicata da Yoko, pronto a soccorrere la prigioniera; ma ecco che tutto iniziò velocemente a degenerare: l'arena, probabilmente a causa di uno dei due che non erano con me e Yoko, si era ricoperta quasi completamente di fumo, in cui non si vedeva proprio un tubo, e un paio di figure comparvero all'improvviso, asserendo che le regole del torneo non erano più valide. Mi sa proprio che abbiamo mandato tutto in malora, sentenziai, Yoko, se ti ricordi la direzione che hai indicato a Kaos, per favore vai a controllare che stia bene, ho un brutto presentimento, dissi a Yoko, prima di consigliare al ragazzino, che invece mi era salito sulle spalle, di reggersi forte per ciò che sarebbe avvenuto: mi sarei messo in posizione da affondo con le gambe, e, subito dopo quella posizione, io, ed il ragazzino con me, saremmo spariti dalla vista, con un mio scatto repentino che ci avrebbe portato nella direzione da cui avevo sentito provenire le due voci femminili sincronizzate. Avrei tentato, se avessi raggiunto uno dei possessori di quelle voci, di aggrapparmi a lui come un koala, stringendolo in un abbraccio, e, sfruttando il mio peso, avrei tentato di far cadere il bersaglio, con me sopra, così da schiacciarlo al suolo o comunque di fargli danno con la caduta di quel mio attacco kamikaze.
Oggetto: Guanti d'Arme Livello: D Descrizione: Un paio di guanti d'arme in ferro, atti a proteggere dal dorso al polso della mano di chi li indossa, ed ad aumentare il potenziale offensivo dei suoi pugni. Questi guanti d'arme, sono allacciati alla mano con un paio di bande elastiche, e con degli anelli per ogni dito, pollice escluso; fissate per mezzo degli anelli, vi sono delle borchie mobili, che seguono il movimento delle dita, risultando efficaci quando le mani sono chiuse in pugni. Tali borchie, quattro per mano, sono del diametro di un centimetro e mezzo, e lunghe tre. Potere://
Oggetto: Scarpe Rinforzate Nome Oggetto: Tetsutetsu Livello: D Descrizione: Un semplice paio di scarpe, modificate con un rinforzo in metallo per risultare così resistenti, ed allo stesso tempo dare un maggior apporto offensivo ai calci sferrati da chi indosserà tali scarpe. Il metallo che costituisce il rinforzo è di una lega resistente e leggera, che quindi non limita i movimenti di chi le indossa. Potere://
Equipaggiamento:
CITAZIONE
Fumogeno Descrizione: Piccoli esplosivi che creano una nube di fumo che si dirada dopo un po' di tempo, utili soprattutto per la fuga. Quantità: 3
Tecniche Usate:
CITAZIONE
Nome Tecnica: Cacciatore nell'Ombra Nome Originale: Kage no Naka no Hantā Tipo: Taijutsu Rango: D Caratteristica: Strategico Raggio: Corto-Medio-Lungo (max 10 m) Sigilli: No Descrizione: Tecnica dal valore non offensivo, ed utilizzata quindi in combinazione con altre tecniche. L'utilizzatore, per mezzo di uno scatto repentino, si porta alle spalle del nemico, come divenendo la sua ombra. Lo shinobi sfrutta al massimo la propria muscolatura per effettuare un rapidissimo movimento che risulta quasi impercettibile ad occhio nudo. Tramite tale tecnica, lo shinobi potrà coprire al massimo dieci metri di distanza, e dopo l'utilizzo della stessa, l'utilizzatore si ritroverà rallentato negli spostamenti per i due turni successivi, a causa di crampi alle gambe causati dalla tecnica stessa. Per eseguire la tecnica l'utilizzatore eseguirà un affondo con le gambe, dandosi quindi lo slancio da quella posizione per poter portare a compimento la tecnica.