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L’ex Talking Heads, David Byrne, prende posizione contro Donald Trump, il magnate americano in corsa per la Casa Bianca. In un lungo articolo intitolato The Echo Chamber, pubblicato lo scorso 1 febbraio sul sito personale, il musicista analizza puntigliosamente la situazione politica americana cerando di rispondere alla domanda che molti elettori (e non) in questo momento si stanno ponendo: «perché i sostenitori di Trump non si rendono conto delle bugie che racconta alla gente, oltre all’assurdità di molte delle sue posizioni e idee?”.
La risposta non sta tanto nella stupidità della gente, bensì in alcuni problemi di fondo della società americana. Il Congresso sembra infatti rispondere solo agli interessi particolari di chi è stato eletto e la voce della gente non viene ascoltata; la fiducia nei confronti dei politici, rispetto agli anni Sessanta, è calata di decine di punti percentuale; il cosiddetto “sogno americano” sembra essere definitivamente finito per la classe media, e gli stessi borghesi bianchi si sentono sempre più fossilizzati nella loro posizione, privi quindi di opportunità e di mobilità.
Ma non sono questi gli unici motivi della “chiusura” delle menti dei conservatori. Il problema – secondo Byrne – potrebbe essere ascrivibile all’uso dei social media. Facebook e Twitter, come altre piattaforme, presentano all’utente un punto di vista filtrato dai suoi stessi interessi, e quindi privo di possibilità di visione o discussione di altre opinioni, magari divergenti con la propria. Il tutto viene galvanizzato anche dagli stessi algoritmi che governano i social, costruiti ad arte per condividere contenuti in linea con ciò con cui l’utente ha più familiarità (ecco spiegato il titolo dell’articolo: la “camera di eco” non è nient’altro che il cerchio di “amici” che alimentano la nostra convinzione politica, sia essa di destra o di sinistra).
Tutto ciò potrebbe spiegare l’isolamento e l’estremismo dei sostenitori di Trump, impermeabili alle critiche non per ignoranza, bensì per cecità: i social media infatti bloccano le opinioni discordanti e non promuovono il dialogo. Anzi, istigano in una spirale di contenuti violenti l’estremismo di certe frange di utenti. L’intuizione viene supportata anche da articoli di altri osservatori, come il blogger iraniano Hossein Derakhshan e Wael Ghonim, che molti definiscono il padre della rivolta di Piazza Tahrir. Il gioco perverso dei social media serve anche ad organizzazioni terroristiche come l’ISIS per reclutare giovani leve.
La soluzione al problema non è facile, ma per concludere Byrne suggerisce di fare qualche giro in bicicletta o una passeggiata in quartieri diversi dal nostro, andando a vedere come vivono le persone dal vivo, senza l’uso dei filtri dei social network. Un articolo ricco di spunti, siano essi condivisi o meno da chi legge.
Fonte. -
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Alta, secondo te il discorso si applica anche a chi tifa Juve o Inter ? . -
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non so, ma a chi spamma penso di si . -
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azz
comunque guarda che era una domanda seria !. -
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più per il frocinone . -
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secondo me chi tifa juve è un cojone, altro che camera dell'eco >...< . -
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secondo me chi tifa juve è terrone emigrato e complessato, vessato sul lavoro dal boss di turno e pure dai quadri . -
Cardinal mendoz.
User deleted
Forza juve . -
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Altà, la cosa drammatica è che la maggior parte non è nemmeno emigrata ahahah
Mendoz crepa. -
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in effetti ahahah a Rossano tutti della juve
ba tifat u kutron. -
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JUVENTINO COJONE, SEI IL SERVO DEL PADRONE !!! . -
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basta flood però
commentate la notizia o floddate in maniera inerente alla notizia. -
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infatti il mio commento è inerente alla notizia:
la notizia dice che la gente fa cose stupide tipo tifare juve non perché è tutta scema, ma perché i social gli amplificano l'eco e gli fanno leggere solo le cose delle persone fesse come a loro !!
io invece non sono d'accordo, e dico che se uno tifa juve è proprio lui che è un cojone, con o senza eco !!!. -
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per me pure chi si fa la cresta . -
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quelli so i peggi proprio .