Frate(a)ll(e)anza

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    Zaheer the last Airbender


    ㊏ Narrato - Parlato - Pensato


    ㊏ Iwagakure no Sato
    Era notte fonda ad Iwa, il silenzio calò sul villaggio ma nelle viscere della terra c'era chi non avrebbe chiuso occhio quella notte. Dopo la ricostruzione di Iwa la Fratellanza Yang aveva deciso di spostare la sua base operativa nel sistema di cunicoli e grotte al di sotto del villaggio stesso. In questo modo sarebbe stata più protetta da attacchi futuri, inoltre adesso i membri avevano a loro disposizione una fitta rete di passaggi segreti che sbucavano in più punti all'interno del villaggio. La maggior parte dei kobun era ora nel settore Nord, dove si trovavano i dormitori. Quelli che erano ancora svegli erano di ronda oppure nelle sale comuni, impegnati nelle più svariate attività. C'era chi giocava d'azzardo, chi lavorava, chi leggeva, chi beveva e chi, insonne, cercava solo un modo per distrarsi. Zaheer dalla sala delle riunioni poteva sentirne gli schiamazzi, tuttavia altri pensieri turbavano la sua mente.

    *Scrib, scrib, scrib*


    Al lume di candela l'inchiostro tracciava kanji su di un foglio di carta, la mano del Rokudaime si muoveva lenta e decisa, ogni parola era ponderata con la massima cura. Quando terminò di scrivere l'uomo sollevò lo sguardo dal foglio per portarlo alla mappa del Mondo ninja incisa sul grande tavolo di marmo nero su cui era poggiato. Per troppo tempo la Roccia aveva subito, la distruzione aveva lasciato una profonda ferita negli animi dei suoi abitanti. Eppure egli li vedeva lottare, non s'era spenta la luce nei loro occhi, i loro cuori ardevano dalla voglia di riscatto. Non v'era più motivo di fregiarsi degli allori del passato, di nascondersi dietro i successi altrui, non questa volta. Il Mondo ninja cambiava a vista d'occhio, presto quella stessa cartina sarebbe divenuta obsoleta! Zaheer desiderava un'Iwa forte ed intraprendente, non più relegata ai margini della politica mondiale e l'avrebbe ottenuta a qualsiasi costo. Più deciso di prima rilesse la lettera, la piegò in tre parti e la chiuse su sé stessa. Dopo aver sciolto della cera in una coppa ne versò un po' sulla lettera e vi impresse il sigillo di Iwa.
    Usogui!
    Dall'ombra alle sue spalle fuoriuscì la sua guardia del corpo, un jonin dai capelli argentati raccolti in una lunga treccia. Era il suo uomo più fidato. Zaheer si mise in piedi per guardarlo bene negli occhi mentre gli assegnava il futuro della Roccia tra le mani
    Viaggerai solo, questa sarà una missione della massima segretezza. Ti recherai a Kiri e consegnerai questa lettera solo ed esclusivamente nelle mani della Mizukage Neliel Kaguya
    Detto ciò con la mano destra tirò fuori un rospo blu cobalto dalla manica sinistra e lo posò sulla spalla del jonin.
    Se qualcosa dovesse andare storto dai la lettera ad Aogama. Domande?
    Quando devo partire?
    Partirai immediatamente
    Ricevuto
    Seguì con lo sguardo Usogui che oltrepassava l'uscio della grotta. In cuor suo Zaheer sperava di giungere ad un accordo con Kiri. La Fratellanza si sarebbe fatta carico dei problemi di Iwa, questa volta avrebbe fatto lui il primo passo.



    Partecipanti: Zaheer - Neliel Kaguya
    Motivo: incontro diplomatico Iwa/Kiri
    Clausole://
    Luogo: Iwagakure no Sato - > Mizu no Kuni


    Edited by agon - 27/7/2019, 20:20
     
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    Non mi sento di addossarmi il peso di prendere la vita di qualcuno che non è neppure un guerriero


    Neliel Kaguya

    Villaggio »Kirigakure
    Grado »XI Mizukage
    Abilita Innata »Shikotsu Myaku
    Abilita speciale »Edo Tensei
    C. pg »Muon Satsujin
    Elemento #1 »Doton
    Elemento #2 »Suiton
    Scheda pg »Qui
    Conto Banca »Qui


    « Parlato » Pensato Narrato
    Uno sguardo a Ovest


    Me ne restavo lì, in piedi affianco alla mia scrivania, ad osservare la mappa dei paesi ninja tenuta aperta dalla punta di alcuni kunai che – con accurata violenza – fissavano glia angoli della grossa pergamena al legno sottostante. Vicino al Paese del Fulmine, alcune puntine fissavano alla mappa un foglio, il quale sembrava raffigurare la piantina di un villaggio con annesse zone segrete. Era proprio nella parte riguardante i sotterranei di quel villaggio che l'uomo davanti a me aveva messo delle sue specifiche note personali: gli accessi segreti, il tragitto fino all'ubicazione ultima di quella che sarebbe stata la nostra ormai prossima visita. Tutti i dettagli erano segnati su quel foglio, un promemoria più che altro dal momento che colui che ci aveva fornito tali informazioni serviva Kirigakure con assoluta dedizione.
    « Se nessuno – eccetto te – sa dove è tenuto, allora non c'è altro da dire. »
    Dissi alla figura stante dinanzi a me, gettando un'ultima occhiata alla piantina di quel luogo, riflettendo su chi avrei dovuto mandare per quell'importante incarico. La mia attenzione sulla mappa venne tuttavia distolta dalla presenza di qualcuno oltre all'uscio della sala di comando: il battito del suo cuore era come una danza di tamburi alle mie orecchie e la melodia s'intensificò quando l'anbu aprì la porta.
    Neliel-sama, un forestiero chiede di lei fuori dalle mura del villaggio.
    I miei occhi si socchiusero appena a quella frase, restando a pensare a chi potesse essere a domandarmi udienza.
    Il messaggero proviene da Iwa.
    A quelle parole, un sorrisetto apparve sul mio volto, ricordandomi il motivo per il quale erano noti quei territori non molti anni fa. Espirai marcatamente, allacciando saldamente la katana alla cinta per poi avviarmi verso l'uscita della stanza.
    « Fai la guardia. »
    Ordinai all'uomo, chiudendo poi la porta alle mie spalle nel dirigermi all'esterno del palazzo governativo della Nebbia. Una volta fuori, mi diressi all'ingresso del paese ove Usogui attendeva il mio arrivo. La nebbia (di indole naturale) attorno alla guardia del corpo del Sesto Tsuchikage iniziò improvvisamente ad addensarsi, fino a quando una sagoma prese sempre più piede nella bruma.
    « Suppongo tu sia il messaggero. »
    Il jonin dai capelli argentati annui, spiegandomi che aveva una lettera da consegnarmi e – senza perdere troppo tempo – si avvicinò porgendomela.
    L'aprii, iniziando a leggerne il contenuto con sguardo interessato, sebbene la guardia personale di Zaheen non potesse notarlo vista la densa umidità attorno a lui.
    « Il tuo capo sembra fidarsi di te, dunque prendi nota di ciò che ti dirò se vuoi portare a termine con successo la tua missione. »
    Sapevo già cosa dirgli, poiché nell'arcipelago kiriano era già stata utilizzata un'isola per rapportarsi con uno degli Tsuchikage, appena dopo il confinamento di un demone nel corpo di un jinchuriki. Aggiunsi infine un piccolo dettaglio che sarebbe stato essenziale per farmi riconoscere dal Sesto, dopodiché la nebbia divenne via via meno intensa ed il messaggero venne nuovamente lasciato da solo, libero di tornarsene a casa a riferire al suo superiore i dettagli per quell'incontro.




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    ㊏ Mizu no Kuni
    Zaheer si trovava nella sua stanza privata, era una camera da letto come quelle di tutti gli altri membri. Vi si trovavano un letto ad una piazza, una scrivania, una sedia ed un armadio. In quel momento l'Oyabun era alla scrivania e studiava degli antichi testi scritti in una lingua ormai perduta.

    *Toc toc *


    Avanti
    La porta della stanza si aprì e ne fece capolino Usogui, i suoi vesiti erano sporchi e i capelli arruffati dal sudore. Doveva essere appena tornato.
    Maestro, eccomi a rapporto
    Compiaciuto Zaheer lasciò che il jonin si sedesse sul suo letto. Gli offrì un bicchiere d'acqua dalla caraffa che aveva sulla scrivania e poi stette lì ad ascoltare il suo rapporto a braccia conserte. La Mizukage aveva accettato l'incontro, il luogo stabilito era un'isoletta nel Paese dell'Acqua già utilizzata in passato dalla Fratellanza per un contatto con le forze kiriane. Era andato tutto come previsto tranne l'ultima frase del rapporto:
    ...ah ecco, non ho ben inteso a cosa si riferisse, però prima di congedarmi la Mizukage mi ha detto di riferirle che non di sarebbe presentata con la stessa identità. È tutto Oyabun
    Pensieroso il Rokudaime si passava una mano sulla folta barba. La cosa non era granché rassicurante, però sapeva fin dall'inizio quali sarebbero stati i rischi delle sue azioni e non si sarebbe tirato indietro ora. Si alzò dalla sedia e poggiò la mano destra sulla spalla di Usogui, Aogama sbucò dalle vesti del ninja e tornò nella manica del suo padrone.
    Ti sei comportato bene, riposa adesso
    Congedato il jonin anche Zaheer uscì dalla stanza e si diresse agli archivi della Fratellanza. Fortunatamente la maggior parte dei registri precedenti alla distruzione del villaggio erano scampati alle mani dei Ronin. Solo l'Oyabun possedeva le chiavi di quella stanza, quando accese la luce rivelò lo spesso strato di polvere che copriva gli scaffali pieni di scatole e fascicoli. Si diresse alla sezione "Kiri" e ne tirò fuori un pesante fardello, dopo una breve ricerca trovò quello che cercava. Vi era la testimonianza dell'incontro avvenuto in passato tra il fondatore della Yang, Waevu Thunderbolt e uno Hyuga dal nome Jinkai. Fu quì che trovò indicato il posto in cui sarebbe dovuto dirigersi.

    [...]

    Waevu doveva essere alquanto bizzarro, a piè di pagina c'era una nota che descriveva un piatto locale, la frittura di pesce
    Lenta la chiatta attraversava il mare di Mizu no Kuni, sulla barca c'erano solo Zaheer e il barcaiolo, un vecchietto che faceva quel lavoro da cinquant'anni. La piccola lampada appesa alla prua della piccola imbarcazione non aiutava per niente ad orientarsi in quella fitta nebbia, eppure il vecchio remava sicuro verso la loro meta. L'iwano rimase in silenzio per tutto il viaggio, era da molto tempo che non saliva su di un'imbarcazione, il suono delle onde lo riportava a ricordi lontani, quando da chunin si recò sulle coste di Tsuchi no Kuni per una missione di scorta. Quando finalmente la barca attraccò al molo dell'isoletta Zaheer tirò fuori una moneta d'argento e la diede al vecchio marinaio. Dopodiché con un piccolo balzo si spostò sulla terra ferma e si diresse verso il paesino di pescatori.

     
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    SHINOBI NO KAMI

    Il giorno dell'incontro con l'ambasciatore di Iwagakure era giunto. Avevo lasciato detto alle guardie stanti fuori al mio ufficio di non fare entrare nessuno (poiché in riunione) e così era – infondo – da un certo punto di vista. L'uomo che un tempo poteva vantarsi di essere l'unico alleato della Nebbia, stava ora davanti a me, prigioniero del suo stesso tradimento nei confronti di Kirigakure. Un'alleanza con Kiri, non era affatto come uno scambio di promesse fra adolescenti, bensì un patto di sangue che nessuno delle due parti poteva e doveva violare.
    Reijiro Senju, Decima Ombra del Fulmine, probabilmente non lo aveva compreso appieno, quando ancora in vita. Colui che – durante il suo mandato – era stato paragonato ad una divinità fra gli shinobi, ora avrebbe trascorso il resto della sua esistenza a rispettare l'accordo stretto con il villaggio sotto al mio comando. Il suo corpo restava immobile dinanzi a me, il suo sguardo era spento e la volontà azzerata. Un edo tensei non era altro che una marionetta, infondo. Per quanto triste potesse apparire ad occhi esterni, il mio sguardo era ancora pregno dell'indignazione e del risentimento per come quell'uomo s'era comportato nei nostri confronti.
    Fu quando chiusi gli occhi che il volto del defunto Senju si levò, destato dalla mia stessa volontà, incamminandosi verso un mantello nero appeso a un gancio sul muro. Una volta indossato e coperto il viso dal cappuccio, l'uomo uscì dalla finestra dirigendosi rapido in direzione del luogo d'incontro con il Sesto Tsuchikage. Il tragitto non fu né lungo né travagliato, dal momento che la figura sapeva bene dove e come si doveva muovere; infondo, era pur sempre la sottoscritta a spostarlo nei territori sotto la mia giurisdizione.
    Il Senju giunse sull'isolotto ben prima dell'arrivo dell'iwano, posizionandosi lungo l'unico sentiero che conduceva al villaggio. Conoscevo bene gli orari delle chiatte che portavano all'isola e, a grandi linee, l'uomo sarebbe sbarcato a breve presso l'unico molo del luogo.
    Così fu: dopo nemmeno una decina di minuti, la figura di colui che riconobbi essere la Sesta Ombra della Roccia passò vicino al mio avatar, il quale sciolse le braccia raccolte al petto e si staccò dalla parete rocciosa alla quale s'era appoggiato, voltandosi infine in sua direzione.
    La stavo aspettando, Rokudaime.
    Commentò l'incappucciato alle sue spalle, portando una mano all'altezza del bacino, mentre la mancina restava in piena libertà lungo il fianco opposto.
    Spero il suo sottoposto le abbia riferito il fatto che non mi sarei presentata con la mia reale identità. Sarei venuta di persona, ma questo corpo serve per uno scopo ben preciso.
    Lo sconosciuto portò le mani sul cappuccio, scoprendo infine il volto dell'edo tensei che avevo mandato ad incontrarlo: tutti conoscevano Reijiro Senju, il kage che per più tempo era rimasto in carica negli ultimi anni e che quindi era conosciuto da molti nelle terre ninja. La pelle del suo viso era piena di crepe, la sclera era nera come la pece e l'espressione era quella di uno schiavo in catene.
    Ebbene, Zaheer-dono, di cosa volevate disquisire? Sono tutt'orecchi.
    Gli dissi, restando in ascolto delle parole dell'uomo sulla quarantina stante (indirettamente) davanti a me, attendendo – curiosa – di ascoltare la sua eventuale proposta.

    Simbolo_Kumo




     
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    ㊏ Mizu no Kuni - Isola X
    Il Rokudaime procedeva lungo il sentiero che portava al villaggio quando incrociò una figura ammantata di nero che se ne stava appoggiata alla parete, con la coda dell'occhio notò i suoi guanti e le sue calzature che poco si addicevano agli umili pescatori che aveva osservato sul molo. Mantenendo alta la guardia lo oltrepassò tenendo però i sensi all'erta.
    La stavo aspettando, Rokudaime.
    Un piccolo sorriso incrinò i suoi lineamenti austeri per un istante. Con molta naturalezza Zaheer arrestò i suoi passi per poi voltarsi verso la figura misteriosa.
    Spero il suo sottoposto le abbia riferito il fatto che non mi sarei presentata con la mia reale identità. Sarei venuta di persona, ma questo corpo serve per uno scopo ben preciso.
    Era difficile mantenere il sangue freddo di fronte alla più vile delle arti ninja, tuttavia si trattenne dall'esporre il suo disappunto.
    Oh, Mizukage-dono, è un vero peccato non poter ammirare il vostro tanto rinomato fascino.
    Il Raikage Reijiro Senju, noto nelle terre ninja come il Kami degli Shinobi, il più grande esponente del suo antico clan, si trovava di fronte a lui, schiavo di catene invisibili, prigioniero della meschinità umana. Era la prima volta che Zaheer vedeva di persona una vittima del formidabile jutsu. Sentire le parole della Mizukage fuoriuscire da quella sorta di manichino era estraniante. Socchiuse un attimo gli occhi per pregare per l'anima del glorioso shinobi affinché un giorno potesse trovare riposo.
    Ebbene, Zaheer-dono, di cosa volevate disquisire? Sono tutt'orecchi.
    La domanda era stata posta in modo diretto, settando fin da subito la discussione su di un certo livello di schiettezza. D'altronde i Kiriani non avevano la fama di essere grandi oratori, non che la cosa gli dispiacesse.
    Essere uno shinobi vuol dire sacrificare sè stessi, chiudere gli occhi alla luce del sole per servire nell'ombra, questa è la vera forma degli shinobi, fin dall' antichità. Migliaia sono morti affinché questo mondo non fosse basato su ideali e frivolezze. Esistono verità orribili a questo mondo, ma grazie a queste la pace è preservata.
    Il suo sguardo cupo era diretto verso un punto indefinito sulla parete rocciosa, non si sarebbe mai perdonato di aver abbandonato Iwa nel momento del bisogno.
    Io ho fallito come shinobi, ma ho deciso di spendere il resto della mia vita per far si che i germogli di Iwa non facciano il mio stesso errore. Il mio sogno è liberare le menti degli Iwani dagli incubi della distruzione e dell'oppressione. La Fratellanza Yang, di cui ho riacquisito il comando, sarà la pietra d'angolo della Nuova Roccia. Questa volta non rimarremo sotto al tavolo a contenderci gli avanzi.
    Lo sguardo del Rokudaime tornò a fissarsi in quello del Raikage
    Ed è qui che entra in gioco la diplomazia. Vedere qui il Dio degli Shinobi ridotto a poco più di una marionetta mi fa ribrezzo... ma mi fa anche riflettere. Le mie ipotesi sulla forza di Kiri non sono più solo dicerie sussurrate a denti stretti dai membri della Fratellanza, sono fatti.
    Fece un'ultima pausa prima di pronunciare le fatidiche parole.
    Sono qui, oggi, per proporvi un'alleanza.
    Il suo obbiettivo principale era infatti mettere subito in chiaro quali fossero gli alleati e quali i nemici di Iwa. Aveva deciso di iniziare dalla superpotenza kiriana mettendo a repentaglio la sua stessa vita pur di ottenere quell'incontro. In questo giorno, ai margini di un'anonimo villaggio di pescatori kiriani, la penna del destino scriveva la Storia.

     
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    Thunder Shadow Simbolo_Kumo
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    SHINOBI NO KAMI

    La Sesta Ombra della Roccia si voltò in mia direzione non appena interagii con lui, fissando il corpo di colui che aveva tradito l'alleanza con Kiri con un velo di sorpresa. Non risposi alle prime parole del ninja di Iwa, conscia che le gentili parole fossero più per instaurare un buon inizio di conversazione, più che per porgermi un vero complimento. Iwagakure aveva scelto un successore di Thunderbolt altrettanto carismatico, a quanto pare; Jinkai-dono mi aveva parlato a lungo degli accomodanti modi di fare di quegli shinobi ma – purtroppo per lui – avevo tutt'altro allineamento. Attesi il motivo per il quale l'uomo dinanzi a me aveva richiesto un incontro con la sottoscritta, restando in silenzio per tutta la durata del suo discorso. Zaheer mi ricordava il mio predecessore: si mostrò anche lui come un uomo che s'era fatto carico delle responsabilità per un fallimento che assoggettava unicamente a sé stesso, quando in realtà le cose erano ben differenti.
    Siamo esseri umani e, per quanto alcuni si auto-elevino ad un livello superiore, sbagliare è nella nostra natura.
    Commentai in prima battuta, cercando di alleggerire i sensi di colpa del quarantaduenne, mentre continuava il suo discorso facendo un commento sul corpo che avevo utilizzato per quell'incontro. Sapevo benissimo il motivo per il quale era stato organizzato l'incontro, d'altronde non era l'unico ambasciatore che aveva contattato Kirigakure nelle ultime settimane: prima il Kokage, Axel Kotetsu, con quell'editto di guerra ed infine Zero Hyuga di Sunagakure. In molti avevano chiesto di poter combattere al nostro fianco, nelle guerre a venire, consci di cosa avrebbe potuto significare opporsi alla Nebbia sul campo di battaglia.
    Sarò sincera con lei, Rokudaime...non sono minimamente interessata alla diplomazia: Kirigakure anni fa instaurò un'alleanza, fidandosi della parola dello stesso uomo che oggi è qui (davanti a lei) ad espiare le sue colpe, in quanto traditore di tale accordo. La Nebbia impara dai propri errori ed è restia a stringere nuovamente accordi basati semplicemente sulla parola degli uomini.
    Gli spiegai con fermezza, senza tuttavia risultare ostile nei suoi confronti. Conclusi la risposta negli istanti successivi, osservando l'uomo negli occhi tramite l'avatar utilizzato per l'incontro.
    Tuttavia, se sono qui è perché sono interessata a una futura alleanza con il suo villaggio, ma la Nebbia ha bisogno di fatti concreti per sapere di potermi fidare della Roccia. Dunque – in cuor mio – mi domando: cos'ha da offrire Iwagakure al mio villaggio che già non ha?
    Conclusi senza troppi giri di parole, lasciando che l'uomo difronte a me desse sfoggio della diplomazia di Iwagakure, nota in tutto il mondo per la sua proverbiale efficacia.

    Simbolo_Kumo




     
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    Oh mi creda Mizukage quando le dico che non mi presento davanti a lei con mezze convinzioni.
    L'inflessione della sua voce cambiò assumendo un tono più alto, le braccia fino ad allora conserte vennero aperte con decisione andando poi a posizionarsi parallelamente al busto verso il basso. A questo gesto si sollevò un'improvvisa corrente di vento, la nebbia che si trovava attorno a loro si diradò per decine di metri come spinta da un muro invisibile.
    Non ho attraversato le terre ninja da parte a parte per sentire messa in discussione la fedeltà della Roccia alla parola data.
    La codardia non apparteneva ai cuori degli iwani, non erano bastati la distruzione e i Ronin a piegare la Roccia. Il gesto eclatante sarebbe stato del tutto innocuo per il redivivo, la sua funzione non fu più che un semplice gesto di stizza per Zaheer. Il tutto però venne compiuto con la massima calma e compostezza, un tale livello di controllo del vento per lui era naturale come schiarirsi la voce o emettere un sospiro.
    Io ho la ferma intenzione di usare qualsiasi mezzo per proteggere Iwa. Non cambierà niente se perdiamo tempo e permettiamo alla morale e all'etica di guidarci. Fiducia, o la mancanza di essa non importa... ciò che conta sono i risultati.
    Il suo sguardo si fece più fino mentre la mano destra veniva ora portata alla barba com'era solito fare quando rifletteva.
    Le radici di Iwa sono forti, la Fratellanza Yang non ha mai smesso di operare nell'ombra, la nostra rete di informatori è ancora in piedi, denaro, organi, mercenari, noi siamo pronti ad offrire questo ed altro ancora. Io ne ho riacquisito il controllo da poco ma intendo farla evolvere in un'organizzazione militarizzata ed autosufficiente. I tamburi della battaglia potrebbero suonare da un momento all'altro, questo lei dovrebbe saperlo meglio di me, è in tempo di pace che si prepara la guerra.
    Con discrezione osservava le possibili reazioni del redivivo che tuttavia sembrava essere in una sorta di trance. Attese la risposta della Mizukage assorto nei suoi pensieri.

     
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    Osservai incuriosita la dimostrazione di potere da parte del Sesto che confermò le informazioni ch'erano state raccolte su di lui negli anni precedenti. I lunghi capelli corvini del Raikage subirono la prepotenza di quell'indomabile vento che (tuttavia) si limitò a dissipare la coltre di nebbia, evitando di tagliare cose o ferire il corpo del rianimato. L'uomo continuò quindi con un discorso sull'etica e sulla morale, riferendosi probabilmente al fatto che gli stessi parlando attraverso un morto. Se da una parte apprezzavo le sue parole al punto da condividerle, dall'altra mi sorprese che un emissario del villaggio che – fra tutti – era quello che più si basava sull'onore, ignorasse i mezzi pur di raggiungere un fine. Stava forse cercando di circuirmi a parole per avere il mio favore o alla Roccia le cose stavano cambiando in qualcosa di più oscuro? Nessuna emozione poteva trasparire dalla mia marionetta, dunque non giunse alcuna reazione ai sensi del quarantenne dalla folta barba.
    Le ultime parole dell'iwano, invece, suscitarono qualcosa in me (a differenza di quelle da lui utilizzate in precedenza), qualcosa che riusci persino a far smuovere la nuca del redivivo: interesse. Già, perché se c'era un motivo per il quale Kiri aveva trovato interessante Iwa (fin dall'era dello Hyuga), era – senz'ombra di dubbio – la merce che quella fantomatica Fratellanza offriva. Non mi era mai stato chiaro come i loro membri riuscissero a reperire tutta quella merce da mercato nero, quello che invece era cristallino (come le acque delle coste kiriane) era il mio interesse a tal proposito.
    I nostri predecessori erano molto meno aperti di noi, Zaheer-dono, e fa piacere vedere sul tavolo proprio l'offerta che mi aspettavo da parte sua e dell'organizzazione che comanda. Penso che si sia già fatto un'idea di cosa possa interessare a Kiri, così come credo lei ben sappia cosa io possa offrire a Iwa nel caso in cui scoppi una guerra. I villaggi che sto tenendo d'occhio sono due: con il primo siamo ostili da tempo immemore, mentre il secondo ha da poco tradito la nostra fiducia rompendo l'alleanza nel fare il doppio gioco con il nostro nemico. Allearsi con Kiri significa dichiarare guerra alla Foglia e alla Nuvola, Rokudaime...è ancora sicuro della sua decisione?
    Conclusi in ultimo, mentre l'edo tensei portava le braccia raccolte al petto, in attesa del verdetto finale dell'iwano stante davanti a lui.

    Simbolo_Kumo




     
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    Quando Zaheer nominò la Fratellanza persino l'edo tensei reagì alle sue parole. A quanto pareva la bramosia della Mizukage non sarebbe stata soddisfatta col solo Reijiro. Tutti i maestri del Rokudaime lo avevano spinto a seguire la "giusta" via, la via dell'onore e della rettitudine. Nel corso della sua vita aveva sempre seguito le loro orme, grazie alla loro guida era divenuto uno shinobi forte e giusto, la sua ossessione per i testi di Guru Laghima lo aveva praticamente trasformato in un monaco. La sua vita da eremita era perfetta e nella totale atarassia offertagli dai monti di Tsuchi no Kuni il suo spirito aveva raggiunto le vette degli antichi guru. I problemi però sorsero quando la sua spiritualità dovette confrontarsi con gli affari terreni, tornare ad Iwa rappresentò la sua disfatta. Gli orrori della guerra imperversarono per tutto il Paese, l'odio e il rancore obnubilarono le menti dei più deboli. Silenziosamente si allontanò dai riflettori per chiudersi in meditazione sui monti,questa volta però la sua perfetta sfera di valori presentava una piccola crepa e pian piano a quella se ne aggiunsero altre ancora. Il suo sentiero, un tempo sgombro, era ora minacciato da ogni parte da dubbi e preoccupazioni. La rivoluzione interiore che conseguì a quel momento di crisi fu dura. Dopo molto tempo e con grande forza d'animo Zaheer ricucì le sue ferite, prese coscienza del suo fallimento e finalmente alzò nuovamente lo sguardo su quella che era la situazione di Iwa. Non era tornato per guidare il villaggio dall'alto, questa volta si sarebbe sporcato le mani in prima persona. Spoglio dell'innocenza di un tempo decise di impadronirsi delle ombre e dei segreti del villaggio. Iwagakure era cambiata e lui era pronto a cambiare con essa, questo era il primo passo verso una nuova era.
    I tempi sono maturi. Iwa non ha molti shinobi ma sono tutti veterani induriti dagli stenti e dalla sofferenza degli ultimi anni. Inoltre le posizioni della Roccia e della Nebbia sono strategiche, con una manovra a tenaglia potremmo schiacciare in breve tempo ogni forma di resistenza nemica. Lo scopo di quest'alleanza è la guerra stessa, ricorderemo a tutto il mondo quanto possa essere pericoloso il gigante che dorme
    Finito il discorso abbassò il braccio destro portandolo in avanti, come per stringere la mano al suo interlocutore, fu in quel momento che rimembrò l'infausta natura di chi gli si trovava davanti. Ritrasse il braccio portandolo parallelo al corpo, la cosa gli lasciò l'amaro in bocca.
    Niente stretta di mano immagino... dovremmo incontrarci di persona un giorno.
    Con la punta della falce che pendeva dalla sua cinta si procurò un piccolo taglietto e dopo aver composto i sigilli necessari poggiò la mano per terra. Da una piccola nube di fumo fuoriuscirono due rospi di colore arancione, non più grandi di una ciotola di ramen.
    Mizukage-dono la prego di accettare questi due rospi, nel caso in cui voglia contattarmi urgentemente lo comunichi ad uno dei due, l'altro mi richiamerà a lei.
    Qualora avesse acconsentito i due rospi avrebbero compiuto un balzo andandosi a posizionare sulle spalle del redivivo. Il suo compito lì era finito, attese pazientemente una risposta dalla Mizukage, la trattativa sembrava volgere al termine.

     
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    SHINOBI NO KAMI

    Rimasi in silenzio ad ascoltare le parole dell'uomo dinanzi a me, il quale parve accogliere senza timore le conseguenze di un'alleanza con il villaggio che rappresentavo. Non solo si dimostrò consapevole, ma ne sottolineò persino i vantaggi, cosa che non mi dispiacque in fin dei conti. Konoha non aveva alleati a ovest, né poteva dire di avere una potenza a guardargli le spalle a est dopo la morte del Senju. Se le cose restavano in questo modo, nessuno si sarebbe in mezzo nei nostri futuri piani, garantendoci lo spazio di manovra di cui necessitavamo.
    Magari la prossima volta, Zaheer-dono.
    Commentai con una punta di sarcasmo, mentre le pupille immerse nella sclera color pece osservarono la tecnica del richiamo, dalla quale vennero evocati due piccoli rospi. Ne seguì una spiegazione che fece inclinare il capo dello screpolato uomo di lato, come se la cosa non mi convincesse molto.
    Mi assicurerò che questi rospi restino in salute fino al nostro prossimo incontro, per ora è tutto.
    Buon ritorno a casa, Rokudaime.

    Lasciai che i due anfibi balzassero sul corpo dell'edo tensei, dopodiché feci fare ritorno al servo di Kiri che tuttavia si fermò in uno stagno all'esterno delle mura della Nebbia.
    “ Troverete rifugio quaggiù, non vi accadrà nulla. ”
    Posate a terra nei pressi della riva dell'acquitrino, una bara apparve attorno al moro, richiudendolo al suo interno per poi sprofondare nel terreno.

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    Le parole della Mizukage misero una pietra sopra la faccenda, a conclusione di quella trattativa. Zaheer congiunse le mani di fronte al petto in segno di saluto ed accennò un piccolo inchino.
    Spero che quest'alleanza possa essere duratura e fruttuosa per ambo le parti. Arrivederci, Neliel-dono.
    Dopodiché seguì l'edo-tensei con lo sguardo finché non lo vide sparire nella fitta nebbia. Il suo ruolo lì era giunto al termine, avrebbe dovuto muoversi in fretta per avvertire Iwa della nuova situazione politica. Senza distaccare le mani l'una dall'altra prese il volo e rapido salì di quota lasciando alle sue spalle solo un sommesso tintinnare metallico.

     
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