Summit della Sabbia

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    Kenzo Akasuna | 1,82m | 72kg | Marionettismo | Marionetta Umana | Veleni ed Antidoti |Raiton, Doton



    Le tre forze che si stavano per riunire a Suna con l'intenzione di delineare i dettagli dell'alleanza avevano mosso rapidamente le proprie pedine.
    Chi in un modo e chi in un altro, tutti i Paesi avevano cercato di presentarsi al meglio ai propri futuri compagni d'armi, desiderosi di sancire dei legami che presumibilmente avrebbero potuto costituire una base per la rinascita dell'intero Continente in seguito alla risoluzione dell'imminente guerra.
    Nonostante gli intrighi politici suniani avessero tenuto occupato il Kazekage, grazie al prezioso aiuto dei funzionari era riuscito a delineare una data ed un luogo d'incontro per tale incontro, invitando il Raikage ed i rappresentanti di Konoha, che ancora non aveva visto l'elezione di un nuovo Hokage. Per quanto avesse tentato di aspettare che un nome venisse scelto, i tempi ormai erano diventati fin troppo ristretti e l'intero Continente richiedeva che qualcuno prendesse posizione contro la sanguinaria fazione composta da Kiri, Iwa e Oto.

    Kenzo aveva lo sguardo fisso verso l'orizzonte, in piedi sulla Cima del Palazzo del Kazekage in attesa dell'arrivo degli ospiti. Per l'occasione, aveva indossato un sovrabito decorato con i simboli della Sabbia intrecciati tra loro, oltre al solito copricapo che aveva imparato essere d'obbligo in incontri ufficiali come quello. Aveva aiutato personalmente a delineare i dettagli di quell'incontro, contribuendo anche in prima persona alla costruzione del gazebo di legno pregiato che era stato posizionato sulla cima dell'edificio, con delle tende di seta a delinearne i confini e separare il tavolo circolare posto al centro, con le semplici sedie poste intorno ad esso e varie carte appoggiate verso il lato di quella del Kazekage - anch'essa segnata dal simbolo della Sabbia - dal resto del tetto, su cui erano posizionate una decina delle sue aquile di media grandezza, mentre le altre più piccole sorvolavano fino a chilometri di distanza dal villaggio con ancora più attenzione del solito.
    Tutto era stato pensato per accogliere le personalità più importanti di due villaggi alleati, dai controlli serrati ai confini del villaggio e le zone circostanti, alla posizione strategica scelta per tale incontro. Oltre a mostrare agli ospiti la bellezza esotica del deserto in cui lui era cresciuto, trovarsi all'aperto avrebbe aiutato in caso d'intervento esterno.
    Dobbiamo solo aspettarli. Manca poco.
    Con quelle parole, fece segno al resto dei suoi richiami di spargersi per il centro abitato, andando a prendere poi il proprio posto intorno al tavolo, sistemando per l'ennesima volta le carte che aveva preparato nei giorni precedenti. Per quanto fosse sicuro dell'esito di quell'incontro, una parte di sé continuava a chiedersi se non fosse stato tutto inutile, se l'unione di tre villaggi così diversi da loro non fosse possibile, almeno non nel modo in cui la intendeva lui.
    Cercando di non pensare a tale evenienza, riprese la propria austera sicurezza da capovillaggio in attesa dell'arrivo degli ospiti.



     
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    Nome: Wukong Akimichi | Villaggio: Konohagakure no Sato | Rango: Jounin
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    Quel giorno era giunto, se dire finalmente o meno non spettava me deciderlo ma avrei lasciato ai posteri l'ardua sentenza. Ricevetti una comunicazione da parte del VII Kazekage, Kenzo Akasuna, per il meeting che si sarebbe effettuato nella capitale della Sabbia. Ahimè, e qui posso dire purtroppo, noi della Foglia non riuscimmo a raggiungere gli accordi per fare salire qualcuno sullo scranno di Hokage ed una mancanza del genere mostrava la Foglia, oltre che in difficoltà ed in una situazione spinosa, debole. Non so chi del Concilio sarebbe partito per la causa, probabilmente mi sarei aspettato l'arrivo di Brynden, ma avrei -comunque- scelto di viaggiare in solitaria. Avevo bisogno di rimanere un po' da solo. Nell'ultima missione svolta con i membri dei due rispettivi Villaggi alleati riportai diverse ferite che in qualche modo vennero rattoppate, ma ancora il mio fisico era provato oltre che avere le medicazioni.
    "Manca poco"
    Quel pensiero poteva avere mille sfaccettature, come oramai mancasse poco ad una elezione dell'Hokage o mancasse poco all'inizio della Guerra. Ma in quel caso si riferiva, più semplicemente, all'arrivo nel Villaggio della Sabbia. Essendo un Summit legato alla guerra ero abbigliato con la mia armatura, simbolo degli Akimichi. La feci limare e sistemare dato che nell'ultima missione la imbrattai del mio sangue oltre che di polvere. Seppur ammaccato dovevo risultare forte e deciso. Il povero Akasuna dovette sopportare ogni mia lagna, in questo caso avrebbe visto un leader ed un compagno della quale potesse fidarsi.
    Arrivato ai cancelli della Sabbia mi sarei presentato con il nome di Wukong Akimichi XII Capoclan. Mi accolsero con un inchino semi referenziale, non compresi realmente il perché, ed entrai fieramente nel villaggio. Il cielo, blu, era circondato dalle aquile del Kazekage in attesa proprio di quest'incontro. Inoltre voleva evitare che esterni attaccassero o ci spiassero in una situazione del genere.
    Circa quindici minuti dopo al mio arrivo giunsi alla magione del capo militare del Vento, ed una bella Kunoichi annunciò il mio arrivo. Avrei atteso il permesso per entrare.
    " Sì, manca davvero poco."
     
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    La sabbia sussurrava silenzi mai scritti, all'alba di un nuovo giorno. Nel cielo le nubi componevano adunanze sparse, oscurando a tratti il debole Sole invernale, mentre tutto intorno al Villaggio pareva ancora tacere. Nel cielo del deserto volava uno sparviero, lasciandosi trasportare dalle calde correnti del Paese del Vento, danzando nell’aire e lasciandosi cullare fra i cumuli bianchi dell’Ovest. Sarebbe giunto sino al cuore del Villaggio della Sabbia, il palazzo di Kenzo Akasuna, per poi posarsi su di un cornicione, la cima più alta di quella maestosa costruzione.

    Cra.. Cra..

    Il mondo dei ninja era cambiato, questo è certo, ma ben poco ne erano cambiati gli autori. Il desiderio umano avrebbe continuato a spingere gli uomini verso il credo dell'homo homini lupus, il prevaricare sull'altro, la guerra, il dolore, la conquista. In un contesto così precario, le nazioni libere del grande continente si sarebbero quindi ritrovate a dover discutere sul loro avvenire, anche in favore di quello che sarebbe successo in un futuro non così remoto. La Foglia, la Sabbia e la Nuvola si sarebbero quindi ritrovate per decidere del futuro dei rispettivi Villaggi.

    « Kenzo, è un piacere rivederti.. »

    Era la voce di Brynden Rivers, il quale, avvolto in una nube di fumo bianco, aveva fatto la sua comparsa sulla sommità del palazzo ove a breve si sarebbe tenuto il Summit della Sabbia. Lo shinobi salutò con rispetto il Kazekage, ponendo un cenno di inchino col capo. Era ancora un giovane Genin la prima volta in cui fece conoscenza dell’Akasuna ed oggi questi era il capivillaggio della Sabbia, ne aveva fatta di strada. Quanto a Brynden invece? Non senza i suoi alti e bassi, il “bastardo” di Roccia del Drago era diventato uno shinobi rispettato all’interno di Konoha.
     
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    猫忍者 Simbolo_Kumo
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    Ciò che mi era stato detto dall’Akasuna ora si era trasformato in realtà. Un summit tra tre grandi nazioni avrebbe avuto luogo proprio nel villaggio della sabbia ed oltre ai due kage erano stati invitati a partecipare gli esponenti più importanti della foglia. Dunque non sono ancora riusciti a trovare una guida. Pensai nel mentre firmavo le ultime carte prima della partenza. Essere il Raikage mi aveva portato a passare molto tempo in ufficio ed ogni volta che mi dovevo allontanare dal villaggio dovevo trovare un sostituto che potesse controllare che tutto sarebbe andato per il meglio. Un nuovo viaggio verso il deserto mi aspettava, certo avrei preferito un luogo un po’ più mite ma giustamente era stato proprio il Kazekage ad organizzare il tutto. Presi così lo zaino non appena fini di firmare, mettendo dentro la tunica da Raikage, insieme ad altre provviste per il viaggio. Non mi andava di certo di viaggiare con un bel simbolo sulla schiena per dire, guardate sta passando il Kage della nuvola. Tra Kumo e Konoha era sicuramente la prima nazione ad essere più lontana, dunque ci avrei sicuramente messo più tempo degli altri. Lasciai così le direttive per colmare la mia assenza prima di iniziare il viaggio. Di certo fino al confine con il paese del vento tutto andava per il meglio, anche perché il clima era molto simile a quello della nuvola. Discorso diverso invece per il clima che si respirava nel deserto, dove dovetti fermarmi più volte per rinfrescarmi, fino a compiere l’ultimo pezzo di tragitto in volo, controllando le correnti fino a giungere al villaggio della sabbia. Avevo deciso di indossare solamente ora la tunica ornamentale da Raikage, anche perché prima sarebbe stato solamente uno spreco. Atterrai così sulla sommità del palazzo del Kazekage, ritrovandomi davanti le stesse identiche persone dell’ultimo mio viaggio. Solamente l’Akasuna sapeva che ero il Raikage, mentre anche loro ora avrebbero scoperto il tutto. Non dovrei essere arrivato in ritardo. Iniziai con il dire, prima di salutare tutti i presenti.
    Simbolo_Kumo

     
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    Quando la kunoichi annunciò l'arrivo di Wukong, Kenzo non si scompose minimamente, rimanendo impassibile anche quando da una nuvola di fumo bianco apparve il jinchuriki del nove code, seguito poco dopo dall'arrivo del Raikage, anch'esso sopraggiunto senza passare per l'ingresso principale, ma superando lo strormo di aquile che era stato posto a difesa del centro abitato.
    Contento che tutti avessero seguito le direttive della sua missiva e che si fossero presentati in orario, solo a quel punto Kenzo si alzò dal proprio posto, superando poi la tenda di seta che delineava il gazebo. Anni di esperienza come ninja sensitivo avevano acuito i suoi sensi e, combinati con la consapevolezza del loro arrivo, gli avevano permesso di riconoscere le loro identità senza neanche vederli.
    Fece la propria apparizione con fare solenne, soffermando lo sguardo serio su ognuno degli invitati prima di discostare un altro po' la tenda e fare segno di seguirlo al suo interno, mantenendo lo sguardo fisso su di loro e cercando di trasmettergli la stessa sicurezza che probabilmente si aspettavano dalla sua figura. Il suo compito durante quell'incontro sarebbe stato di mediare le parti, quindi non avrebbe avuto modo di mostrarsi indeciso durante i negoziati.
    Una volta che tutti fecero il proprio ingresso, tornò al proprio posto, sollevando lo sguardo dalla scrivania su cui aveva poggiato le carte per mostrare per la prima volta durante quell'incontro un sorriso.
    Cari compagni, sono lieto di darvi il mio benvenuto qui al Villaggio della Sabbia. Permettetemi di offrirvi qualcosa per recuperare le energie del viaggio, per chi non è cresciuto qui non è mai semplice superare il deserto.
    Mentre pronunciava quelle parole, dei fili di chakra si andavano ad ancorare saldamente ad un tavolino poco distante, ai limiti del gazebo, recuperando delle tazze di té verde preparate in precedenza ed ancora calde grazie alle temperature esterne, che porse poi ai tre ospiti.
    Il motivo del nostro incontro penso che sia chiaro. Suna ha stretto un'alleanza di carattere difensivo sia con Konoha che con Kumo. I rappresentanti di entrambi i villaggi hanno dato la loro parola di proteggere il mio villaggio in caso di guerra, e così ho fatto io. Nonostante la Foglia non abbia ancora un Hokage, gli ultimi avvenimenti non ci permettono di perdere altro tempo.
    Prese qualche istante di pausa, studiando le espressioni dei tre uomini, soprattutto i due jonin di Konoha, sinceramente curioso di chi avrebbe ottenuto il titolo tra loro.
    La scelta più saggia è di unirci in una triplice alleanza contro la minaccia di Kiri, Oto e Iwa. Tutti noi confiniamo con almeno uno di essi e non possiamo permetterci di essere isolati in vista dell'imminente guerra. Ho già elencato dei punti da cui partire per discutere i dettagli dell'accordo, potete leggerli qui.
    A quel punto, sempre grazie ai fili di chakra, allungò dei fogli agli ospiti, dandogli il tempo di leggerli velocemente.
    Richiamano gli impegni che il Vento ha già preso nei confronti dei vostri villaggi - difesa reciproca in caso di attacco, libera circolazione dei cittadini, collaborazione nel corso delle missioni ed il resto - ma li estendono per rafforzare il nostro fronte. Oltre a ciò, in seguito alla risoluzione della guerra i nostri villaggi si impegneranno nel rimanere uniti nella ricostruzione, anche in caso di nostra dipartita.
    Quel punto era stato aggiunto in maniera esclusiva per quel triplice accordo, anticipando possibili voltafaccia che avrebbero potuto sopraggiungere in seguito al termine della guerra, magari a causa della morte di uno dei lì presenti. Se uno tra i loro villaggi fosse rimasto più colpito dagli scontri si sarebbe potuto trovare in posizione di svantaggio in caso di un'ipotetica vittoria, potendo dare modo agli altri membri dell'alleanza di allearsi tra loro per conquistarlo, sfruttando quella temporanea debolezza.
    Aveva tentato di pensare ad ogni possibile variabile, ma fondementalmente ciò che più gli interessava era la possibilità di far muovere liberamente i cittadini nei territori degli alleati. Soltanto in quel modo sarebbe stato possibile crescere insieme, allenandosi e rischiando la vita sullo stesso fronte. Probabilmente questo sarebbe stato d'aiuto soprattutto per i jinchuriki: sia Brynden che Shina avrebbero avuto tanto da imparare da Kaiser.
    Se avete qualcosa da dire, fate pure. Io interverrò solo se interpellato.
    In quel momento, il suo ruolo non era quello di protagonista. Nonostante fosse lui la mente dietro quell'alleanza, avrebbe dovuto lasciare spazio alle due parti che non avevano ancora un accordo di discutere tra loro, intervenendo solo per mediare le loro relazioni a favore di Suna e del bene comune.
    Se avesse avuto ancora un corpo umano, probabilmente in quel momento una goccia di sudore gli avrebbe solcato il viso.


     
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    Viaggio nel Deserto

    Alle volte il destino di un incontro può essere beffardo, eludendo le barriere mentali degli attori sino a giungere direttamente alla loro psiche, senza prendere vie secondarie o entrate alternative. Capita che ciò possa avvenire senza alcun preavviso, lasciando il più delle volte spiazzato chi, da una determinata situazione già accordata a tavolino, si trovi a fare i conti con l’ignoto.

    Qualcosa si muove..

    Attorno al palazzo del Kazekage era cominciato un certo via-vai. Prima uno shinobi della Foglia si era annunciato in qualità di XII Capoclan Akimichi poi un altro figuro con la tunica da Raikage aveva fatto capolino dal cielo; se un singolo evento poteva essere additato a mera coincidenza, il susseguirsi di tali vicende non poteva essere solamente un caso fortuito. Decise quindi di entrare nel palazzo passando per il portone principale, fino a raggiungere la scalinata che lo avrebbe portato sino in cima al tetto del palazzo.

    Io qualcosa da dire ce l’avrei..

    Disse un’anziano che aveva appena fatto capolino al Summit, interrompendolo; l’aspetto era quello di un comune vecchietto, anni intorno ai settanta, forse qualcosina in più, capelli caduchi e passo claudicante. Stranamente non aveva incontrato particolari ostruzioni nel giungere sin lí o, più probabilmente, non aveva avuto particolari problemi a superarle.

    To be continued..

     
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  7. Saix
         
     
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    Il mio arrivo non fu solitario, non mancarono a susseguirsi un numero cospicuo di eventi e pure di una importanza elevata. Brynden spuntó a seguito di uno sbuffo bianco e pure il Raikage apparve con una entrata abbastanza scenografica. Il cappello giallo con su scritto il simbolo del Fulmine apparve. Una volta che tale individuo alzò il capo vidi un viso a me abbastanza familiare: Kaiser Iburi, il portavoce della Nuvola. O almeno così si presentò a me al nostro incontro qualche settimana prima.
    "Kaiser? Ma come... Non mi ha detto tutto."
    Non essere un Kage comportava anche questo, essere raggirato facilmente. Kenzo ci fece accomodare ma mi apparve dannatamente diverso, il suo viso simile alla porcellana somigliava a quello di un oggetto. Non mi sembrò vivo. Che cosa gli era accaduto?! Ci donó una tazza di tè e successivamente iniziò a discutere di tale trattative difensive, fece addirittura comparire dei fogli sempre con l'ausilio del chakra. Avevo mille domande in quel momento, perché Kaiser avesse omesso quel particolare, cosa fosse accaduto all'Akasuna ed infine...
    Qualcosa successe di molto ma molto imprevisto. Un uomo molto avanti con l'età apparve difronte a tutti i presenti. Mi irrigidì per un istante, ma non volli mostrarmi impaurito o sorpreso.
    << Chi diavolo sei tu?! >>
    Cosa stava per accadere ?


    Edited by Saix - 3/12/2021, 10:17
     
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    Sopraggiunsero poi Wukong dalla Foglia e Kaiser dalla Nuvola. Quest’ultimo vestiva la tunica del Raikage, dettaglio che non stupí minimamente Brynden, il quale lo aveva fatto seguire da uno dei suoi Corvi, scoprendo anzitempo la sua carica all’interno delle gerarchie di Kumogakure; quale modo peggiore per iniziare un’Alleanza se non mentire ai propri alleati. A quel punto il Kazekage cominciò ad elencare loro i pilastri su i quali si sarebbe sorretto il loro patto ma, a discapito di tutto e di tutti, venne interrotto dal palesarsi di qualcuno.

    Che diavolo sta succedendo..

    All’apparenza si trattava di un comune anziano, probabilmente uno dei consiglieri della sabbia se aveva avuto l’ardire di intervenire ed interrompere il Kazekage stesso. Eppure, non bisognava scordarsi che la Foglia, cosí come la Sabbia e la Nuvola avevano dei nemici sparsi ovunque e questi poteva essere uno di loro. Brynden si limitò ad osservare il vecchio senza tuttavia fare fare nulla di strano, guardandosi con circospetto nel caso in cui quest’ultimo non fosse quel che diceva di essere ma sopratutto, nel caso in cui non fosse da solo.
     
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    猫忍者 Simbolo_Kumo
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    Il summit stava per iniziare ed era chiaro che non avevo fatto tardi per il suo inizio. Avevo avuto diverse motivazioni che mi avevano spinto a non presentarmi a Konoha in qualità di Kage e forza portante, non avendo ancora un quadro generale di com’era la situazione del villaggio. Volevo che parlassero apertamente, senza sapere di avere davanti un capovillaggio, perché sapevo bene come cambiavano le persone in base a chi si trovavano dinnanzi. Ora tutto questo non era più importante, dato che l’Akasuna aveva organizzato questo incontro per mettere le basi a questa triplice alleanza. Fu proprio lui ad iniziare a parlare, mettendo le carte in tavola ma come avveniva di solito, qualcosa andò storto perché un anziano si fece avanti, dicendo di aver qualcosa da dire. Ricordavo molto bene che al mio primo incontro qui al villaggio non era presente questo anziano, che non fosse stato avvisato o peggio che potesse essere una qualche spia nemica, tutto era possibile. Rimasi così ancora un attimo in silenzio, mentre il demone a due code iniziò a parlarmi nella mente. Sento un brutto presentimento. Mi disse in maniera molto diretta. Non penso che neanche il Kazekage se lo aspettasse, non avendolo minimamente menzionato. Gli risposi, prima di osservare il vecchietto e parlare a mia volta. È chiaro che non sei stato invitato a questo incontro, quindi ci sono due possibilità, sei un intruso che vuole solamente parlare o peggio, uno shinobi nemico che sta cercando di raccogliere informazioni. Non c’era il fondamento di ciò che avevo detto, ma senza rischiare alle volte era difficile far uscire la verità. Avevo deciso di rischiare, per vedere la reazione dell’anziano e dei presenti.
    Simbolo_Kumo

     
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    Il lungo discorso di Kenzo non riuscì a ricevere un riscontro dal gruppo di uomini con cui stava parlando. L'apparizione di un intruso appena oltre l'entrata, al di là del gazebo che era stato predisposto dal Kazekage, fece immediatamente preoccupare il giovane capovillaggio. Credeva praticamente impossibile che un semplice civile fosse riuscito a superare le guardie che erano state predisposte all'entrata, sfuggendo anche gli occhi delle sue aquile.
    Immediatamente, i meccanismi nei suoi avambracci scattarono per aprire i rotoli di evocazione, pronti nel caso in cui si fosse arrivati ad uno scontro. Non credeva possibile che qualcuno fosse riuscito a superare le linee di difesa che aveva istituito, a partire dal tentativo di mantenere segreto l'incontro. Se si fosse trattata di una spia, probabilmente avrebbe dovuto essere estremamente brava nel suo lavoro.
    Nel mentre che il Raikage prendeva parola, alcune delle aquile che avevano preso il volo poco prima si avvicinarono, insospettite dalla presenza di quell'uomo.
    Assolutamente. Non so chi sia quest'uomo.
    Dopo aver pronunciato quelle parole si alzò di scatto in piedi, cercando di rendere più minacciosa la sua figura.
    Allontanati volontariamente o sarò costretto ad intervenire in prima persona. Non è posto per qualcuno come te.
    Sperava che con quell'affermazione, anche gli altri si preparassero ad una possibile imboscata. Avrebbe potuto sembrare eccessivamente paranoico, ma era l'unico ad essere a conoscenza delle difese che erano state istituite e dell'impossibilità che qualcuno le superasse per caso.



     
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    C'è una sottile differenza che divide il ''resistere'' dal ''nascondersi'' e l'unico fattore che accomuna queste due azioni è la straziante consapevolezza di aver a che fare con qualcosa che va ben oltre le proprie possibilità. Nel primo caso si parla della speranza di non soccombere nei confronti di un potere, magari di non cedergli terreno sì, ma con la consapevolezza che le probabilità di riuscita sono ben minori di quelle del fallimento; nel secondo, invece, si compie un atto vile per la cosa pubblica ma salvifico per la propria incolumità, prendendo atto delle proprie debolezze e fuggendo da quel potere incombente che nulla si lascia sfuggire, neanche il più inutile buco scavato nella sabbia.

    Il mondo è fatto di uomini.. La sola cosa che supera il loro numero,
    è la quantità di menzogne
    che riescono a far partorire dalle loro bocche meretrici.

    L'anziano avanzò lentamente, incurante delle parole dei due Capivillaggio. A quanto pare la copertura di Shin faceva acqua da tutte le parti; non che avesse la benché minima intenzione di passare inosservato ma ci teneva a dare un po' di colorito a quel triste ritrovo.

    Perdonate questo povero vecchio..
    Così va meglio?!

    Lasciò cadere al suolo il bastone da passeggio e portò l'arto destro all'altezza del volto; la mano passò delicatamente da sinistra verso destra, cercando di oscurare i lineamenti smunti, per poi trasformarli in quelli di un'aggraziata ragazza, persino il timbro vocale sembrò mutare.

    Non vorrete certo far del male ad una così bella ragazza..
    Dico bene?!

    Disse, facendo l'occhiolino al giovane Akimichi. I lunghi capelli biondi adesso fluivano al vento del deserto mentre la pelle, prima rugosa e raggrinzita, si era distesa e fatta più soffice. Avanzò nuovamente, sino a raggiungere le sedute che erano state predisposte dal Kazekage.

    Ma vi prego, rimanete pure seduti..
    Stavate suggerendo di consolidare un'alleanza, giusto?

    Si sarebbe quindi disposta proprio a metà fra i due shinobi della Foglia, mentre difronte a lei vi erano i Kage della Sabbia e della Nuvola. La sua presenza, all'apparenza innocua, non sembrava celare particolari aspettative, perlomeno per il momento, offrendo dunque la possibilità di proseguire il Summit evitando un'inutile spargimento di sangue. Lo scorrere degli eventi pareva tutt'ora incerto, solo le azioni dei presenti avrebbero potuto far pendere l'ago della bilancia verso uno dei due possibili scenari entro cui poteva concludersi quell'incontro. Vita o morte, guerra o pace, bene o male altri non erano che le due facce di una stessa medaglia in continuo movimento su sè stessa.

    To be continued..

     
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    Età: 20 | Altezza e Peso: 1,79/107 | Capelli: Corvini| Occhi: Corvini | Segni Particolari: Cicatrice Intorno all'Occhio Sinistro

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    Scheda | Legenda: Narrato, << Parlato >>, "Pensato", << Parlato Altri >>

    Le parole di quel vecchio vennero scovate dal duo dei Kage che riconobbero che vi era un qualche problema di fondo. Era impossibile che per un vecchio innocuo fosse così facile partecipare e mettere sgomento ad un meeting di questa portata. Anche io mi accorsi che era impossibile che un tale fosse penetrato nell'entrata della Sabbia con così tanta facilità, conoscendo la minuziosità ai dettagli e soprattutto difensivi del Kazekage. Il vecchio, facendo una posa di finto stupore, portò la mano difronte al viso e cambiò i propri tratti. Divennero femminei ed era davvero una bella ragazza dai capelli dorati. Mi fece un occhiolino, dicendomi se così fosse meglio. Non mi scomposi ma la cosa mi fece irritare, pensava davvero che fossi uno smidollato ? Mi morsi il pollice, un solo altro passo avrebbe fatto scattare -da parte mia- una battaglia. Strano a dirsi proprio da me, vero?
    << Fai solo un altro passo falso e sei catturato !!! Mostra il tuo vero aspetto! >>
    Ero pronto ad evocare Enma in quella battaglia.
    Al tempo stesso, con un balzo felino, la donna si portò tra me e Brynden ed in qualche modo si mise comoda. Un pendolo anzi una ghigliottina era posta tra le nostre teste. Osservai Brynden e se mi conosceva abbastanza bene avrebbe compreso che eravamo davvero, ma davvero nella merda più totale.
    "Davvero?! Nemmeno me ne sono accorto. Davvero morirò qui?!"
     
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    Brynden Rivers: Narrato - Parlato - Pensato - Kyūbi

    Era abbastanza chiaro e palese che l'intrusione di quell'anziano non fosse stata preventivata all'interno del Summit indetto dal Kazekage. Cosí come era arrivato, se ne andó, assumendo le sembianze di una giovane ragazza dai lunghi capelli biondi, facendo quindi cadere la maschera che tanto malamente sembrava aver voluto indossare; probabilmente non ci credeva neppure lui.

    « Non mi sembra tu sia nella posizione di poter dettare le regole.. »

    Disse, voltandosi leggermente in direzione di lui/lei e mettendo in mostra le iridi rosse del suo Sharingan. Quattro contro uno, in uno scenario comune sarebbe da considerarsi una vittoria a tavolino: non poteva essere cosí folle da volersi mettere contro di loro e pensare di passarla liscia o, al contrario, erano loro gli stolti che ancora non avevano compreso contro chi o che cosa avevano a che fare?
     
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    » Nome: Kaiser
    » Cognome: Iburi
    » Rango: A
    » Villaggio: Kumogakure no Sato
    » Soprannome: Feline Ninja 猫忍者
    » Organizzazione: Forza portante
    » Innata: Controllo dell'aria
    » Speciale: Forza portante perfetta
    » Caratteristica Pg: Controllo del demone
    » Elemento #1: Suiton
    » Elemento #2: Doton
    » Carattere: Silenzioso, Introverso, Riflettivo, Vendicativo


    猫忍者 Simbolo_Kumo
    Narrato Parlato Pensato
    Feline Ninja

    Le parole del Kazekage non poterono che confermare ciò che stavo pensando, anche perché difficilmente avrebbe lasciato che qualcuno entrasse come se niente fosse ad un incontro così fondamentale per i tre villaggi. Non rimasi neanche sorpreso quando cambiò aspetto, somigliando ora ad una ragazza bionda, quindi completamente differente dall’anziano di prima. Dobbiamo aspettarci di tutto. Il Matatabi interruppe i miei pensieri, dicendo la sua sulla situazione che si stava delineando. Lo so bene, ma non sappiamo nulla di questo nemico. Risposi anche perché era chiaro che non era assolutamente una persona a noi amichevole. Nonostante tutto rimasi nella mia posizione, seduto, mentre osservavo gli eventi che si sviluppavano. La minaccia dell’Akasuna era reale, intimandolo di allontanarsi definitivamente da qui, anche se quell’uomo o donna che era non si scompose minimamente né delle mie parole né del kazekage, ignorandole completamente. Sembrava molto più concentrato sui ninja della foglia, al punto da posizionarsi tra i due, era tutto molto ambiguo e questo era persino più pericoloso che una dichiarazione di guerra pronunciata direttamente. Vuoi restare? Per quale motivo sei qui? Era una semplice domanda, a cui bastava rispondere in maniera altrettanto semplice. Seppur ero seduto, il chakra al mio interno stava ribollendo, perché era una situazione che non mi piaceva affatto.
    Simbolo_Kumo

     
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    Kenzo Akasuna | 1,82m | 72kg | Marionettismo | Marionetta Umana | Veleni ed Antidoti |Raiton, Doton



    Il cambiamento improvviso di aspetto preoccupò non poco Kenzo, a cui tornò immediatamente in mente il combattimento con lo sconosciuto mascherato avvenuto pochi mesi prima, durante il quale aveva pensato di aver perso Brynden per colpa di un suo errore di valutazione. Rimase in silenzio, mentre continuava a fissarlo con sospetto, cercando di frenare la voglia di partire all'attacco per rifarsi di ciò che era successo quel giorno. Ora che lo aveva visto all'opera era quasi sicuro della sua identità.
    Quando lo vide sedersi tra i konohani fu il momento in cui si accorse che il limite era stato superato. Si alzò dalla propria sedia, cercando di richiamare l'attenzione del resto del gruppo, mentre le sue aquile si erano poggiate sul gazebo, pronte ad intervenire sull'intruso in caso di un movimento brusco dell'intruso.
    Non accetterò una tua ulteriore parola. Nessuno qui vuole dello spargimento di sangue, ma non puoi mancare di rispetto a ciò che noi rappresentiamo in questo modo.
    A quel punto avrebbe spostato il braccio in sua direzione, indicandogli poi con le dita un punto più lontano, sul bordo del tetto.
    Se vuoi assistere, potrai farlo laggiù, soltanto dopo aver rivelato la tua identità.
    Sperava che quella proposta fosse bastata per convicerlo. Non credeva che quelle condizioni fossero abbastanza proibitve da impedirgli di attentare alle loro vite, ma difficilmente lo avrebbe lasciato tra i due konohani, non quando aveva già rischiato di perderne uno per colpa sua.
    Oltre a ciò, aveva buoni motivi per credere che quella sua capacità di clonare l'avversario fosse basata sulla vicinanza, quindi mantenere quelle posizioni non avrebbe fatto altro che favorire i suoi eventuali intenti omicidi.
    Nel frattempo, saremo noi ad allontanarci. Possiamo continuare in pace, ma non puoi mettere in pericolo le loro vite.
    A quel punto, avrebbe fatto segno ai compagni di alzarsi ed avvicinarsi a lui. Anche se non avessero avuto modo di farlo o non avessero acconsentito per chissà quale ragione, quella sua richiesta mostrava bene le sue intenzioni: non avrebbe tradito gli ideali di Suna ed iniziato uno scontro mortale, ma non avrebbe neanche permesso di rischiare le vite dei suoi alleati per una sua scelta ideologica.
    In quel momento, tutto dipendeva da ciò che l'intruso avrebbe deciso di fare.


     
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