Summit della Sabbia

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    Terra dorata, terra di polvere, terra della Sabbia maestosa. Terra del Vento che suona il suo corno fra le dune infinite. Voce ululante che dal cielo intona i suoi canti potenti. Antiche canzoni della terra spoglia, echi ancestrali e sferzanti. Una carezza che leviga l'artiglio aguzzo della prisca roccia e sfiora i capelli fluenti con un bacio d'addio, rivelando una fredda maschera priva d'identità ed un individuo, il cui Chakra prima sopito ora si mesta. Il sole è fermo lì nel cielo terso, un bagliore che riflette sulla roccia nuda, bollente, irradiando la misteriosa figura col moto dei suoi raggi, e mentre la terra si scalda l'acqua rifugge.

    Vi abbiamo chiesto..

    Con la serafica calma tipica di chi conosce al meglio i propri ritmi, poggiò i gomiti sul tavolo ed incrociò le dita fra di loro, generando un ponte con il quale dare sostegno al mento. Alle volte gli umani si rivelano degli esseri meravigliosi. Il loro attaccamento alla vita, lo stoicismo che tanto li contraddistingue ed ancora il loro dare importanza a dei beni apparentemente futili come i legami interpersonali ed i valori collettivi, tutto ciò costituisce un quadretto di caratteristiche non indifferenti, alle quali prestare attenzione può rivelarsi particolarmente interessante, specie per una "creatura" curiosa quale era Shin.

    Di rimanere..

    A nulla servirono le non troppo velate minacce se non ad irrigidire la già delicata situazione che si andava delineando. Sullo spartito dei venti, gli avvoltoi del Kazekage volteggiano in una danza macabra fra i bacilli del loro nemico. Trascorse qualche secondo inesorabile, scandito dal ticchettio di un orologio immaginario, ad osservare uno ad uno i presenti ed a riflettere su quanto stava accadendo, mentre probabilmente l'agitazione e la stizza coglievano i suoi spettatori, esseri umani e non, già turbati dalla presenza del misterioso intruso. Non era un individuo che amava parlare molto, e contrariamente a quanto si potrebbe pensare da un carattere del genere, non era neppure solito agire. Shin era prima di tutto un Anbu, il leader del Corpo Speciale del Suono e, secondo molti, il membro più esperto del Villaggio. Come un virus, Shin aveva diffuso silenzioso la sua malattia. La sua dimensione ideale era la quiete, ove egli riusciva a trovare se stesso nella maniera più assoluta, totale. Meditando l'uomo percepisce ciò che solitamente sfugge al suo sguardo, e così il Guardiano carpiva le emozioni dei suoi interlocutori e del mondo a lui circostante standosene semplicemente seduto, rimirandosi negli occhi, specchio dell'anima di chi in quel momento lo trattava come un nemico. La carica che ricopriva era la più congeniale a tale pratica, e per questo motivo adorava ricoprirla, ma allo stesso tempo doveva adempire agli oneri della stessa, secondo quanto predisposto dall'altra faccia della medaglia. Pose la mano sul volto, scostando leggermente la maschera su di un lato, per mostrare loro un sorriso terrificante come fossero suoi diretti subordinati, dopodiché scandì apertamente e con chiarezza una sola, singola parola.

    Seduti!

    L'ultima parola raggiunse finalmente il climax tanto agognato, in un'imperativo capace di far raggelare il sangue dentro le vene. Sotto la maschera, due spettrali occhi gialli sembravano penetrare l'essenza stessa dell'animo umano. Ma sarebbe stato il timbro vocale a destare maggiormente l'attenzione dei presenti, in un'innaturale dicotomia che trovava la sua massima espressione nel dualismo compiuto della sua duplice personalità. Indossava una lunga veste scura, legata bene in vita da una stretta fascia di cinte; gli interni color panna mostravano un contrasto che si rifletteva anche attraverso il design del copricapo.

    Dove eravamo rimasti? Ah sì.. La famosa alleanza..
    Siamo qui per offrire Voi una via d'uscita..
    Arrendetevi e facciamola finita qui ed oggi..
    Nessuno ha piacere nell'assistere ad una mattanza..

    Rimase immobile, là dove stava, scrutando con fare severo e tendenzioso i suoi interlocutori. Il tono era tornato nuovamente rilassato, con delle sfumature di pungente ironia; data la distanza estremamente ravvicinata, mezzo metro o poco più, non si aspettava un attacco da parte dei due Kage poichè il rischio di colpire i due Jonin della Foglia era fin troppo elevato. Il tavolo, grosso e massiccio, della circonferenza di circa dieci metri, era sormontato da mappe e scartoffie di vario tipo. Avrebbe lasciato germogliare le proprie spore, qualora la risposta ricevuta non fosse stata di suo gradimento.

    To be continued..

     
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    Nome: Wukong Akimichi | Villaggio: Konohagakure no Sato | Rango: Jounin
    Età: 20 | Altezza e Peso: 1,79/107 | Capelli: Corvini| Occhi: Corvini | Segni Particolari: Cicatrice Intorno all'Occhio Sinistro

    Status Psico-Fisico: Perfetto
    Scheda | Legenda: Narrato, << Parlato >>, "Pensato", << Parlato Altri >>

    La situazione divenne delicata, quanto tempo era passato prima di comprendere cosa stesse accadendo? Forse troppo, forse ancora tutt'ora non compresi affatto bene gli accadimenti in corso. Lo strano tizio anzi la stramba ragazza si palesó come al suo solito con un aria macabra. Accadde però che con le sue parole stesse giocando e con un moto imperativo e togliendo una maschera dal viso mostro un sorriso terrificante e ordinò di rimanere seduti. Mi pietrificai dal terrore, ciò che quell'individuo desiderava non era altro che una resa da parte nostra nei confronti dell'alleanza del Suono, Nebbia e Roccia. Ero ancora pietrificato dal suo macabro sguardo ma vedendolo, osservandolo per bene mi venne un senso di raccapriccio. Strinsi i pugni, così forte da far divenire le mani rosse come il sangue.
    << No... No... GIAMMAI ROMPERAI I LEGAMI CHE STIAMO FORMANDO >>
    Con il sangue precendentemente versato evocai Enma che si palesó difronte a me e con una rapidità scattante diede un calcio all'altezza del mento dello shinobi nemico.
    Una volta fatto ciò si trasformò in un bastone ed abbozzai un colpo furente di bastone.
    << Arrenditi adesso e dicci cosa avete intenzione di fare! >>
    La mia furia scoppiò! Che fosse stata una mossa troppo, ma troppo azzardata?!
     
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    Brynden Rivers: Narrato - Parlato - Pensato - Kyūbi

    Il Summit indetto dal Kazekage stava man mano prendendo una piega sempre più storta. Era incredibile come l'intruso/a riuscisse a cambiare registro tanto frequentemente, dalla schiettezza che fino ad ora lo aveva contraddistinto era giunto ad assumere un carattere freddo e distaccato, diffidente e restio nei confronti dei suoi interlocutori. Le mani, ancora congiunte nella posa che fino ad allora avevano mantenuto, erano tese con sicurezza, ed il Chakra di Brynden era pronto ad essere rilasciato in un istante ma qualcosa colse la sua attenzione.

    No, non è possibile..
    Ancora lui..
    Pensavo fosse morto..

    La sua mente ripiombò anni orsono, a quando era ancora un giovane Chunin in Missione nel Paese dell'Erba; assieme all'allora Jonin, Kenzo Akasuna, era stato mandato ad indagare una presunta setta, "gli adoratori dell'Eterno Gelo", ma i loro piani vennero interrotti dalla comparsa di un figuro mascherato che li attaccò poi cercando di ucciderli e di metterli l'uno contro l'altro. I suoi ricordi erano distorti e frammentari ma mai avrebbe potuto dimenticare quella sinistra maschera bianca e quella voce tanto altisonante. Si alzò di scatto.

    « Arrenderci!? »
    « Troppo a lungo hai lordato questo Concilio della tua presenza.. »
    « Le tue parole sono veleno.. »

    In meno di un secondo, concentrò il Chakra nel palmo della mano destra ed evocò a sè Arco e Frecce; tese ampiamente la corda e puntò il cuneo della sua freccia direttamente alla testa del nemico. Se forse prima, per qualche sciagurata ragione, sembrava voler concedere all'individuo il beneficio del dubbio, ora aveva la certezza che questi non fosse giunto sin lì armato di buone intenzioni; le parole dello shinobi non fecero altro che confermare la sua ipotesi. Il cremisi del suo Sharingan divampava, non avrebbe mancato il bersaglio da quella distanza.
     
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    » Nome: Kaiser
    » Cognome: Iburi
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    » Villaggio: Kumogakure no Sato
    » Soprannome: Feline Ninja 猫忍者
    » Organizzazione: Forza portante
    » Innata: Controllo dell'aria
    » Speciale: Forza portante perfetta
    » Caratteristica Pg: Controllo del demone
    » Elemento #1: Suiton
    » Elemento #2: Doton
    » Carattere: Silenzioso, Introverso, Riflettivo, Vendicativo


    猫忍者 Simbolo_Kumo
    Narrato Parlato Pensato
    Feline Ninja

    Quello che doveva essere una riunione tra tre villaggi si stava rivelando tutt’altro, anche perché la presenza di questo nemico, perché così lo si poteva definire, stava cambiando ogni cosa. Era chiaro che apparteneva ad uno dei tre villaggi ostili, non si riusciva a capire bene quale di essi. Non avevo parlato molto fino a quel momento, anche perché gli altri partecipanti avevano espresso al meglio ciò che era il pensiero comune, chiedendo a questo individuo di andarsene. Ovviamente sembrava troppo semplice che lasciasse il tetto del palazzo del Kazekage senza fare una piega. Così infatti avvenne, mentre riprendeva a parlare, con tono diverso rispetto a prima, come se volesse ordinare a noi cosa fare. Non che mi importasse molto ciò che lui stava ordinando, non ero una persona che si scaldava subito, scattando subito in piedi, anche se il suo tono mi aveva dato parecchio fastidio. Mentre i due shinobi della foglia e l’Akasuna sono impegnati con l’intruso, compongo un singolo sigillo, andando a creare intorno a me un’armatura fatta di futon. Correnti d’aria ricoprono adesso il mio corpo, mentre i miei occhi cambiano di colore, nel mentre che osservo ciò che sta avvenendo. Non sono mai stato un tipo avventato e non lo sarei stato neanche in questa situazione. Preoccupa così tanto una possibile alleanza tra i nostri tre villaggi? Da spingere qualcuno a stroncarla sul nascere, questo fa pensare che qualche villaggio possa avere paura. Non dico nulla in particolare, rimango sul vago, perché poteva benissimo essere quello dell’intruso oppure uno degli altri due. Mantengo così l’attenzione su ciò che sta succedendo intorno, anche perché era chiaro che chi era maggiormente impulsivo aveva già preso la propria iniziativa.
    Simbolo_Kumo

     
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    Kenzo Akasuna | 1,82m | 72kg | Marionettismo | Marionetta Umana | Veleni ed Antidoti |Raiton, Doton



    Mentre Kenzo si trovava in piedi davanti il tavolo, con le mani pronte a prendere contatto con le proprie marionette per ogni evenienza, i suoi occhi continuavano a spostarsi sui suoi alleati, soprattutto sui giovani konohani. Non avrebbe voluto che la loro inesperienza li portasse a compiere delle scelte da cui non avrebbero avuto modo di tornare indietro.
    Il gesto di alzarsi dalla sedia, però, non sembrò essere di gradimento della spia nemica stessa, che si lasciò andare in una sequela di reazioni non proprio amichevoli, a cui seguirono delle minacce poco velate.
    Non appena sentì quelle parole, Kenzo cominciò immediatamente a cercare un modo per prendere altro tempo e cercare di allontanare gli alleati dal tavolo. Wukong, però, non gli diede il tempo di fare nulla: unì le mani per evocare uno dei propri richiami, scattando poi contro il loro avversario.
    Maledizione..!
    Le reazioni del Kazekage furono quasi istantanee: mentre Brynden prendeva tra le mani il proprio arco, il congegno nel petto di Kenzo si attivò, generando un fischio estremamente potente che avrebbe paralizzato tutti i presenti. Contemporaneamente, mentre il suono ancora continuava ad essere emesso, avrebbe usato i fili di chakra di una mano per allontanare Wukong e Brynden dall'intruso, mentre con l'altra avrebbe evocato una lancia di raiton per falciare il tavolo davanti a sé, diretta poi verso il collo dell'uomo con l'obbiettivo di recidergli la testa.
    Tutte quelle azioni sarebbero avvenute nel giro di pochi attimi, lasciando sicuramente interdetti i suoi alleati per l'utilizzo che aveva effettuato del proprio genjutsu. Nonostante ciò, il fatto che due di loro fossero jinchuriki lo rassicurava che si sarebbero accorti presto del trucchetto, liberando anche l'altro.
    Non abbassate la guardia!




     
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    Rimase immobile, là dove stava, scrutando con fare severo e tendenzioso i suoi interlocutori. Il tono era tornato nuovamente rilassato, con delle sfumature di pungente ironia; data la distanza estremamente ravvicinata, mezzo metro o poco più, non si aspettava un attacco da parte dei due Kage poichè il rischio di colpire i due Jonin della Foglia era fin troppo elevato. Il tavolo, grosso e massiccio, della circonferenza di circa dieci metri, era sormontato da mappe e scartoffie di vario tipo. Avrebbe lasciato germogliare le proprie spore, qualora la risposta ricevuta non fosse stata di suo gradimento.

    Poveri sciocchi..

    Aveva dato loro ogni possibile avvertimento atto a prevenire lo scontro eppure, dal basso della loro cieca supponenza, non erano stati in grado di ascoltarlo, fin troppo sordi dinnanzi all'evidenza.
    CITAZIONE
    "Rivelando una fredda maschera priva d'identità ed un individuo, il cui Chakra prima sopito ora si mesta."

    Il Pg Shin impasta il Chakra per poi utilizzare la Tecnica del Clone Spora. [azione non visibile agli occhi e/o ai sensi dei presenti]

    "Sullo spartito dei venti, gli avvoltoi del Kazekage volteggiano in una danza macabra fra i bacilli del loro nemico."

    I "bacilli del loro nemico" sono le Spore diffuse nell'aria, che come dei batteri vengono trasmesse per via aerea.

    "Come un virus, Shin aveva diffuso silenzioso la sua malattia."

    Ulteriore riferimento al parallelismo fra Spore e Virus, atto a rimarcare l'utilizzo della Tecnica del Clone Spora.

    "Il tavolo, grosso e massiccio, della circonferenza di circa dieci metri, era sormontato da mappe e scartoffie di vario tipo."

    La misura del Diametro inscritto in una Circonferenza di "circa dieci metri" equivale a 3/4 metri, ponendo tutti i presenti all'interno del Raggio d'Azione della Tecnica del Clone Spora [Corto Raggio 0 - 5 metri]

    "Avrebbe lasciato germogliare le proprie spore, qualora la risposta ricevuta non fosse stata di suo gradimento."

    Ultimo riferimento all'utilizzo della Tecnica del Clone Spora, con il verbo "germogliare" atto ad indicare l'attivazione della Tecnica in caso di rifiuto da parte dei presenti.

    Il primo a proferire parola fu il Capoclan Akimichi, il quale sembrava ribollire di rabbia nei confronti del Guardiano, seguito a ruota dal silenzioso Uchiha; entrambi avrebbero voluto alzarsi in piedi per reagire ma entrambi vennero ancorati alle loro sedie da una disgustosa massa organica che cominciò a crescere attorno ai loro corpi, bloccandone i movimenti ed assorbendone costantemente il Chakra. Il bersaglio primario erano le mani, atte alla composizione dei Sigilli per le Arti Magiche, una volta inglobate quelle i bersagli sarebbero rimasti inermi, impossibilitati a difendersi dall'offensiva nemica.
    CITAZIONE
    "Mentre i due shinobi della foglia e l’Akasuna sono impegnati con l’intruso, compongo un singolo sigillo, andando a creare intorno a me un’armatura fatta di futon."

    Il Pg Kaiser congiunge le mani per utilizzare la Tecnica dell'Armatura Fuuton ma lo fa "mentre i due shinobi della foglia sono impegnati con l'intruso" e quindi dopo che questi hanno dato una prima risposta negativa alle sue richieste, scatenando quindi la sua reazione e l'attivazione della Tecnica del Clone Spora. [tempistica delle azioni confermata dall'Utente]

    Persino il Raikage tentò di fare qualcosa ma le sue mani non riuscirono mai a congiungersi, trovando fra di loro l'ennesimo impedimento, nuovamente nella forma di un clone biancastro che cresceva su di lui.
    CITAZIONE
    "Le reazioni del Kazekage furono quasi istantanee: mentre Brynden prendeva tra le mani il proprio arco, il congegno nel petto di Kenzo si attivò, generando un fischio estremamente potente che avrebbe paralizzato tutti i presenti."

    Il Pg Kenzo utilizza Phantom Eye [Illusione Sinfonica] "mentre Brynden prendeva tra le mani il proprio arco" e quindi dopo che questi ha dato una prima risposta negativa alle richieste di Shin, scatenando quindi la sua reazione e l'attivazione della Tecnica del Clone Spora.

    Per quanto riguarda infine il Kazekage, questi fu l'unico che, in una prima istanza, sembrò risultare esente da tale trattamento ma si trattava solamente di un'artificiosa apparenza. A differenza degli altri shinobi ivi presenti, il suo corpo mortale era stato trasformato in una Marionetta, rendendo a conti fatti la sua figura un vuoto involucro per un nucleo di carne e Chakra; e fu proprio a partire da quell'involucro interno che cominciarono a germinare in lui i cloni, andando successivamente ad espandersi sino a riempire tutti gli incavi del burattino, braccia e gambe, torso e testa, impedendone anche in questo caso i movimenti.
    CITAZIONE
    "Contemporaneamente, mentre il suono ancora continuava ad essere emesso, avrebbe usato i fili di chakra di una mano per allontanare Wukong e Brynden dall'intruso, mentre con l'altra avrebbe evocato una lancia di raiton per falciare il tavolo davanti a sé, diretta poi verso il collo dell'uomo con l'obbiettivo di recidergli la testa."

    L'azione si svolge dopo l'attivazione del dispositivo Phantom Eye, "mentre il suono ancora continuava ad essere emesso" e quindi dopo l'attivazione della Tecnica del Clone Spora.

    Il grumo di materia bianca cominciò ad assorbire Chakra direttamente dal Nucleo del Kazekage, ostruendo le pompe d'aria interne al suo meccanismo e consumando quel poco Chakra che avrebbe dovuto raggiungere le estremità delle dita per utilizzare la Tecnica dei Fili di Chakra od ancora bloccando i movimenti del braccio atto all'utilizzo della Lancia del Mille Falchi. Ognuno dei presenti si sarebbe ritrovato con due cloni natigli addosso ma questo non era il solo pericolo al quale avrebbero dovuto far fronte poichè, prima ancora di attivare le sue Spore, il Guardiano del Suono aveva diffuso il proprio Intento Omicida.
    CITAZIONE
    "Trascorse qualche secondo inesorabile, scandito dal ticchettio di un orologio immaginario, ad osservare uno ad uno i presenti ed a riflettere su quanto stava accadendo, mentre probabilmente l'agitazione e la stizza coglievano i suoi spettatori, esseri umani e non, già turbati dalla presenza del misterioso intruso."

    Ottenimento del mezzo [reciproco scambio di sguardi] atto all'utilizzo dell'Intento Omicida, poi ampliato tramite l'estensione della propria furia omicida verso le creature non umane.

    "Standosene semplicemente seduto, rimirandosi negli occhi, specchio dell'anima di chi in quel momento lo trattava come un nemico."

    Rimarcazione del reciproco scambio di sguardi dimostrata dall'atto di riflettersi negli occhi dei suoi avversari.

    "Pose la mano sul volto, scostando leggermente la maschera su di un lato, per mostrare loro un sorriso terrificante come fossero suoi diretti subordinati."

    Sfruttamento del mezzo [sorriso terrificante] atto all'utilizzo dell'Intento Omicida sui presenti.
    "L'ultima parola raggiunse finalmente il climax tanto agognato, in un'imperativo capace di far raggelare il sangue dentro le vene."

    Ulteriore espressione dell'estensione della propria furia omicida.

    I primi a "cadere" sarebbero stati gli animali, menti semplici e poco affini ad un tale stress psicologico, precipitando al suolo a causa della paralisi che li aveva colpiti e che ne aveva impedito il corretto sbattere delle ali; la caduta avrebbe persino potuto annullare la Tecnica del Richiamo per poi farli sparire. I due shinobi della Foglia si sarebbero ritrovati completamente paralizzati da un'inspiegabile senso di inadeguatezza che li terrorizzò in una paresi corporea; infine vi erano i due Kage, i quali sarebbero stati destabilizzati a livello mentale, sconvolti come tutti dalla visione di una morte cruenta e dolorosa, tale da rallentarne gli input nervosi e la reattività. Tutto ciò non avrebbe fatto altro che facilitare l'azione di immobilizzazione delle Spore.

    - Fine resoconto del Post Precedente -


    Quando ci si trova a rivestire delle cariche tanto importanti, come può essere quella di Kage, ci si trova inevitabilmente a fare i conti con delle affilatissime spade di Damocle. Ciascun sovrano ne ha una a pendere sul proprio capo, e la sua speranza è sempre una sola: che quella sottile cordicella regga il più a lungo possibile, e che nessun sorcio o inutile roditore acceleri i tempi della sua rottura. Shin era uno shinobi distinto e pacato, che nel momento stesso in cui aveva deciso di ricoprire il ruolo di Guardiano del Villaggio del Suono aveva già ben chiaro il suo fato, quello sarebbe stato il suo ultimo atto nel teatro del mondo ninja.

    Addio..

    Ormai ogni tassello era al proprio posto ed egli era consapevole di ciascuna pedina da lui posizionata. Nella sua mente, in quell'istante vi erano tante tessere da shogi, ognuna con sopra inciso un nome noto; mano a mano tutti stavano cadendo, uno dopo l'altro, lasciando che rimanesse inpiedi un solo ideogramma, come un monolito millenario.
    CITAZIONE
    "Con la serafica calma tipica di chi conosce al meglio i propri ritmi, poggiò i gomiti sul tavolo ed incrociò le dita fra di loro, generando un ponte con il quale dare sostegno al mento."

    Sebbene la posizione delle mani non rispecchia nessuno dei dodici Sigilli delle Arti Magiche, il loro posizionamento ne riduce al minimo la tempistica di composizione.

    Fu sufficiente una frazione di secondo affinché le sue mani, già congiuntesi in precedenza, si posizionassero rispettivamente nei Sigilli della Tigre e del Serpente, dando vita ad uno spettacolo di indicibile magnificenza. Il consumo di Chakra non era indifferente, ma presto avrebbe potuto fare ricorso alle scorte appena prelevate.

    Arte del Legno - Crescita Rigogliosa

    Direttamente da sotto i loro piedi, enormi tralci di radici cominciarono a crescere ed emergere nel tentativo di avvilupparsi attorno alle membra inermi dei quattro shinobi, creando nel giro di pochi secondi una fitta foresta. Con la loro enorme forza vitale, gli alberi erano in grado di penetrare attraverso le pareti di roccia ed estendere i loro rami verso la preda in un istante; il loro raggio spaziava dai pochi centimetri sino a superare largamente il metro, una vera e propria foresta nel bel mezzo del deserto del Paese del Vento. Non vi era l'intento di uccidere nessuno, non per il momento, ma avrebbe tentato di rompere loro le ossa di tutti e quattro gli arti per poi stringersi attorno ai loro colli, o nuclei, e sfruttarli in qualità di ostaggi in un ultimo e solenne monito.

    To be continued..

     
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    Fu tutto inutile, tutto quello che dissi e tutto quello che provai a fare fu del tutto inutile. La potenza di quell'uomo era una cosa mai vista prima d'oggi, forse più di quella di Dio Khan, che affrontai per l'esame Jounin. Qui vi era davvero un intento omicida persistente. Non ero riuscito nemmeno a muovere Enma che venni bloccato, e come me pure tutti gli altri, da delle spore biancastre. Emanarono pure delle strane sostanze ma al momento quel soggetto sembrò non volerci ammazzare. Eravamo alla sua mercé, fu tutto ciò davvero ma davvero imbarazzante. Quest'avvenimento eclissò completamente il reale motivo di tale incontro.
    Lo sguardo di quell'uomo mi paralizzó e mi creò un senso di apprensione misto ad ammirazione per così tanto potere.
    "Non ha manco fatto sul serio... Ma davvero ?!"
    Abbassai il capo in segno di resa. Fu in quel momento che accadde tutto così celermente, una foresta apparve in mezzo alla stanza del Kazekage ed i suoi grovigli mi catturarono. Un urlo piena di straziante vergogna uscì dal mio corpo. Abbassai lo sguardo ferito nell'orgoglio.
     
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    A momenti non fu neppure in grado di comprendere ciò che realmente stava succedendo. Fu sufficiente un'occhiata, un singolo scambio di sguardi, affinché l'invasore proiettasse in Brynden tutta la sua furia omicida. Come nella più potente delle Arti Illusorie, lo shinobi si ritrovò costretto ad avere a che fare con la visione di una morte cruenta e dolorosa, alla quale egli, altri non era che uno spettatore inerme. A nulla servirono le sue abilità pregresse, gli anni di esperienza ed i continui allenamenti, contro un individuo di tale livello.

    Contro che razza di mostro abbiamo che fare..

    Il suo cuore cominciò a battere con il sangue che pulsava a ritmi vertiginosi, ogni secondo che passava sembrava durare un'ora, questa la sensazione di inferiorità che provava. Per la prima volta nella sua vita, Brynden si ritrovò seriamente a temere per la sua vita, neppure lo scontro contro la Volpe a Nove Code gli aveva dato un tale senso di inadeguatezza poichè aveva al suo fianco i suoi compagni ma in quell'occasione, seppur non fosse completamente da solo, si sentiva spiazzato, fragile ed inutile, abbandonato al proprio triste destino.

    Ho fallito.. Argh!

    Pensò, prima che un dolore lancinante lo riportasse alla triste realtà. Riprese improvvisamente coscienza, ritrovandosi intrappolato fra le radici di un'immensa foresta, le quali ne costringevano i movimenti, attorcigliandosi alle sue membra come un grosso serpente. Si guardò attorno, cercando di capire da dove provenisse il dolore, per poi notare i suoi polsi ciondolare a peso morto. Tentò di muovere le dita della mano, poi le gambe ma era del tutto inutile. Attorno a lui stava crescendo una strana poltiglia biancastra, dalle fattezze vagamente umanoidi.

    « Maledetto.. Chi.. Chi siete!? »

    Con le ultime forze che gli rimanevano in corpo, cercò di alzare la testa. Voleva capire, voleva sapere contro chi o che cosa avessero a che fare. Persino il dolore sembrava poco a poco svanire, come se il suo stesso organismo si fosse oramai arreso all'evidenza ed avesse deciso di bloccare gli impulsi nervosi dei recettori del dolore. Poco a poco le energie lo stavano abbandonando e con esse anche il suo Chakra, risucchiato e costantemente assorbito da quelle poltiglie bianche. Lanciò un ultimo sguardo al misterioso intruso, prima di perdere conoscenza.
     
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    Ragazzi, è possibile velocizzare un po' questi Turni?
     
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    Kenzo Akasuna | 1,82m | 72kg | Marionettismo | Marionetta Umana | Veleni ed Antidoti |Raiton, Doton



    Quattro tra gli shinobi più potenti del continente vennero messi fuori gioco in pochi secondi, condannati dalla scelta infelice del jonin di Konoha di partire all'attacco senza prima coordinare nulla con i propri alleati.
    Non che fosse completamente colpa sua, naturalmente. Anzi, in quei pochi istanti di coscienza che ebbe a disposizione per vedere i cloni dell'essere apparire ovunque intorno a loro e prosciugare le energie dei suoi compagni, Kenzo non riuscì ad incolpare nessun'altro se non sé stesso. Avrebbe dovuto pensare ad una strategia migliore, dopotutto era stato lui ad invitare quegli uomini nel suo villaggio, garantendo loro sicurezza e protezione sulla propria parola.
    Neanche la strategia che aveva scelto di attuare con il dispositivo che si era installato nel petto fu in grado di fermare la follia omicida dell'essere, in quanto, dopo pochi istanti dalla sua attivazione, il flusso di chakra che era stato indirizzato verso di esso venne completamente azzerato dall'assorbimento delle spore.
    Mentre il suo corpo meccanico veniva riempito dalla materia organica e cominciava a perdere i sensi per la diminuita riserva di chakra a disposizione, quella parabola negativa continuò a peggiorare: immagini di morte si susseguirono nella sua mente, anticipando la reale distruzione del suo intero corpo con tralci lignei, i quali si allungarono da quel tavolo di meeting fino ad avvolgere l'intero Palazzo e le aree circostanti.
    Il nucleo di carne e chakra, ormai isolato dal resto del suo corpo, avrebbe mantenuto i sensi soltanto per altri pochi istanti, cadendo poi nell'oblio con un unico pensiero in mente: non era riuscito a proteggere nessuno. Aveva fallito come Kage.





    Chapeau
     
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    Alle volte sarebbe necessario che gli uomini, consci dei propri limiti, decidano saggiamente di mettersi da parte di fronte ad una situazione troppo difficile. Così come il pescatore alla cui lenza ha appena abboccato un pesce troppo grosso è costretto a mozzare il filo per non perire tra le acque impetuose, tanto il saggio sceglie di ignorare ciò che trascende la sua esperienza. Ponendo così un freno all'ambizione di assurgere a posizioni troppo alte l'uomo stanzia dei perentori limiti definiti da paletti immaginari, in quell'altresì immenso ed immaginario campo da gioco che è la vita come tutti la conosciamo.

    Che intenzioni hai, cosa vuoi farne di questi quattro?

    Non lo so..

    Molti però ignorano tale istanza, definendola una mera facezia, nella convinzione che forse, sfidando i propri standard genetici ed esistenziali, si possa conseguire la gloria ed ottenere l'infinito, nella perpetua convinzione che impegno e dedizione facciano la differenza.

    Uccidili allora, sono delle prede inermi, cosa aspetti?

    Non lo so..

    La cruda realtà dice però il contrario: in quanti riuscirono a sovvertire le sorti di battaglie già perse? Quanti soldati armati di falci e pietre sono sopravvissuti agli assalti famelici di naginate e katane? Chi mai a nuoto è riuscito a raggiungere le lontane spiagge di lidi ancor sconosciuti?

    Dunque facciamo ritorno al Villaggio del Suono?

    Non lo so..

    Ben pochi, è la monitoria risposta alla quale la storia sole rispondere tali quesiti. Accade quindi che l'essere per natura inconsapevoli porta sovente alla scelleratezza ed alla tracotanza, nella fallace credenza di essere nel giusto ed equo lato degli schieramenti in partita.

    Hai forse intenzione di trasformarli in tue pedine?

    Non lo..

    Ancora una volta spettava al destino dimostrare l'assurdità di un sì stolto pensiero, ma quel dì a far le sue veci avrebbe pensato un essere vivente come molti altri ma in una condizione di poter essere ciò che gli altri non sarebbero mai stati. Sulle sue spalle pendeva il gravoso compito di decidere delle sorti dei presenti e deliberare il futuro di quattro nazioni. Dare tempo al tempo, questo il monito ineludibile al quale avrebbe dovuto attenere. Era ben conscio che, lì ove un pilastro sarebbe caduto, subito un altro era pronto per essere eretto; forse aveva più senso foraggiare una falsa credenza piuttosto che eradicarne gli steli.

    L'Hokage è morto da tempo e con esso il Kokage..
    Continuiamo a combattere una perpetua lotta,
    che non ci appartiene più da diverso tempo..
    È giunto il momento di recidere i legami con il passato,
    e di abbracciare una nuova alba per Otogakure..
    Chiudi gli occhi, adesso che i miei si sono aperti!

    A quel punto, l'Arte del Legno cominciò a ritirarsi nel sottosuolo, lasciando dietro di sè solamente le ampie voragini della sua impetuosa forza vitale. Per quanto riguarda i Kage ed i futuri tale, Shin avrebbe lasciato loro in dono delle spore dormienti, così chè potesse tornare in un secondo momento a riscattare il debito che questi avevano nei suoi confronti; il dono della vita. Avrebbe quindi fatto ritorno al Paese delle Risaie, rinvigorito d'una rinnovata convinzione sulla guerra a venire e sull'attuale condizione geopolitica delle grandi nazioni ninja. Un vero e proprio moto di rivoluzione e rinascita stava per avere inizio.

    The End.

     
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  12. Saix
         
     
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    Nome: Wukong Akimichi | Villaggio: Konohagakure no Sato | Rango: Jounin
    Età: 20 | Altezza e Peso: 1,79/107 | Capelli: Corvini| Occhi: Corvini | Segni Particolari: Cicatrice Intorno all'Occhio Sinistro

    Status Psico-Fisico: Perfetto
    Scheda | Legenda: Narrato, << Parlato >>, "Pensato", << Parlato Altri >>

    Un sonno travagliato ma profondo, dove dentro me iniziava a sorgere una collera senza fine. Delle spore, a mia insaputa, vennero introdotte nel mio corpo che oramai anche dopo gli avvenimenti di Luna, mi sembrava essere diventato una prostituta più che uno shinobi di alto rango. Mi svegliai inferocito, in preda ad una rabbia senza fine. Mi alzai, intorpidito, dal mio scranno e dopo aver fatto qualche circonduzione degli arti mi voltai e diedi uno sguardo indietro verso gli altri, ferito nell'orgoglio.
    << Quest'oggi siamo stati umiliati. Non penso ci siano altre parole da spendere. Per me l'alleanza va bene, ma molte cose non sono state dette e ciò ci ha portato alla disfatta contro UN singolo shinobi avversario. Ci ha disintegrati. Ci rivedremo sicuramente. >>
    Dovevo allenarmi e completare il mio percorso per divenire un guerriero maestro eremitico. Il Monte Paozu mi sarebbe stato utile, avrei speso tutto il tempo necessario. Molte bugie sono state dette quel giorno ma un pensiero soverchiò gli altri.
    "Ha vinto, perché non ci ha ammazzati? Avrebbe distrutto l'alleanza... Anzi avrebbe addirittura messo fine a questa farsa della guerra ed avrebbe evitato che tante vite perissero... Perché allora?!"
    Mi sarei sacrificato per un bene superiore...?

    Esco dalla Role
     
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