Kojiki - 古事記

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    CITAZIONE
    • Luogo: angolo imprecisato a sud del Paese del Fuoco
    • Clausole: no morte no intro no cattura

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    Karasu Morita




    ¦ Nome:Karasu Morita
    ¦ Rango: Chunin
    ¦ Villaggio:Konohagakure no Sato
    ¦ Abilità Innata: Arte della Vampa
    ¦ Abilità Speciale:Otto Porte Difensive del Corpo
    ¦ Caratteristica Pg: Colosso
    ¦ Indice GDR: Narrato; Parlato; Pensato; Parlato altri PG
    ¦ Scheda: X



    Il sole era appena sorto e nel villaggio tutto era tranquillo, pochi erano già svegli per andare a lavoro mentre il resto della popolazione era ancora tra le braccia di un sonno dolce e calmo. Poca brezza accarezzava le fronde degli alberi, facendo stormire le foglie quasi fossero degli animali pronti alla stagione dell'amore. La tenue luce dell'alba cominciava ad accarezzare le facciate dei palazzi fortunati a volgere il loro viso a est, mentre il resto poteva ancora godere di qualche ora d'ombra. Tra le tapparelle appena socchiuse di una casa vicina al palazzo dell'Hokage si infilò un raggio che illuminò lievemente una mano che scriveva su un rotolo. Le formule, dipinte in eleganti ed ampi kanji, si rincorrevano tra loro quasi fossero degli uccelli di bosco al loro primo volo, leggiadri e spensierati. I preparativi erano quasi ultimati, mancava poco ormai e avrebbe potuto fare ciò per cui sentiva di essere nato. Troppo tempo era passato dalla morte di Hanzo, troppe armi lanciate a manichini e non a nemici, troppi tronchi d'albero funestati dalle sue tecniche durante gli allenamenti, ormai il tempo era giunto. Mancava solo qualche piccolo particolare e la consapevolezza di essere giunto a un gradino della società che gli avrebbe permesso di agire con più libertà. Aveva inquadrato bene l'esame per diventare jonin, doveva soltanto sentirsi pronto e avere qualche esperienza in più da annettere al suo registro, cosa che avrebbe anche fatto presa su chi l'avesse poi preso in esame. Non era però il tempo di soffermarsi su progetti, seppur vicini, troppo futuri, motivo per cui terminò con calma la stesura del rotolo, una volta finito lo ripiegò con cura e lo ripose in un cassetto segreto della scrivania. Aveva intenzione di procedere a qualcosa di ben diverso quel giorno, l'essersi alzato prima del sorgere del sole gli aveva permesso di terminare il primo compito della giornata per potersi poi dedicare a un viaggio più spirituale in un certo senso. Prese un piccolo rotolo vuoto, il solito equipaggiamento e uscì che ancora il disco solare non era sorto del tutto.
    L'aria fresca pervadeva il suo corpo mentre si dirigeva fuori dalle porte del villaggio, scorrendo di albero in albero in direzione sud, verso una zona boscosa isolata segnata su una vecchia mappa smunta. Aveva preso in prestito quel vecchio cimelio da una collezione privata dei nonni, i due vecchietti erano sempre pronti a dargli consigli e ad aiutarlo e così era avvenuto anche quella volta. Giorni addietro gli avevano permesso di estrarre un rotolo importante su cui studiare e apprendere i segreti del richiamo, un'abilità portentosa che gli sarebbe stata utilissima non solo in battaglia. La mappa che stringeva in quel momento in mano proveniva proprio da quel rotolo, indicava una zona quasi sperduta nella quale i due nonni avevano stretto un segreto legame con dei corvi, animali spesso bistrattati che però Karasu considerava magici e importantissimi nel ciclo vitale. Erano degli ottimi messaggeri, bestie intelligentissime che potevano essere fedeli compagni di vita. Se gli era stata data la possibilità di ottenere un legame di sangue con dei corvi speciali, di certo non se la sarebbe fatta sfuggire.
    Dopo circa mezza giornata di viaggio a passo ben spedito, giunse nell'area dove avrebbe trovato lo stormo. Aveva studiato le informazioni dategli per arrivare in quel luogo, una caverna che si apriva in un avvallamento in fondo a una radura isolata. L'entrata era nascosta da diverse fronde cadute e da fogliame vario ma non ebbe difficoltà ad entrare. Nonostante l'apparente mancanza di aperture si poteva benissimo vedere fino in fondo, la luce doveva entrare da chissà quale altra parte. Si addentrò cercando di fare attenzione a dove metteva i piedi, potevano esserci animali non proprio socievoli per quanto ne poteva sapere.
    Il cammino durò per una decina di minuti e man mano che si addentrava la luce si abbassava, fin quando non trovò una specie di fossa nel terreno che si rivelò essere un passaggio che conduceva a una zona sotterranea. Senza indugi Karasu si calò per essere piacevolmente sorpreso dalla presenza di alcuni gradini, segno che la zona era stata già visitata da qualcuno prima di lui oltre cha dai nonni. Man mano che i suoi passi lo portavano in basso alcuni rumori nervosi si levavano nell'aria fino a diventare assordanti quando fu finalmente con i piedi per terra. Il gracchiare di chissà quanti corvi si levò dalla sommità della caverna e molti di questi cominciarono a svolazzare, rivelando un'apertura sulla soffitta oscurata prima dalla loro presenza. Tutti gli animali sembrarono porsi sui lati di quel sotterraneo, come se volessero che il ragazzo entrasse al centro per parlare con un corvo che era decisamente più grande degli altri. La sua stazza spiccava tra quelle del resto dello stormo, se ne accorse soprattutto quando il chunin giunse a pochi metri da lui e l'uccello aprì le ali, rivelando un'apertura di un metro e mezzo ad occhio e croce.

    Giungi a me, giovane Morita ! Sansokuu, il corvo solare ti attende !

    Il fatto che sapesse il suo cognome lo metteva in soggezione ma non poteva farsi impaurire troppo, era lì per stipulare il contratto. Avrebbe dovuto versare del sangue ma non sapeva di preciso quanto. Qualcosa però gli frullava in testa, non era preveggenza quella ?

    Tu...come conosci il mio cognome ?

    Sono ancora un compagno dei tuoi nonni, uomini saggi e fedeli, premurosi verso di te. Ho avuto la possibilità di osservarti da lontano, penso che tu sia degno.

    Chiuse l'ala destra mentre piegò leggermente la sinistra, come a voler indicare di poggiare il rotolo e prepararsi alla stipula. Karasu fece come richiesto e iniziò a vergare tutto ciò che Sansokuu iniziò a dettargli, virgola dopo virgola si rese conto di ciò che stava per fare. Avrebbe avuto dei fidati alleati, quasi dei fratelli, degli animali che avrebbero potuto risolvere molte situazioni e che sarebbero stati utilissimi per molti scopi. Una volta terminato il tutto si tagliò con un kunai il palmo della mano e con il sangue firmò sulla carta bianca, accanto una zampa del corvo mise il definitivo sigillo a quel patto. Era stato tutto molto semplice all'atto delle cose ma c'era dietro un profondo senso spirituale che animava i corpi di quei corvi e del chunin. Si inchinò a Sansokuu per salutarlo, ma prima di congedarsi diede un'occhiata indietro e vide una strana luce negli occhi del corvide, la stessa che animava i suoi nella difesa del villaggio...



     
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