Forbidden Secret pt. 2

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    • Luogo: porte del villaggio di Konoha
    • Clausole: no morte no intro no cattura

    Microzoopsia Ajin Uchiha


    Subaru Uchiha 小屋




    3084cd6a0f582bc0d1303e38d5fa0294

    Nome: Subaru | Clan: Uchiha | Villaggio: Sunagakure no Sato | Grado: Jonin Sp.


    Narrato - Pensato - Parlato
    Il viaggio era stato lungo ma scevro di pericoli, il deserto era stato attraversato a passo calmo senza troppa fretta, non aveva intenzione di stancarsi inutilmente. Dalle dune sabbiose e mutevoli a causa del vento arido era passato, una volta varcato il confine con il paese dei Fiumi era giunto a luoghi decisamente più verdi. Alcuni canyon si aprivano per fare spazio al corso di fiumi ora impetuosi, ora più placidi come ruscelli, i boschi cominciavano a farsi via via più fitti fino a diventare in alcuni punti delle vere e proprie foreste. La vegetazione cresceva rigogliosa grazie alla grande presenza d'acqua, continuando poi a spandersi per miglia e miglia, a perdita d'occhio per tutto il paese del Fuoco. Giunto nella nazione centrale del continente, Subaru si trovò spesso a viaggiare spostandosi sui tronchi di grandi alberi ad alto fusto, illuminato dai raggi che penetravano attraverso le fitte fronde verdi. Qua e là si aprivano poi praterie erbose abbastanza vaste da poter permettere la creazione di altri villaggi, luoghi decisamente più adatti alla vita rispetto alla desolazione della maggior parte del paese del Vento. Si spostò poi su alcuni sentieri in terra battuta, camminando in direzione nord verso Konoha, fino a prendere una strada abbastanza larga da fargli presupporre che si trovasse sulla via principale che conduceva alla capitale. Attorno a lui alcuni carri di mercanti, altre volte gruppetti di ninja che andavano in missione mentre lui si dirigeva nel verso opposto. Una volta giunto in vista delle mura della Foglia, poté constatare i punti in comune e quelli differenti rispetto al suo villaggio. Come Suna, Konoha era circondata da un'ampia cerchia muraria, composta da legno e pietra presumibilmente ma leggermente più bassa rispetto alla grande circonferenza puramente rocciosa della Sabbia. Le porte, tinte di rosso, erano aperte e un posto di guardia controllava gli ingressi e le uscite, molto più copiose man mano che si avvicinava all'entrata. La mole di gente presente in quel posto era spaventosa, forse sarebbe sembrata più grande di quella della sua città di provenienza dando un'occhiata distratta.

    Quindi è qui che è nato il clan Uchiha.

    Cominciò a incamminarsi per sorpassare i grandi cancelli, entrando dentro una città quasi tentacolare. Era molto diversa da Suna, le case erano più variopinte e le strade erano decisamente più pulite e meno impolverate, la verve del popolo però era la stessa, sempre sorridenti e affabili. Con la sua altezza svettava sulla maggior parte dei comuni cittadini, forse fu proprio questa caratteristica ad attirare l'attenzione di alcuni ninja di guardia, il cui sguardo si fece più morbido dopo aver notato il coprifronte legato al braccio.

    Oh, un ninja da Suna ! Non aspettavamo visite, chi siete ? Siete in visita ufficiale ?

    Mi chiamo Subaru Uchiha e no, non sono in visita ufficiale. Devo solamente...svolgere alcune ricerche.

    Non era stato completamente sincero ma non c'era bisogno di dare troppi dettagli sui reali motivi della sua presenza in quel luogo.




     
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    Parlato Ajin

    Era fin troppo caldo nella stretta guardiola adibita a sala comune per le sentinelle di turno in quella zona di Konoha. Normalmente non c'era bisogno di un manipolo di ninja per controllare quelle aree del villaggio ma i corni di guerra che risuonavano in lontananza avevano convinto le alte sfere a rafforzare i controlli, fosse anche per conferire una maggiore parvenza di sicurezza ai civili ma rischiando, spesso e volentieri, di scaturire un effetto opposto.
    Ajin notò per primo il ninja alto e robusto che si aggirava tra i viottoli, mischiandosi con semplicità agli altri passanti e guardandosi intorno incuriosito; il coprifronte di suna sulla sua persona lo rendeva di fatto inoffensivo per la foglia ma abbassare la guardia di certo non era nelle corde dello spadaccino.
    Mentre un paio di colleghi lo interrogavano blandamente, ottenendo risposte dirette e plausibilmente sincere, Ajin rimase pertanto in allerta benchè in disparte, almeno finchè non ebbe udito le generalità dello straniero.

    Uchiha? Divertente...

    Il konohano lasciò l'afoso rifugio e si palesò di fronte al suniano, facendo un cenno agli altri per invitarli ad allontanarsi e a lasciare che fosse lui ad occuparsene.

    Benvenuto a Konoha Subaru, Io sono Ajin, Ajin Uchiha... Il fatto che ci scorra nelle vene il medesimo sangue è senz'altro curioso ed interessante, accompagnami per qualche metro mentre mi spieghi il motivo della tua presenza qui.

    Ajin avrebbe troncato il discorso con una breve pausa ed avrebbe mosso due passi nella direzione opposta rispetto a quella da dove proveniva Subaru, fermandosi quindi un istante dopo e riprendendo a parlare.

    E' il protocollo... Dopotutto non si può mai essere abbastanza sicuri, no?

    Fissò lo sguardo su quello dell'altro e fece spallucce, come a voler dire che non dipendeva da lui. Fermo sul posto, avrebbe quindi semplicemente atteso che Subaru accettasse il suo invito a seguirlo e si accodasse a lui in quella passeggiata per le vie della foglia.
     
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    Nome: Subaru | Clan: Uchiha | Villaggio: Sunagakure no Sato | Grado: Jonin Sp.


    Narrato - Pensato - Parlato
    I guardiani delle porte di Suna sembrarono accettare in parte la spiegazione data dall'Uchiha, i loro visi sembravano intimiditi ma lasciavano presagire l'assenza di ostilità. Non si aspettava un tappeto rosso ma sicuramente la situazione internazionale non lasciava spazio a facili ricevimenti, si poteva sempre nascondere una spia tra i visitatori. Subaru lo sapeva bene, era una delle cose che aveva lasciato per detto prima della sua partenza, le guardie di Suna avrebbero dovuto approfondire ogni singolo dettaglio di ogni individuo che si fosse presentato al villaggio, chiunque non avesse fugato ogni sospetto sarebbe stato visto come una minaccia e di conseguenza attaccato. Sebbene al suo arrivo non ci fossero state domande eccessivamente indagatrici, non si poteva comunque avere la certezza di passare indenni dal posto di guardia. Qualcuno però uscì dal gabbiotto lì vicino e si avvicinò a lui, facendo un cenno agli altri di allontanarsi, ordine prontamente eseguito. A giudicare dalla solerzia con cui avevano fatto dei passi indietro e dalla sicurezza dello shinobi, doveva trattarsi di qualcuno in vista o almeno questi erano i pensieri del suniano. Il ragazzo spiccava tra gli altri, il suo aspetto lo rendeva già esteticamente diverso rispetto ai comuni ninja. Era poco più basso di Subaru, forse una decina di centimetri li separavano, eppure aveva un fisico ben allenato e asciutto, segno dei numerosi allenamenti che doveva aver svolto durante la sua carriera. Il viso era delicato nei lineamenti e si accompagnava a una lunga capigliatura nera tirata all'indietro, a questa faceva il paio uno sguardo scuro come la notte e penetrante, decisamente interessante. Le caratteristiche fisiche suggerivano una certa appartenenza, sembrava quasi che i due potessero essere parenti, addirittura fratelli. I dubbi di Subaru furono fugati quando si presentò, il tono della voce sembrava tranquillo ma fermo e deciso.

    Subito un Uchiha ? Sembra mi abbiano letto nel pensiero.

    Aveva detto di chiamarsi Ajin e apparteneva al suo stesso clan, sebbene i legami dell'antica comunità unita si erano persi nel corso dei secoli. Fece una breve pausa e poi lo invitò a seguirlo, chiedendogli le motivazioni della sua presenza al villaggio. Subaru non sapeva se fidarsi completamente o meno, non poteva trattarsi di una spia o almeno lo sperava, tuttavia un certo riserbo lo caratterizzava quando si trattava delle sue motivazioni personali. Continuando a seguire i passi del probabile parigrado e tenendosi al suo fianco, cercò di spiegarsi mantenendo una voce neutra e con poche inflessioni emotive.

    Capisco benissimo, la natura dei vostri confini vi impone una certa sicurezza sugli ingressi al villaggio.

    Un gesto della mano avrebbe indicato il perimetro delle mura di Konoha, come a voler alludere alla facilità di scavalcarle nonostante l'imponenza.

    Sono venuto qui per imparare, in un certo senso. Mio nonno, Fugaku, è stato nei corpi speciali di Suna e ultimamente mi ha insegnato alcune cose. Ho pensato che per difendere meglio il villaggio della Sabbia avrei potuto scoprire qualcosa in più proprio qui.

    Tralasciò volutamente il fatto dell'ambizione personale, del potere che aveva scoperto e che lo aveva spinto a imparare Izanagi. Il non detto fu forse in quantità maggiore delle parole effettivamente pronunciate.

    Penso inoltre che uno scambio tra Sabbia e Foglia possa essere proficuo di questi tempi. Il kazekage sarebbe contento di poter ricevere notizie dal capovillaggio.




     
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    Subaru non si oppose alla richiesta di Ajin e si accodò a lui, tenendo saldamente il passo mentre iniziava a rispondere alle domande che gli erano state poste, mantenendo un tono pacato e privo dell'impazienza che sarebbe stata tipica e comprensibile in circostanze simili.
    Ajin tacque mentre ascoltava l'altro esporre brevemente che i motivi della sua visita erano per metà personali e legati al nonno e per l'altra metà prettamente sociopolitici, relativi perlopiù all'alleanza in rapido sviluppo tra Suna e Konoha.

    Praticamente non mi hai detto niente...

    Il konohano attese prima di rispondere e prolungò ancora per qualche istante il silenzio che intercorreva tra i due al termine del discorso di Subaru; approfittò tacitamente di quella pausa per osservarlo mentre rifletteva sul da farsi.
    Era stato ordinato che si ponesse maggiore attenzione sui ninja sconosciuti che si introducevano nel villaggio ed Ajin era intenzionato a rispettare quegli ordini ma non poteva neppure attingere ad una sfera di cristallo per conoscere le intenzioni di ciascuno... Come comportarsi? Dopotutto l'uomo aveva fatto il nome del Kazekage e negare una richiesta proveniente dal suddetto avrebbe potuto nuocere all'amicizia tra i due villaggi...
    Ajin fece spallucce impercettibilmente e finalmente interruppe quel silenzio, anche se forse non in tempo utile a non renderlo imbarazzante.

    Il mio istinto solitamente fa schifo quando si tratta di giudicare una persona quindi tendo a fidarmi raramente di esso... Oggi tuttavia farò un'eccezione e darò retta alle mie budella, acconsentendo alla tua permanenza indisturbata.
    L'unica condizione, in realtà, è che non sarà del tutto indisturbata in quanto mi riserverò l'onere ed il piacere di accompagnarti per qualche ora... Nessuna obiezione spero?


    In principio era stato Ajin a dettare la direzione della loro camminata ma al termine del suo discorso si sarebbe fermato e avrebbe lasciato che a condurre fosse Subaru... Dopotutto non poteva imporre all'altro cosa voler visitare.
    Un lieve sorriso, non del tutto invisibile probabilmente, comparve sul volto di Ajin. Quell'Uchiha di Suna lo incuriosiva e, sebbene non desse molto credito al suo istinto in materia di valutazione delle persone, si fidava ciecamente di esso quando si trattava di intuire se qualcosa potesse nascondere risvolti interessanti... In quel momento i segnali erano decisamente positivi quindi nulla avrebbe vietato di unire l'utile al dilettevole nell'accompagnare il ninja della sabbia.

    Qual era la prima tappa in programma?

    Dette per scontato una risposta affermativa del suo interlocutore, principalmente perchè una risposta negativa avrebbe significato più di una scocciatura per entrambi.
     
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    Nome: Subaru | Clan: Uchiha | Villaggio: Sunagakure no Sato | Grado: Jonin Sp.


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    Il cammino continuò, la posizione di Subaru non era cambiata così come il suo atteggiamento, pronto a rispondere alle domande che gli sarebbero state poste nel caso l'interlocutore si fosse dimostrato ricettivo nei confronti della sua risposta. Il sole illuminava i loro passi e il vociare della gente presente per strada per un attimo fu il solo rumore che intercorse tra i due. Il silenzio prolungato sembrò sul punto di diventare imbarazzante ma a Subaru non passò neanche per un istante in mente l'impressione di aver detto qualcosa di sbagliato o strano. Le successive parole di Ajin però lo stranirono, sensazione che non trasparì sulla sua espressione, sempre neutra. Evidentemente la situazione internazionale aveva fatto adottare ai ninja di Konoha un atteggiamento più difensivo anche se non traspariva inizialmente dai loro comportamenti. L'altro Uchiha si dimostrò disponibile a credere alle parole del suniano seguendo un istinto che diceva essere non troppo sviluppato, cosa che trovò in parte inaccettabile da un ninja di quel grado. Come poteva essere un'efficace arma di difesa se non poteva contare su ciò che sentiva dentro ? Non ci rifletté molto a lungo, non era compito suo redarguire lo shinobi, per altro appartenente ad un altro villaggio. Fu contento, invece, di sentire che sarebbe stato lui ad accompagnarlo, qualcuno dotato delle sue stesse abilità lo avrebbe certamente facilitato nel suo compito e non avrebbe preso quella sorta di intromissione come un'ingerenza nel suo viaggio, era anzi ben contento di poter contare su una guida in un luogo sostanzialmente sconosciuto. Sorrise di rimando al compagno di passeggiata, preparandosi a rispondere con un tono che nascondeva qualche inflessione amichevole in più rispetto all'inizio della loro conversazione. Poteva fidarsi di lui, sentiva che in qualche modo non sarebbe stato d'intralcio.

    No, nessuna obiezione. Penso sia fondamentale, anzi, non sono del posto e potrei facilmente perdermi.

    Si sarebbe colta l'ironia nelle ultime parole a miglia di distanza, era ovvio che un ninja del suo calibro non avrebbe avuto difficoltà ad orientarsi, semmai a trovare ciò di cui aveva realmente bisogno.

    Penso che ormai le antiche sedi del clan Uchiha siano perdute, non avrebbe senso andare a vedere delle rovine, per quanto possano essere interessanti. Vorrei sincerarmi dello stato militare del villaggio innanzitutto, in questo modo togliamo l'incombenza diplomatica come prima cosa per passare a cose più...divertenti.




     
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    Parlato Ajin

    Fortunatamente la risposta di Subaru fu positiva, scongiurando così l'eventualità di un incidente diplomatico e sollevando un bel po' di grattacapi dal groppone di Ajin che, mandando via le altre sentinelle, si era praticamente accollato ogni responsabilità dei casini che quel tizio avesse provocato.
    Il konohano ascoltò pertanto quanto l'altro avesse da dire in merito alle tappe della sua visita e sollevò appena un sopracciglio nel sentirlo parlare di rovine del clan Uchiha.

    Guarda che il quartiere Uchiha non è affatto in rovina...

    Il braccio di Ajin si sollevò per indicare una direzione alla loro destra.

    Ora non saprei dirti se le case siano le stesse ma, a dispetto alle storie di svariate decine di anni fa, il clan Uchiha è rifiorito e praticamente tutti i membri vivono lì. Io stesso sono nato e cresciuto in quella zona e lì, tuttora, ha sede il corpo di Polizia della Foglia... Addirittura uno dei miei ex allievi dell'accademia è salito alla ribalta e non è escluso che entro breve salga in cattedra come figura principale del Clan!

    Ajin passò quindi ad affrontare la seconda parte del discorso di Subaru, realizzando immediatamente di trovarsi in sincera difficoltà nel rispondergli. Sostenne il proprio mento con indice e pollice della mano destra e corrugò la fronte, non del tutto contento di dover formulare quella frase.

    Non ho davvero idea di come far sì che tu possa sincerarti dello stato militare del villaggio... Non posso presentarti ogni singolo ninja e non posso nemmeno condurti dagli anziani e mostrarti i documenti del villaggio... Come dovrei fare, Subaru?

    Ajin era una persona piuttosto pragmatica e mai in vita sua si era interessato di problemi e questioni burocratiche o militari che andassero oltre la semplice missiva contenente i dettagli di una missione. Semplicemente aspettava che giungesse un ordine e rapidamente lo eseguiva, limitandosi a vivere letteralmente come un civile i lassi di tempo che intervallavano le varie mansioni... Cosa accadesse nei palazzi governativi era per lui un totale mistero, ragion per cui gli era praticamente impossibile anche solo capire come rispondere in maniera esaustiva alla richiesta di Subaru.

    Però potrebbe essere una scusa per iniziare a capirci qualcosa!

    Sebbene inizialmente avesse assunto il compito di anfitrione, Ajin in quel momento si ritrovò a sperare che i ruoli si ribaltassero e che fosse Subaru a spiegare qualcosa a lui. Dopotutto il suo grado nella gerarchia ninja era piuttosto alto e se avesse saputo cosa e dove cercare, non avrebbe impiegato molto a cavare qualche ragno dal buco.
     
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    Nome: Subaru | Clan: Uchiha | Villaggio: Sunagakure no Sato | Grado: Jonin Sp.


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    Come prevedibile, le conoscenze di Subaru erano errate o incomplete e la cosa un po' lo sorprese. Di solito era bravo a raccogliere informazioni e a tenerle sempre aggiornate ma in quel frangente scoprì che il quartiere Uchiha era ancora in piedi, vivo e vegeto forse non come un tempo ma sicuramente ospitava ancora il comando della Polizia della Foglia. Il braccio di Ajin indicò una zona alla loro destra e probabilmente se avessero proseguito verso quella strada avrebbero incontrato ciò che il suniano pensava fosse ridotto a macerie o semplici monumenti. La cosa che però lo sorprese di più fu il fatto che un allievo del jonin, presumibilmente Uchiha a giudicare dal contesto del discorso, aveva le carte in regola per diventare Hokage. Quelle poche parole potevano sembrare semplici e senza reale fondo, in realtà dissero molto al secondo di Kenzo. Konoha non aveva ancora un capovillaggio e la cosa era di una gravità assoluta, le difficoltà che si profilavano all'orizzonte non avrebbero dato scampo a quei luoghi senza che alla guida ci fosse qualcuno di autorevole. Non era però affar suo immischiarsi in discorsi prettamente politici, tra l'altro appartenenti a un villaggio che non era il suo, quindi cambiò anche il suo obiettivo. Se all'inizio gli sarebbe piaciuto parlare con l'Hokage, dopo quella rivelazione decise di continuare a sfruttare ciò che Ajin gli avrebbe detto e lo avrebbe trattato quale rappresentante ufficiale del Paese del Fuoco. L'iniziale spaesamento e la successiva domanda giunsero puntuali al mutamento di indirizzo, incastrandosi perfettamente con ciò che aveva intenzione di fare.

    Tranquillo, se non c'è un capovillaggio è inutile perdersi in chiacchiere sterili su come e cosa fare in caso di guerra.

    A quel punto si aprì un sorriso sul suo volto, segno che il tempo della formalità era parzialmente finito e che da quel momento in poi si sarebbero trattati molto più amichevolmente.

    Ho sentito che i vostri campi di addestramento sono un bel po' e anche abbastanza vari. Se non ti dispiace vorrei visitare quello più protetto, ho qualche diceria di mio nonno da controllare. Sai com'è, i vecchi esagerano molto a volte.

    Si sarebbe tenuto pronto a seguire Ajin verso i campi di addestramento, in quel modo avrebbe potuto capire le differenze con quelli di Suna e come apportare migliorie, oppure avrebbe potuto dare dei consigli. Tutto dipendeva dallo stato di quei posti, spesso la loro cura era indicatore della qualità degli allenamenti somministrati alle giovani reclute.




     
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    Subaru sembrò cambiare autonomamente idea nel giro di qualche secondo, rinunciando alla sua precedente decisione di approfondire i piani bellici e la struttura militare di Konoha; stando alle sue parole, sarebbe stato superfluo farlo fintanto che il seggio di Hokage fosse rimasto vacante.
    Ajin scrollò le spalle, stupito da quel repentino cambio di rotta ma per nulla spazientito da esso. Ascoltò Subaru esporre il desiderio di visitare i campi d'addestramento della Foglia ed annuì soddisfatto: di quello si intendeva certamente di più.

    Da questa parte, il primo non è lontano!

    Ajin decise di condurre il suniano nel campo di addestramento cui era maggiormente legato, ovvero la piccola arena situata a ridosso dell'accademia. Quando furono sul posto, il jonin iniziò pertanto una breve descrizione di quello spazio, che risultava in realtà piuttosto semplice e spartano. Davanti ai loro occhi si sarebbe dipanata una radura alle spalle dell'edificio dell'accademia, contornata da piante e totalmente in terra battuta, di ampiezza neppure troppo significativa.

    Questo campo di addestramento è il mio preferito per certi versi... Mi è capitato spesso e volentieri di esaminare gli aspiranti genin e, a differenza di altri sensei, mi piace condurli direttamente qui per farli combattere contro di me. Mentre lo fanno riesco a comprendere la loro forza d'animo e cosa li spinga a voler diventare ninja, molto più di quanto riuscirei a fare semplicemente interrogandoli in un'aula... Nei limiti del possibile, provo anche a correggere i difetti del loro carattere e a plasmarli affinchè, in futuro, non fatichino a diventare shinobi di tutto rispetto. Non mi riesce sempre bene ma a conti fatti sono piuttosto soddisfatto del mio operato!

    Con le dita incrociate dietro la nuca, Ajin fece scorrere lo sguardo sul terreno punteggiato di ciuffi d'erba solitari, mentre una punta di nostalgia accarezzava il suo animo. Aveva deciso di iniziare da lì la visita guidata di Subaru, nonostante Konoha disponesse di strutture di livello ben superiore.

    Che ne pensi, Subaru... Ti è mai capitato di dover avere a che fare con degli studenti dell'accademia?

    Il suniano non era lì propriamente per una visita di piacere ma nulla vietava di intraprendere una conversazione... Dopotutto Ajin continuava a voler soddisfare la sua curiosità nei confronti dell'altro e non sarebbe riuscito a farlo semplicemente scorrazzando in giro in silenzio.
     
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    L'Uchiha apprezzò l'entusiasmo che investì Ajin non appena cambiò l'indirizzo delle sue ricerche, le quali avrebbero solamente mutato obiettivo. Cominciò quindi a fargli da guida, portandolo attraverso un dedalo di strade che si snodò fino a giungere a un grande edificio. L'insegna non lasciava spazio a dubbi, quella era la famosa Accademia del villaggio della Foglia. Aveva spesso sentito racconti da alcuni ninja provenienti da altri posti ma quella era la prima volta che poteva vederla di persona.

    Se è come dicono, dovrebbero stupirmi.

    Non era quella, però, la destinazione ultima del loro peregrinare. L'altro Uchiha, infatti, lo portò in una zona adiacente, un piccolo campo di allenamento circondato da piante abbastanza rigogliose da formare un cerchio protettivo che faceva di quel posto quasi una piccola arena. Non era certo il più protetto come aveva chiesto ma poteva andar bene, soprattutto dopo le parole con cui il konohano gli spiegò un paio di cose. In sostanza si trattava del luogo dove svolgeva gli esami genin anche se in una maniera diversa; stando alle sue parole, infatti, preferiva combattere contro di loro piuttosto che far eseguire le noiose tecniche principali. Quel breve discorso gli ricordò i suoi trascorsi, quando ancora chunin aveva iniziato a prendersi carico delle reclute e a farsi un nome. All'ultima domanda di Ajin, Subaru rispose chiudendo gli occhi e sorridendo, alzando leggermente la testa come a voler scrutare il cielo con le palpebre chiuse, trattenendosi dallo scoppiare in una fragorosa risata che sarebbe risultata inopportuna in quei luoghi.

    Spesso, molto spesso. Più di quanto tu non possa immaginare...E mi hanno anche dato dei problemi.

    Tornò in una posizione normale, guardando l'interlocutore con gli occhi divenuti già rossi ma mantenendo un'espressione cordiale. Non voleva certo che prendesse quel segnale come una minaccia o una sfida, non aveva la minima intenzione di mettersi contro tutta Konoha. Iniziò però a concentrare il chakra nella mano posta dietro la schiena come supporto, nascoste alla vista di Ajin si sarebbero formate cinque fiammelle azzurrognole sui polpastrelli.

    A causa di questi e di questa...

    Con un rapido movimento portò la mano irrorata di chakra a terra, eseguendo quel jutsu che non utilizzava da tempo e che le conversazioni con suo nonno avevano rinverdito. La tecnica prese le sembianze di una barriera incandescente che si innalzò verso il cielo, le dimensioni però erano abbastanza piccole da non causare danni alla radura e da non destare ulteriori preoccupazioni. Una volta eseguita quella barriera, Subaru la fece scomparire e disattivò il suo Sharingan.

    Dovrei esercitarmi di più, l'ultima volta sono riuscito a intrappolare cinquanta aspiranti genin, tutti sparpagliati. Quindi diciamo di sì, ho avuto a che fare con reclute ma consideravano i miei metodi un po'...eccessivi, diciamo. Avevo i tuoi stessi obiettivi ma agivo in maniera decisamente diversa...E poi l'hanno scoperto.

    Il sorriso di Subaru questa volta sarebbe divenuto un po' più misurato, l'ironia nella sua voce si sarebbe sentita per miglia e miglia. Non ripercorreva quel periodo dall'incontro con Kenzo, era passato già un bel po' di tempo e molte cose erano cambiate.




     
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    Subaru sembrò apprezzare la decisione di Ajin di mostrargli quel luogo colmo di ricordi significativi. Un velo di piacevole nostalgia poteva forse essere intuibile nel suo volto e nelle sue parole mentre affermava di essersi occupato egli stesso, neppure troppo tempo prima, di raddrizzare qualche studente scapestrato ed indirizzarlo lungo la corretta via del ninja.
    Ajin non staccò le dita da dietro la nuca, limitandosi semplicemente a sollevare appena lo sguardo mentre Subaru attivava lo sharingan e mostrava una tecnica decisamente familiare.

    Ah, lo scudo fiammeggiante degli Uchiha! Incredibile che le tecniche speciali del clan non siano prerogativa di Konoha ma vengano invece tramandate di generazione in generazione anche altrove!

    Ajin non era ciò che si poteva definire un indefesso patriota ma, per quanto non fosse totalmente assorbito dalle faccende del clan come molti altri suoi parenti, non si esimeva del tutto dal rispettare ed onorare la lunga stirpe di Uchiha che lo aveva preceduto.
    Scoprire che il clan prosperava e si evolveva anche al di fuori della foglia, pertanto, non poteva che essere motivo di orgoglio e di speranza per lui.

    Mentre gli occhi di Subaru tornavano normali e il fuoco cessava di ardere attorno a loro, Ajin decise autonomamente che la visita a quel particolare campo di addestramento potesse considerarsi conclusa e, con un gesto della mano, invitò Subaru a spostarsi altrove.
    Lungo il cammino Ajin si concesse una piccola descrizione che fungesse da preambolo per l'arena che i due si apprestavano a visitare.

    Questo particolare luogo è l'arena più ampia e famosa di Konoha... È qui che si svolgono gli eventi più importanti e raramente la utilizziamo per addestramenti base, sebbene possa accadere, talora, che qualche figura importante conduca qui i propri allievi.

    Una volta sul posto, Ajin fece un cenno al ninja di guardia, il quale rispose semplicemente facendosi da parte. Quando furono all'interno, Ajin lasciò che l'altro osservasse l'ambiente per qualche secondo e riprese quindi il proprio discorso.

    La storia di Konoha narra che in questo luogo, diversi anni fa, fosse iniziato uno dei peggiori attacchi ai danni di Konoha, perpetrato con la collaborazione degli aspiranti chunin di Suna.
    Dopo tutto questo tempo e dopo infinite peripezie, sembra che i nostri villaggi siano ora addirittura alleati...


    Ajin tacque per un istante e fece correre lo sguardo tutto intorno, spensieratamente.

    Cosa ne pensi della scelta del tuo Kage di perseguire un'alleanza con Konoha dopo essere stati, per diverso tempo, vassalli di Oto?

    Ajin si interessava davvero poco delle questioni geopolitiche ma ciò non lo rendeva un totale sprovveduto: conoscere il parere dell'altro in merito a quella spinosa questione, avrebbe di certo aiutato il jonin ad inquadrarlo meglio.
     
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    Narrato - Pensato - Parlato
    Ajin sembrò contento dell'esecuzione di Subaru, la tecnica era riuscita ma il suniano avrebbe avuto molto da ridire in quanto non era stato per niente soddisfatto. Si sarebbe allenato ancora e ancora per rendere quel jutsu un'arma adatta ai suoi scopi, in quel frangente però non avrebbe potuto spadroneggiare in quanto si trovava comunque in un villaggio che non era il suo, sebbene fossero alleati non aveva l'autorità per monopolizzare quei campi.
    Quando i suoi occhi tornarono normali il konohano decise di proseguire con il tour, cominciando a parlare di un'arena più importante, adibita soprattutto per eventi che esulavano dal normale addestramento delle reclute. I ricordi di Subaru cominciarono ad attivarsi e pian piano affiorò qualche sprazzo di vita passata, man mano che si avvicinavano al posto la mente diveniva più lucida e riusciva a estrapolare meglio gli eventi dalla nebulosa stanza dell'oblio.

    E' qui che sono diventato chunin...Quanto tempo...

    Gli sovvennero i ricordi del combattimento, il risveglio del nuovo sharingan e tutto ciò che ne conseguì, i nonni festosi ad applaudire e a farsi riconoscere da tutti. Poi si aggiunse la frase pronunciata dall'altro Uchiha e anche lì la sua memoria pescò da diversi cassetti stralci di leggende e storie antichissime. Ricordava quella sorta di guerra ordita da Suna contro Konoha, adesso però era felice di poter dire che l'alleanza sembrava progredire per il verso giusto. L'ultimo quesito però lo distolse dal passato, calandolo più nel presente reale e nelle contingenze che in parte lo avevano portato a compiere quel viaggio nella capitale del Paese del Fuoco.
    Respirò lentamente, alzando il braccio e indicando un punto dell'arena davanti a loro.

    In quel punto spaccai un braccio a un genin di Oto...Ricordo che dovettero fermarmi o lo avrei pestato per giorni.

    Il braccio tornò in posizione normale, lungo il corpo ad accarezzare l'anello di Kaitenha che in quel momento era indistinguibile da una comune spada. Cominciare la risposta a una domanda come quella con la rievocazione di un pezzo del suo chunin forse non era il massimo ma serviva a creare un clima più disteso, la serietà e la mezza formalità dell'inizio erano un ricordo ormai.

    Di questo rapporto con Oto non saprei dirti molto, sono stato lontano per...anni probabilmente. Penso però che l'asse formato insieme a Kumo sia fondamentale. Anche geograficamente se ci pensi...

    Tracciò una linea in aria con un dito e con l'altra mano indicò sia a destra che a sinistra del tratto immaginario.

    Siamo in mezzo e possiamo controllare i traffici in caso di guerra, isolare qualche paese addirittura. Di contro siamo bersagli da due lati, motivo per cui dobbiamo mantenere alta la guardia. Ma scusami, ho divagato.

    Un sorriso gli attraversò il viso, l'aria cominciava a essere abbastanza colloquiale.

    Come ti dicevo, non saprei dirti molto. A causa di alcuni disguidi con il consiglio di Suna, anni fa sono stato mandato in missione e mi hanno...esiliato diciamo. Ricordo il periodo di vassallaggio solo in parte, ho avuto poi alcune notizie sul fatto che non sia finito benissimo. Ho recuperato certe informazioni solo al mio ritorno a Suna, purtroppo.

    Non sapeva cos'altro rispondere, effettivamente la lunga missione d'esilio era stata uno spartiacque nella sua vita e lo aveva costretto a immagazzinare tante altre informazioni che ne avevano soppiantato altre, lasciando alcuni buchi che aveva potuto colmare solo parzialmente con i resoconti del villaggio.

    Tu invece ? Che idee ti sei fatto ?




     
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    Subaru rispose evasivamente alla domanda di Ajin, principalmente, a suo dire, per via del fatto che la sua prolungata assenza da Suna non gli consentiva una visione d'insieme tale da poter valutare ogni possibile variabile in gioco.
    Ajin annuì senza dir nulla, ascoltando la domanda che l'altro gli pose di rimando e prendendosi qualche istante prima di rispondere.

    Ero già jonin quando iniziarono i primi contatti tra Suna e Konoha, portati avanti dai due ex kage dei rispettivi villaggi... Un uchiha e uno Hyuga ironicamente...

    Entrambi erano ormai retaggi del passato ed il ninja della foglia glissò su di loro, riprendendo di lì a breve a parlare.

    Ad ogni modo, non saprei dire cosa fosse successo tra Suna ed Oto ma il fatto che la sabbia si sia spinta oltre la propria comfort zone per ricercare un patto con Konoha, fresca nemica di Oto, lascia ben pochi dubbi sulla bontà delle intenzioni dell'ex kazekage... A me personalmente tanto basta!
    Non mi sono mai interessato particolarmente di politica nè di arte militare, per me è sufficiente sapere di potersi fidare di un potenziale alleato; in fin dei conti sottoscrivere un mero pezzo di carta non è che la pallida conclusione di un intreccio che ha radici ben più profonde...


    Ajin sospirò, come se avesse accettato soltanto in quel momento la dura realtà dei fatti.

    Konoha si è fatta qualche nemico di troppo nel corso degli anni e, visto che i nostri nemici sembrano intenzionati a coalizzarsi senza troppi patemi, ammetto che non mi dispiace sapere di avere le spalle coperte, fosse anche soltanto per un vantaggio reciproco...
    Purtroppo la foglia e la sabbia sono raramente entrate in contatto negli ultimi anni e non posso ignorare nè negare che un pizzico di diffidenza serpeggi... Chissà che il tuo viaggio turistico non possa essere d'auspicio perchè questa tendenza si capovolga...!


    Ajin abbandonò di colpo quell'espressione compunta che poco gli apparteneva e battè con forza le mani, volendo quasi dissipare quell'atmosfera seriosa che si era venuta a creare.

    Beh, temo di averti annoiato a sufficienza... Avanti con la prossima domanda su Konoha o con la prossima tappa del tour!
     
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    L'Uchiha ascoltò con attenzione tutto ciò che disse il compagno di clan, prestando l'orecchio soprattutto a ciò che riguardava questo vassallaggio di cui poco sapeva dire. Stando alle sue parole, i contatti tra Suna e Konoha erano avvenuti già da tempo e il fatto che la Sabbia fosse riuscita a liberarsi da una sorta di giogo costrittivo era motivo di grande orgoglio. Sapeva che il suo villaggio era forte abbastanza da poter fare grandi cose anche senza di lui, per altro impegnato in altre mansioni in quei frangenti. Qualcosa però lo colpì particolarmente, alcune parole nel discorso di Ajin fecero particolarmente breccia nella sua mente. Aveva ragione, sottoscrivere un trattato poteva significare tutto e niente, avrebbe avuto poco senso se non ci fosse stato dietro un rapporto umano di ben altro spessore. Era un po' quello che era accaduto tra Kumo e Suna, a quanto aveva capito il biondo della Nuvola conosceva da tempo il Kazekage e insieme avevano deciso di fare un'alleanza difensiva, segno che Kenzo aveva fatto valere le sue posizioni.
    Rimase per un attimo quasi assorto ma sempre tendendo l'orecchio, afferrando soprattutto la probabile diffidenza tra i loro villaggi e facendo tornare la sua mente dentro il corpo non appena Ajin batté le mani.

    Concordo. Le scritte, anche se su carta, non valgono nulla se non si dà valore...Lo so bene, purtroppo. Durante il mio "esilio" - rimarcò l'ultima parola facendo il segno delle virgolette, sperando che il compagno capisse - Mi sono dovuto infiltrare e così come ho ingannato, a mia volta sono stato raggirato da false promesse messe su carta.

    Rimase per qualche secondo in silenzio, ripensare a quei momenti gli metteva un certo tremore nei muscoli, memore delle nefandezze in cui si era dovuto calare.

    Ecco perchè mi trovo qui. Tralasciando quello che ti ho detto all'inizio, volevo vedere di persona il nostro alleato e cercare di stringere un legame. Non abbiamo avuto molti contatti, hai ragione, ma ho intenzione di cambiare le cose.

    Si stava forse prendendo qualche libertà in più rispetto a ciò che realmente poteva fare ? Il pensiero lo sfiorò per qualche istante ma non se ne curò assolutamente. La carica che ricopriva era tale per cui poteva approfondire legami diplomatici già stabiliti in precedenza, d'altronde Kenzo aveva già fatto una specie di pre accordo con qualcuno di quel luogo.

    Da quello che mi pare di capire sei un jonin da molto tempo, devi avere molta esperienza. Perchè non ti proponi come hokage ? Ci troveremmo bene a discutere insieme.

    Sorrise allegramente dopo quella domanda, sentiva una certa affinità con quel ninja che ragionava quasi come lui. In fondo quello che aveva detto in precedenza lo pensava realmente, se non ci fosse stato un solido legame a unire i due grandi villaggi, difficilmente si sarebbero potuti prestare mutuo soccorso in caso di pericolo.




     
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    Pensato Ajin
    Parlato Ajin

    Subaru affermò di condividere a pieno il pensiero di Ajin e dichiarò che parte del motivo che lo aveva portato lì era legato alla volontà di farsi un'idea su Konoha, non tanto come mero villaggio da esplorare, bensì come alleato della sua Suna. Di nuovo, com'era accaduto spesso nel corso del loro interloquio, Ajin annuì, confermando silenziosamente di appoggiare a sua volta la decisione del suniano.
    Quando si stava già preparando a spostarsi di nuovo verso la successiva destinazione, una domanda, quasi improvvisa ed inaspettata da parte di Subaru, lo bloccò sul posto... Non si poteva dire che il concetto stesso dietro quella domanda non l'avesse spiazzato ma a lasciarlo basito era stato, in realtà, ben altro.

    Cazzo...

    Ajin guardò in alto verso il sole, come se si fosse accorto soltanto in quel momento di che ora fosse.

    Dovrebbe avvenire a breve... Subaru, dobbiamo muoverci!

    La parola "Hokage" lo aveva come ridestato, facendogli tornare alla mente qualcosa di incredibilmente importante, sfuggitogli in quel frangente soltanto per via di Subaru.
    Scordandosi di aggiungere qualche dettaglio in più alla sua criptica richiesta, Ajin concentrò il chakra nelle gambe e scattò repentinamente, aspettandosi che l'altro, pur senza alcuna informazione in merito, facesse altrettanto e gli si accodasse; soltanto quando fossero stati già in movimento, il Konohano avrebbe ripreso la parola, provando ad esplicare i motivi dietro quella improvvisa fuga.

    Perdonami Subaru ma dovremo interrompere la nostra gita... Tra non molto i miei due allievi più promettenti si dovrebbero scontrare!

    Quella voce serpeggiava per le vie di Konoha già da qualche tempo e sebbene molti la etichettassero come puro folklore, altri, come ad esempio lo stesso Ajin, sapevano benissimo che c'era un solido fondo di verità dietro quei rumors.
    Senza guardarsi indietro, Ajin fece strada verso la valle dell'epilogo.
     
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    La reazione di Ajin alla sua domanda lo stupì, perchè rispondere a quel modo ? Sembrò quasi che un lampo improvviso gli avesse attraversato la mente, come se si fosse ricordato di qualcosa grazie alle parole dell'Uchiha di Suna. La frase seguente non fece altro che aumentare la curiosità del jonin della Sabbia, il quale osservò il ragazzo partire in velocità verso una direzione che portava fuori dal villaggio. Senza fare nessuna domanda, Subaru concentrò il chakra nelle sue gambe e cominciò a seguire il konohano, curioso e desideroso di fargli delle domande su quel comportamento. Cosa stava accadendo ? Cosa stava per succedere a breve ?
    Quando furono in movimento e il suniano si portò al suo fianco, le parole altrui schiarirono qualche dubbio. I due allievi di Ajin si sarebbero dati battaglia e si sarebbe trattato di uno scontro degno di quel nome, almeno questo fu il pensiero di Subaru.

    Ti seguo, fai strada.

    Subaru quindi continuò a seguire la corsa di Ajin, desideroso di vedere un po' di azione in quel posto così lontano da casa.




     
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