From darkness to light pt.1

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    Ajin Uchiha
    • Luogo: Foresta al confine tra Paese del Fuoco-Paese dei Fiumi >>> Suna
    • No Intromissioni: no intro


    Subaru Uchiha 小屋




    3084cd6a0f582bc0d1303e38d5fa0294

    Nome: Subaru | Clan: Uchiha | Villaggio: Sunagakure no Sato | Grado: Jonin Sp.


    Narrato - Pensato - Parlato
    Ciò che aveva visto nella Valle della Fine era rimasto dentro di lui per tutto il tragitto e chissà per quanto tempo avrebbe tormentato i suoi pensieri. Aveva visto una strana luce in quegli occhi, un lampo di ciò che era esistito soltanto nei racconti del nonno fino a quel momento. Il potere, in generale, richiedeva sacrificio e abnegazione e quello specifico occhio ne esigeva molto. Cercò di pensarci poco durante la marcia, concentrandosi su qualcosa di ben diverso. Non si sentiva completamente a suo agio nel discutere di una cosa così personale che gli ricordava molto del suo passato, ricordi familiari che a fatica vennero trattenuti dalla sua bocca. La sua espressione però tradiva in parte un certo senso di inquietudine, sensazione che crebbe non appena si fermarono sul confine tra il paese del Fuoco e quello dei Fiumi. Quella sorta di striscia di terreno formava un cuscinetto tra le grandi nazioni di Konoha e Suna e si caratterizzava per un paesaggio misto in alcune zone, mentre in altre la presenza di grandi corsi d'acqua faceva presagire di aver già oltrepassato la grande marea di sabbia in direzione della Foglia. Ad un certo punto Subaru aveva preso le redini del viaggio e senza dire una parola aveva assunto il ruolo di guida, sebbene fosse sicuro che Ajin conoscesse quei luoghi quasi quanto lui. Cercò di scacciare la vista del sangue di Wukong e degli occhi di Brynden inferociti dal chakra della Volpe, fermandosi sotto un albero mentre la luna iniziava il suo percorso attraverso la volta celeste.

    Fermiamoci qui per la notte, domani dovremo attraversare il deserto e potrebbe prosciugarti gran parte delle energie.

    Dal tatuaggio sul braccio Subaru evocò una tenda e due sacchi a pelo, oltre all'occorrente per preparare un fuoco da campo. Dopo aver allestito tutto iniziò a guardarsi intorno con fare indagatorio, come se stesse provando a percepire la presenza di qualcos'altro. Il posto gli sembrava familiare, le indicazioni del nonno dovevano essere esatte ma non poteva esserne certo, quello che stava cercando era qualcosa di sfuggente e che non si poteva localizzare facilmente.
    Compose il sigillo della tigre e accanto a lui sbucò un clone perfetto, il quale cominciò a guardare Ajin come se non sapesse chi era.

    Scusa un attimo, Ajin.

    Si allontanò di qualche metro, giusto per sussurrare qualcosa all'orecchio del bunshin, il quale quasi volò via tra gli arbusti.

    Sarà meglio avere una sentinella nella foresta, non si sa mai.

    Un sorriso amaro si dipinse sul suo volto, questa volta però non fu lo scontro visto in precedenza a causargli turbamenti. Si trattava della situazione continentale, la guerra era vicina e lo sapeva, per questo avrebbero dovuto tenere alta la soglia d'attenzione.
    Prese un rametto e iniziò a muovere parte dei carboni che alimentavano il fuoco mentre le fiamme si riflettevano sulle sue iridi ora completamente nere come la notte.

    Quel luogo...lo scontro...E' sempre così a Konoha ?




     
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    Parlato Ajin

    Il ricordo dello scontro appena ammirato era ancora vivido nei ricordi di Ajin, così come ciò che da esso era direttamente conseguito; mentre seguiva a passo svelto Subaru, infatti, non poteva fare a meno di tornare spesso e volentieri a quei momenti e ciò lo rese forse più taciturno del normale durante il tragitto.
    Per sua fortuna il compagno di viaggio non era un tipo eccessivamente affabile, perlomeno non più di Ajin, quindi quel momentaneo silenzio non sembrò turbarlo più del dovuto.
    La conversazione tra i due riprese quando il suniano, capofila, rallentò il passo fino a fermarsi in una radura, dichiarando che sarebbe stato saggio riposare prima di dover affrontare il deserto.

    Già, è vero... Suna è in mezzo al deserto... Attraversarlo non sarà di certo una passeggiata al parco...

    Divagò con la mente ancora una volta ma, in questo caso, fu Subaru a riportarlo involontariamente sulla terra, evocando un clone ricognitore e rivolgendogli quindi una domanda che forse si portava dentro da tutto il viaggio e che, come Ajin non potè che riconoscere, anch'egli si era posto più volte.
    Il konohano inspirò ed afferrò un grosso ceppo, avvicinandolo al fuoco e sedendovisi sopra; quando ebbe espirato, iniziò a rispondere.

    E' accaduto più volte di quante vorrei...

    Con la memoria tornò all'episodio nemmeno troppo lontano dell'ex kage che, aizzato dal demone dentro di sè, attaccava brutalmente la sorella, ferendola gravemente. Non aggiunse dettagli in merito, era pur sempre una storia che pochi avrebbero avuto piacere di ascoltare.

    Non pensar male di Brynden, è un bravo ragazzo e lui e Wukong sono grandi amici... La posta in gioco era alta e dopotutto non è stata del tutto colpa sua se ha perso per un istante il controllo... Spero tu possa indorare un po' la pillola quando farai rapporto, non vorrei che si creassero incomprensioni...

    Ajin si interruppe, preferendo non proseguire quel discorso e rimase in silenzio per qualche istante, lasciando che il solo scoppiettio del fuoco riempisse lo spazio che separava i due Uchiha.
    Senza alzare lo sguardo dal falò, il ninja della foglia parlò di nuovo.

    Subaru, a te piace combattere?

    Scosse la testa, certo di aver formulato male la domanda al punto da renderla forse fuorviante.

    ...Voglio dire, quando sei costretto a combattere per la salvaguardia del tuo villaggio... Senti un peso, un obbligo nel farlo oppure sei grato di avere un'opportunità di misurarti con qualcuno, sia anche un nemico mortale che è lì solo per esigere la tua vita e quella dei tuoi compagni?
     
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    Nome: Subaru | Clan: Uchiha | Villaggio: Sunagakure no Sato | Grado: Jonin Sp.


    Narrato - Pensato - Parlato
    Prima di rispondere Ajin afferrò un pezzo di legno e vi si appoggiò sopra, sedendosi a rimirare la danza delle fiamme del fuoco del campo. Quando cominciò a parlare, Subaru non fece altro che osservare lo stesso punto del konohano, ascoltando attentamente ogni singola parola pronunciata. Se aveva detto che era accaduto più volte, significava che Konoha non aveva passato un bel periodo, quasi la stessa situazione che lo aveva visto personalmente impegnato in un gravoso compito. Le sorti di quel villaggio, centrale per posizione geografica e politica, era fondamentali per l'intero continente e la mancanza di una guida forte avrebbe comportato gravi problemi. Se da quello scontro era uscito il nome dell'Hokage non poteva dirlo con certezza, l'esito era stato abbastanza strano e avrebbe lasciato l'onere di definire il posto di capovillaggio a chi di dovere. Il fatto che però Wukong e Brynden fossero amici forse contribuiva ad alleggerire la situazione, forse da quelle parti usavano combattere per definire chi fosse adatto a prendere la carica più importante. Ripensò al suo ritorno al villaggio e alla salita al soglio di Kenzo, pacifica seppur con delle rimostranze da parte di una parte della politica suniana. Lui non era ancora pronto e di certo non avrebbe potuto assumersi un peso del genere dopo anni passati fuori dal villaggio.

    Così diversi...Eppure così simili...

    Avrebbe volentieri risposto all'ultima parte del discorso di Ajin ma una sua nuova domanda lo fece fermare un attimo a riflettere. Cosa avrebbe dovuto rispondere ? Gli piaceva davvero combattere ? C'erano una miriade di risposte possibili, ci pensò per qualche istante mentre continuava ad osservare le fiamme rincorrersi tra i tizzoni ardenti.

    Sono nato per combattere, in un certo senso...

    Un sorriso sardonico si dipinse sul suo viso mentre si sedette a terra, appoggiando la schiena a un ceppo del tutto simile a quello sul quale era seduto il compagno. Gli sovvennero tutti gli scontri, le missioni, come se la sua stessa vita avesse iniziato a passargli davanti agli occhi.

    Non ho mai sentito un peso, ad essere sincero. Sarà per il fatto di essermi diplomato genin davvero presto, o forse per la tradizione di famiglia...Sai, erano tutti Anbu.

    Il ricordo dei genitori scomparsi lo fece fermare un attimo, un istante di tentennamento dal quale si ripreso subito dopo.

    Combatto da quando avevo sette anni, avevo ancora la bocca sporca di latte quando ho torturato il mio primo avversario. Avevo da poco imparato ad utilizzare lo Sharingan e lui aveva minacciato di fare del male ai miei compagni di team. Non puoi immaginare la lavata di capo dei superiori e dei miei...Forse all'inizio mi sembrava tutto un gioco noioso. Sai, parti in missione, combatti, torni, riparti...Un ciclo che mi pesava. Ma da quando...i miei sono morti in missione...ho capito che scontrarmi con qualcuno poteva fare la differenza. Non ti so dire bene in che modo, ma di certo sentivo di poter fare qualcosa di utile per il villaggio...e soprattutto per me.

    Rigirò ancora una volta un pezzo di legno ormai carbonizzato fino a ravvivare la fiamma, la quale emise un crepitio più forte degli altri.

    Inconsciamente ho sempre avuto una sorta di desiderio di primeggiare, se non avessi allenato le mie abilità combattendo non avrei il ruolo che ho adesso. Se mi hai fatto questa domanda, però, forse c'è qualcosa che non va. Cominci ad annoiarti ?


    ________________________________________

    Mentre i due continuavano a parlare, il clone aveva eseguito gli ordini che l'Uchiha gli aveva sussurrato all'orecchio. Quella zona gli era stata indicata dal nonno nel loro ultimo incontro, si trattava di una striscia di confine utile per accamparsi prima della traversata del deserto ma che nascondeva molto di più. Seguendo una specie di mappa mentale, il bunshin si inoltrò tra gli alberi per poi salire su una bassa collina sulla cui sommità si trovava una costruzione in pietra. Ormai erano ruderi mangiati dal tempo e dalle intemperie, le ultime avvisaglie di vegetazione pre-desertica si avvinghiavano sulle macerie. Dell'edificio originale rimaneva un piccolo arco e una sorta di altare in pietra lavica, nera come la pece e recante alcune iscrizioni. Dalle informazioni in suo possesso, Subaru aveva capito che avrebbe potuto trovare ciò che cercava soprattutto di notte, raramente c'erano stati avvistamenti durante il giorno. Facendo attenzione a non fare rumore, la copia si sarebbe avvicinata pian piano per cominciare a osservare più da vicino ciò che era scritto alla base dell'altare lavico.





     
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    Parlato Ajin

    Subaru parlò a briglia sciolta conseguentemente alla domanda di Ajin e spiegò di essere nato e cresciuto nel sangue e nella violenza. In un certo senso, quel breve excursus sul suo passato, rispondeva indirettamente al quesito del Konohano: anche Subaru era animato da un desiderio di battaglia non troppo dissimile da quello che si agitava nello stesso Ajin.

    Che sia una prerogativa degli Uchiha... Forse non ci sarebbe concesso di conoscere la pace neanche se la cercassimo strenuamente...

    Subaru chiese quindi se il motivo dietro quella domanda fosse la noia ma Ajin scosse la testa, sorridendo.

    Non è noia... Semplicemente, sentirti parlare in quel modo dello scontro tra Brynden e Wukong, mi ha fatto pensare che tu rifuggissi, in un certo senso, la violenza futile e fine a sè stessa. Apprendere dalle tue parole che in realtà si tratta dell'esatto contrario, mi rincuora.

    Ajin osservò il fuoco ringalluzzirsi mentre Subaru gettava un nuovo ciocco tra le fiamme. Assaporò il tepore sul volto e proseguì.

    A dire la verità io la penso esattamente come te per quanto riguarda il combattimento... Se avessi invece intuito, su questo argomento, una distanza incolmabile tra le nostre menti ed i nostri pensieri, di certo ne sarei stato deluso...ù
    Dopotutto, fino ad ora, ho sempre parlato liberamente, senza sentire il bisogno di sforzarmi di adeguare le mie opinioni alle tue ed avrei odiato l'idea di dover iniziare a farlo da questo momento in avanti...


    Il Konohano estrasse la spada e la adagiò sul proprio grembo, iniziando a lucidarla con estrema cura, distogliendo lo sguardo da Subaru ma rivolgendogli un'altra domanda.

    Allora, tutta questa faccenda dei bushin che vanno e vengono mi sta incuriosendo, devo dire... Vuoi dirmi qualcosa di più oppure è un segreto?
     
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    Le parole di Ajin gli arrivarono dritte nella testa e sembrarono piantarsi lì non come pugnali conficcati nella roccia ma più come sementi nel solco del terreno. Forse avevano qualcosa in comune oltre ai particolari occhi che avevano ereditato. Il fatto che fossero sulla stessa lunghezza d'onda lo rincuorava, forse con qualcuno della sua stessa idea avrebbe potuto raggiungere più facilmente i suoi obiettivi e creare qualcosa di stabile e duraturo tra i villaggi.
    Stava quasi per dirgli un altro particolare, tuttavi decise di tenere per sé quel dettaglio per il momento, concentrandosi sulla domanda quasi a bruciapelo del compagno. Aveva intuito qualcosa forse e magari avrebbe potuto pensare che stava nascondendo qualcosa, in realtà non era esattamente così.

    Il discorso è un po' complicato.

    Si alzò con calma e si scrollò via dalla veste un piccolo velo di polvere, gettando il legnetto con cui rovistava i ceppi tra le fiamme. Un mezzo sorriso si dipinse sul suo volto mentre guardava il konohano prendersi cura della sua spada.

    Abbiamo preso una deviazione in realtà. Il tragitto più diretto avrebbe previsto l'immediato ingresso nel deserto per poi dirigersi a ovest. Siamo venuti qui perchè devo indagare su...qualcosa.

    L'ultima parola fu pronunciata con un'inflessione che sarebbe stata chiara anche al più stupido dei beoti, cosa che il suo interlocutore certamente non era.

    Ti ho tenuto fuori dalle mie reali intenzioni perchè non ero sicuro volessi accompagnarmi. Ho approfittato del ritorno a Suna per andare alla ricerca di una creatura. Mio nonno me ne ha parlato, lui ha imbrigliato il suo potere così come mio padre. Si aggira da queste parti e ho mandato il clone a cercare in quello che dovrebbe essere il suo covo.

    In quel momento avrebbe attivato il suo Sharingan e avrebbe guardato fisso nelle pupille il compagno, senza però mostrare intenzione di scontro o altro. Certo, non poteva sapere la sua reazione ma confidava nel fatto che quella piccola avventura potesse fargli piacere. Si portò un dito al lato dell'occhio sinistro, picchiettando poi sulla tempia.

    Se vuoi seguirmi ti conviene attivarlo, fidati. Non ho sentito di molti ninja usciti vivi da un incontro con...questa cosa. A dire la verità, forse solo mio nonno e mio padre ci sono riusciti. Allora, mi perdoni e mi fai compagnia ?

    ___________________________________

    Nel frattempo il clone terminò di leggere l'antica scritta sull'altare lavico, comprendendo con difficoltà ciò che vi era scritto sopra. L'incisione parlava di una sorta di leggenda, cosa che in realtà Subaru sapeva essere vera, riguardante una creatura quasi demoniaca in grado di dilaniare le proprie prede. Un sordo rumore però interruppe i pensieri del bunshin, un battito d'ali ben diverso da quello di graziosi uccellini, poi il rumore di un peso caricato su un ramo, infine un continuo ringhio sommesso. Era arrivato.




     
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    Parlato Ajin

    Subaru non si fece problemi a scoprire le carte quando Ajin lo ebbe interrogato sui suoi ultimi movimenti: dichiarò molto apertamente che quel luogo, celava una creatura della cui esistenza aveva avuto notizia tramite i ricordi del nonno.
    Ajin annuì soltanto mentre l'altro proseguiva; apparentemente c'era un secondo motivo per il suo lungo viaggio andata e ritorno da Suna a Konoha ed il motivo era legato appunto a quelle vecchie leggende che, come spesso accade, racchiudono sempre un fondo di verità.
    Con leggera titubanza, infine, Subaru chiuse il discorso chiedendo ad Ajin di seguirlo e di coprirgli le spalle.

    Sembra una cosa pericolosa... Sarà divertente!

    Il suniano confermò l'ipotesi di Ajin quando si mise in movimento ed attivò lo sharingan, consigliandogli prontamente di fare altrettanto. Il moro non se lo fece ripetere due volte e convogliò chakra nelle proprie iridi, tingendole di rosso ed acquistando un grado di visione ora completamente diverso.
    Il primo senso a captare qualcosa di insolito e a metterlo in tensione, tuttavia, non fu la vista, bensì l'udito: un battito d'ali risuonò nella foresta silenziosa, quasi annunciando l'arrivo di qualsiasi cosa Subaru stesse attendendo.
    Ajin tacque e rimase in allerta... Non era quello il momento di fare domande.
     
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    L'entusiasmo di Ajin gli confermò di aver agito bene, aveva capito chi aveva di fronte e quasi inconsapevolmente aveva fatto leva sulla natura avventurosa del konohano per fargli da compagno in quel viaggio decisamente poco adatto ad essere definito diplomatico.
    Il viaggio verso la zona che l'originale aveva indicato al clone non fu lungo, durò appena qualche minuto ma qualcosa fece accelerare i passi del suniano. Un forte boato, come quello di una cartabomba, si propagò per tutta la zone e anche oltre, facendo presagire al jonin che il clone aveva incontrato la bestia.

    Ha fatto fuori il clone...ci sarà da divertirsi.

    Subaru accentuò il passo e in pochi istanti furono davanti alle rovine individuate in precedenza dal bunshin. L'altare di pietra lavica era ancora intatto ma coperto di alcuni rami spezzati e bruciacchiati, alcune macerie inoltre ne coprivano la parte bassa e nascondevano l'iscrizione. Ciò che però avrebbe dovuto attirare di più l'attenzione fu la presenza ingombrante di una creatura alata appollaiata su una delle ultime colonne di pietra rimaste in piedi. Somigliava a un pipistrello ma le fattezze erano decisamente più selvagge, quasi demoniache. Possenti zampe inferiori artigliate la mantenevano in perfetto equilibrio sul capitello semidistrutto, il corpo risultava coperto da una fitta peluria e le ali...forse quelle misero più timore nel suniano che il resto. Si trattava di enormi propaggini che avrebbero potuto accogliere all'interno chissà quanti corpi, ad occhio e croce sembravano più di due metri ma forse era una stima al ribasso. Il muso di quella specie di mostro era invece deformato in un ghigno demoniaco, le lunghe zanne brillavano al chiaro di luna mentre l'Uchiha sarebbe rimasto a guardarlo fisso negli occhi.

    Due Uchiha...Questa notte il banchetto sarà ricco.

    Non sono venuto qui per sacrificare niente e nessuno...Camazotz.

    Un ruggito dai toni alti, più simile a uno stridio lancinante, gelò il sangue nelle vene di Subaru, mentre il pipistrello allargò al massimo delle sue possibilità le sue ali, oscurando la luce lunare.

    Tu non puoi sapere il mio nome !

    Sei il messaggero della morte e dell'oltretomba, Colui che decapitò Hunahpu durante il suo viaggio negli inferi, l'unica creatura in grado di resistere allo Tsukuyomi e all'Amaterasu. Vengo in pace, Camazotz, voglio solo che collabori con me.

    Un ringhio sommesso fu accompagnato dal ripiegamento delle ali, poi l'enorme pipistrello si lasciò cadere al suolo e si avvicinò camminando verso Subaru. Un gesto della mano del suniano avrebbe dovuto far capire ad Ajin di doversi allontanare, non avrebbe potuto rischiare di causare vittime in quel frangente. Camazotz squadrò con i suoi occhi demoniaci quelli rossi del suniano, inspirando vistosamente e annusando i suoi abiti. Il jonin rimase fermo, lo sguardo fisso nel vuoto, pronto a combattere se ce ne fosse stato bisogno. Suo nonno gli aveva raccontato di come imbrigliare quella potente creatura fosse stato molto difficile, forse però poteva contare sul buon rapporto che aveva avuto con lui e suo padre per riuscire a ottenere la sua collaborazione senza bisogno di far ricorso alle maniere forti.

    Solo chi è rimasto vivo dopo aver lottato contro di me può conoscere il mio nome...e tu non sei uno di quelli, troppo giovane. I tuoi occhi però...Sono quelli di Suzuki Uchiha...e di Mitsu Uchiha...

    A quel punto la creatura avrebbe fatto una sorta di inchino e avrebbe aperto le ali ma senza il fare minaccioso che aveva avuto all'inizio. A quel punto Subaru prese dalla tasca un rotolo e lo aprì davanti al pipistrello, tagliandosi con una lama l'intero palmo della mano per poter offrire il giusto pegno di sangue con cui firmare il contratto di richiamo.

    Sarò degno della tua potenza.

    Sarà meglio per te, o dovrò venire a trovare anche il tuo amichetto.

    Dopo la firma Camazotz si alzò in volo, perdendosi nell'oscurità della notte, mentre Subaru disattivò lo sharingan e si fasciò la mano con un lembo della sua tunica, iniziando a incamminarsi verso il campo con il rotolo stretto sotto braccio.

    Mio nonno me l'aveva detto, se avessi pronunciato Tsukuyiomi avrei avuto il suo rispetto e la sua attenzione. Lo ha soggiogato in quel modo, appena glielo racconterò si farà quattro risate.




     
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    Ajin seguì Subaru silenziosamente, rispettando l'atmosfera tesa e solenne che sembrava essersi venuta a creare dopo il rapporto del clone: il suniano sembrava piuttosto concentrato e stava seguendo il suo bushin senza emettere un suono superfluo, come una macchina da guerra in marcia verso l'obiettivo.
    Quattro paia di occhi vermigli si muovevano nella foresta a grande velocità, fermandosi unicamente quando raggiunsero una piccola radura seminascosta tra i tronchi che ospitava le rovine di quello che sembrava un antichissimo tempio.

    Come nei migliori film...

    Ad accoglierli non ci furono serpenti, ragni o altri insetti orrifici ma un semplice volatile dalle piume d'ebano che si posò su un ramo e subito si rivolse ai due Uchiha con fare sicuro e sprezzante.

    Certo, ora è tutto chiaro... Deve essere un animale con cui stipulare un contratto... Lo lascerò fare!

    Ajin si fece da parte e lasciò Subaru e il corvo a colloquiare con un denso strato di tensione ed adrenalina a separarli; in quel momento gli venne in mente che la tecnica usata da Subaru per evocare quel bushin era decisamente particolare e l'esplosione provocata dal suddetto di certo non lo rendeva un clone come tutti gli altri.

    Vediamo, era una cosa del genere se non sbaglio...

    Il konohano incroci le dita come aveva visto fare all'amico e subito un clone comparve al suo fianco, esattamente come con la tecnica accademica ma con l'enorme differenza che quel clone era in grado di interagire con l'ambiente esterno.

    Fantastico!

    Soddisfatto di quella nuova conquista, Ajin sciolse la tecnica e si sedette un una pietra piatta in disparte, attendendo che Subaru terminasse la sua interazione col volatile.
     
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    La stipula del contratto andò a buon fine e il ritorno al campo base fu abbastanza tranquillo, forse fin troppo silenzioso. Subaru aveva mille pensieri per la testa, in quel momento avrebbe voluto parlare con suo nonno per dirgli che era riuscito a sottomettere, seppur con un sotterfugio, quel richiamo così temibile, poi gli passò in mente che non era da solo e che con lui c'era il konohano con cui sentiva di essere in sintonia. Avrebbe dovuto trovare un argomento di conversazione e una volta giunti al fuoco che aveva acceso in precedenza, si sedette con accanto il rotolo che aveva firmato con il suo sangue. I suoi occhi si piantarono nuovamente nelle fiamme danzanti, ora un po' più deboli tanto da fargli attizzare il fuoco con un legnetto che poi fu preda del calore.

    Quel posto...L'altare, le rovine, le piante marcescenti...Anche il grugno di Camazotz...Mi hanno messo un po' di timore, devo dire la verità. Era da tanto che non sentivo qualche brivido di paura. Pensa, nemmeno quando mi hanno scoperto e la mia copertura è andata a farsi benedire.




     
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    Non dovette attende a lungo che Subaru completasse la sua personale missione, infatti il suniano si ricongiunse con lui di lì a breve e tornò a sedersi di fianco al falò danzante.
    Ajin lo osservò mentre riattizzava il fuoco per poi tacere qualche secondo, come se stesse ponderando le parole che pronunciò qualche secondo più tardi, citando un episodio del suo passato e rivelando che il recente incontro col corvo lo aveva lievemente intimorito, probabilmente per via della solennità del luogo e della situazione.
    Incuriosito, il konohano si ricollegò immediatamente al discorso dell'altro e volle sapere di più.

    Di che stai parlando? Eri forse un anbu in incognito in passato?

    La figura dell'anbu era piuttosto famosa e apprezzata presso qualsiasi villaggio ninja, principalmente per l'aura di mistero e di potere che si portavano dietro; Ajin non era ovviamente immune a tale sentimento e provò a cogliere qualche scampolo di racconto, ben conscio, tuttavia, del fatto che molte vicissitudini di un membro dei corpi speciali fossero altamente top secret...
     
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