Unmei ni wa, jikan genshu ga aru

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    In quella tarda mattinata, mi ritrovai a compiere la mia corsetta quotidiana, gettando uno sguardo prima a destra e poi a sinistra nell'ammirare la solida conformazione degli slanciati picchi che sembravano quasi mordere avidamente il cielo, nel loro perforare le chiare nubi. Mi trovavo in una zona che, per quanto periferica rispetto al centro cittadino, era abitualmente percorsa da diverse persone provenienti sia da Kumo stessa che dai villaggi limitrofi, per lo scambio di materie prime con beni di consumo. Facendo slalom tra le varie persone incontrate lungo il percorso, riuscivo a mantenere non solo una velocità costante ma – contemporaneamente – tenevo allenati i miei riflessi e la mia agilità. Di tanto in tanto, passavo talmente vicino a loro che sarebbe bastato davvero poco (come un movimento improvviso) per urtare qualcuno. Fortunatamente, non mi era mai capitato, dunque non mi facevo nemmeno troppi problemi nel prendere traiettorie via via sempre più rettilinee – piuttosto che quelle curvilinee dei primi tempi. Quel giorno, tuttavia, urtai inavvertitamente qualcuno. A peggiorare l'avvenuto, fu l'erronea valutazione dell'età di tale persona: considerata la bassa statura e la corporatura esile, la battezzai come una bambina piuttosto che un'adolescente.
    そり, 赤ちゃん (lett. “Perdonami, Piccoletta”)
    Proseguii oltre, senza fermare la corsa in quanto conscio di averla presa solo di striscio. Alzai quindi una mano, come a salutarla, nel comportarmi (probabilmente) in un modo un po' sgarbato. Malgrado fossi già piuttosto avanti, rispetto a lei, qualcosa di strano s'insinuò nei miei pensieri, tanto da farmi improvvisamente fermare sul posto.
    Quel profumo...non è la prima volta che lo sento.
    Pensai con espressione assorta.
    E quei capelli...
    Mi voltai di 180°, prima col volto e poi con l'intero torso, domandandomi se non fosse per caso...
     
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    La ragazzina quella mattina si era alzata presto per adempiere alle commissioni quotidiane, o meglio quelle giornaliere di quel giorno commissionate dalla sua zia.
    Quindi mentre stava camminando in giro per le strade di Kumo -ovviamente con la testa fra le nuvole- fu urtata da qualcuno di piuttosto massiccio, come se una roccia enorme l'avesse investita e per un secondo, la destabilizzò ma senza cadere in terra come una stupida.


    «Ma cosa è stato...?!»


    « HEY TU! GUARDA DOVE CORRI ! »

    Da che pulpito quelle parole di arroganza ed abbastanza rudi, dato che lei era la prima ad aver prestato attenzione al ragazzone, la sua figura le sembrava familiare però se avesse frainteso e non fosse stato cosi, immagina la figuretta di caccola che avrebbe fatto.
    Non era il caso di avvicinarsi al colosso, ma la tentazione era elevata solo per dargli uno scappellotto alla testa dato che l'aveva urtata ed era stato abbastanza sgarbato nei suoi confronti.
    Stette qualche secondo piuttosto disorientata -tipo la T pose- e facendo un'avvolgimento di nastro -un rewind, meglio dire- prese la rincorsa per poi lanciarsi addosso al ragazzone per mollargli un bel pugno per vendetta, anche se per lei era quasi un divertimento.
    Ignara di chi fosse e non conscia della sua robustezza ferrea, nonostante l'estetica e che gli fosse famigliare.. si lasciò rapire dalla tentazione di dargli una lezione e tutto ciò avvenne in pochi secondi, quei pochi secondi dove quel biondino abbastanza fastidioso prese forma nitida appena si voltò verso di lei ma ormai era partita con il pugno.



    Edited by • Astrid • - 3/5/2023, 02:10
     
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    Il violento colpo sferrato – di soppiatto – alle mie spalle, in quella che diede l’idea di essere una non proprio accidentale imboscata, a causa della mia torsione finì per colpire il lato sinistro del mio costato. Fu solo grazie alla mia corporatura coriacea, se il gancio non mi fratturò alcuna costola; ciò nonostante, il colpo riuscì comunque a causare l’incrinatura di un paio di costole. Il dolore, giunse ancor prima dell’immagine della Hyuga che poté liberamente gongolare nell’aver scoperto un punto debole in quel corpo, così apparentemente resiliente.
    Auch!! Ma che...
    Chinai leggermente in avanti la schiena, portando una mano sulla zona colpita che avrebbe presto iniziato a pulsare dal dolore. Lo stesso dolore che avrebbe avvertito la kunoichi, seppur con intensità decisamente inferiore (sopportabilissimo, visto il successo) rispetto all’ultima volta. Solo dopo alcuni attimi, quando mi voltai in direzione della persona che mi aveva colpito, la notai.
    ...Kaori? Ma…!
    La coppia di topazi restarono su di lei, mentre cercai rapidamente di ricompormi nonostante il colpo che la piccoletta mi aveva appena inflitto.
     
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    La ragazzina notò che qualcosa non andava al biondino, stranamente aveva accusato il colpo e la cosa la stupì e non poco. Ricordava che era molto resistente e sopratutto, ricordava la sensazione di colpire una roccia enorme ma non questa volta.
    Rimasta un po' anche stupita della reazione del ragazzo, notando uno specifico movimento del corpo che pochi istanti dopo, anche la moretta avvertì una fitta di dolore alla mano ma era decisamente sopportabile, ovviamente la smorfia di dolore vi era presente sul suo volto ma esternamente, quello che aveva accusato di più il dolore era sicuramente il biondino.


    «Pff.. a quanto pare non è cosi tanto coriaceo ehehe»


    Una piccola risatina fu percepibile anche a lui a giudicare dal suoi occhi un po' assottigliati e dall'espressione della bocca.
    A quanto pare, aveva trovato il suo punto debole e la cosa era divertente per lei, significava che chiunque ha un tallone di Achille e non tutti sono proprio immortali o privi di nervi.


    « Te l'avevo detto che avrei saldato il debito...prima o poi.. anche se....»

    Lo guardò timidamente anche con un certo imbarazzo -ci fu una breve visione della missione- e distogliendo lo sguardo per evitare di incrociare il suo, continuò a finire la frase -o meglio lo voleva ringraziare per averla salvata dato che era svenuta e ricordava pochi frammenti di quello che era successo, anche se sicuramente l'aveva ringraziato appena aveva ripreso i sensi, ma sentiva di doverlo fare ancora una volta e sopratutto sembrava l'occasione giusta- e fece un grande respiro per poi proferir parola.

    « Ti ringrazio.. »

    Concluse per poi rialzare lo sguardo verso di lui -nonostante fosse piegato in avanti- ma la differenza di altezza era evidente e anche molto, restando lì a fissarlo con i suoi occhi perlacei e con il viso ancora imbarazzato.



    Edited by • Astrid • - 6/5/2023, 18:26
     
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    Restai a massaggiare la zona lesa, osservando nel contempo la burbanzosa piccoletta vantarsi del successo appena ottenuto. Sospirai, esibendo un’espressione stranita quando accennò a un debito che avevo – solo ora – saldato con lei; mi domandai cosa le avessi fatto per farle tramare vendetta da cotanto tempo. C’entrava forse qualcosa che le avevo fatto? Ne dubitavo, avendola trattata con riguardo; poteva essere soltanto qualcosa che le avevo detto e che, inavvertitamente e involontariamente, le aveva causato quel dissapore. Sospirai, portando le mani ai fianchi nell’attendere il proseguo di quell’ “anche se” che parve lasciar filtrare uno spiraglio di luce dal suo sguardo – ora basso. Vedendo la sua sicurezza ridimensionarsi a un centesimo (rispetto a prima), anziché restare sul binario dell’austerità optai per intraprendere quello caratterizzato da un velo d’ironia.
    Puoi ripetere? Non ti sento da quassù –ssù –ù –ù! *eco*
    Un sorriso si fece largo sul mio viso, mentre lo sguardo ceruleo restò su di lei, in attesa di una papabile reazione che – stavolta – sarebbe stata prontamente neutralizzata.
    A parte gli scherzi, non so a cosa ti riferisca…né per il debito, né per il ringraziamento, ma direi che possiamo considerarci pari, ok?
    Chiesi con disarmante naturalezza, sperando di ricevere eventuali spiegazioni da parte sua o, al limite, che si potesse perlomeno sotterrare l’ascia da guerra.
     
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    Sbuffò leggermente con il suo modo di fare scherzoso nei confronti della altezza della kunoichi, facendogli un po' il verso -ironico- a risposta di quelle parole cosi -poco- divertenti.
    Successivamente, si mise con le braccia dietro la schiena mentre lo ascoltava in silenzio, beh il debito era saldato ed effettivamente erano in pari, dato che aveva rimediato a ciò oltre ad averla trasportata quando era svenuta.
    Anche se molto probabilmente, avrebbe fatto qualcosa per ringraziarlo a dovere.. ma non era il caso di pensarci, ci sarà stata -sicuramente- occasione.


    « Siamo pari, si.. e comunque testone vuoto, il debito era per avermi lanciato troppo in alto alla pagoda e il ringraziamento era per avermi trasportata dopo che sono svenuta... »


    Disse con un tono abbastanza deciso ma tranquillo mentre gli avrebbe girato intorno osservandolo nei dettagli, ovviamente la muscolatura e alcune caratteristiche sue -oltre ai capelli biondi e gli occhi chiari- ed avrebbe concluso la frase con un'altra linguaccia -ironica- per poi domandargli qualcosa fuori dall'argomento e dalla situazione.

    « Come mai stai facendo una corsetta qui? Cioè.. in questa zona.. »

    Chiese senza esitazione ma molto incuriosita, dato che era una zona molto tranquilla -rispetto al centro cittadino- e poi pensava che si allenasse nel campo di addestramento o nei dintorni, non in mezzo alla gente. Era alquanto strano per lei...anche se potesse avere un senso della sua posizione qui.

     
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    La prese bene, limitandosi (fortunatamente) a farmi il verso, anziché provare a colpire un'altra delle mie costole. Inclinai il capo di lato, osservando il cielo nel restare con le mani appigliate ai fianchi, con una presa degna di nota.
    Era per quello? Beh, devo ammettere che probabilmente ho esagerato, ma sei così leggera che è stato come far da trampolino ad una piuma.
    Nel dirlo, il mio volto si tinse di rosso, mentre un'espressione imbarazzata prese via via sempre più piede, quando il caratteristico profumo fruttato iniziò a diffondersi fino a me, a causa dell'orbita che la ragazza fece attorno al mio corpo, con sguardo curioso. Sospirai quando concluse con una linguaccia, per quanto il suo odore non fece che turbare la mia lucidità.
    La conformazione dei picchi m'ispira, così come la varietà del percorso ed il panorama; inoltre, le persone che incontro – nella mia mente – si trasformano in ostacoli tra i quali fare zig-zag, allenando così riflessi e l'agilità!
    Spiegai con tono deciso, unitamente alla postura statuaria assunta.
    Tu, invece? Cosa stavi facendo?
    Le palpebre si abbassarono d'un poco, dando origine ad un'espressione altrettanto curiosa quanto quella della stessa Hyuga. Fu proprio sulla coppia di perle che andai a soffermare la mia attenzione, cercando di isolarmi dal feedback ricevuto dall'olfatto che iniziò a intorpidirmi sempre più la mente, ostaconlando la formulazione dei miei pensieri.


    Edited by ¬Wævu - 11/5/2023, 00:35
     
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    Kaori sentendosi definita leggera, si imbarazzò e le sue guanciotte si tinsero di rosso lasciando trasparire un po' quel colorito al biondino.
    Nessuno l'aveva definita in quel modo cosi carino, di solito -dato il suo caratterino- la chiamavano o la definivano diversamente, ma per la prima volta aveva ricevuto un aggettivo od un complimento -quasi- femminile.
    Rimase assorta dalle sue parole in risposta alla sua domanda -impertinente ma curiosa- e dai suoi occhi cosi azzurri che le ricordavano il cielo.


    « Capisco.. ha senso.. più cose in un unico percorso.. »


    Disse con un tono pensieroso come se avesse ancora la testa altrove mentre lo guardava negli occhi, sentiva che la stesse guardando negli occhi ma non le importò molto dato che anche lei, lo stava guardando negli occhi perdendosi in essi.
    Quei occhi che le ricordavano molte cose, come un laghetto d'acqua cristallina o il cielo in piena estate privo di qualsiasi nuvola, l'ultimo sguardo che vide poco dopo aver perso nuovamente i sensi durante il recupero del rotolo.
    La tranquillizzava un po'.. e sorrise leggermente mentre non riusciva a staccare lo sguardo dai suoi.


    « Io stavo facendo delle commissioni per mia zia.. »

    Disse per poi mostrargli un foglietto con scritto vari ingredienti o piante che servivano alla parente.
    Vi era scritto degli ingredienti classici come una preparazione di un brodo vegetale e qualche odore per la drogatura di un pollo arrosto -vi era richiesto anche il pollo- , vi erano delle cancellazioni probabilmente, alcune cose le aveva adempiute precedentemente.
    Insomma, era una qualsiasi e classica lista della spesa per la preparazione di qualcosa, nulla di troppo complicato o difficile nonostante la lista fosse piuttosto lunga.

     
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    Il contatto visivo tra i nostri occhi durò per diverso tempo tanto che, per un attimo, ebbi come la sensazione che non fossi solo io a ricercare il suo sguardo, ma che fosse un desiderio (mascherato da curiosità) condiviso da entrambi. Il suo timbro di voce, unitamente al rosato più intenso che colorò le sue paffute guanciotte, suscitarono in me un istintivo desiderio di starle accanto che non seppi spiegarmi – in quel momento. Mi chinai verso il foglietto contenente la lista e, senza rendermene conto, mi ritrovai a pochissima distanza dal suo viso. Me ne accorsi troppo tardi, diligentemente concentrato su quel lungo elenco di ingredienti che era stato trascritto, probabilmente dalla stessa zia di Kaori.
    Sono parecchi ingredienti.
    Solo in quel momento, ormai prossimo a distogliere l’attenzione dal foglietto, avvertii il calore provenire dal minuto corpicino accanto al mio e – subito – mi riportai a debita distanza, zittendomi nel diventare del medesimo colore di uno degli ingredienti elencati: il peperone, quello rosso.
    A-Ad ogni modo, se ti servono due braccia in più…
    Portai la mano chiusa a pugno davanti alla bocca, simulando qualche colpo di tosse nel cercare di non apparirle troppo spudorato. L’indole austera che mi caratterizzava mica poteva andare in frantumi con così poco!
    …sai, gli ortaggi – quando coltivati da mani esperte – possono assumere dimensioni che non ti aspetterest-
    M’interruppi di botto quando ebbi la sensazione d’aver detto qualcosa di particolarmente equivocabile, cercando subito di metterci una pezza, finendo tuttavia per aggravare solo la situazione.
    HMMMM…volevo dire…che se ci metti passione nel farli…cioè, non tu…il contadino! Oh, dannazione…se vuoi una mano io te la…do.
    Perché tutto quello che stavo dicendo stava diventando così terribilmente a doppio senso? Mi limitai a tacere, così da non peggiorare ulteriormente la situazione nella quale m’ero andato a cacciare, iniziando a massaggiarmi la chioma nel guardare il paesaggio, visibilmente imbarazzato.

     
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    Nel mostrargli la lista della spesa, egli si fece decisamente più vicino a lei ed essendoci pochissima distanza tra i due, istintivamente si avvicinò a lui con il naso e poté percepire il suo odore
    -finalmente- senza pensare che magari facesse un po' strano o altro.
    Rimase con il foglietto in mano e concentrata a memorizzare il suo odore nella mente, il biondino si era distaccato -leggermente- da lei per proporsi ad aiutarla -indirettamente-.


    « Adorabile questo gigante »


    Pensò nell'osservarlo cosi imbarazzato e impacciato suscitandole un' innocua e dolce risata, la quale cercò di nascondere coprendosi la bocca con le mani.
    L'osservò molto lasciandolo parlare e spiegarsi con un certo -forse- disagio, ed un po' confusa nel capire a cosa alludesse con quelle parole, dato che ancora non capiva molto il doppio -innocuo- senso. Ma in quel momento, suscitò in lei un senso di dolcezza talmente tanta che percepiva la sua indole altruista nei suoi confronti ma non voleva essere invadente verso di lei.
    Quanta purezza...


    « Se mi aiutassi, farei prima e sarebbe -sicuramente- meno pesante per me trasportare le cose.. »

    Lo guardò ancora per una volta negli occhi mentre il biondino aveva lo sguardo altrove, molto probabilmente stava osservando il paesaggio per l'imbarazzo della situazione e si mise al suo fianco per poi indicargli con l'indice la direzione che avrebbero dovuto proseguire insieme per adempiere alla lista della spesa. Attendendo anche un suo cenno di approvazione ma anche se non ci fosse stato, voleva stare con lui e voleva la sua presenza in quella giornata e magari in quelle future...

    « Di qua. Andiamo. »

    Gli fece cenno di seguirla ed con una certa sicurezza, si stava incamminando in un vicolo che li avrebbe portati al mercato del villaggio, ovviamente non avrebbe distolto lo sguardo da lui dato che -ormai- era incuriosita dalle sue espressioni e sopratutto voleva assistere ad ogni sua sfumatura, non l'aveva visto cosi e tale visione le stava piacendo...molto. Kaori conosceva tutti i vicoli di Kumo e anche della periferia, le piaceva molto incamminarsi e perdersi in essi e quindi, non vi era il rischio di perdersi o di sbagliare vicolo, se fosse successo era sicuramente volontario
    -giusto per stare più tempo con lui- e quindi, di sua iniziativa.

     
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    La visione così pura che la Hyuga ebbe del sottoscritto, altro non fu che il frutto della sua ingenuità adolescenziale. Fu una fortuna, per me, in quanto – grazie ad essa – la kunoichi non ebbe modo di travisare le mie parole. Sospirai, immaginando cosa mi sarebbe capitato – qualora avesse malauguratamente frainteso le mie parole – mentre la sentii avvicinarsi a me nell’indicarmi con una mano (e con la voce) la direzione da intraprendere. Nell’incamminarci lungo un sentiero secondario, verso il mercato, avvertii sempre più il suo sguardo su di me, tanto che – dando una sbirciata in sua direzione – la vidi distogliere l’attenzione altrove, imbarazzata; così feci io quando lei tornò su di me e così continuammo per diverse decine di metri, fin quando non presi l’iniziativa.
    Aehm…allora...come procedono i tuoi allenamenti, Kaori-chan? Non stai battendo la fiacca, vero?
    Ma che argomento di menta da usare per far conversazione, possibile che non potessi far altro che parlare di taijutsu ed argomenti simili con le persone con cui ero solito rapportarmi?! Tornai a massaggiarmi la bionda chioma arruffata, pronto a rivolgermi nuovamente a lei non appena finì col darmi l’eventuale risposta.
    Te lo chiedo perché una di queste volte potremmo allenarci assieme, sempre se ti fa piacere. Dicono…ecco, dicono che è durante confronti simili che si ha modo di…di conoscere qualcuno.
    Mi schiarii la voce, la quale si stava sempre più abbassando di volume, fin quasi a scomparire nel nulla – assorbita dall’imbarazzo per quello che le stavo (indirettamente) chiedendo: conoscerla.


     
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    Mentre erano in cammino nel vicolo, un po' di silenzio ci fu tra i due ma fu interrotto un po' dagli sguardi complici -ed imbarazzati- di entrambi ma anche dalla voce di Daisuke curioso sull'attività fisica o sugli allenamenti di Kaori.
    Non negava che ultimamente non si era addestrata molto anche a causa sua, cioè aveva rotto diversi sacchi -da boxe- e quindi non vi erano più altri, ed essendo rimasta senza non sapeva come allenarsi.
    Passava qualche mattinata nel campo di addestramento ma giusto per curiosare, stranamente era piuttosto timida riguardo a ciò.
    Aveva quel piccolo disagio del suo aspetto esteriore, dopotutto ricordava l'aspetto di una bambola di pezza quindi per questo usava dei trucchi per nascondere tali dettagli del suo aspetto.


    « Nono, tranquillo..»

    Rispose con un certo imbarazzo ed iniziò a giocherellare con una ciocca di capelli, mentre aveva lo sguardo verso il basso per evitare un eventuale incontro con il suo, o sarebbe crollata la sua finta corazza di ragazza.
    Non poteva di certo dirgli che aveva distrutto tutti i sacchi -da boxe- per sfogarsi, non sarebbe stato molto femminile anche se poco le importava di risultare femminile, però un minimo di dignità l'aveva.


    « Mi va bene, ma sappi che non ci andrò piano con te! »

    Accettò di allenarsi con lui, insieme.. e aveva osato aggiungere che non ci sarebbe andata leggera, beh.. che dire la femminilità era ormai andata in frantumi. Certamente era un'occasione per passare del tempo con lui e conoscerlo meglio, però non era il caso di manifestare tutto quell'entusiasmo a tale proposta.

    ♦♦♦♦

    Menomale -poco dopo- il vicolo si trasformò nella piazzetta del mercato, così la Hyuga poté iniziare a comprare le cose nella lista della spesa della zia -con l'aiuto del biondino- e si osservò intorno, scrutando ogni bancarella e cosa vendessero.
    Stando a quello che era scritto nel foglietto, non serviva pagare nessuno anche perchè li aveva già pagati precedentemente la zia quindi serviva solamente ritirare le cose e rientrare poi nell'abitazione.
    Kaori rimase un po' immobile per qualche secondo, incantata nel vedere tutti quei colori e quelle persone in quella piazzetta ma successivamente si rivolse verso il ragazzone.


    « Ci dividiamo o facciamo bancarella per bancarella insieme? »

    Gli propose le opzioni con un lieve sorriso, quindi vi erano due scelte: la prima -ovviamente- se si fossero divisi avrebbero fatto prima a raccogliere tutti gli ingredienti commissionati e probabilmente, avrebbero passato del tempo insieme in assoluta tranquillità oppure la seconda opzione è quella dove potevano fermarsi per ciascuna bancarella -quelle essenziali per la lista- e avrebbero passato più tempo insieme in giro per il mercato ma ci avrebbero messo più tempo.
    Ma la scelta spettava al gigante dai capelli dorati..



    Edited by • Astrid • - 13/5/2023, 01:30
     
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    Quando la Hyuga asserì che non ci sarebbe andata leggera con me, un sorriso divertito sorse sul mio volto, lasciando trasparire il velo d’entusiasmo che provai in quel momento. Sapere che non si rassegnava all’idea di affrontarmi, nonostante fossi più forte di lei, mi fece piacere. Compresi così un lato del suo carattere che sperai tanto di ritrovare nel momento in cui ci saremmo infine affrontati ma, fino ad allora, mi sarei fatto bastare quella sua frase di sfida.
    Arrivammo ben presto nei pressi della piazza del mercato e, dopo aver scandagliato con lo sguardo le prime bancarelle che si pararono davanti ai nostri occhi, tornai ad osservare la piccoletta al mio fianco. Kaori sembrava essere incantata da quella varietà cromatica, tanto da restare immobile ad osservare in giro, fino ad accorgersi della mia attenzione su di lei. Fu in quel momento che mi chiese come avrei voluto agire e, dopo averci riflettuto per alcuni secondi, avanzai la mia proposta unendo le mani a croce nel dar vita a cinque copie del sottoscritto.
    E se lasciassimo a loro l’onere di prendere gli ingredienti segnati in lista? Così noi, nel frattempo, avremmo il tempo e il modo di scuriosare in giro.
    Le lasciai qualche secondo per riflettere sulla mia proposta, guardando altrove – qualora i suoi occhi si fossero soffermati eccessivamente sui miei.

     
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    Aveva ragione Leopardi: la felicità è solo un momento di intervallo tra un male e l'altro.

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    u8gpAvv |Nome Pg: Kaori Hyūga.
    u8gpAvv |Rango: Genin.
    u8gpAvv |Abilità Innata: Byakugan.
    u8gpAvv |Abilità Speciale: Rancore della Terra.
    u8gpAvv |CPG: Stile dell’Ubriaco.


    u8gpAvv |Indice GDR:
    Narrato - «Parlato» - «Pensato»

    u8gpAvv |Scheda Pg: 香織
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    Quel ragazzone la sorprendeva sempre di più, più tempo passava alla sua compagnia più rimaneva meravigliata dalle sue -genialate- incredibili idee.
    Rimase per un attimo sorpresa sulla proposta, certo erano delle copie però come aveva appena detto lui: sarebbero state utili per la spesa, perchè non ci aveva pensato prima? Le cose classiche e faticose erano le più semplici ma cosi era certamente più comodo e sopratutto, poteva riposarsi nel mentre eseguiva la commissione richiesta.
    Appena si girò per accettare la sua proposta, notò che aveva distolto lo sguardo o stava guardando altrove.


    « Va bene.. sembra un'idea molto carina »

    Si avvicinò alle copie del biondino per far leggere la lista cosi che potessero dividersi le varie cose per semplificarsi la ricerca, dopodiché avrebbe messo il fogliettino in tasca cosi nell'eventualità fosse mancato qualcosa, poteva controllare successivamente.
    Una volta cacciate le copie, si sarebbe inchiodata davanti al gigante per poi agitare la mano davanti alla sua faccia in modo di attirare la sua attenzione verso di lei.


    « Hey hey ! Cosa stai guardando? »

    Chiese guardandolo continuando ad agitare la mano davanti al suo volto, gli avrebbe dato fastidio? Non le importava, voleva andare a curiosare in giro tra quei infiniti colori e quell'atmosfera cosi calorosa e piacevole e magari, lo avrebbe preso a pugni un po' giusto per divertimento ma anche per allenamento -sisisi, certamente- proprio cosi.

     
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    Inutile dire che lo scambio di sguardi perdurò per i secondi a venire, tanto che persino i cloni iniziarono a guardarsi l'un l'altro, cercando di non darla a vedere. La curiosità insita nell'indole della ragazza, la portò ad accettare la mia proposta, dirigendosi subito verso i cloni che iniziarono – imbarazzati – a tossire nel far finta di averla notata sol ora. In pochi attimi si suddivisero gli ingredienti, per poi allontanarsi da noi, diretti ciascuno in direzione di un banco specifico.
    Al momento la tua mano.
    Gliela presi con un rapido movimento ma, contrariamente dalla mole della mia (rapportata alla sua), la stretta che Kaori percepì fu tutt'altro che dolorosa: il calore che dal mio palmo si diffuse sul dorso del suo, sul palmo, nonché sulle dita, fu accogliente – seppur leggermente ruvido, a causa dei calli provocati dagli allenamenti. Inoltre, la Hyuga avrebbe potuto svincolarsi da quella stretta in qualunque momento, qualora la mia iniziativa le avesse suscitato un profondo desiderio di colpirmi. Non potevo certo sapere se le avrebbe (o meno) fatto piacere, ma vederla sventolare in quel modo – davanti ai miei occhi – provocò in me una reazione che difficilmente avrei avuto, in circostanze diverse.
    Te la tengo solo perché voglio “misurarti i battiti”, ok?
    Daisuke Sato, aspirante infermiere, s'era infine rivelato al m-...Kaori.
    Mentre finisco l'analisi, hai già pensato ad un luogo dove andare a sbirciare?
    Chiesi alla piccoletta, pronto ad incamminarmi non appena avrebbe deciso la meta...

     
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