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Edited by Noroella - 15/4/2023, 23:46. -
.Iniziai a lanciare le prime pietruzze in sua direzione, osservando come il suo sguardo riuscisse a seguire attentamente le traiettorie di ogni proiettile, lanciatole contro o – in alcuni casi – nei punti ove si sarebbe trovata, in seguito ad una precedente evasione. Il ritmo che la ragazza andò a sostenere era quello di un comune genin, né più né meno, dunque si poteva dire che quello – a conti fatti – non era che un breve riscaldamento per la mora. Aumentai (seppur di poco) il ritmo e, sebbene notai come il suo sguardo continuasse a star dietro alle varie traiettorie, un colpo la colpì al polso.
Ha dei buoni riflessi, superiori ai normali genin, ma il suo corpo non riesce a stare al passo del suo sguardo.
Pensai fra me e me, tornando a lanciare proiettili a velocità normale, notando come sul suo volto non fosse apparsa alcuna smorfia di dolore e come – sul polso – non vi fosse alcun ematoma. Interruppi i tiri, facendole segno di avvicinarsi a me, così da farmi dare un'occhiata all'avambraccio: nulla.
Interessante, a quanto pare hai una buona resistenza ai colpi...
Commentai, con espressione pensierosa, mentre un'idea iniziò a balenarmi nella tempesta di pensieri, all'interno della mia mente.
...anziché schivarli, ora li andrai a compire: li lancerò a brevi distanze da te, così che tu possa intercettarli e pararli.
Le lasciai il tempo di riprendere fiato, mentre se ne tornava nello stesso punto di prima e – non appena mi diede il segnale – avrei ripreso a lanciare i sassi di piccole dimensioni, stavolta con l'intenzione opposta: quella di non prenderla.. -
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.Avremmo continuato così per un'ora circa, fino a quando le ombre non si posarono fino ai picchi più alti di Kumo, stanti attorno a noi. Con più trascorreva il tempo e con più la ragazza difronte a me iniziò ad abituare il proprio corpo non solo al ritmo ma anche a bilanciare le energie spese per ogni colpo sferrato verso i proiettili che le lancia contro. Continuai per un'altra manciata di minuti, fino a quando notai che la ragazza aveva infine raggiunto il suo limite.
Per stasera basta così.
Dichiarai con un cenno del capo, facendole cenno con una mano di avvicinarsi, mentre io feci lo stesso in sua direzione.
Fammi vedere le mani.
Portai avanti le mie, tenendo i palmi rivolti verso l'alto, così d'accogliere le sue – più minute. V'erano diverse sbucciature, sparse qua e là su alcune nocche, ma nel complesso si poteva dire che non si fosse fatta granché male.
Tieni, applicala sulle escoriazioni ed applicaci un bendaggio caldo.
Le consegnai una piccola scatola cilindrica, all'interno della quale v'era una pomata cicatrizzante che Emy avrebbe potuto utilizzare anche subito, qualora avesse voluto o (in alternativa) una volta tornata a casa.
Ci rivediamo domattina, alle prime luci dell'alba...buona serata.
Giusto il tempo di salutarci con un sorriso ed un cenno del capo, quindi avrei preso congedo dirigendomi a casa, immerso nei miei pensieri. La mia mente stava ragionando su come potessi migliorare le abilità di un simile diamante grezzo. Io lo scoprii poco prima di dormire, mentre Emerella lo avrebbe appreso il giorno seguente, non appena giunse sul luogo ove c'eravamo lasciati la sera prima.
Buongiorno, Emy-chan.
Ai miei piedi, la mora avrebbe potuto notare un piccolo fagotto ben chiuso, all'interno del quale avevo custodito il segreto dell'allenamento che avrebbe seguito da quel giorno in poi.
Come vanno le mani? Le ferite si sono cicatrizzate nella notte?
Qualora avesse seguito le mie indicazioni, le nocche si sarebbero presentate sì spellate, ma senza i piccoli tagli rossi della sera precedente.. -
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.Annuii compiaciuto, quando la ragazza m’informò che le sue mani s’erano cicatrizzate durante la notte – grazie alla pomata che le consegnai, poco prima di lasciarci. Notai anche lo sguardo curioso rivolto verso il fagotto, così decisi di non farla attendere oltre, svelandole il contenuto.
Aprilo, è per te.
Indicai l’involucro in tessuto con una mano, incrociando poi le braccia al petto nel farmi indietro di un passo, dandole così modo di avvicinarsi ad esso nonché di togliere il nodo fatto con i quattro lembi. Non appena lo fece, avrebbe (poco alla volta) scoperto ciò che avevo impilato per lei – al suo interno: in cima, avrebbe trovato una coppia di guanti (simil fit-boxe), imbottiti con una leggera protezione per i colpi a impatto; appena sotto, avrebbe trovato quelli che davano l’idea di essere dei parastinchi; infine, come base del tutto, avrebbe ritrovato una casacca e dei pantaloni, entrambi piegati a dovere.
Su, provateli…voglio proprio vedere come ti stanno.
Qualcosa nel mio sguardo e, soprattutto, nel mio sorriso parve turbarla. Fu come se le stessi nascondendo qualcosa e – al contempo – come se mi stessi aspettando una sua reazione, a breve. La risposta ai suoi dubbi non tardò a mancare: non appena portò la mano sui guanti, pronta a sollevarli così da infilarseli, una smorfia le avrebbe (probabilmente) turbato l’espressione già stranita sul volto. Quei guanti erano sì resistenti, ma anche piuttosto pesanti: 2kg l’uno, ad essere precisi. Non avrebbe trovato alcuna pietà, qualora mi avesse rivolto il suo sguardo stranito. Statuario, avrei atteso il completo cambio di outfit da parte dell’esile ragazza, voltandomi così da concederle di cambiarsi pudicamente. Ci avrebbe messo del tempo, in quanto ogni parte di quell’outfit l’avrebbe appesantita di diversi chilogrammi: altri 4 kg i parastinchi, 8 kg la casacca e infine 4 kg i pantaloni lunghi da jogging.
Inizieremo con 20 kg, aggiungendone man mano che ti abituerai.
Commentai con tono solenne, mentre continuavo a darle le spalle, curioso di scoprire come l’avrebbe presa la non-più-così-agile gatta dagli occhi di smeraldo.. -
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Edited by Noroella - 16/5/2023, 00:05. -
.Non appena Emerella finì di cambiarsi, mi voltai in sua direzione nell’osservare più da vicino lei nonché le sue scoordinate movenze. Le sarebbe stato necessario del tempo per abituarsi a quel gravoso peso, ma continuai ad essere più che convinto che la ragazza potesse non solo farcela, ma superare persino le mie – già alte – aspettative.
Incrementeremo periodicamente il peso, non appena noterò che avrai fatto l’abitudine con quello precedente.
Spiegai inizialmente alla mia allieva, incrociando le braccia al petto nell’assumere una posa austera ma che le lasciò – al tempo stesso – una sensazione di protezione (da parte mia) nei suoi riguardi.
Ovviamente, per farci l’abitudine dovrai portare l’outfit per quante più ore possibili, durante la giornata. Se osserverai le mie indicazioni, nel giro di un mese sarai decisamente più forte di prima e potremo finalmente pensare ai classici allenamenti di coppia, così d’affinare la tua tecnica nel taijutsu.
Battei le mani, dichiarando conclusa la spiegazione a favore del vero e proprio allenamento intensivo che sarebbe iniziato con il riscaldamento.
Come riscaldamento, inizieremo con una decina di chilometri di corsa su terreno con pendenze miste.
Iniziai ad avviarmi lungo il sentiero, trasformando l’iniziale – pacata – camminata, in una via via sempre più veloce fino a quando non fu sufficientemente veloce da poter essere definita corsa.
Se te la senti, possiamo accelerare l’andatura.
Un sorriso ironico si palesò sul mio volto, svelandole quella che le sarebbe apparsa più come una sfida (con sé stessa) che una mera domanda senza ripercussioni.CITAZIONEDescrizione eventi: come hai già scoperto durante l'esame, da questo momento in avanti suddividerò i miei post in “OnGdr” (nel quale verranno ruolate le vicende) e “OffGdr” (nel quale dovrai essere tu – in qualità di giocatrice – a compiere delle scelte per la tua pg). Continuerai a fare post univoci, ma dovrai indicare (nel narrato) la condizione scelta per lei.
Bivio/Causa: Daisuke ha lanciato una sfida alla sua allieva, che scelta intraprenderà quest'ultima?- ■ Emerella accetterà con orgoglio la richiesta, rischiando tuttavia di stancarsi prima;
■ Emerella rifiuterà, mantenendosi conservativa.
A te la scelta! Come sempre, ti ricordo che per ciascuna di esse ci saranno sia dei bonus che dei malus. -
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Edited by Noroella - 31/5/2023, 00:20. -
.Alla mia richiesta, Emerella rispose con fervore – malgrado non fossi del tutto certo se a consigliarla fosse stata la sua determinazione o la sua sconsideratezza. Proseguimmo a ritmo sostenuto per secondi, minuti, ore, giorni, settimane; e se nei primi tempi i pesi furono per lei al pari di zavorre per mongolfiere (tanto da farla incespicare una moltitudine di volte), col trascorrere del tempo il suo corpo si abituò ed i suoi passi divennero sempre più precisi, guidati dagli arti inferiori via via sempre più atletici. Dopo un paio di settimane, le aumentai il carico d’una ventina di chili, distribuendoglieli proporzionalmente sui quattro arti e – stavolta – il peso le rallentò solo il passo di marcia. Le cadute delle settimane prima, avevano istruito il suo corpo e la massa muscolare – ora – le permetteva di non cedere più. Non fu l’unica cosa che notai: in alcuni punti del percorso ch’eravamo soliti a percorrere, notai alcune scintille dissiparsi a terra dalle sue caviglie, rivelando i primi frutti del duro allenamento conseguito. Fu ad un mese dall’inizio delle intensive sessioni che, ritrovandomi (come ogni mattina) nel punto di partenza del quotidiano circuito di marcia, decisi ch’era giunto il momento di verificare i suoi progressi.
Ben ritrovata, Emy-chan.
Sorrisi alla ragazza, non appena la vidi arrivare, osservandola nell’appurare come il suo fisico fosse mutato nel corso di quel mese. Chiaramente serviva avere un occhio scrupoloso per notare le differenze (rispetto a prima), ma bastava osservarla negli occhi e nel modo in cui si muoveva per comprendere la forza e la resistenza che era riuscita ad ottenere, oltre che ad una maggiore sicurezza in sé stessa.
Quest’oggi indosserai questo.
La kunoichi, molto probabilmente, si sarebbe aspettata un outfit avente un ulteriore incremento di peso all’interno del nuovo fagotto che le indicai. Invece, non appena andò ad aprirlo e prese tra le proprie mani i capi da indossare, notò (per la prima volta dopo molto tempo) una strana sensazione: la casacca, i pantaloni e i guanti erano sorprendentemente leggeri. Cosa stava a significare? Perché vestirsi con una divisa così leggera?. -
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Edited by ¬Wævu - 11/6/2023, 13:55. -
.Le lasciai tempo e modo di esternare le sue considerazioni in merito al nuovo outfit che le procurai quel giorno, il quale non era altro che una comunissima divisa usata nelle più comuni arti marziali.
Entrambe le cose.
Le risposi con tono pacato, facendole quindi ceno di andare a provarselo nel mentre – come d’abitudine – mi voltavo in direzione opposta, portando le mani ai fianchi nell’assumere una postura d’attesa.
Quest’oggi verificherò i tuoi progressi con un breve duello.
Spiegai, lasciando alla kunoichi qualche secondo per riflettere su ciò che le avevo appena detto, così da farle fare mente locale a riguardo.
Questo mi permetterà non solo di valutare il tuo pieno potenziale (per futuri incarichi), ma anche di considerare l’eventualità di insegnarti il nintaijutsu.
Accennai in ultimo, piuttosto convinto che la mia allieva potesse – tutto sommato – riuscirci, qualora avesse perseverato lungo la via intrapresa da qualche settimana.. -
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.A differenza di quella adottata da Emerella, la mia posa di combattimento fu tutt’altro che precaria: le gambe, divaricate, vedevano le piante dei piedi ben piantate a terra nel formare una postura del tutto simile a quella di un cavaliere, a cavallo. Stabile sul posto, la struttura corporea era pronta ad esprimere il suo pieno potenziale, alla stregua di un trabucco alle porte di una fortezza. Le braccia si levarono verso il cielo, tracciando verso l’esterno un arco che si sarebbe unito una volta che i pugni si sfiorarono – sopra la mia testa – abbassandosi verticalmente fino ad unirsi all’altezza della vita.
Pronta?
Tuonai, buttando fuori l’aria che avevo immagazzinato con l’ultima inspirazione, muovendo poi il braccio mancino verso di lei nel piegarlo a 90° e liberare indice e medio verso l’alto; l’altra mano, invece, avrebbe preservato l’intero pugno, portandosi al fianco destro col palmo chiuso rivolto anch’esso verso l’alto. Durante la separazione delle mani, il torso avrebbe accompagnato il movimento dell’arto sinistro, torcendosi in senso antiorario nell’assumere una postura più da arciere: gamba sinistra piegata e l’altra divenuta tesa. Non appena ricevetti una risposta affermativa, avrei compiuto uno slancio in direzione della kunoichi che – ora – si sarebbe dovuta esprimere fisicamente in un modo totalmente differente rispetto al consueto: il mio primo attacco, puntò al suo addome e la ragazza si rese immediatamente conto che non avrebbe avuto modo di difendersi con un’evasione.
Si sarebbe dovuta inventare qualcosa…e alla svelta.. -
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