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    Episodio 1




    Kuroumi Arashi 苦労未 嵐




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    Nome: Kuroumi | Clan: Arashi | Villaggio: Suna | Grado: Genin


    Narrato - Pensato - Parlato
    Plic, plac.

    Sono solo. Non c'è nessuno.

    Dall'oscurità in fondo al corridoio si intravedeva una fioca luce ballerina, una torcia che si librava a mezz'aria. Un rumore ritmico di gocce si alternava a un mormorio appena percettibile, voci in lontananza che non potevano essere distinte da quel posto, anche il solo rumore del proprio respiro ne avrebbe coperto la provenienza. Pochi passi verso il fondo di quel luogo, uno scalpiccio umido dovuto a un lieve strato d'acqua che ormai si stava accumulando sul pavimento di mattonelle rotte da chissà quanto tempo.

    Plic, plac.

    Le indicazioni portavano proprio qui. Da quanto tempo non viene visitato questo posto ?

    Man mano che si avvicinava alla fiaccola sul fondo il vociare si faceva sempre più intenso, in maniera costante e lieve aumentava il volume e cominciava a poter distinguere alcune parole. Un gruppo stava salmodiando in una lingua apparentemente sconosciuta, parole antiche si levavano in aria e sembravano attraversare i muri. Cominciò a camminare a passo più svelto ma la torcia sembrava irraggiungibile, ogni volta che era sul punto di afferrarla se ne tornava in fondo, avvolta nuovamente nelle tenebre. Qualcosa non andava.

    Plic, plac, plic, plac.

    L'aria è cambiata, deve esserci un'apertura qui da qualche parte.

    Il puzzo di stantio cominciò a svanire piano piano per essere sostituito in breve da un acre odore di fumo. Non poteva vedere le volute grigiastre perchè troppo buio ma ne era certo, da qualche parte stava uscendo del fumo. Le sue narici cominciarono a esserne invase, arrivò quasi a tossire e per poco non iniziò a lacrimare. Da dove proveniva ? Da cosa era causato ? I canti si facevano sempre più forti e quella presenza quasi impercettibile di volute di fumo cominciò a invadergli sempre di più i polmoni, facendolo piegare sulle ginocchia a causa della mancanza di respiro. Poggiò il palmo della mano sul pavimento rotto, puntellandosi con l'altra sul muro smunto. Piano piano gli occhi cominciarono ad arrossarsi, le palpebre furono attratte in basso e la mente iniziò a vagare per i meandri sperduti dell'inconscio.

    Plic, plac, plic, plac.

    Portatelo dentro.

    _______________________________________________

    Cos'era accaduto ? Non avrebbe saputo dirlo con precisione. Si era svegliato di botto e davanti a sé non aveva più l'oscurità e la fiaccola irraggiungibile, divenuta quasi un ricordo labile. Si aspettava di vedere facce sconosciute e invece si trovò su un letto con lenzuola bianche e una coperta verdognola, in una stanza con pareti per metà candide e metà di un giallino ormai consumato dal tempo, la finestra era chiusa da inferriate, quasi si trattasse di un carcere. Un baleno nella mente gli fece pensare a qualche strana sostanza contenuta dal fumo che aveva inalato e quindi si trovava forse in una stanza d'ospedale? O era forse caduto in una trappola travestita da incontro segreto? Non avrebbe saputo dirlo con certezza, non c'erano alcuni macchinari tipici di quel luogo che aveva già sperimentato diverse volte. Provò ad alzarsi, notando che una strana forza lo teneva ancorato al giaciglio, sia sulle gambe che sui polsi. Provò a strattonare più forte ma niente, era come...



     
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