The Mandaroxian

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    Kuroumi Arashi 苦労未 嵐




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    Nome: Kuroumi | Clan: Arashi | Villaggio: Suna | Grado: Genin


    Narrato - Pensato - Parlato
    Creature affascinanti, gli insetti. Ne esistevano talmente tanti che sicuramente sopravanzavano il numero di persone che vivevano sul continente, in quel mondo che continuava a girare per inerzia. Le specie erano innumerevoli, cambiavano a seconda del luogo di provenienza e avevano le forme più strane possibili. Si vociferava di ragni enormi nelle caverne sui confini, millepiedi che si nascondevano tra le rovine coperte dalle dune sabbiose, mentre al confine con il paese dei Fiumi si diceva che potessero essere presenti farfalle e grilli letali. Tutti esseri molto interessanti, i quali però il più delle volte non erano presenti nelle zone desertiche attorno al villaggio. Trovarne uno era un po' complicato e quelli che c'erano erano talmente infidi da dover richiedere spesso l'intervento di un medico per poter rimediare a qualche incauto cercatore o entomologo in erba. Di certo, camminando tra le dune, qualche bel millepiedi gigante poteva spuntare sotto i piedi ma forse dentro il villaggio c'era più abbondanza, tra mosche, zanzare particolari e persino alcune vespe. Tra queste ultime, alcune specie risultavano particolarmente fastidiose e addirittura molto pericolose se infastidite, motivo per cui c'era sempre grande attenzione quando si individuava qualche alveare, dato che avevano una memoria fotografica e tendevano a vendicarsi di chi le aveva disturbate. Tra queste c'era una specie di calabrone molto grande, cattivo fin nel midollo e in grado di dare filo da torcere ai ninja medici che dovevano rimediare al veleno delle sue ripetute punture, dato che la sua tossina emetteva anche dei feromoni che attiravano altri esemplari a banchettare sul malcapitato. Chiunque sarebbe morto sotto una tempesta di punture del genere, tranne qualcuno che aveva adocchiato il potenziale di questi esseri e voleva sfruttarlo per i suoi scopi.

    Kuroumi, infatti, aveva cominciato da tempo, ben prima di entrare in accademia, a studiare metodi alternativi per uccidere la gente e quindi far felice la sua divinità. Al contrario di altri adepti, però, amava anche le uccisioni meno teatrali, più subdole e forse più pericolose anche per questo. Lo aveva da sempre affascinato il mondo dei veleni, così potenti e versatili da fungere da vera e propria arma primaria per alcuni ninja, così aveva installato un piccolo laboratorio nella cantina di casa sua, un posticino in cui sperimentare soluzioni e miscele in grado di servire per i suoi loschi progetti. Varie ricerche erano state condotte dallo sfregiato sugli insetti velenosi più che sulle piante, rare in un posto come Suna, quindi il mondo animale killer era stato il suo ambiente. Proprio su quei calabroni giganti si era posato il suo sguardo e più volte era giunto al punto di camminare in mezzo a uno sciame per poterne catturare quanti più esemplari possibili, incurante delle conseguenze mortali che ovviamente non ci sarebbero state. Su quelle vespe enormi aveva poi condotto alcuni esperimenti, tagliando la testa munita di forti mandibole, sezionando l'addome munito di pungiglione, fino ad arrivare a estrarre una potente neurotossina che gli aveva fatto luccicare gli occhi.

    Quella mattina, chiuso nella sua cantina, stava finalmente mettendo a punto la forma finale di quel veleno. Aveva provato in diversi modi a sintetizzarlo in maniera perfetta ma diverse forme non erano adatte a quello stadio. Una versione liquida sembrava essere troppo instabile e volatile per poter essere applicata correttamente sulle armi mentre una solida...non aveva semplicemente senso, lanciare cubetti di veleno a cosa sarebbe servito ? Aveva optato quindi per la forma gassosa, più versatile e in grado di mescolarsi perfettamente alle sue strategie. Finalmente era riuscito a condensare la potente mandarotossina in una sorta di fumogeno molto più duro di uno normale, tanto da dover utilizzare molta più forza del normale o addirittura la sabbia ferrifera per poterlo fare esplodere. In questo modo sarebbe stato in grado di disgregarsi e formare una nube gassosa scura come la pece e che potesse essere facilmente scambiata per una nube di fumo nero, magari dovuto alla combustione di qualche materiale strano. Ne provò immediatamente uno, inondando tutta la stanza e rendendo difficoltosa anche la vista, offuscata dopo un po'. Gli altri sensi però erano ancora intatti e udì molto bene qualcuno bussare alla sua porta diverse volte, motivo per il quale cercò di precipitarsi su per controllare chi lo stesse cercando. Ripresosi finalmente e arrivato quasi sull'uscio, lo aprì con forza con l'intenzione di sputare improperi a chi lo aveva distolto dal suo lavoro, non trovando altro che una lettera di convocazione ai suoi piedi, lasciata forse da un messaggero mandato dal villaggio stesso. Il sigillo sul plico recava il simbolo di Suna e una bella lettera B, motivo per cui strappò l'involucro e ne lesse avidamente il contenuto...





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    Edited by Marinov - 5/4/2023, 19:20
     
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