Un passo verso casa...

...e oltre l'orizzonte

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    Leo Hakure レオ ハクア




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    Nome: Leo | Clan: Hakure | Villaggio: Kumo | Grado: Genin


    Narrato - Pensato - Parlato - Parlato Altrui

    Stavo pregando perché le anime di quei ragnoni raggiungessero pacificamente la prossima vita, quando mi sentii spingere leggermente di lato. Riaprendo gli occhi, non c'era nessuno intorno a me prima, vidi che era stato Madara-san, ma perché? Realizzai un secondo più tardi che il suo tanto stava impalando il corpo di uno dei mostri, evidentemente non ero stato abbastanza attento...

    G...Grazie Madara-san! So-sono davvero troppo imbranato!

    Sentivo in me un misto di emozioni contrastanti che non sapevo come gestire: vergogna ed imbarazzo, per aver abbassato la guardia troppo presto e per il mio maldestro uso della spada, felicità e soddisfazione per aver compiuto la missione con il Sensei a guardarmi e la sensazione di aver trovato qualcuno su cui avrei potuto contare nonostante la mia sbadataggine!

    La mia spada, già non esattamente un'arma fenomenale, era a quanto pare stata parzialmente corrosa dal sangue acidulo dei ragni. Aveva un valore speciale per me, la prima "ricompensa" che mi ero preso da solo, ma non sarebbe durata ancora a lungo.

    Direi che abbiamo concluso. Non appena avrete ripreso fiato, potremo tornare al villaggio.

    Approfittai di quei brevi minuti per ripulirmi un attimo dalla fuliggine (combattere vicino a dei piccoli falò sporca davvero tanto!) e riprendere fiato: non me ne ero accorto sul momento per colpa dell'agitazione, ma usare così tante volte il chakra mi stancava moltissimo...ci sarebbero volute esperienza ed allenamento per riuscire a durare più a lungo.

    Il Sensei ci accompagnò indietro poi, mentre ancora calava la sera; notai che fu molto più faticoso fare la strada al ritorno, dopo un combattimento del genere, che all'andata. Daisuke-sama non sembrava minimamente affaticato invece, e anche Madara-san non sembrava così svuotato...ancora una volta vedevo i limiti della mia età, come all'esame genin: avrei dovuto lavorare duro per non restare indietro.

    Vado a fare rapporto a Bakishibe. Nei prossimi giorni riceverete la vostra parte per il completamento della missione, godetevi la serata.

    Quindi il capo del Sensei, del Villaggio intero, si chiamava così! Aaaah, non so cosa avrei dato per incontrare questo famoso Bakishibe, doveva essere fortissimo! In ogni caso Daisuke-sama ci lasciò a poca distanza dal confine esterno della periferia della Nuvola, mettendosi a correre velocemente verso quella che doveva essere il Quartier Generale. Avrei dovuto passarci anch'io a breve, in effetti, anche solo per vedere com'era.

    Mi accompagni tu a casa Madara-san? E' di qua...

    E cominciai a indicargli la strada: avevamo tempo per parlare prima di arrivare, costeggiando le mura, a casa.

    A proposito, prima avevi gli occhi rossi, quando hai sputato quelle palle di fuoco ed anche quando mi hai...quando mi hai salvato. E' quella l'abilità speciale di cui parlava il Sensei? Sembra proprio figa...






    Edited by Zerö - 31/3/2023, 20:16
     
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    Nome: Madara | Clan: Uchiha | Villaggio: Kumo | Grado: Genin


    Narrato - Pensato - Parlato
    Fortunatamente la missione e quello scontro con i ragni si conclusero nel migliore dei modi, anche se leggermente insozzati dalla linfa di quegli orridi aracnidi. Le parole successive di Leo poi non fecero altro che fare sorridere bonariamente l'Uchiha, il quale smise di usare l'occhio rosso e non spiccicò parola fino a quando non arrivarono in vista delle mura di Kumo, quando poi Daisuke li lasciò liberi. Dentro la stanchezza cominciò a farsi sentire piano piano ma cercava di non darlo a vedere, era solito sobbarcarsi quelle incombenze e sensazioni per dare sicurezza a chiunque fosse al suo fianco. In quel caso, Leo aveva tutta l'aria di essere un bambino, come d'altronde era, stanco dopo uno sforzo fisico e mentale che pochi alla sua età erano in grado di sostenere.

    Dovrebbero aumentare l'età di arruolamento...

    La richiesta di accompagnarlo a casa fu pronunciata in maniera così innocente che Madara non poté che rispondere affermativamente con un sorriso e un cenno di assenso del capo. Non c'era più la fretta di dover correre, di accorciare i tempi, quindi si prese tutto il tempo per passeggiare tranquillamente, ricaricando il fiato e in parte lo sforzo che anche lui aveva sostenuto fino a quel momento. Inoltre aveva anche bisogno di un po' di tempo per elaborare una risposta non banale alla domanda dell'Hakure, il quale non faceva nulla per nascondere la sua età, sempre piena di dubbi e domande curiose di scoprire il mondo.

    Sì, è l'abilità del mio clan...e sì, sembra figa. Lo Sharingan permette di fare tante cose ma richiede anche tanta energia in cambio. Bisogna usarlo con parsimonia.

    Fermò un attimo le parole, riprendendo fiato e osservando le mura che stavano costeggiando cambiare direzione per poi staccarsi in un'apertura che conduceva all'interno del villaggio.

    Alcuni segreti non vengono rivelati nemmeno a noi membri, quindi difficilmente se ne parla. Però sai...forse più che le parole possono i fatti, no ? Potrei darti una dimostrazione pratica...anche se stasera non penso sia il caso, non credi ?



     
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    Narrato - Pensato - Parlato - Parlato Altrui

    Madara-san sembrò pensieroso dopo la mia domanda, come se volesse essere al cento per cento sicuro di rispondermi al meglio e stesse misurando bene le parole. Nel frattempo lo avevo condotto per le vie esterne, a ridosso delle mura, dove si trovava la mia bella casetta: due piani, spaziosa e con un giardino niente male sul retro, anche se abbastanza isolata dal resto del villaggio.

    Sha-rin-gan? Un occhio che è anche...uno specchio? Sembra super complicato, non mi stupisce che tu lo sappia usare però!

    E c'erano anche dei segreti di mezzo per di più! Fare missioni assieme a Madara-san si sarebbe dimostrato super-divertente, proprio come pensavo! Chissà se poteva anche far diventare gli occhi blu e sputare acqua, o magari vedere attraverso i muri e sparare raggi di chakra come nelle storie che la nonna mi raccontava da piccolo.

    Potrei darti una dimostrazione pratica...anche se stasera non penso sia il caso, non credi ?

    Per ribadire la situazione: praticamente arrivati a casa, avevo la classica fame di chi ha fatto attività fisica (ed è quasi morto) e la mia scorta di chakra era praticamente vuota. Nonostante tutti questi buonissimi motivi per lasciar perdere, almeno per quella sera, ero pur sempre un moccioso iper-attivo e non potevo tirarmi indietro alla proposta di qualcosa di così eccitante!

    Perché aspettar...

    Leo tesoro, vieni dentro che è pronta la cena! Non vuoi fare tardi, vero?

    Oh no, la mamma doveva avermi sentito! Una catena di chakra sbucò dalla porta semi-aperta di casa per andarmi ad accalappiare la caviglia e trascinarmi verso casa con la forza...Maledetta stanchezza, anche facendo resistenza, avrei soltanto rallentato l'inevitabile!

    Ehm sì arrivo subit...Madara-san ci vediamo domattina allora al laghetto di oggi va bene?? MAMMA BASTA sto parlando con un amic-

    Riuscii per un pelo a finire la frase, senza poter neanche sentire la risposta del mio nuovo amico, che la porta si richiuse con uno scatto con me ormai dentro casa. Sperai che avesse fatto in tempo a sentirmi...




     
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    Nome: Madara | Clan: Uchiha | Villaggio: Kumo | Grado: Genin


    Narrato - Pensato - Parlato
    Leo stava per rispondere e sembrava abbastanza attivo da voler continuare quella sera stessa la dimostrazione ma qualcosa di abbastanza surreale accadde di lì a poco. Una grossa catena di chakra sbucò fuori dalla porta dell'abitazione del piccolo e lo trascinò dentro, lasciando l'ultimo pezzo di frase incompiuto. Quel metodo utilizzato dalla madre dell'Hakure era forse un po' troppo estremo ma non poteva di certo mettersi in mezzo all'educazione di un figlio, soprattutto dopo aver visto di cosa era capace la signora.
    Quando la porta si richiuse con un tonfo sonoro Madara non poté far altro che sorridere brevemente e pensare alle indicazioni che gli aveva dato il compagno. Era piccolo ma pieno di vita, la sua età si faceva sentire tutta in determinati comportamenti e in alcuni modi di fare che tradivano anche un certo attaccamento familiare molto forte, persino maggiore rispetto a quello presente in determinati clan come il suo. Però cominciava a piacergli, sembrava sincero e in grado di reggere determinate pressioni in missione, sebbene ancora un po' troppo frettoloso in alcuni casi. Forse se avessero lavorato insieme avrebbero potuto limare l'uno i difetti dell'altro e magari formare una coppia in grado di servire al meglio il villaggio in cui si trovavano. Tutti bei pensieri che accompagnarono i suoi passi fino a casa per poi giungere le braccia di un sonno ristoratore.

    L'indomani, dopo una dormita abbastanza riposante, Madara si alzò e cominciò a prepararsi dopo aver fatto colazione, una cosa leggera per evitare di sentirsi male durante la dimostrazione o allenamento. Perchè si, nella mente dell'Uchiha c'era l'intenzione di mettersi alla prova con il compagno e fargli vedere cos'era in grado di fare, cercando ovviamente di non esagerare troppo, dopotutto era un suo collega ed era anche più piccolo.
    Giunto sul luogo dell'incontro, il laghetto della loro prima missione, si sedette sulla riva a meditare con gli occhi chiusi. C'era silenzio, quel giorno doveva essere festivo perchè non c'era nessuno e dei pescatori neanche l'ombra. Un sole leggero scaldava la sua lunga e folta chioma mentre un venticello leggero mitigava la calura che poteva accumularsi, facendo di quel luogo una postazione perfetta per rilassarsi. Indossava una tunica come quella viola che aveva il giorno prima ma questa volta era di colore rosso, simile a un'armatura che teneva a casa e che usava soltanto in momenti particolari. All'altezza dei fianchi c'era anche un doppio fodero che conteneva il suo tanto e una wakizashi, armi fondamentali con cui spesso si dilettava a tagliuzzare manichini che fungevano da unici compagni di allenamento. Quel giorno avrebbe provato a sperimentare movimenti nuovi e combinazioni che aveva in mente da un po', cercando ovviamente di non ferire Leo. Chissà cosa ne sarebbe uscito da quell'incontro, le premesse facevano ben sperare il giovane Uchiha.



     
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    Malgrado i modi bruschi e gli scatti d'ira improvvisi, oltre all'essere iper-protettiva nei miei confronti, mia madre era una cuoca eccezionale. Se non lo fosse stata sarei probabilmente finito con lo scappare di casa appena dopo aver imparato a gattonare. Quella sera mi spesi con foga nel raccontare alla mia famiglia le nostre imprese del giorno, di come avessi portato a termine la mia prima vera missione per il villaggio e, soprattutto, di come avessi trovato un amico su cui contare.

    La nonna soprattutto rimase molto colpita dal fatto che il mio nuovo compagno fosse un Uchiha: non sapeva bene neanche lei il motivo, ma a quanto pare era stato un clan molto famoso (e temuto) in passato, prima della Nebbia. C'entravano forse qualcosa quei discorsi che aveva fatto col sensei riguardo quello Shari-coso?

    Tornai in camera mia per andare a dormire, ma fu davvero difficile riuscire a prendere sonno: non solo avevo davvero cominciato a seguire il mio sogno, ma il giorno dopo mi sarei finalmente trovato con un amico (un amico!) per allenarmi. Avevo già visto Madara in azione e mi era parso formidabile, anche se non quanto Daisuke-sensei ovvio...chissà quanto sarebbe stato diverso provare in prima persona ad essere suo avversario?

    La mattina dopo...

    Mentre mi stavo preparando per uscire di casa, una lettera apparve misteriosamente in terrazza: che fosse stata recapitata così come il rotolo della missione? Non solo il capo (Bakishibe) faceva i complimenti al destinatario (me) per l'incarico effettuato, ma aveva allegato anche una ricompensa in soldi! Era questo che voleva dire lavorare?

    Vi trovai dentro anche un foglio più piccolo, scritto in un'altra calligrafia, che recitava "Non fare il pezzente e comprati na katana seria, ora che hai i soldi"...chissà che era stato a darmi quel consiglio? Forse il Sensei?

    Effettivamente la "mia" spada era praticamente inservibile dopo il combattimento con i ragni, quindi decisi di passare da uno degli armaioli vicino casa, un certo Teppu, per prenderne una nuova prima di dirigermi verso il laghetto.

    Al mio arrivo la zona era pressoché deserta, era forse un giorno festivo? Madara sedeva in riva al lago, probabilmente concentrandosi su qualcosa...avevo effettivamente fatto tardi con la mia deviazione e si doveva essere annoiato.

    HEY MADARA! CIAOOOO!

    Urlai per annunciare la mia presenza, correndo verso di lui.

    Guarda cosa ho qui! Una Katana vera! Tutto merito del Sensei!




     
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    La pace interiore raggiunse un livello tale da quasi fare in modo di alienarlo da quel luogo. Il vento sembrò aumentare d'intensità ma senza raggiungere il grado di tempesta, semplicemente avrebbe avuto bisogno di coprirsi un po' di più in quelle condizioni. Anche davanti ai suoi occhi chiusi si aprì uno spazio bianco immacolato con qualche venatura scura alle estremità, una visione paradisiaca costellata poi da immagini di alberi in fiore, un bosco attraversato da ruscelli e persino qualche piccola capanna in festa. Man mano che proseguiva poteva vedere anche qualche individuo passeggiare tra gli alberi e sempre più dettagli venivano fuori, rivelando una sorta di clan in quel posto, caratterizzato da simboli molto familiari, sempre più vicini a quelli del suo clan, sebbene non fossero propriamente identici. L'osservazione proseguiva e la mente di Madara indugiava ancora in quegli aspetti tipici di una società come quella che stava guardando: contrattazioni, scambi, commerci, discussioni, litigi...Il vento cominciò a rinforzarsi sempre di più e gli angoli della visione divennero più scuri, le venature nere cominciarono a espandersi e persino il luogo ameno cominciò a trasformarsi, scurendosi sempre di più. Il clan cominciò a diventare sempre più irascibile, le persone cominciavano a lottare l'uno contro l'altro e la gente iniziava a commettere atti sempre più crudeli. L'oscurità poi di colpo racchiuse tutto, non prima di lasciare al suo sguardo interiore una visione di un occhio che era come il suo, incastonato in un viso come il suo...ma dalla forma diversa.

    ...DARA ! CIAOOOO !

    Una voce cominciò a penetrargli nelle orecchie, giungendo alla sua mente e iniziando a svegliarlo da quello stato di meditazione profonda.

    ...Sensei !

    Il rumore di passì lo fece quasi trasalire e quando aprì le palpebre le sue pupille osservarono in maniera attonita il piccolo Leo, giunto lì mostrando con fierezza una nuova katana. Rimase qualche secondo senza parole, non certo per l'arma ma per quello che aveva appena visto nei suoi pensieri. Cosa volevano dire quelle immagini ? Erano semplicemente frutto di un sogno da sveglio oppure si trattava di una premonizione ? Forse avrebbe dovuto indagare o forse avrebbe fatto meglio a lasciar perdere e a concentrarsi su ciò che aveva promesso di fare con il suo compagno.
    Quando si alzò, Madara troneggiò sull'Hakure, porgendogli la mano per stringergliela, dopodichè si sarebbe allontanato di una decina di metri per posare qualche ammenicolo di troppo che teneva addosso.

    Bella la katana, vorresti usarla subito ?

    A quel punto l'Uchiha estrasse dai rispettivi foderi il tanto e la wakizashi, mettendosi in una posa che all'apparenza sarebbe sembrata abbastanza tranquilla ma che gli avrebbe permesso di reagire prontamente a ogni minaccia.

    Questi sono i miei giocattolini. Da cosa vorresti cominciare ?



     
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    Sventolai la mia nuova spada alle parole di Madara, anche lui aveva un nuovo gioiellino da mostrare. Comparata alle sue armi la mia però era più corta e fine, sembrava quasi un'arma giocattolo, adatta ad un ragazzino della mia età.

    Devo esercitarmi con la katana, ma non basta. Ieri mi sono accorto che mi stanco troppo in fretta quando uso il chakra, quindi devo continuare a spingere al massimo per migliorare!

    L'atmosfera era cambiata ora, ma non in peggio: stavo per combattere, è vero, ma si trattava di un qualcosa che ci avrebbe migliorati entrambi, non uno scontro in malafede. Ero inesperto, davanti ad un avversario più grande, forte e intelligente di me...cosa avrei potuto fare? E' ovvio no? Imparare.

    Ah e non trattenerti, se dovessi perdere non mi metterò a piangere...forse.

    Una decina di metri ci separavano, con l'acqua del lago al mio lato sinistro ed il prato sulla destra. Dovevo aprire le danze in maniera convinta, ma allo stesso tempo cercare di capire come batterlo. Pensa, Leo, pensa!

    Mi misi in posa impugnando la lama con una sola mano, imitandolo almeno nelle intenzioni. Dovevo ancora capire il bilanciamento della lama e come utilizzarla al meglio, in fondo la avevo appena comprata, ma il negoziante mi aveva detto che non avrei avuto problemi per quanto riguarda il peso.

    Con l'altra mano avrei impugnato uno dei miei kunai, quasi a voler colmare la mancanza di un seconda spada. Era il momento di iniziare sul serio.

    ARRIVOOOOOOO!

    Sarei scattato verso di lui, lungo la riva del lago, per poi approcciarmi in combattimento con una serie di colpi maldestri con ambo le armi, cercando un varco nelle sue difese. Non avendo studiato scherma i miei colpi apparivano, ed infatti erano, ancora come un'accozzaglia di fendenti e affondi non coordinati e programmati. Forse proprio per questo avrebbero potuto essere difficili da predirre?




     
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    Leo avrebbe voluto esercitarsi sia con le armi da taglio sia nell'utilizzo del chakra, motivando ambedue le cose sia visivamente che a parole. La nuova katana sembrava abbastanza come primo acquisto ma forse avrebbe fatto bene a imparare come usarla, alcune cose tradivano una certa inesperienza. Non che l'Uchiha fosse tutto questo gran maestro del kenjutsu ma sicuramente alcuni allenamenti avevano fatto in modo di donargli una certa abilità con le lame, riuscendo a impugnarne molte contemporaneamente e soprattutto in posti abbastanza inusuali.

    Tranquillo, piangere sarà la cosa meno dolorosa.

    Poco prima di pronunciare l'ultima parola della frase i suoi occhi si illuminarono e divennero di una sfumatura rossa decisamente accesa, la pupilla fu circondata da un cerchio nero su cui campeggiava una tomoe che presto sarebbe stata raggiunta da altre sue consimili. In quel momento però una bastava, gli avrebbe conferito un certo vantaggio nello stretto e probabilmente anche a livello psicologico. In uno scontro normale avrebbe dovuto sfruttare ogni mezzo per vincere, quindi perchè limitarsi anche se quello era soltanto un allenamento ?
    La posa dell'Hakure era forse un po' troppo plastica per i suoi gusti, adatta sicuramente a qualche scontro amichevole o di spettacolo, in una situazione diversa avrebbe tradito immediatamente le intenzioni, conveniva farlo notare nel modo giusto. La distanza era poi tanta da poter permettere all'Uchiha di preparare una difesa con un anticipo sufficiente, aggiungendo l'urlo belluino si sarebbe potuto fare forse un trattato intero sul modo di non attaccare frontalmente un avversario.

    Non bene, al momento.

    Per cercare di saggiare le abilità con la spada avrebbe accettato lo scontro ravvicinato, ponendo davanti a sé la wakizashi e tenendo il tanto pronto a sferrare colpi di risposta oppure per parare il kunai, nella mano secondaria del compagno, lo sharingan avrebbe fatto il resto, oltre alla distanza ovviamente. Quando fu arrivato a portata di katana, Madara allungò il braccio della sua lama più lunga parando il primo colpo, indietreggiando sugli altri che vide arrivare in anticipo avendo avuto lo sguardo sempre fisso su di lui. Alla prima apertura, avrebbe sferrato un colpo di pugnale al braccio principale, sbilanciato dalla lunghezza della katana, incalzandolo con una spazzata alle caviglie proveniente dal lato opposto, provando poi a mettere la lama della wakizashi, qualora tutto fosse andato a buon fine, sulla gola del genin che si sarebbe ritrovato a terra.



     
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    Tranquillo, piangere sarà la cosa meno dolorosa.

    Gli occhi di Madara-san si illuminarono di un rosso vermiglio proprio come il giorno precedente, doveva essere lo Shari-coso! Finalmente avrei potuto provare con mano cosa quella misteriosa abilità poteva fare! Osservandolo meglio, notai che il cambio di colore non era l'unica distinzione d un occhio normale: un'altra simil-pupilla di forma strana era apparsa accanto a quella principale.

    Mi lanciai all'attacco sapendo di non essere certo un ottimo spadaccino, stavo imparando ancora, ma fui lo stesso sorpreso nel vedere con quanta facilità i miei "fendenti" venivano parati...un po' deprimente dire il vero, ma ciò non faceva che aumentare il rispetto che provavo per il Senpai. Almeno stava facendo sul serio...vero? Non era mai passato all'attac-

    Un colpo improvviso interruppe il filo dei miei pensieri ed i miei attacchi: grazie ad una sferzata diretta al mio braccio destro Madara mi sbilanciò, non era tanto il peso della katana il problema quanto capire la forza giusta da imprimervi per non venire sbalzato via durante i vari scambi, per poi provare ad atterrarmi con una spazzata.

    Ormai non avrei fatto in tempo a scansarmi del tutto, potevo però utilizzare la situazione a mio vantaggio. Quando la spazzata arrivò, avendo visto in tempo il movimento, ne accentuai ancora di più l'efficacia accompagnandola e seguendola col corpo: sarei caduto rotolando velocemente nella sabbia spingendomi con forza verso l'acqua del lago, dopodiché affondai per qualche istante sotto la superficie per poi irrorare di chakra il mio corpo così da sollevarmi immediatamente in piedi.

    Non avevo più la mia spada, lasciarla sulla sabbia era stato il prezzo da pagare per la mia inesperienza. Aver visto un vero spadaccino all'opera aveva già cambiato completamente la mia prospettiva su come si impugnavano le armi.

    Mi sa che ne ho di strada da fare prima di essere forte quanto te con questa, se tu fossi passato all'attacco mi avresti fatto a pezzi. Qualche consiglio?

    Gli avrei detto indicando la katana, mentre camminavo sulla superficie dell'acqua tenendomi a distanza da lui.



     
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    Narrato - Pensato - Parlato
    La combinazione di colpi dell'Uchiha andò a segno anche se l'intenzione di far cadere Leo e mettergli la lama alla gola non andò a buon fine. Il giovane, infatti, approfittò dello sbilanciamento per darsi uno slancio e lasciare l'impedimento della katana, proiettandosi quindi verso il lago nel quale sprofondò per un attimo prima di risalire. Quel modo di sfuggire era decisamente non convenzionale ma efficace e la cosa piacque talmente tanto a Madara che segnò mentalmente quel movimento per magari provare a eseguirlo in altri contesti. Accanto ai suoi piedi c'era la lama dell'Hakure, una katana che avrebbe potuto fare al caso suo in quell'occasione, permettendogli di utilizzare una lama aggiuntiva per esercitarsi in alcune combo che aveva provato soltanto in allenamento.

    E chi ti dice che io non sia passato all'attacco ?

    Lo sguardo rosso fisso in quello di Leo avrebbe accompagnato un'espressione divertita mentre con la punta della wakizashi avrebbe indicato la caviglia verso la quale aveva indirizzato il colpo precedente.

    Sei partito frontalmente da una distanza tale da permettermi di preparare una difesa adeguata. Avrei potuto benissimo aspettare fino a quando non saresti stato a portata di ninjutsu e...Poof. Hai anche annunciato l'attacco, in un combattimento vero significa morire prima ancora di iniziare.

    Un sorriso divertito avrebbe disteso un po' l'atmosfera, si sarebbe però trattato solamente di un piccolo istante per poi ritornare a fare quasi da maestro, anche se avevano lo stesso grado. Il ruolo di superiorità cominciava a piacergli ma si trattava solamente di voler istruire al meglio un compagno, non aveva nessun intento giudicante.

    Meglio utilizzare dei diversivi se decidi di attaccare in questo modo, saggiare le abilità dell'avversario e poi eseguire di conseguenza. Adesso proviamo un'altra cosa.

    Avrebbe portato l'elsa del tanto alla bocca, impugnandolo quindi tra i denti mentre la mano rimasta libera si sarebbe appropriata della lama del compagno. In quel modo si sarebbe quindi presentato in una maniera difficilmente osservabile su un campo di battaglia, potendo contare quindi su un effetto sorpresa non di poco conto.

    Vediamo come te la cavi a difendere.

    La distanza tra i due era inferiore a quella che li separava in precedenza, tra la posizione dell'Uchiha e la zona d'acqua di Leo c'erano circa sei metri, si sarebbero potuti coprire in maniera abbastanza veloce. L'idea era quella di incalzarlo in superiorità d'armamento per vedere come avrebbe reagito.
    Le pupille si sarebbero piantate in quelle del genin mentre una quantità di chakra nei piedi sarebbe stata sufficiente a scattare in maniera repentina verso di lui. Avrebbe quindi effettuato un fendente dal basso verso l'alto con la katana, piroettando successivamente su sé stesso per sferrare un colpo rotatorio con la wakizashi e il tanto impugnato con la bocca. Il tutto sarebbe avvenuto abbastanza velocemente ma in totale sicurezza, nel caso Leo non fosse riuscito a schivare i colpi avrebbe fermato tutto approfittando della preveggenza che lo sharingan gli poteva donare.



     
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    Ero stato troppo superficiale, partendo con un attacco frontale non necessario e annunciandolo a gran voce per di più! Avrei dovuto pianificare due o tre passi aventi, così mi disse Madara, creare un diversivo o qualcosa di simile.

    Raccolse la mia katana dalla dunetta sulla quale avevo dovuto lasciarla e si mise in una strana posa: non avevo mai visto nessuno utilizzare tre spade assieme, tantomeno tenendone una in bocca, ma sembrava uno stile fighissimo e molto molto pericoloso per un eventuale bersaglio, che però stavolta ero io!

    Vediamo come te la cavi a difendere.

    Con queste parole Madara-san si lanciò all'attacco scattando verso di me. Dovevo fare qualcosa o avrei perso! Non potevo combattere corpo a corpo, prima di tutto perché non avevo un'arma adatta ma solo il mio kunai, e poi avevo toccato con mano la differenza in abilità che ci separava.

    Se non potevo affrontarlo frontalmente però, lo avrei aggirato! Era l'occasione perfetta per dimostrargli che avevo imparato dallo sbaglio precedente! Appena cominciò lo scatto con la mano destra impressi velocemente i sigilli per trasformare parte del mio braccio in una radice nodosa, che sbattei con violenza verso la superficie dell'acqua, alzandone una gran quantità in aria per bloccare la sua visuale.

    Dovevo riuscire a prenderlo di sorpresa con un attacco per non dargli il tempo di pensare o reagire a cosa gli stava succedendo attorno: lanciai il kunai che avevo ancora nella mano sinistra verso la sua posizione per tenerlo impegnato, mentre già pensavo al prossimo step del mio piano improvvisato.

    Avendo quindi una mano libera da impedimenti andai quindi ad utilizzare la tecnica della Moltiplicazione del Corpo creando un mio clone illusorio, per poi farlo scattare a sinistradel getto d'acqua mentre io sarei andato a destra.

    Tutto qui quello che sai fare?

    Questo avrei fatto dire al clone, ancora prima di entrare nuovamente nel raggio visivo di Madara-san, per attirare la sua attenzione. Io avrei modellato la radice nella mano destra a mo' di mazza, per provare a bonkarlo da dietro appena si fosse distratto.



     
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    Narrato - Pensato - Parlato
    Lo scontro cominciava a farsi interessante, entrambi i contendenti avevano iniziato a sfruttare principalmente movimenti di taijutsu e kenjutsu, un antipasto di quello che sarebbe potuto accadere successivamente.
    Non appena l'Uchiha scattò per compiere il potenziale attacco, l'avversario trasformò tutto un suo braccio facendolo diventare di legno, una grossa radice nodosa che sbatté in acqua alzandone una quantità sufficiente a impedirgli la vista.

    Hai capito...ottimo.

    Non appena la "colonna" d'acqua fu all'apice Madara ebbe il tempo di darsi lo slancio all'indietro e allontanarsi di qualche metro ancora, ritornando alla posizione iniziale dalla quale era partito. Ebbe appena il tempo di poggiare un piede che sbucò un kunai e poi subito dopo due figure dividersi dall'impedimento acquoso, ormai scemato. Con un movimento del collo riuscì a malapena a deviare l'arma da lancio con il tanto impugnato con la bocca, mentre le due figure si rivelarono essere due...Leo.

    Se solo non avessi gli occhi rossi.

    Osservando entrambi gli Hakure, Madara riuscì a capire facilmente quale dei due fosse l'originale, merito dell'analisi che le sue tomoe fecero sui due attaccanti. Mentre quello alla sinistra del getto sembrava essere un guscio vuoto, l'altro aveva tutte le carte in regole per poter essere definito reale, motivo per il quale si diresse verso di lui, bloccando il colpo dall'alto verso il basso che stava per eseguire con la katana. Per evitare di ferirlo, però, lo fece con il dorso, non sapendo se tagliando il legno avrebbe anche tagliato il suo braccio, cosa non ottimale data l'età e il fatto che fossero compagni...e anche perchè cominciava a sentire un certo grado di affinità.

    Fregato.

    Lo sguardo rosso si sarebbe piantato in quello di Leo, cosa pericolosissima in altre situazioni ma che in quel momento aveva forse più lo scopo di spaventarlo che altro. Approfittando della differenza di altezza e fisicità, Madara avrebbe spinto contro l'appendice legnosa, lasciando affondare la katana dell'Hakure, e si sarebbe allontanato di circa sei metri saltando all'indietro, riponendo le armi nei rispettivi foderi.

    Credo che con le lame basti così...forse. Facciamo qualcosa di serio...

    Nel mentre pronunciava la seconda parte di quella frase, l'Uchiha avrebbe concentrato il chakra nello stomaco e dopo aver eseguito due sigilli, un grosso globo infuocato si sarebbe dipanato dalla sua bocca per dirigersi inesorabilmente contro Leo, il quale avrebbe dovuto inventarsi qualcosa per non finire come un tizzone ardente.





     
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    Narrato - Parlato - Parlato Altrui
    Sono un clone. Viso inespressivo. Continuo a camminare. ADESSOOOOOO!!!

    Avevo in questo modo provato a prendere Madara-san di sorpresa, ancora ignaro del potere dei suoi occhi e desideroso di avere la rivincita dopo che mi aveva surclassato in abilità di spada. Purtroppo a Kumo l'ignoranza si paga cara (come avrei avuto modo di constatare anche in seguito.

    Nonostante la foga e tempestosità del mio attacco, vidi la mazza-braccio-di-legno venire bloccata facilmente di piatto dal mio compagno di allenamento. Adesso ci trovavamo a stretto contatto, lama contro legno. Shinobi contro shinobi. Faccia a faccia.

    Ci guardammo direttamente in viso, e quando vidi quegli occhi cremisi che mi scrutavano dall'alto al basso, un brivido freddo corse lungo il mio corpo: che fosse a causa di qualche potere speciale o semplicemente la sensazione di superiorità che Madara esprimeva in quel momento, non avrei saputo dirlo.

    Fregato.

    Il mio piano era naufragato in tutti i sensi: non avevo kunai, katana e neanche l'effetto sorpresa su cui poter contare! Forse potevo ancora inventarmi qualcos-

    Madara fece leva sul mio braccio ancora pervaso di chakra per spingersi indietro, solo che non aveva calcolato (o forse lo aveva fatto apposta!) che applicare quel genere di spinta su di me (che ero si e no la metà di lui in altezza e anche meno in peso) mi avrebbe fatto volare via!

    Ci volle quasi tutta la mia coordinazione e controllo di chakra per non sprofondare di nuovo in acqua e tenermi in piedi in superficie quando atterai: lui era tornato sulla riva, ma io ero finito quasi nel mezzo al lago!!!

    Credo che con le lame basti così...forse. Facciamo qualcosa di serio...

    Dovetti strizzare un po' gli occhi prima di vedere con chiarezza cosa stava facendo: quelli...quelli erano gli stessi sigilli che aveva usato per la palla di fuoco di ieri! Il mio legno non mi avrebbe mai salvato da un attacco diretto, non era abbastanza spesso! Era impazzito? Lo avevo fatto arrabbiare?

    OH NO STA ARRIVANDO! Pensa Leo, cosa hai imparato da quando sei un ninja? Cosa ti può salvare da queste situazioni?

    CITAZIONE
    Noi potevamo cavarcela semplicemente annullando il chakra sotto i piedi, così che saremmo poi sprofondati in acqua! Avremmo potuto sfruttare la natura circostante per proteggerci...

    Ma certo! Quel ragazzo alto e dai capelli arancioni mi aveva dato un prezioso consiglio durante l'esame, e mi avrebbe dato anche l'opportunità di attaccare non visto...Presi una gran boccata d'aria.

    All'avvicinarsi della palla di fuoco avrei semplicemente rilasciato il chakra che mi sorreggeva in piedi sulla superficie dell'acqua per farmi sprofondare all'interno del lago. Mi sarei calato di un paio di metri in profondità per evitare qualsiasi danno dalla tecnica Katon, per poi attuare il mio contrattacco: oltre al braccio già trasfigurato avrei fatto fuoriuscire e convergere altri grossi tralci dalla spalla destra e, rimanendo nascosto sott'acqua in apnea, li avrei fatti strisciare sul fondo verso la riva, per poi accalappiare Madara-san e immobilizzarlo.

    Certo che quegli occhi erano davvero impressionanti...






    Edited by Zerö - 19/4/2023, 22:44
     
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    Non ci volle molto prima che il jutsu si portasse sul bersaglio, una palla di fuoco del genere avrebbe viaggiato a gran velocità e avrebbe potuto fare seri danni a chiunque, figurarsi a quel ragazzino. Se il Katon era distruttivo per sua natura, figurarsi su un individuo praticamente fatto di legno, un incubo...Eppure qualcosa non sembrò andare per il verso giusto. In cuor suo Madara sperava che il piccoletto non si fosse fatto spaventare dalla mole della tecnica e si fosse prodigato a trovare una via d'uscita ma ce l'avrebbe realmente fatta ?

    E dai...

    Il globo infuocato proseguì la sua corsa verso l'infinito e oltre, oltrepassando di gran lunga la posizione originale dell'Hakure. Il globo katon sarebbe andato a finire contro la riva opposta ma in quel momento Madara era impegnato a capire dove si potesse trovare il compagno d'avventura. Se non era davanti a lui, e sicuramente non era ai lati e considerando che non era nemmeno in grado di volare -almeno secondo le sue informazioni- significava che si trovava...

    Dietro !

    Ebbe il tempo di girarsi appena per vedersi arrivare contro dei tralci di legno che riuscì a schivare solamente per pochi millimetri, cadendo nella trappola di Leo in parte poiché perse abbondantemente l'equilibrio, sprofondando infine in acqua.

    Puoi uscire Leo, per ora basta così.

    Madara si rialzò sul pelo dell'acqua e si diresse verso la riva, togliendosi i vestiti e rimanendo solamente con dei pantaloncini e a torso nudo. Si sarebbe asciugato in quel modo, lasciando che i raggi del sole potessero riscaldare il suo corpo allenato che si stava adagiando sul manto erboso sulla riva dello specchio d'acqua. Avrebbe quindi atteso l'arrivo di Leo per potergli chiedere qualcosa su quel piccolo scontro che si era svolto in quel giorno.

    Che ne dici ? Come ti è sembrato questo allenamento iniziale ?





     
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    Ce l'avevo quasi fatta. Quasi. Ma andava bene così.

    All'ultimo secondo Madara-san riuscì a schivare il mio attacco, ma ebbi comunque la grande soddisfazione di farlo cadere in acqua. Così avrebbe imparato a non cercare più di incenerirmi! Che cosa maleducata!!!

    Dispersi la mia tecnica, ottenendo dal legno che avevo generato una sottile tavoletta che usai come appoggio per rimettermi in piedi, per poi "surfare" comodamente verso riva. Il sole era ancora alto nel cielo e questa nuotata fuori programma aveva spazzato via il fango accumulato precedentemente sulla maglietta.

    Che ne dici ? Come ti è sembrato questo allenamento iniziale?

    Anche lui si stava asciugando, forse dopotutto potevamo considerarlo un pareggio anche se avevo ancora moltissimo da imparare. Non sembrava essersi trattenuto però, e questo era già un ottimo motivo per sentirmi fiero di me stesso.

    Divertente! E pericoloso! Eccitante! Ma...anche un po' spaventoso. Soprattutto quando mi hai guardato negli occhi con quello sguardo serio...dovresti cercare di divertirti quando ti alleni sai? Lo dice sempre la nonna!

    Per enfatizzare ancora di più le mie parole gesticolavo utilizzando ampiamente le braccia ed il corpo. Era stato il mio primo vero combattimento tra ninja ed ero ancora troppo su di giri.

    Ah e come hai fatto capire che ero io quello vero? Pensavo di aver avuto una buona idea, invece ho perso su tutta la linea. Mi devi insegnare un po' di quelle mosse con la spada poi eh!!!




     
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