催眠眼 - Saimingan

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    Madara Uchiha うちはマダラ




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    Nome: Madara | Clan: Uchiha | Villaggio: Kumo | Grado: Genin


    Narrato - Pensato - Parlato
    Era passato qualche giorno da quell'incontro amichevole che c'era stato tra lui e Leo, un nuovo amico e compagno che sicuramente gli avrebbe fatto passare le giornate in maniera più gioiosa e giocosa. Pur non essendo un tipo molto espansivo, soffriva alle volte la solitudine e la sua riservatezza era dovuta più che altro a difendersi da eventuali approfittatori. Con Leo però la situazione era diversa, sembrava aver perforato in parte quella piccola corazza che si era costruito, forse perchè data la sua età agiva senza troppi patemi d'animo, spensierato come pochi ninja. Mentre si stava avviando verso un campo d'allenamento esterno al perimetro di Kumo, Madara sorrise al pensiero di come spiegava certe cose, gesticolando in preda all'entusiasmo tipico di un bambino della sua età. Sentiva quasi il bisogno di fargli da fratello maggiore, anche perchè nonostante le apparenze spensierate, Leo rimaneva comunque un ragazzo in età pre adolescenziale, con i suoi problemi e tutto il resto. L'Uchiha era rimasto molto colpito dalle motivazioni per cui i suoi genitori non lo avevano fatto andare all'Accademia, gli avevano precluso un percorso molto formativo e interessante, oltre che divertente e socialmente utile a stringere legami che magari sarebbero anche durati. Queste mancanze erano veramente troppo per uno come l'Hakure, magari nel suo piccolo Madara avrebbe potuto fare qualcosa e stringere un legame che avrebbe fatto recuperare in parte quegli anni "perduti".

    Siamo quasi arrivati...

    Appena fuori le mura del villaggio, su un promontorio montuoso, si trovava un grande recinto di circa un ettaro, abbastanza grande da poter permettere di esercitarsi senza troppe preoccupazioni. In realtà a Madara sarebbe servita soltanto una stanza ma considerando le abilità del compagno probabilmente ci sarebbe voluto uno spazio più grande. Quello era perfetto, non c'era molta vegetazione a parte i tipici arbusti di montagna ma tutto sommato poteva andare bene come secondo incontro, il laghetto del loro primo allenamento sarebbe sicuramente stato affollato dai pescatori che ci lavoravano.
    L'idea dell'Uchiha era quella di testare altre abilità di Leo, probabilmente per insegnargli qualcosa in più e fargli capire come potevano andare le cose durante uno scontro vero e proprio. Tuttavia, anche se agiva da figura più esperta, era ben consapevole del suo livello e molte cose doveva ancora impararle, come ad esempio il modo di sfruttare alla perfezione quella capacità della sua innata di creare altri mondi. Non era ancora giunto il momento ma avrebbe potuto mettere in atto un qualcosa di più leggero ma non per questo meno efficace.

    Speriamo che la lettera gli sia arrivata...


    La mattina presto, infatti, Madara aveva provveduto a inviare una missiva a casa di Leo con tutti i dettagli per l'incontro che si sarebbe svolto nel pomeriggio. Nell'attesa del suo arrivo, l'Uchiha si sarebbe messo a meditare al centro del campo di allenamento.

    CITAZIONE
    Ciao Leo, sono Madara. Che ne pensi di fare qualche salto insieme al campo fuori le mura ? Non portare la katana, non servirà. Ti aspetto questo pomeriggio, non mancare.






    Zerö
     
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    Nome: Leo | Clan: Hakure | Villaggio: Kumo | Grado: Genin


    Narrato - Pensato - Parlato - Parlato Altrui
    Ricordalo sempre Leo, noi preghiamo i nostri antenati, i nostri kami, perché ci osservino e proteggano. Dobbiamo mostrare rispetto verso coloro che sono vissuti prima di noi, così che anche noi verremo ammessi a vegliare sui nostri figli quando verrà l'ora. E' il ciclo della vita e noi dobbiamo perpetuarlo, anche se molti hanno perso gli antichi usi e tradizioni.

    Anche quella mattina avevo accompagnato la nonna al piccolo tempio di cui si prendeva cura: una piccola struttura immersa nel verde, con un piccolo stagno davanti e un'atmosfera calma e rilassante. Ad altri sarebbe potuto sembrare noioso ascoltarla parlare della nostra storia, dei nostri costumi, per me invece era un dovere che accettavo con piacere. Qualcuno doveva pur mantenere alta la tradizione, il retaggio del Villaggio della Nuvola, e mia nonna non aspettava altro che raccontarmi dei tempi antichi.

    Non si parlava necessariamente solo della nostra famiglia: mio padre era orfano quindi poco si sapeva dei suoi parenti, ma mia mamma doveva appartenere a quello che secondo le leggende era stato un tempo il nomade clan Uzumaki. Piuttosto il centro del discorso era il Paese del Fulmine nella sua interezza, e di come da qualche secolo a questa parte troppe cose siano state perdute.

    Da quando la Nebbia è scesa su di noi, sempre meno persone hanno pregato gli antenati, perché ormai la pace e tranquillità erano diventate ovvie e comuni. Non so perché, ma ho un brutto presentimento per la tua generazione anche se non è niente di preciso, come qualcosa di grosso all'orizzonte. Speriamo che mi sbagli...

    Dopo aver deposto qualche offerta e speso il resto del mio tempo lì giocando a far rimbalzare sassi nel laghetto del tempio (arrivai al massimo a 4 rimbalzi, mentre la nonna ne riuscì a fare addirittura 7!) tornammo a casa, giusto in tempo per pranzo. Papà era fuori per qualche missione, quindi eravamo solo noi tre a tavola.

    Sai tesoro, poco dopo che siete usciti è arrivata questa per te. Non volevo disturbarvi al tempio, ma dovrebbe essere da parte del tuo amico!

    Appena mamma mi porse la lettera, finii il pasto il più in fretta possibile per poi fiondarmi in camera. Madara-san mi chiedeva se potevamo uscire un po insieme quel pomeriggio! Ci sarebbe sicuramente stato da divertirsi!!!

    Dal nostro ultimo incontro mi ero allenato un sacco con la katana, anche se nel messaggio diceva di non portarla e quindi un po' ci rimasi male, però hey come gli avevo già detto dovevo lavorare un sacco sul controllo del mio chakra e di come sfruttarlo al massimo...Daisuke-sensei e Bakishibe-sama avrebbero potuto convocarci in ogni momento per una nuova missione, quindi dovevamo farci trovare pronti.

    Mi preparai in fretta e furia, principalmente mettendomi la nuova felpa che mamma e papà mi avevano comprato per festeggiare il grado Genin (verde acqua, con zip e cappuccio, perfetta per le giornate ventose) e l'hitai-ate: non lo portavo con me quando ero in giro con la nonna per non attirare troppo l'attenzione.

    Dopo qualche decina di minuti di cammino arrivai al campo d'allenamento. Vidi subito Madara-san meditare al centro dello spiazzo: di certo non doveva interessargli che gli altri lo guardassero o meno mentre sedeva ad occhi chiusi, che figo! In realtà il campo era abbastanza vuoto, solo un altro paio di persone si stavano allenando facendo piegamenti e squat, quindi avevamo tutto lo spazio per noi o quasi!

    Madara-saaaaaaan, sono quiiiiiiiii!




     
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    Narrato - Pensato - Parlato
    Davanti ai suoi occhi uno spazio bianco immenso continuava a rimodellarsi nelle forme più disparate, facendo germogliare immagini mentali difficilmente spiegabili a parole, un mondo che era tutto immaginario eppure così vivido da sembrare reale. Qua e là accenni di case e vegetazione, figure che si tramutavano lentamente in individui più definiti fino a formare un villaggio vero e proprio con tutti i crismi, era un paesaggio vero tanto quanto Kumo. La differenza, tuttavia, stava in alcuni dettagli che lo facevano apparire indefinito, quasi antico e perso nel tempo, oltre al fatto che non sembrava esserci nessun suono. Se i colori e le sensazioni visive erano molto forti, l'udito poteva anche non servire e la cosa cominciò a turbare il giovane Uchiha. Voleva chiedere, parlare, aprire la bocca ed emettere suoni ma non c'era modo di far uscire qualcosa dalle sue labbra, la lingua sembrava impastarsi sempre di più. Piano piano la sensazione di smarrimento cominciò ad aumentare d'intensità, fino a trasformarsi in cupezza vera e propria per non poter comunicare, riflettendosi anche sul senso della vista. I colori cominciarono a farsi più scuri, la luce sparì gradualmente mentre gli individui iniziarono a trasformarsi in ombre. Ogni dettaglio del villaggio divenne più scuro della notte e indefinito, le uniche note di colore rimanevano la strada e gli occhi delle persone. Entrambe le cose erano ormai divenute rosse, un rosso vivido e acceso, la stessa sfumatura del sangue scorreva sotto i suoi piedi e nelle luci di quegli individui-ombra. A dare un'occhiata più attenta, Madara si accorse che lo sguardo vermiglio era uguale al suo per certi versi, aveva però un dettaglio in nero più particolare, di una forma diversa rispetto alle tomoe normali della sua abilità innata. Cominciò ad avvertire una sensazione di freddo pungente, le ossa sembravano essere tagliate da un vento inesistente proveniente da chissà quale landa ghiacciata finché una voce sembrò chiamarlo per riportarlo alla realtà...

    Madara-saaaaaaan, sono quiiiiiiiii!

    Schiuse gli occhi al giorno e vide che il suo compagno era arrivato, pronto e con la solita carica tipica del suo comportamento. Madara a quel punto si alzò e gli andò incontro, salutandolo con un gesto della mano.

    Ciao Leo, la lettera ti è arrivata allora !

    Un sorriso largo si stampò sulla sua bocca, la vista di Leo scacciò parte dell'inquietudine che aveva provato in quella sorta di visione che aveva avuto durante la meditazione.

    Ti sei allenato in questi giorni ?





     
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    Narrato - Pensato - Parlato - Parlato Altrui
    Certo che è arrivata! Scusa se la ho vista un po' tardi però, ero al tempio con mia nonna...

    Il campo di allenamento era un'area molto grande, con vari spazi distinti al suo interno: attrezzi per fare esercizi, bersagli a cui tirare con shuriken, kunai o arco e frecce, c'era persino un'arena circolare per esercitarsi al combattimento! Alcuni manichini erano stati buttati per terra in un angolo della zona di allenamento, pieni di fori da cui era uscita una grande quantità di sabbia.

    Volevo farti vedere quanto sono migliorato con la katana! Dopo il nostro incontro ho provato a ripetere le tue mosse e andavo tutto SWOOOOSH e WAAAAAAAASH!!! Tu invece cosa hai fatto in questi giorni?

    Avevo anche avuto modo di esercitarmi con l'uso del mio chakra, anche se era ancora difficile incanalarne molto in una stessa giornata. Mi era capitato più volte di ripensare alla nostra discussione dopo l'allenamento che avevamo fatto, ma ancora avevo solo una vaghissima idea di quello che avrei voluto fare...

    Era così difficile pensare a nuove tecniche, specialmente da solo, ma Madara-san mi avrebbe sicuramente aiutato adesso! Lui e Daisuke-sensei sembravano sempre sapere cosa fare!




     
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    L'entusiasmo del piccolo sembrava non essere svanito, era proprio parte di lui e la cosa applicò una sorta di cura all'animo turbato dell'Uchiha, il quale sorrise di gusto alle movenze e alle parole successive. Leo era proprio un bambino spensierato e la cosa era un bene perchè non aveva ancora conosciuto, forse, alcuni dolori di cui lui invece era quasi esperto.
    Il suo sguardo stava per perdersi nel vuoto quando la domanda lo portò di nuovo con i piedi per terra, facendo tornare tra i vivi.

    Io ho studiato, Leo. Ho studiato tanto devo dire e ho capito che avrò bisogno di aiuto per poter dire di aver ottenuto un buon risultato.

    La sua mente vagò verso quella che era una tecnica che gli avrebbe fatto comodo, qualcosa che probabilmente avrebbe potuto determinare la riuscita o meno di missioni o scontri...oppure la differenza tra vita e morte. Non era molto sicuro però di volerla eseguire sul compagno, l'aveva studiata teoricamente e quindi gli mancava l'applicazione pratica, inoltre si trattava di una categoria di jutsu che avrebbe potuto creare danni a certi livelli di utilizzo.

    Sarai perciò tu ad aiutarmi.

    Un sorriso si stampò sul viso di Madara, il quale scompigliò con una mano i capelli di Leo, approfittando della differenza di statura, dopodiché gli fece cenno di seguirlo verso un gruppo di manichini in legno ancora integri e non distrutti da chi vi si era allenato in precedenza.

    Avremo modo di scontrarci, non preoccuparti. Ora però fammi vedere qualche mossa. Tieni, prendi la mia wakizashi.

    Un sorriso beffardo questa volta avrebbe adornato il volto dell'Uchiha, evidentemente aveva voluto trarre in inganno il compagno facendogli credere che non avrebbero usato le lame quel giorno. L'idea di Madara però era abbastanza diversa, voleva testare le capacità di reazione agli imprevisti del giovane e vedere se riusciva a elevarsi oltre i ragionamenti tipici della sua età.

    Fammi vedere cosa sai fare.



     
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    Tieni, prendi la mia wakizashi. Fammi vedere cosa sai fare.

    Madara-san mi diede la sua lama dopo avermi portato vicino ad uno dei manichini. Ma quindi...! Il mio cervello ci mise qualche secondo a capire cosa voleva che facessi, poi la mia espressione si illuminò. Avevo capito, o almeno così pensavo.

    Uffa, questa spada è molto diversa dalla mia katana, lo sai vero Madara-san? Vabbé vediamo cosa riesco a farci!

    La wakizashi era più tozza e decisamente più pesante della mia arma. Anche l'uso sarebbe dovuto essere un tantino diverso, ma non ero ancora abbastanza esperto per capire al meglio le sottili differenze tra i vari tipi di spade, per di più non è che conoscessi molti altri stili di combattimento!

    Mi misi nella stessa posizione iniziale che avevo usato nel mio scontro precedente con Madara-san, per poi attaccare il manichino davanti a me con una sequenza di tagli laterali veloci: a casa avevo ripensato più volte alle mosse che aveva usato contro di me.

    Mi ero esercitato per un'oretta la mattina e la sera ogni giorno da allora, roteando la mia katana nell'aria del giardino. I miei genitori mi avevano detto di stare attento e che potevo farlo solo se la lama rimaneva ben sicura nel fodero, ma quando loro non erano in casa beh...non potevano essere lì a sgridarmi no?

    Anche la nonna mi aveva dato qualche consiglio: Schiena dritta, gambe divaricate, piedi paralleli!! Quando avevamo la tua età non ci stancavamo per così poc... mi sembrava di sentirla anche ora. Non ero perfetto, ancora qualche sbavatura qua e la e solo mosse semplici, ma ero decisamente migliorato dall'altro giorno!

    MI hai visto? Mi hai visto?! Com'era???

    I tagli erano andati meno in profondità del previsto, ed anche meno precisi, ma quello era colpa della spada e non mia! Un po' della sabbia contenuta nei manichini cominciò a "sanguinare" verso terra accumulandosi in piccoli monticelli.






    Edited by Zerö - 5/5/2023, 01:39
     
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    madara-uchiha-madara

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    Madara osservò con attenzione i tagli veloci e precisi di Leo, notando come fosse leggermente più impacciato a causa della poca familiarità con l'arma. La wakizashi era sicuramente più corta della sua katana e quindi il fatto di dover stare un po' più vicino lo metteva a disagio rispetto al suo abituale stile di combattimento. Stando alle spalle del compagno, osservò attentamente con i suoi occhi rossi, disattivandoli non appena si voltò per chiedere un parere. Aveva intenzione di studiarlo meglio in un momento preliminare, voleva metterlo e mettersi alla prova agendo in maniera leggermente più infida per prepararlo a momenti decisamente più complicati. Le missioni erano spesso pericolose e il fatto che fosse cresciuto quasi sotto una campana di vetro non lo aveva abituato a situazioni di estremo pericolo, dove anche la fiducia nei compagni di squadra viene meno e non si sa più di chi fidarsi.

    Bene, leggermente migliorato dalla scorsa volta...

    Si avvicinò e tese la mano per riprendersi la wakizashi, poi si allontanò verso un altro manichino e si mise in posizione frontale. Lentamente sguainò il tanto e lo strinse con la bocca, mentre l'altra mano prese un kunai, roteandolo brevemente con un dito.

    ...Ma devi combinare anche tutto il corpo.

    Con un movimento repentino sferrò un calcio alla testa del bersaglio, accompagnando la rotazione con un fendente al ventre da parte della lama più lunga. Il sacco pieno di sabbia si aprì rivelando il suo contenuto ma l'azione dell'Uchiha non era ancora finita: incrociando le braccia, lanciò il kunai dal basso, nascondendo il movimento con la wakizashi e sfruttando l'occultamento parziale della mano per tirare il pugnale volante verso la "spalla" sinistra. A quel punto la mano resasi libera avrebbe preso al volo il tanto dalla bocca e il genin si sarebbe mostrato in una serie di fendenti, affondi e altre movenze abbastanza basilari che però avrebbero dovuto fare abbastanza effetto data la velocità e la spettacolarizzazione che amava mettere nei suoi allenamenti con le lame.
    Alla fine di quel breve scambio unilaterale il manichino risultò essere composto soltanto da un sacco aperto e un palo di legno, la testa era andata perduta così come la sabbia interna che ormai ne adornava la base.

    Coinvolgi il tuo corpo nella lotta, non lasciare che sia un'estensione della lama ma che quest'ultima sia un'appendice del tuo braccio.

    Si sarebbe quindi posto di fronte a Leo, mostrandogli brevemente l'azione che aveva appena concluso ma sezionando i vari movimenti e analizzandoli poco alla volta per fargli capire bene cosa avrebbe dovuto fare.

    Con la katana ti sarà un po' più complicato sfruttare questi movimenti, però se ti alleni ogni giorno potresti riuscire a stupirmi. E ora...

    Lo Sharingan fece la sua comparsa negli occhi di Madara, le lame ben sguainate erano pronte a essere usate e anche la posizione cambiò in un attimo. C'erano poco meno di cinque metri di distanza tra lui e Leo, un metraggio facilmente copribile con uno scatto e con la wakizashi ben tesa per raggiungerlo quanto prima. Un movimento del piede gli avrebbe dato lo slancio, la lama avrebbe cercato di colpire diagonalmente dall'alto a sinistra in basso a destra il piccolo Hakure, il quale avrebbe avuto poco tempo di reazione visto l'attacco improvviso. Per questo motivo, nel caso non fosse riuscito a evitare il fendente, l'Uchiha avrebbe fermato il colpo in tempo per non fargli del male. Le intenzioni erano buone ma di certo sarebbero apparse diametralmente opposte...



     
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    Guardai con occhi luccicanti di ammirazione i colpi di Madara-san verso il manichino, o quello che ormai ne rimaneva. Armonizzava così bene i movimenti sia della lama che del corpo, facendo sembrare tutti quei colpi in successione una specie di mossa unica...

    Si mise addirittura a farmi vedere passo per passo tutte le tecniche che stava utilizzando: erano molte informazioni da tenere presenti tutte in una volta, ma avrei fatto del mio meglio per ricordarmele una volta tornato a casa! L'unica cosa era trovare un modo di sfruttare la lunghezza della katana, come in effetti mi fece notare anche lui, bah non era quello il momento per pensarci...

    Sai, non mi ero mai divertito così prima. L'altro giorno, oggi...non avevo mai avuto altri con cui uscire fuori o allenarmi. E' questo che vuol dire essere amic-

    Non feci in tempo a finire la frase che percepii uno spostamento d'aria davanti a me. Madara-san non era più di fronte al manichino, ma davanti a me. Con la lama sguainata.

    Non riuscivo a processare le informazioni che avevo davanti, cosa stava succedendo? Era uno scherzo? Non capisco?!?

    Sarei caduto all'indietro finendo seduto sul posto, con gli occhi sgranati rivolti verso Madara-san.

    Ma-ma-madara-san...co-cosa succede?



     
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    Il piccolo Leo, come prevedibile, non riuscì a schivare il fendente portato dall'Uchiha, quest'ultimo infatti lo fermò appena sopra la sua spalla. Era caduto all'indietro, sedendosi sul terreno e guardandolo quasi terrorizzato, persino la sua voce cominciò a tremare e la lingua non poté fare a meno di balbettare. Era abbastanza scosso, non si aspettava una mossa del genere ed era comprensibile, fino a quel momento Madara si era comportato come un maestro e un amico al contempo, non c'era nessun segnale che potesse far presagire un attacco.

    Mai abbassare la guardia.

    Il tono ferreo e perentorio accompagnò la disattivazione degli occhi rossi, oltre al rinfodero delle armi, non era ancora giunto il momento di lottare seriamente. Per distendere un po' la situazione si sedette a fianco a Leo, puntellandosi all'indietro con le braccia e guardandola con un'espressione totalmente diversa da quella dell'attacco. I muscoli del viso erano distesi e c'era anche un accenno di sorriso a cercare di far capire al compagno che tutto era ok.

    Vedi Leo...Non volevo ucciderti né farti del male. Volevo solo prenderti di sorpresa, farti capire che in missione e in battaglia non troverai manichini...o amici.

    Uno sguardo al cielo, poi ai resti distrutti di legno e sabbia per poi ritornare agli occhi ancora impauriti del ragazzo.

    Non ci sono regole, solo tanta cattiveria ed è meglio essere pronti, non credi ? Oggi vedremo di fare qualcosa su sto genere di cose, che ne dici ?

    L'Uchiha si alzò e avrebbe teso la mano al compagno per farlo alzare, dopodiché si sarebbe diretto verso il centro del campo di addestramento, facendogli cenno di seguirlo.

    Vediamo come può essere uno scontro impari. Anche per questo ti ho detto di non portare armi, cosa faresti se perdessi la tua katana o diventasse inservibile ?



     
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    Mai abbassare la guardia.

    Anche se Madara-san accennò ad un sorriso mentre mi aiutava a mettermi nuovamente in piedi potevo vedere la tristezza che c'era dietro, cosa stava cercando di dirmi? A che scopo? Ero troppo inesperto per capire fino in fondo le sue parole.

    Ancora scosso dal suo repentino cambio di atteggiamento e da quello che era accaduto, lo seguii in silenzio verso il centro dell'area di addestramento. In che senso non avrei trovato amici in missione? Avevo trovato lui no? E anche gli altri ragazzi durante l'esame...

    Non ero sicuro di essere d'accordo con il suo ragionamento: nelle storie sul nostro Villaggio che la nonna mi raccontava era proprio durante i momenti difficili che i veri legami ribaltavano la situazione. Mi aveva sempre detto che amicizia e la fiducia erano due dei più importanti valori di uno shinobi.

    Cosa avrebbe voluto dire aver paura dei propri compagni? Era questo che mi stava dicendo? Se le cose stavano così gli avrei dimostrato che si sbagliava!

    Cosa faresti se perdessi la tua katana o diventasse inservibile?

    Da perso nei miei pensieri come ero, tornai alla realtà per sentire solamente quest'ultima frase. Fortunatamente Madara-san stava guardando altrove...

    L'hai visto l'altra volta, no? Userei il mio legno!




     
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    Alla risposta di Leo un sorriso gli uscì naturale sulla bocca, era una risposta talmente semplice quanto corretta, spiazzante forse per certi versi. Di sicuro Madara non aveva nulla da ridire, il compagno in effetti aveva dalla sua la capacità di usare il legno come arma secondaria, o per meglio dire primaria visto che non sembrava molto portato in quel momento con la katana.
    I due avrebbero continuato a portarsi sempre più al centro, in una zona delimitata da un cerchio inciso nella pietra che somigliava a un grande bassorilievo di una sfera divisa in quattro secondo i punti cardinali. Sulla circonferenza di ogni quadrante, alla metà esatta, c'erano alcune pietre miliari alte circa mezzo metro e completamente lisce, si trovavano quasi in una rosa dei venti a voler essere precisi, solo molto più rudimentale. Da punto a punto c'erano circa venti metri di diametro, una distanza ampia se presa per il verso giusto ma terribilmente ridotta in alcune fasi che sarebbero potute essere concitate.

    Hai detto bene, useresti il tuo legno. Quella è la tua arma principale, non la katana.

    L'Uchiha si sarebbe portato a metà raggio della circonferenza, a cinque metri esatti dal centro segnato sulla dura roccia, giungendo le mani a mo' di preghiera. Non aveva un vero e proprio motivo per collegarsi con qualcosa di divino, piuttosto aveva a che fare con qualcosa di molto più pratico che però non avrebbe mostrato subito in quel momento. Voleva prima vedere cos'era in grado di fare il piccoletto, cos'aveva escogitato in quel tempo passato dal loro ultimo incontro.

    Sai solo produrre legna dal tuo corpo o sai fare anche altro ?

    Sorrise beffardamente, il tono era volutamente di sfida per spronare il giovane Hakure a fare del suo meglio. Poteva nascere qualcosa di molto forte da quegli incontri, non solo un amico con cui passare del tempo ma qualcuno con cui condividere i propri risultati fino a giungere a essere quasi una sola entità.

    Stupiscimi.

    Si sarebbe tenuto pronto a ogni evenienza, i muscoli già tesi per fuggire da pericoli sconosciuti da dietro, avanti, destra o sinistra. Era un allenamento ma non gli avrebbe reso facili le cose.



     
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    Stupiscimi.

    Stupirlo...era facile a dirsi, ma come? L'arena non mi lasciava alcun tipo di effetto sorpresa o preparazione, eravamo solo io e Madara-san l'uno davanti all'altro. Attaccarlo frontalmente non avrebbe avuto altro effetto che lasciarmi aperto ad un suo contrattacco.

    Sai solo produrre legna dal tuo corpo? mi aveva detto. Beh si, era praticamente l'unica cosa che sapevo fare oltre a tirare maldestramente di spada, ma c'era qualcosa di più: potevo sfruttare la natura a mio vantaggio! Perché fissarmi ad utilizzare grandi quantità di chakra per creare qualcosa dal nulla quando sarebbe stato molto più efficiente usare quello che già è presente e modificarlo un po?

    Nel nostro ultimo combattimento lo avevo preso di sorpresa soltanto colpendolo dal basso, quando mi trovavo sott'acqua. Adesso non avevo più la copertura a darmi un vantaggio, ma non dovevo fare tutto il lavoro da solo!

    Mi concentrai sul percepire segni di vita nel sottosuolo, cercando di sentire nella natura una sfumatura di chakra simile al mio. Non ne fui deluso: le radici degli alberi presenti lì intorno si estendevano sotto tutta la superficie dell'Arena e anche oltre! Finalmente avevo un mio asso nella manica!

    Sai Madara-san, scorsa volta ti avevo detto che era difficile per me usare il legno no? Penso però di starci prendendo un po' la mano!

    Con la mano destra imposi i sigilli per la crescita rapida delle radici sotto-terra, chiamandone un paio verso la superficie per bloccarlo alle caviglie. Per nascondere il movimento e l'invio di chakra verso il sottosuolo mettendomi in una posizione di partenza per scattare poi verso di lui.

    Avrei provato quindi a colpirlo frontalmente, lanciando durante il breve tragitto anche i sigilli necessari a far sgorgare dal mio braccio sinistro tralci di legna, che avrei usato contro di lui a mo' di clava semovente. Chissà se sarei riuscito a coglierlo di sorpresa...




     
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    Sai Madara-san, scorsa volta ti avevo detto che era difficile per me usare il legno no? Penso però di starci prendendo un po' la mano!

    Il tempo di finire quella frase e Madara accese il suo Sharingan, consapevole di dover essere pronto a tutto. Cos'aveva escogitato il piccoletto per quell'incontro ? Di certo qualcosa con il legno ma c'erano tanti di quei modi per sfruttare al meglio la sua capacità innata che non sarebbe riuscito ad elencarli tutti in una sola giornata. Le mani stavano fremendo, avrebbe voluto fare in modo di sfruttare al meglio ciò che aveva in mente ma avrebbe comunque dovuto aspettare il momento giusto.
    L'ultimo combattimento era stato un po' sottotono per i suoi gusti, quella volta avrebbe dato sfogo a tutto sé stesso, non c'era modo di crescere e imparare senza impegno profondo. Se avessero riportato ferite sarebbero stati curati ma era un rischio da correre, l'unico accorgimento dell'Uchiha sarebbe stato quello di non carbonizzarlo con una palla di fuoco oppure avrebbe dovuto dare delle spiegazioni non solo alla famiglia Hakure ma anche al villaggio.

    Meglio di no...Tre...

    Il conto alla rovescia mentale si aprì non appena i suoi occhi scarlatti videro l'avversario mettersi in una posa diversa, come se avesse voluto scattare verso di lui, mentre uno sguardo più attento vide un flusso di chakra lasciare il suo corpo per dirigersi dentro il terreno.

    Interessante...due...

    Piantò bene i piedi per terra, iniziando a canalizzare il chakra nelle mani tramite dei sigilli, trasformandolo in quello che poi si sarebbe rivelato il suo asso nella manica.

    Uno...

    Dal terreno sotto i suoi piedi uscirono dei tralcetti che gli bloccarono le caviglie, mentre il giovane partì all'attacco frontalmente, per sua sfortuna proprio la direzione che Madara voleva. Terminò la composizione dei sigilli proprio davanti a Leo, espandendo il suo chakra Inton in modo tale da attivare la sua nuova tecnica. Procedendo frontalmente, il piccoletto avrebbe visto la composizione dei segni manuali e sarebbe caduto nella trappola, cominciando a subire una visione distorta della realtà, non riuscendo a mettere a fuoco le immagini, vedendo tutto attorno a sè sdoppiarsi.

    Ora...

    Visto il colpo che sarebbe arrivato, probabilmente molto confuso e forse non a segno, Madara si sarebbe preparato a intercettarlo estraendo la wakizashi dal fodero, pronto a bloccare eventuali colpi di mazze di legno.



     
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    Madara-san era uno shinobi eccezionale: già due volte avevo visto cosa era capace di fare con la sua manipolazione del fuoco e non volevo certo trovarmi nel mirino di una delle sue Gōkakyū.

    Anche se secondo il villaggio avevamo lo stesso grado, sentivo chiaramente la differenza di esperienza tra di noi: dovevo cercare di imparare il più possibile da questi allenamenti, in un vero combattimento non avrei ricevuto la stessa gentilezza ed era proprio questo che aveva voluto insegnarmi prima.

    Speravo che le radici che avrebbero bloccato i movimenti delle sue gambe lo prendessero di sorpresa, non rendendolo in grado di utilizzare la tecnica, ma per essere sicuro di riuscire a evitare il fuoco in ogni caso avrei dovuto analizzare con attenzione ogni movimento delle sue mani.

    Aveva reso i suoi occhi rossi appena prima che partissi all'attacco, e appena scattai verso di lui cominciò la composizione di sigilli...era forse in arrivo una Palla di Fuoco? No, i suoi movimenti non combaciavano con quelli che avevo visto le altre volte, ma cosa poteva star facendo allora? Nel dubbio la migliore strategia era non dargli il tempo di pensare!

    Arrivato il momento di sferrare il mio colpo però, mi accorsi che c'era qualcosa di strano nel modo in cui si stava muovendo...aspetta, era normale che il mondo fosse un'enorme spirale?

    Non riuscendo a distinguere il basso dall'alto, tantomeno ad avere la sicurezza di centrare il bersaglio con il colpo che stavo preparando rimaneva solo una cosa da fare: indietreggiare (o almeno andare in quella che sembrava essere la direzione opposta a Madara, era tutto coì confuso...) e capire cosa stava succedendo.

    Il problema, realizzai abbastanza in fretta, era che per scappare serviva comunque un certo equilibrio e coordinazione, cose che per il momento avevo completamente perso: appena provai a darmi la spinta con i piedi mi ritrovai a ruzzolare per terra.

    Non capivo più niente.

    Stoooooop! Madara-saaaaaaan, mi gira la testaaaaa!




     
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    La strategia di Madara funzionò alla perfezione, anche ben oltre le sue aspettative. L'Uchiha aveva infatti lanciato la sua semplice illusione sfruttando il fatto che Leo stesse attaccando frontalmente e i suoi occhi fossero puntati su di lui. La composizione dei sigilli bastò quindi a stabilire un contatto tra i due e il chakra Inton fece il resto, penetrando nel sistema del compagno e disorientandolo completamente, facendogli apparire una realtà distorta e sdoppiata, non proprio la situazione migliore per riuscire in un attacco.
    Approfittando dell'indietreggiamento dell'Hakure, il genin si liberò con l'ausilio della sua katana dalle trappole lignee che gli avevano bloccato le caviglie, balzando in avanti verso l'ormai ruzzolante compagno.

    L'obiettivo era proprio questo, Leo. Pensa, è una situazione che rientra nella normalità quella che stai vedendo ?

    Nonostante fosse a qualche metro di distanza, rimaneva comunque in guardia con la lama puntata verso il suo avversario, facendo in modo di tenersi pronto per eventuali mosse a sorpresa. Non aveva intenzione di aiutare direttamente Leo, voleva cercare di farlo arrivare da solo alla soluzione.

    Ci vedevi normalmente ed eri partito all'attacco ma d'un tratto la tua vista si è alterata. Pensaci bene, che tipo di tecnica può avere questi effetti ?

    Avrebbe lasciato al giovane qualche istante per pensare e poi rispondere, estraendo infine uno shuriken pronto per essere scagliato nel caso le cose si fossero messe per il verso sbagliato.

    Liberati, liberati da solo. Si tratta di accademia, ce la dovresti fare.

    Avrebbe atteso tutto il tempo necessario affinché Leo riuscisse a capire di dover utilizzare il Kai, quando l'avrebbe eseguito avrebbe poi lanciato la stelletta metallica tra le sue gambe, continuando a tenere la katana puntata su di lui.

    Niente è mai come sembra, niente. Adesso siamo insieme e non ci faremo del male, in una missione puoi dire lo stesso ? Analizza i tuoi errori, dimmi secondo te dove hai sbagliato.

    Si stava arrogando diritti che sarebbero dovuti appartenere a un Jonin forse ma sentiva di dover istruire al meglio il suo parigrado in mancanza di figure adatte e specializzate. Sembrava fragile per certi versi e non gli andava di dover perdere qualcuno per errori banali che sarebbero potuti essere evitati con qualche accorgimento abbastanza semplice.



     
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