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.La nostra strategia combinata non aveva dato i suoi frutti contro un avversario simile... di certo sarebbe stata una prova ostica, non poteva essere diversamente: l'esaminatore fu sì preso dalla mia tecnica, e quindi conseguentemente bloccato, ma non batté ciglio dinnanzi alla serpe evocata da Ayame. Quando il rettile si lanciò all'attacco, l'Akimichi rispose ingigantendo la propria mano e scagliando via con facilità immane il serpente, il tutto con una semplice schicchera: al pari di una biglia, l'evocazione della mia compagna d'esame fu lanciata oltre il punto in cui io e lei ci trovavamo, con il nostro avversario, sorridente, che si trovava pronto a colpire ancora una volta allo stesso modo.
Usare la mia innata su un avversario del genere potrebbe essere rischioso... ma cosa ho da perdere? Non conosco altre tecniche che potrebbero metterlo fuori gioco, e la stessa cosa vale per Ayame. Potrei farmi male, ma qui è tutto o niente: o ci dimostriamo validi, o ci tarperanno le ali, mi ritrovai a pensare. Il nostro opponente era forte, rispetto a noi di certo con un'esperienza superiore, e batterlo sarebbe stato difficile, se non quasi impossibile a quei livelli; dovevamo però dimostrare di avere la stoffa per divenire ninja degni di questo nome, rivelarci degni del titolo di genin... ed avrei fatto quello che potevo pur di andare avanti nel sogno mio e di Kaniko.
L'ennesima schicchera era pronta ad essere scagliata, solo in attesa che noi facessimo la prima mossa, ed è ciò che io avrei fatto: mi sarei mosso per avvicinarmi, abbastanza da essere in range per poter essere colpito dal suo attacco, ed avrei quindi cercato di stabilizzarmi meglio al suolo; grazie alla forza che mi contraddistingueva, avrei cercato, tramite due pedate cariche di potenza, di incastrare i miei piedi nel terreno, così da poter ricevere al meglio l'attacco nemico.
Vi fossi riuscito, quando la schicchera fosse partita, avrei cercato di bloccarla afferrando il dito dell'esaminatore con entrambe le braccia, in un tentativo di fermarla e darmi così modo di far presa sulla sua appendice, in modo da poter quindi procedere: avessi avuto successo nel tentativo di afferrare e bloccare il dito, avrei cercato di sfruttare la presa così acquisita per mettere in pratica la tecnica del mio clan, la Fauce del Divoratore. La mia bocca si sarebbe estesa a grandi livelli, e, provando a bloccarlo così, avrei fatto si di andare a cercare di prendere in bocca la manona ingigantita partendo dal dito, così da limitarne i movimenti e sfruttare la situazione.
Non credevo che il chunin, eventualmente trovatosi in quella situazione, avrebbe ingrandito di più il proprio corpo col rischio di farmi seriamente del male, ed al contempo se si fosse rimpicciolito, mi avrebbe dato l'occasione di avanzare nell'atto di ingurgitarlo e chiudere la partita.
Fosse andato tutto come doveva, ci saremmo trovati in una posizione di stallo, dove Ayame avrebbe trovato magari più libertà di azione.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato Fisico: Ottimale
Stato Psicologico: //
Chakra Elementali Utilizzabili: Doton
Abilità Innata: Via del Divoratore
Abilità Speciale: //
Caratteristica PG: Forza Sovrumana
Armi Personali:CITAZIONE//
Equipaggiamento:CITAZIONEKunai: 3
Shuriken: 5
Tecniche Usate:CITAZIONENome Tecnica: Fauce del Divoratore
Nome Originale: Musabori Kuu Mono No Kuchi (むさぼり食う者の口)
Raggio: Corto Raggio
Classificazione: Nintaijutsu
Sigilli: No
Descrizione: Tecnica derivata da Abilità Innata. L'utilizzatore sarà capace, concentrando chakra nella sua mascella, di estendere il proprio apparato orale, ingigantendo la propria bocca ed estendendo la sua gola ed il suo stomaco, per poter così ingerire completamente o risputare fuori, nel caso sia stato ingerito precedentemente, un altro ninja.
Una volta ingerito il corpo di un altro ninja vivente, l'utilizzatore ne potrà sfruttare la riserva di chakra, e l'alterazione primaria di chakra elementale, potendo così usufruire di tecniche che esulano dalle proprie alterazioni con la medesima capacità di controllo della propria alterazione secondaria di chakra elementale.
Scheme Code: ·MidoriMitchell· ~ Don't copy ©
Want your own? GET IT! -
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Pyke Kaguya かぐやパイク» Nome: Pyke
» Clan: Kaguya
» Rango: Genin
» Villaggio: Kiri
» Innata: Controllo delle ossa
» Speciale: Rancore della terra
» C. Pg: Genio dell'Omicidio Silenzioso
» Elemento #1: Suiton
» Elemento #2: Raiton
» Carattere: Introverso e freddoNarrato, Pensato,ParlatoVoci
Pyke osservò con un misto di interesse e macelata goduria l'interrogatorio, gioendo quando prese la via della tortura.
Uccidi! Sventra! Sangue!
Non ancora...presto.
Osservò i suoi compagni torturare prima fisicamente, poi psicologicamente il malcapitato, e prese la sua decisione. Gli anni di esperienza gli avevano insegnato che un uomo può resistere alla tortura fisica, che comunque richiede un solo uomo, mentre la paura è ciò che distrugge le persone. Fece un cenno al compagno che gli lasciò campo, ed arrivò faccia a faccia con l'interrogato.
Te parli, convinto che i tuoi capi siano in grado di ucciderci. Sento la puzza della tua paura.
Si avvicinò ancora di più, lo sguardo gelido fisso negli occhi del malcapitato.
Tu non sai cos'è la paura. Non ancora.
Mentre parlava con tono basso e freddo, dalle spalle iniziarono a fuoriuscire entrambe le spalle, le scapole si allargarono fino a formare due ipotetiche ali di ossa, e le costole uscirono dallo sterno, come una gabbia demoniaca.
Non siamo semplici esseri umani. Noi siamo i tuoi incubi, e presto saremo gli incubi dei tuoi compagni. Ma prima di arrivare a questo, te puoi soffrire. Tanto. E più soffrirai, più tempo passerai tra atroci sofferenze, più io cercherò uno ad uno ogni compagni, famigliare o amico della tua vita, e gli farò passare esattamente quello che passerai te.
In un climax, abbassò la bandana legata sul volto, facendo crescere i denti per formare delle zanne, ed esplodendo dalla schiena le fibre nere, diventando l'incarnazione di un Dio della Morte agli occhi del soldato.
Ora PARLA. -
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.SPOILER (clicca per visualizzare)
Dalla, chiamiamola pure "conversazione" per comodità, venne fuori che tutti e tre eravamo combattenti corpo a corpo, che rendeva le cose abbastanza semplici in caso di combattimento di gruppo, ma ciò ci rendeva tutti vulnerabili contro nemici che combattevano sulla distanza.
Ed entrambi sembrano più prediligere la furtività al confronto diretto. Non che ci sia nulla di male, fintanto che non interferiscano con il mio modo di combattere.
E l' altro albino del gruppo, che chiamavo ancora "Intruso", dato che non aveva nemmeno menzionato il suo nome, a definirsi immortale! Nulla al mondo era davvero eterno, perciò la sua era probabilmente arroganza dettata da un' incredibile abilità difensiva o una fortuna sfacciata. Come direbbe il nonno:
"Tutti sono immortali, fintanto che non vengono uccisi."
Mormorai quella frase a voce abbastanza alta da poter essere sentito, per poi tornare a concentrarmi sulla strada, e ignorando l' eccessivo ottimismo del capomissione. La sola cosa che sapevamo l' uno dell' altro era come preferivamo combattere, né più né meno, e dubitavo che ciò avrebbe portato ad un perfetto gioco di squadra.
Il resto del tragitto fu tranquillo, arrivando in vista dal villaggio che cercava di separarsi dal resto del Paese dell' Acqua, e lì il Rosso decise di formare un primo piano d' azione, oltra all' annunciarci che saremmo stati messi alla prova e che lui avrebbe agito solo in caso strettamente necessario.
Magnifico! Così se tutto va in merda, la colpa sarà principalmente nostra. Che paraculo...
Subito dopo che ebbi avuto quel pensiero, ricevemmo l' improvvisa visita di un uomo a cavallo, attrezzato di torcia e cesto, che chiese il motivo della nostra presenza.
Il Sensei, scaricò tutta la cosa su di me, mentre lui e gli altri due andavano ad approntare il campo-base. Nominandomi "capo" della comitiva, ora mi sarei dovuto sorbire tutta la serie di domande che il tizio mi avrebbe fatto.
Certo. Lasciate fare a me, e vedrò di sistemare tutto con questo buonuomo.
Dissi, con un sorriso finto e un' espressione che sperai potesse sembrare amichevole e pacifica. La sera stava iniziando a scendere, e giudicando dall' attrezzatura dell' uomo, questi poteva facilmente essere un sorvegliante della città, cogliendoci sul fatto durante un giro di perlustrazione dell' area circostante. Poteva anche essere un tizio qualunque che stava andando a raccogliere funghi, ma dubitavo che fosse questa l' ora giusta per uscire dalle mura, se non si era certi di avere capacità adatte a sopravvivere, ovvero combattere.
Attesi un momento che i miei compagni si fossero allontanati, e poi mi rivolsi all' uomo.
Non ha ragione di preoccuparsi, signore. Siamo solo di passaggio. Ci stiamo accampando per la notte, prima di dirigerci più a monte per sbrigare degli affari. Guardi, posso pure darle prova tangibile di ciò che sto dicendo...
Con movimenti lenti e misurati per non allarmarlo, estrassi la busta in cui avevo ricevuto la richiesta di missione dalla tasca dei pantaloni, e gliela porsi con la mano sinistra, invitandolo a prenderla.
Una volta che fosse giunto a un paio di metri da me, avrei agito: avrei estratto Kaku, sbattendo la sbarra contro il ginocchio della zampa anteriore del cavallo, con lo scopo di farlo cadere e, con un po' di fortuna, schiacciare il suo cavaliere col suo peso, immobilizzandolo. A quel punto, avrei avuto io un paio di domande da fargli! -
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Esame concluso. Sotto troverete i nomi dei promossi. Ci tengo a precisare che la mancata promozione non è dovuta alle capacità del player ma al livello del personaggio e alla costanza mostrata all’interno dell’esame. SPOILER (clicca per visualizzare)Promossi:
Kai Uchiha
Rei Hyuga
Saito Ashikaga
Eiji Aoki
Nonostante il cambio scherza di Eiji lascio comunque la sua promozione. Potrà riprenderlo in qualsiasi momento. -
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Asuka Uzumaki 明日香
Narrato, "Pensato", «Parlato», Parlato altrui
«Certo che è ok, io non dico le bugie!» questa però lo era.
Felicissima nel sapere che sulla sua fronte spettava il simbolo del suo villaggio, Asuka osservò stupita il moro unire le mani in un sigillo, mentre le sopracciglia s'alzarono più che potevano e gli occhi le si illuminarono. Oh per tutti i kami: ma era fortissimo!
«GUARDAMI!»
Non importa se già, il povero Eiji lo stava facendo, Asuka s'indicò la faccia con entrambe le mani.
«Io ce l'ho il chakra?!»
Per quanto sapesse qualcosa del mondo che fu, non si era mai premurata di allenarsi o cose simili, aveva vissuto la sua vita un quarto di ramen alla volta. (semicit)
Entusiasta, si perse per qualche attimo anche negli occhi di Ayame, sorridendole dolcemente.
Ancora una volta però, il maggiore catturò la sua attenzione con l'ennesima domanda che Asuka percepì come inquisitoria.
Sbuffò, incrociando le braccia al petto e alzando gli occhi al cielo.
«Sììì~»
Cantilenò mantenendo lo sguardo alto: quanta poca fiducia nel prossimo!
«Se fosse così allora nessuno di noi morirà, giusto?»
Se l'idea generale era quello che sarebbe andato tutto bene, Asuka avrebbe disegnato sul foglio il simbolo di Konoha con qualche cuoricino all'angolo inferiore del foglio.
Quello che ovviamente non si aspettava di fare esplodere, ma ne siamo proprio sicuri?
Bho. -
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Asuka Uzumaki 明日香
Narrato, "Pensato", «Parlato», Parlato altrui
"Sono... morta?"
Aprì gli occhi in una stanza anonima, con un leggero mal di testa che tentò di scacciare scuotendo il capo scarlatto.
Fece roterlare prima una e poi l'altro braccio constatando che non era ferita, ma come c'era arrivata lì?
"Ah giusto, la botola!"
Qualche anima pia dall'alto le aveva lanciato una corda ed era giunta appena oltre al parapetto della balconata prima di perdere i sensi in quel corridoio e ritrovarsi quindi in quel posto, illuminando dalle grandi vetrate.
Non fu però il paesaggio circostante ad attirare la sua attenzione, bensì un biglietto su di un tavolo che Asuka raggiunse con facilità mentre la voce metallica ancora una volta si propagava nello spazio.
Non la stava propriamente ascoltando, risultando più affascinata dal comprifronte: fa niente se c'era una carta-bomba appiccicata sopra: sperava quantomeno di avere un simbolo carino!
Indossò la targhetta chiudendo gli occhi per evitare di esplodere ancor prima che la prova avesse inizio, aprendo la porta verde che avrebbe mostrato gli altri due aspiranti genin.
Gli occhi si fissarono subito sul ragazzo che l'aveva appellata Gaki, salvandola però da una roccambolesca caduta, quindi aveva emozioni contrastanti riguardanti il moro.
«Ah, sei tu!»
E poi lo aveva anche visto arrampicarsi con i piedi -letteralmente- su quella colonna, insomma, doveva essere fortissimo, forse era meglio non farlo arrabbiare. L'indice che lo additava con fare di sfida si abbassò poco dopo, mentre Asuka andò ad assicurarsi che il coprifronte fosse ben saldo alla testa.
«Non ho capito bene questo gioco...»
Fece, osservando con attenzione il simbolo che aveva Eiji.
Fu a lui che si avvicinò, allungando la mano.
«Comunque io sono Asuka. Asuka Uzumaki, piacere!» -
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Asuka Uzumaki 明日香
Narrato, "Pensato", «Parlato», Parlato altrui
Il sole stava sorgente: bene. Cioè, male. Questo voleva dire che Okāsan si sarebbe svegliata presto e altrettanto presto avrebbe notato la sua assenza.
Ma cosa sto facendo...
Asuka si portò le mani a massaggiarsi la testa: la pazienza in quelle circostanze non era il suo forte e diciamo che il gruppetto alla sua sinistra che dava forfait tornandosene a dormire a casa, non aiutava.
Insomma: non le serviva avere ansia di essere osservata, per sentirsi agitata.
Però insomma "chiamata alle armi", pareva qualcosa di grosso, di bollente. E a lei piaceva, sotto sotto, giocare col fuoco.
Gli interminabili minuti passarono tra uno sbadiglio e l'altro che comunque, data l'ora, sembravano non voler terminare.
Si dovette battere un paio di volte le mani sulle guance con decisione, perchè già dopo mezz'ora si stava iniziando ad annoiare. Le persone invece, aumentavano.
La voce che fuoriuscì dagli altoparlanti sparsi per il perimetro riuscì per qualche attimo ad ammutolire il chiacchiericcio presente, gelandole il sangue nelle vene al divieto di uccidere: non aveva mai pensato nemmeno di farlo!
Aveva anche accennato ad un "esame genin?" Per tutti i kami: aveva la possibilità di diventare uno dei primi ninja dopo duecento anni che non si vedevano più? Ora sì, che aveva un motivo vero per rimane.
Il fumo che fuoriuscì subito dopo la colse alla sprovvista abbastanza da farle fare un passo indietro, cadendo in pieno nella "trappola" di un ragazzo che doveva essere poco più grande di lei. Fu una sensazione strada sentire l'equilibrio venir meno, per poi arrestare la caduta a mezz'aria.
Il braccio le era stato stretto in modo gentile abbastanza da non farle percepire alcun dolore, e le diede il tempo di osservare il suo salvatore, mentre tornava ad una posizione più naturale.
Piegò appena la testa di lato, sfoderando un sorriso a millemila denti mentre incastonava il proprio sguardo in quello altrui.
«Arigatou!»
In realtà, Eiji era anche stato quello che l'aveva fatta inciampare, ma figuriamoci se lei ci aveva effettivamente fatto caso.
Però fermi tutti: le aveva appena affibiato un nomignolo che poco c'entrava con lei, che era grande.
«Gaki...?» Gli fece eco quando il moro ormai stava raggiungendo il pilastro di cristallo.
Voleva raggiungerlo giusto per dargliene quattro ma Aoki, agile come un gatto, fece un balzo che gli permisero di coprire diversi metri in altezza, appiccicandosi alla superficie liscia come se avesse colla sotto le suole.
La bocca di Asuka si schiusa in un'espressione di sorpresa, soprattutto quando constatò che quel ragazzo non era l'unico a poter fare cose che esulavano dalle normali leggi della fisica.
"Questo deve essere il chakra!"
E provò più volte anche lei a lanciarsi su quel cavolo di pilastro senza però caverne un ragno dal buco.
E mentre Eiji si godeva la vita a testa in giù, la rossa iniziò a provare ad arrampicarsi usando le sole sue forze; cosa non facile quando la superficie da scalare è liscia. -
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Ci abbiamo sperato tutti